Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

It's Time to Rock, Allenamento #M10 - Simulazione di Partita

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view post Posted on 17/5/2020, 12:20
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Ella distrugge per ricreare


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Quel pomeriggio il Campo di Quidditch si sarebbe trasformato in un'ovale pozza d'acqua. Dalì aveva pulpato per tutta la mattina, facendo riecheggiare tra le pareti del numero venti il suo particolare canto, e Morgana aveva posato le iridi cerulee su un cielo carico di nuvole scure. Lo sport magico, ovviamente, non si sarebbe fermato e la Capitana, dopo aver indossato la divisa, si era armata di Nimbus per raggiungere il castello. Le unghie a mandorla della propria mano destra si erano trascinate sul capo piumato del proprio Augurey in un affettuoso saluto, poi aveva calpestato il ciottolato di Hogsmeade prima che diventasse tremendamente scivoloso. Qualcosa si era mosso, sul fronte del campionato studentesco. L'arbitro di Quidditch aveva annunciato un'amichevole e, nonostante la propria squadra non fosse stata chiamata a parteciparvi, la Celebrian aveva cominciato a percepire l'adrenalinica tensione tipica della gara. Quel giorno avrebbero dovuto farlo tutti. Messo piede in campo, una prima stilla gelida le solcò la guancia e anticipò l'imminente arrivo delle gemelle, lo sguardo chiaro si sollevò verso l'alto e una seconda le colpì con violenza la fronte pallida. Sarebbe stato divertente, più del solito. Raggiunse il centro campo, la medesima espressione risoluta con cui si era presentata al precedente allenamento ma - in quell'occasione - perfettamente in orario. Le ciocche ramate erano state strette in una lunga coda alta ma, certa che la pioggia gliel'avrebbe appiccicata al collo, modificò rapidamente la propria capigliatura attorcigliandola in una crocchia al centro della nuca. Lo scroscio si fece più intenso, le gocce rimbalzarono sugli spalti e sulle teste dei giocatori intenti a lasciare gli spogliatoi per raggiungerla. «Ben ritrovati. Come immagino abbiate sentito, tra esattamente tre settimane riprenderanno le amichevoli pre-campionato, essere agguerriti non è più sufficiente: da oggi vi voglio brutali. - I più osservatori sarebbero stati in grado di scorgere una vena piuttosto sadica attraversarle lo sguardo come un lampo. - Oggi, per rientrare nell'ottica dello scontro, faremo una simulazione di partita. Ovviamente non siamo abbastanza per due squadre complete, ma saranno comunque equilibrate. - Trascinò lo sguardo su ognuno di loro, riflettendo rapidamente sulla suddivisione. - Tuono Alato contro Basilisco, la prima sarà capitanata da Alexander e la seconda dalla sottoscritta; i battitori di Grayson saranno Sybil ed Evander, Audrey con me. Trish e Lia, farete parte della squadra Tuono Alato, Madison e Heather della Basilisco. Xavier con me, Jack con Alexander. - Si assicurò un'ultima volta che entrambe le parti, seppur in ruoli diversi, potessero avere le medesime possibilità e poi li invitò a un breve riscaldamento. - Tre giri di campo, prima di cominciare. Partiremo a velocità moderata e aumenteremo gradualmente.» Maggio sembrava essere lunatico