| Si annunciava un temporale. Scontro di nubi cariche d'acqua, pressione e venti. E lì sul Campo, come essere da meno al cielo che li ospitava? La Andersen sollevò lo sguardo verso quel colore violaceo con aria pensosa, ma in qualche modo un ombra di sorriso sulle labbra sottili, lo sguardo mai così verde e cristallino, ripulito, la capigliatura corta rivolta verso la nuca come se avesse messo del gel magico, o semplicemente inumidito la testa proprio prima di entrare. Le prime folate di vento di tempesta la facevano sempre rilassare ed elettrizzare insieme, amava guardare quello spettacolo di sfumature, e si sentiva mossa da un adrenalina crescente, un aspettativa per quanto sarebbe avvenuto. La Capitana li raggiunse, e si accorse divertita nel ritrovare in lei un piglio all'unisono con quanto provava. Una sfida tra loro, finalmente. Aspettava con ansia l'amichevole, che non avrebbe più guardato con gli occhi da semplice spettatrice o appassionata. Ascoltò le due formazioni, volgendo lo sguardo intorno a sè < Auguri a tutti...vi servirà> piuttosto seria nonostante il sorriso sardonico, soffermandosi in particolar modo sui Basilischi, facendo da eco a Grayson che non mancava mai di un grammo di sicurezza o arroganza nei momenti giusti, ed era esattamente ciò che serviva per affrontare come si deve la partita di quel giorno. Lasciò poi la Comet per quel primo riscaldamento, si sistemò la fascia nera che le teneva la fronte libera e assorbiva eventuali gocce di pioggia che arrivassero dai capelli, raggiunse ad ampie falcate l'inizio del perimetro di campo, sgranchendosi le articolazioni delle spalle mentre le massaggiava con le dita, fino a posizionarsi, un ginocchio in avanti piegato e l'altra gamba più distesa ma in tensione, sfiorò con i palmi il terreno, qualche filo d'erba, il tempo di sentirlo ed era già scattata. Proiettata in avanti con una corsa dapprima regolare, contò mentalmente i passi per accordarsi il respiro che prendeva a pieni polmoni ma rilasciava più gradualmente dalle labbra semi-aperte, le braccia vicine al corpo, la postura agile eppure composta, non una corsa sguaiata. Ad ogni curva di Campo accelerava di un passo più veloce, aumentando l'andatura e cominciando a sentire leggere goccioline sferzarle il volto, segni dell'imminente acquata che tutti loro avrebbero preso. Aumentò ancora, ogni passo di corsa rimaneva leggero pur appoggiando bene la pianta del piede dal tallone in poi, segno che sapeva calibrare il suo peso (poca roba) per non buttarlo a terra ma trattenendo lo sforzo muscolare il giusto per -scivolare- sulla superficie. Arrivò a sentire il proprio battito scuoterla da dentro, prima di completare i tre giri richiesti, bruciando gli ultimi metri con un accenno di impazienza e sollevando solo in ultimo lo sguardo sugli Spalti. Erano osservati. Non che ci fosse nulla di strano, ma aggiungeva qualcosa di ebbrezza al tutto, anche se non riconobbe per la distanza chi fosse, soffermandosi giusto sui colori scuri degli abiti. Infine venne il momento di salire di quota, chiamò la Comet per destreggiarsi ormai abituata nell'allargare l'anca e darsi insieme lo slancio con i piedi per sollevarsi, ritrovandosi già in cielo ad aggiustare la posizione, i polpastrelli che ritrovavano le scanalature legnose dove serrare la presa, il bacino il suo perfetto equilibrio, le calzature strette alle caviglie il loro giusto alloggio alla pedaliera. Era pronta. Un cenno d'assenso senza perdere di vista il Capitano dei Tuono Alato, senza più battute o sorrisi, ora si faceva sul serio. Prese posizione e non appena la partita entrò nel vivo, l'area di difesa agli Anelli Sud divenne il suo territorio. Non restò ferma, si appiattì sulla scopa per fendere vento e pioggia, agevolando così anche la sua vista che non concedeva neanche un battito di ciglia a dove fosse la Pluffa e chi dirigesse l'avanzata, e si infilò tra gli Anelli per una Double Eight Loop di cui ormai conosceva ogni mistero, volava ad altezza media passando davanti e dietro agli Anelli, fece il primo slalom per riprendere le giuste distanze e abituarsi a tagliare ogni curva per accorciarla ma senza rischiare di andare contro alle porte, virando a stretto giro intorno a un Anello solo per buttarsi in maniera trasversale all'altro lato del prossimo Anello e di nuovo girare non appena raggiunto, mirando al terzo consecutivo. Un 8 infinito, agile e sinuoso e sempre più veloce come se stesse tracciando un sentiero nel vento, così da confondere Cacciatori avversari in avvicinamento ed essere subito preparata ad anticipare la mira della Pluffa.
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