quando la Capitana, la scarica d'acqua s'intensificò non appena quel pensiero solcò la propria mente, come se l'avesse offeso. Con le braccia piegate in prossimità dei fianchi e le labbra serrate, avrebbe dato inizio al primo giro affondando il piede destro nel terriccio già umido e proseguendo con la certezza che l'orlo dei propri pantaloni si sarebbe presto infangato. Con lo sguardo fisso dinnanzi a sé, la scozzese avrebbe alzato per bene le ginocchia in una sorta di basso skip - giusto per riscaldare tutti i muscoli adeguatamente - e aumentato man mano la propria velocità per arrivare a percorrere gli ultimi metri quasi con uno scatto. Inspirando profondamente dalle narici ed espirando dalle labbra appena schiuse, avrebbe rallentato gradualmente per l'inizio del secondo giro. Durante l'iniziale corsetta ne avrebbe approfittato per sciogliere un po' le spalle con ampie rotazioni delle braccia, certa che dietro di sé si sarebbero mobilitati per fare lo stesso, e poi le avrebbe nuovamente portate ai fianchi così che accompagnassero il movimento sempre più rapido dei propri arti inferiori. Scattata rapidamente verso la fine del secondo giro, tanto da rendere pericolosa la frenata per via del suolo bagnato, si sarebbe approcciata all'ultimo tentando di mantenere il respiro costante - nonostante le si fosse fatto inevitabilmente più pesante - e al termine dello stesso si sarebbe concessa un lungo sbuffo di fiato. Avrebbe atteso che tutti terminassero, poi li avrebbe invitati a salire in sella alle loro scope; Morgana stessa avrebbe stretto le dita alla Nimbus e l'avrebbe fatta scattare verso l'alto dopo aver liberato il Boccino, i due Bolidi e afferrato la Pluffa. Si sarebbe posizionata al centro esatto del campo, aspettando che ognuno di loro prendesse posto: gli anelli della propria squadra sarebbero stati quelli Nord, a Sud quelli degli avversari. «Siete qui perché ve lo siete guadagnato, quindi dateci dentro. - Avrebbe rivolto un ultimo sguardo in direzione di ognuno di loro. - Jack e Xavier per la contesa, pronti... - Con la scarlatta tra le mani avrebbe atteso che si posizionassero uno alla propria destra e l'altro alla propria sinistra, a quel punto avrebbe caricato il lancio portando il braccio dominante leggermente verso il basso. - Via!» L'arto destro della Capitana sarebbe scattato verso l'alto con forza e velocità, così che la Pluffa potesse disegnare una lunga linea retta perfettamente perpendicolare al terreno, e poi sarebbe scattata alle spalle del Prefetto per rendersi disponibile a un passaggio nel caso in cui fosse stato lui a vincere la contesa. I Portieri avrebbero potuto iniziare a scaldarsi, in attesa dell'assalto agli anelli, mentre i Battitori avrebbero dovuto cominciare a setacciare il campo alla ricerca dei Bolidi. Le Cercatrici, se avessero scandagliato per bene l'ovale, avrebbero potuto notare un tenue bagliore dorato farsi largo tra la pioggia in prossimità della Torretta di Tassorosso. Le azioni a centro campo si sarebbero susseguite rapidamente, Morgana avrebbe contratto ogni muscolo per essere già pronta ad affiancare il Bertrand o, in caso di possesso palla avversario, schizzare in loro direzione per tentare di rubargliela; tutto sarebbe dipeso da Jack e Xavier.

//Scadenza per postare: mercoledì 20 ore 22:00.
Concetto di "Energia" a parte, questo allenamento seguirà le nuove disposizioni pubblicate qui.


Edited by Morgana Celebrian - 18/5/2020, 23:44
 
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view post Posted on 17/5/2020, 14:36
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D I R T Y H A N D S

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Nuovo allenamento, grinta di sempre. Se c'era una cosa che più di tutte riusciva a calmare l'umore del Bertrand era proprio il Quidditch. Ogni volta che era costretto a riunirsi con la squadra per un nuovo allenamento, lui cambiava totalmente umore lasciando da parte il nervosismo o anche - semplicemente - la noia. In quei giorni aveva iniziato ad accusare un pò di ansia a causa dei G.U.F.O ormai vicinissimi, esami che lui avrebbe cercato di dare sia per non deludere il Responsabile sia perchè voleva togliersi il pensiero. Recuperato il borsone con la propria roba e la sua fidata Nimbus il Cacciatore lasciò la Sala Comune e con essa tutti i libri e i vari appunti che stava usando per prepararsi ai vari esami. A passo svelto camminò verso il campo, non voleva rischiare di fare tardi e di far innervosire Morgana... cosa praticamente impossibile perchè lui, già di suo, non riusciva a tardare quasi mai. Raggiunto il campo deviò per qualche minuto verso la zona spogliatoi per poter indossare la divisa di Quidditch, sistemandola bene sul proprio corpo. Fatto ciò uscì da quella stanza per raggiungere il campo e prendere posto assieme alla squadra, salutando tutti con un gesto del capo e della mano. Da subito Xavier avrebbe prestato attenzione al discorso di Morgana, dovevano essere brutali... bene, lui era pronto, a prescindere da tutto sapeva che da quel momento avrebbero dovuto impegnarsi ancora di più. Prese mentalmente appunti riguardo quella divisione in squadre, sorridendo per il nome che Morgana aveva scelto... sicuramente azzeccato, gli piaceva tantissimo. Voltò il capo in direzione di Audrey, solo per qualche istante, con la rossa c'era una situazione in sospeso ma in quel momento Xavier aveva sotterrato l'ascia di guerra perchè Audrey era la Battitrice più brava - almeno secondo lui - della squadra, quindi avrebbero lavorato assieme senza pensare al dopo.
Annuì alla Capitana preparandosi poi per l'allenamento iniziando quindi i giri di corsa necessari per il riscaldamento; come sempre avrebbe portato le braccia ad altezza dei fianchi, avrebbe raddrizzato la schiena prima di staccare mano a mano i piedi dal suolo partendo dai talloni. La corsa avrebbe avuto un inizio moderato, mano a mano che il Brtrand si fosse trovato più avanti rispetto alla posizione iniziale avrebbe regolato di conseguenza la respirazione, inspirando ed espirando per evitare di fare sforzi e sentirsi eccessivamente male. Quell'andazzo moderato avrebbe subito mano a mano delle variazioni, la corsa che dapprima era moderata avrebbe aumentato di molto la velocità. Ad ogni passo corrispondeva un respiro, era abituato a correre in quel modo eppure regolare il respiro ed il cuore era sempre alla base di tutto. Mano a mano che staccava i piedi dal terreno si sarebbe reso conto di aver già ultimato il primo giro e di essere ormai a metà del secondo. Lo sguardo si sarebbe spostato mano a mano dai membri della propria squadra a Morgana, correndo dietro di lei allo stesso ritmo. Con il secondo giro di campo concluso, il Bertrand si preparò all'ultimo giro piegando da un lato a un altro il collo per sciogliere la tensione; la corsa avrebbe ripreso quel ritmo moderato iniziale ma solo per i primi metri di giro, poichè gli ultimi metri li avrebbe percorsi aumentando - come aveva fatto per gli altri due giri - quasi come a voler scattare con un unico gesto in avanti e porre fine a quel riscaldamento. Sciolte anche le gambe, che aveva sollevato mano a mano durante la corsa, si sarebbe concesso qualche istante per roteare le spalle in avanti e indietro, poi le braccia e nuovamente il collo. A quel punto sarebbe salito in sella alla Nimbus prendendo quota. Dopo aver stretto le mani e le gambe attorno al manico ligneo Xavier si sarebbe avvicinato al centro campo posizionandosi al fianco di Morgana, rivolto verso le porte a loro assegnate. Lo sguardo azzurro cielo si sarebbe spostato prima verso Jack, poi verso Morgana, intuendo da subito il perchè di quel "faccia a faccia". Annuì, si trattava proprio di una contesa; sorrise quando sentì quel complimento velato ma nemmeno troppo da parte di Morgana, poi tornò a guardare Jack. Lo scambio di sguardi con Jack durò poco poichè Xavier dovette per forza di cose osservare la Pluffa e quindi Morgana, mentre era in procinto di scagliare la Pluffa. Con un ultimo sguardo rivolto al compagno e dopo aver cercato di individuare la traiettoria della Pluffa e quindi la direzione giusta dove scattare, il Bertrand avrebbe atteso il via di Morgana prima di appiattirsi e scattare in avanti, come un fulmine, passando al fianco di Jack per allinearsi perfettamente alla traiettoria della Pluffa. Quindi avrebbe leggermente calato la quota del proprio volo per essere certo di essersi posizionato in maniera tale da poter allungare il braccio dominante e cercare di afferrare la Pluffa. Quindi dopo aver sorpassato di poco Jack e dopo aver stabilito la giusta traiettoria, il Bertrand avrebbe allungato il braccio sinistro cercando di afferrare la scarlatta con la mancina, serrandola tra il gomito sinistro ed il fianco.

Edited by Xavier Bertrand - 17/5/2020, 15:55
 
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view post Posted on 17/5/2020, 14:41
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Nonostante la pioggia ed il cattivo tempo McBlond se lo era ripromesso: vedere un allenamento dei Serpeverde, dal vivo. Il giorno - la domenica - era stata appuntata sul calendario e così si era preso quell'impegno, alle tre del pomeriggio o addirittura prima si sarebbe portato a gustarsi del sano e buon Quidditch. Era vestito con pesanti scarponcini così da calpestare senza ritegno le pozzanghere, le zone fangose o comunque bagnate che dal castello portavano al campo. Non avendone l'autorizzazione si sarebbe portato solo ed esclusivamente sugli spalti vuoti. La parte superiore era condita da una giacca di pelle marrone su cui era stato castato un Impervius tanto tempo prima, una sciarpa a coprire il collo, una felpa con cappuccio e dei guanti in pelle. Incurante della pioggia le iridi marroni del diciassettenne, cacciatore e soprattutto dipendente del settimo livello, si sarebbero portate sulla Celebrian e sui suoi compagni di squadra che da li a poco avrebbero fatto il loro ingresso nell'ovale.
 
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Alexander Grayson
view post Posted on 18/5/2020, 22:30




Il rombo di un tuono accompagnò il suo ingresso in campo, nuvole nere oscuravano il cielo. Alexander Grayson lanciò un'ultima occhiata verso l'alto, comprendendo subito che quello non sarebbe stato un allenamento come gli altri; non solo per via del mal tempo, che aveva fatto il suo ritorno dopo un considerevole periodo di assenza ma, sopratutto, per via dell'annuncio che era stato fatto nei giorni precedenti. Era sicuro che Morgana avrebbe proposto qualcosa di diverso dal solito allenamento, cosi da preparare la squadra in vista dello scontro e mettere le cose in chiaro già attraverso una semplice e innocua partita. Che il primo scontro non li avrebbe visti scendere in campo, poco importava, ormai non c'era più tempo per le chiacchiere.
Spazzò via con un dito una goccia d'acqua scesa dalla fronte, lo sguardo fisso sulla rossa appena arrivata al campo.
Aveva intuito bene, niente serie infinite di passaggi né frettolosi andirivieni ma, bensì: una partita. Sorrise inevitabilmente compiaciuto alla notizia, la Nimbus stretta nella mano destra. Che il ruolo di Capitano della seconda squadra spettasse a lui, non lo sorprese, ma la scelta dei nomi per le due squadre invece si. Volevano essere i basilischi?! Bene, gli avrebbero bruciato il culo a suon di saette.

- Buona fortuna allora, Capitano. Ne avrai bisogno!

Disse con tono beffardo in direzione di Morgana, prima di poggiare al suolo la scopa e allontanarsi per iniziare il riscaldamento. Sarebbe stata indubbiamente una partita combattuta ma, ovviamente, avrebbe vinto la sua squadra.
Avrebbe dunque iniziato il primo giro di riscaldamento, muovendo lentamente gli arti inferiori durante i primi metri, mentre allargava le braccia lungo i lati e inspirava profondamente. Innescato il movimento rotatorio delle spalle avrebbe cacciato l'aria accumulata nei polmoni, continuando la sua avanzata e ripetendo la manovra a ogni passo, mentre la velocità della corsa iniziava ad aumentare. Terminato il primo giro avrebbe perciò accelerato, portando i gomiti ad ancorarsi ai fianchi e il respiro a stabilizzarsi, iniziando subito il secondo giro. Di tanto in tanto, durante l'avanzata, avrebbe sollevato le ginocchia quasi fino al petto, cosi da sciogliere al meglio i muscoli delle gambe e far circolare adeguatamente il sangue; provando a riscaldarsi al meglio avrebbe quindi continuato la sua corsa, inspirando ed espirando durante la marcia, giungendo cosi anche alla fine del second giro. Pronto ad affrontare l'ultimo, il diciassettenne non si sarebbe fermato e avrebbe continuato la sua corsa aumentando ancora una volta la velocità dell gambe, che a quel punto avrebbero dovuto essere sufficientemente calde e pronte allo sforzo. Tenendo sotto controllo il respiro avrebbe dunque superato la metà campo, l'acqua che gli bagnava i capelli. Girando la sua figura lateralmente, in modo alterno, avrebbe percorso cosi l'ultimo tratto che lo separava dalla conclusione del riscaldamento, concedendosi poi meritati secondi di riposo prima di recuperare la sua Nimbus.

- Lasciamoli a zero! E con qualche livido!

Avrebbe detto verso i membri della sua squadra, mentre spiccava il volo e prendeva posizione quasi al centro del campo, poco distante da Jack; sarebbe stato l'ex Prefetto infatti ad affrontare Xavier per decidere a quale schieramento sarebbe andata la prima pluffa della partita. Alexander si sarebbe dunque posizionato alla sua destra, leggermente lontano da lui, i muscoli pronti a scattare.
Avrebbe cosi osservato l'inizio della contesa con attenzione, pronto ad intervenire nel caso quest'ultima fosse stata vinta dall'avversario e non da Jack. Se fosse andata cosi, avrebbe subito appiattito il busto sulla scopa e si sarebbe lanciato all'inseguimento di Xavier, spronando immediatamente la sua Nimbus a raggiungere la massima velocità. Cosce strette intorno al manico e spalle leggermente rilassate, giunto a pochi centimetri dall'altro cacciatore il diciassettenne avrebbe allungato rapidamente e con aggressività la mano destra in avanti, provando ad afferrare la pluffa e a sottrarla al Prefetto con uno scatto che sperava risultasse fulmineo, aiutandosi con una spallata che avrebbe diretto al braccio di Xavier.

Edited by Alexander Grayson - 18/5/2020, 23:47
 
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view post Posted on 19/5/2020, 08:02
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Si annunciava un temporale. Scontro di nubi cariche d'acqua, pressione e venti. E lì sul Campo, come essere da meno al cielo che li ospitava?
La Andersen sollevò lo sguardo verso quel colore violaceo con aria pensosa, ma in qualche modo un ombra di sorriso sulle labbra sottili, lo sguardo mai così verde e cristallino, ripulito, la capigliatura corta rivolta verso la nuca come se avesse messo del gel magico, o semplicemente inumidito la testa proprio prima di entrare. Le prime folate di vento di tempesta la facevano sempre rilassare ed elettrizzare insieme, amava guardare quello spettacolo di sfumature, e si sentiva mossa da un adrenalina crescente, un aspettativa per quanto sarebbe avvenuto.
La Capitana li raggiunse, e si accorse divertita nel ritrovare in lei un piglio all'unisono con quanto provava. Una sfida tra loro, finalmente. Aspettava con ansia l'amichevole, che non avrebbe più guardato con gli occhi da semplice spettatrice o appassionata. Ascoltò le due formazioni, volgendo lo sguardo intorno a sè < Auguri a tutti...vi servirà> piuttosto seria nonostante il sorriso sardonico, soffermandosi in particolar modo sui Basilischi, facendo da eco a Grayson che non mancava mai di un grammo di sicurezza o arroganza nei momenti giusti, ed era esattamente ciò che serviva per affrontare come si deve la partita di quel giorno.
Lasciò poi la Comet per quel primo riscaldamento, si sistemò la fascia nera che le teneva la fronte libera e assorbiva eventuali gocce di pioggia che arrivassero dai capelli, raggiunse ad ampie falcate l'inizio del perimetro di campo, sgranchendosi le articolazioni delle spalle mentre le massaggiava con le dita, fino a posizionarsi, un ginocchio in avanti piegato e l'altra gamba più distesa ma in tensione, sfiorò con i palmi il terreno, qualche filo d'erba, il tempo di sentirlo ed era già scattata. Proiettata in avanti con una corsa dapprima regolare, contò mentalmente i passi per accordarsi il respiro che prendeva a pieni polmoni ma rilasciava più gradualmente dalle labbra semi-aperte, le braccia vicine al corpo, la postura agile eppure composta, non una corsa sguaiata. Ad ogni curva di Campo accelerava di un passo più veloce, aumentando l'andatura e cominciando a sentire leggere goccioline sferzarle il volto, segni dell'imminente acquata che tutti loro avrebbero preso. Aumentò ancora, ogni passo di corsa rimaneva leggero pur appoggiando bene la pianta del piede dal tallone in poi, segno che sapeva calibrare il suo peso (poca roba) per non buttarlo a terra ma trattenendo lo sforzo muscolare il giusto per -scivolare- sulla superficie. Arrivò a sentire il proprio battito scuoterla da dentro, prima di completare i tre giri richiesti, bruciando gli ultimi metri con un accenno di impazienza e sollevando solo in ultimo lo sguardo sugli Spalti. Erano osservati. Non che ci fosse nulla di strano, ma aggiungeva qualcosa di ebbrezza al tutto, anche se non riconobbe per la distanza chi fosse, soffermandosi giusto sui colori scuri degli abiti.
Infine venne il momento di salire di quota, chiamò la Comet per destreggiarsi ormai abituata nell'allargare l'anca e darsi insieme lo slancio con i piedi per sollevarsi, ritrovandosi già in cielo ad aggiustare la posizione, i polpastrelli che ritrovavano le scanalature legnose dove serrare la presa, il bacino il suo perfetto equilibrio, le calzature strette alle caviglie il loro giusto alloggio alla pedaliera. Era pronta. Un cenno d'assenso senza perdere di vista il Capitano dei Tuono Alato, senza più battute o sorrisi, ora si faceva sul serio. Prese posizione e non appena la partita entrò nel vivo, l'area di difesa agli Anelli Sud divenne il suo territorio. Non restò ferma, si appiattì sulla scopa per fendere vento e pioggia, agevolando così anche la sua vista che non concedeva neanche un battito di ciglia a dove fosse la Pluffa e chi dirigesse l'avanzata, e si infilò tra gli Anelli per una Double Eight Loop di cui ormai conosceva ogni mistero, volava ad altezza media passando davanti e dietro agli Anelli, fece il primo slalom per riprendere le giuste distanze e abituarsi a tagliare ogni curva per accorciarla ma senza rischiare di andare contro alle porte, virando a stretto giro intorno a un Anello solo per buttarsi in maniera trasversale all'altro lato del prossimo Anello e di nuovo girare non appena raggiunto, mirando al terzo consecutivo. Un 8 infinito, agile e sinuoso e sempre più veloce come se stesse tracciando un sentiero nel vento, così da confondere Cacciatori avversari in avvicinamento ed essere subito preparata ad anticipare la mira della Pluffa.
 
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view post Posted on 20/5/2020, 10:53
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~Keep you in the dark~

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Evander Knight aveva dato poco peso alle gocce di pioggia che avevano cominciato a rigargli il viso quietamente. Le nuvole s'erano addensate in una grigia cortina e smorzavano i colori del campo come dei presenti. Eccetto la tonalità rossa fiammante dei capelli di Audrey Kane: quelli non riusciva a soffocarli nessuno e il ragazzo pensò che fosse un vero peccato. Avrebbe dovuto aiutare lui stesso la sorte perché quella giornata piovosa potesse realmente rappresentare un problema per la Battitrice. Benché il danno che gli aveva riportato fosse stato minimo, l'umiliazione era stata più amara di quanto confessasse a se stesso. Per una volta la sua arroganza era stata messa a tacere e non aveva potuto fare niente per affermare nuovamente la propria superiorità. Ciò lo aveva indotto a scrutare truce Audrey, per poi rivolgere lo sguardo concentrato al Capitano. La notizia di imminenti amichevoli, soprattutto combaciando con la competitività selvaggia che s'era risvegliata dal torpore della saccenteria, fece assumere a Evander un'espressione altrettanto focosa, tanto da rispecchiarsi nella malevolenza che era affiorata sul volto della Celebrian. Fu in effetti la prima occasione in cui il Capitano fu in grado di smuovere il grave e pretenzioso animo dello studente di Serpeverde, tanto che sollevò la testa in sua direzione con un sorriso d'intesa. Non vi era prova migliore per lui di una partita simulata. Sulla linea di ciò che era stato detto dalla Portiere, Trish Andersen, lo scozzese sorrise -con uno sforzo non trascurabile- più disteso e strinse nella mano la scopa, approfittandone per dare una risposta chiara e forte anche al Capitano.
Facciamo impallidire i nostri avversari.
Diede un'ultima occhiata intensa ad Audrey prima di poggiare da un lato la sua Comet 140 e spostare la sua attenzione su Sybil Vane. Si morse il labbro annuendo lentamente in sua direzione. D'altronde anche lei era stata vittima dell'ego della Kane e poteva augurarsi che volesse rifarsi, semmai il suo orgoglio glielo avrebbe permesso. Le sue speranza potevano perfettamente essere mal riposte, ma l'eccitazione era tale che optò per coinvolgerla: o meglio, imporsi da garante della sua buona volontà; desiderava guidarla verso il proprio scopo, non importava se gli fosse stato necessario che anche la Vane s'impegnasse a tal fine. Evander non era così stupido da credere che a Quidditch potesse fare tutto da solo e se avesse potuto ottenere una posizione di dominanza su Sybil Vane (per quanto l'obbiettivo fosse comune) ciò lo avrebbe divertito... in qualche modo, appagato.
Dobbiamo distruggerli, Sybil. Mi raccomando. Fai del tuo meglio.
Le ammiccò, convinto che la sua faccia da schiaffi potesse infervorarla -perlomeno su questo aveva avuto delle conferme. Dovette modulare non poco il tono della voce per non sembrare troppo sprezzante (era intuibile nei confronti di chi), ma le parole si riempirono di calore e decisione, intento come era a condurre la studentessa sulla strada che voleva tracciare quel giorno.
Prese un profondo respiro dilatando le radici e espandendo i propri polmoni, dopo aver molleggiato sulle ginocchia. Dopo aver espirato l'aria tra le labbra, si piegò sulle gambe inclinandosi leggermente in avanti, prima di muovere i primi passi, non troppo rapidi, davanti a sé. Avrebbe avvicinato le braccia flesse ad angolo retto al costato, raddrizzandosi dopo la partenza scattante e continuando a respirare con un ritmo il più regolare possibile. Nel mentre avrebbe agitato gli arti superiori per riscaldarli, ruotando le spalle; inoltre avrebbe intrecciato le dita delle mani per poter ruotare i polsi su loro stessi. Per gli ultimi metri del primo giro avrebbe portato i ginocchi in alto, per poi, all'inizio del secondo, scattare in avanti con maggiore vigore, tentando ancora una volta di controllare il fiato che diveniva sempre più pesante. Per l'ultimo giro avrebbe inclinato maggiormente la schiena in avanti allungandosi col corpo nella sua traiettoria di corsa sostenuta, a cui avrebbe dato principio con un scatto rampante. Conclusa la corsa che gli era stata impartita, si sarebbe avvicinato alla scopa che aveva poco fa lasciato sul lato dello spiazzo. Inforcò fra le gambe la stessa, facendo scorrere i palmi delle mani sul manico e saggiandone l'attrito più volte. Non poteva essere del tutto sicuro che l'umidità non potesse essere un ostacolo a riguardo.
Perciò, alla fine, spinse i piedi all'indietro, piegandosi sulla scopa, per sollevarsi in volo. La mano sinistra era saldamente stretta attorno all'impugnatura della mazza, mentre l'altra mano avrebbe intrecciato le dita attorno al manico trascinandolo verso il suo petto per imporre il moto verticale. Le sue cosce si sarebbero serrate attorno alla Comet, ma, mano a mano che avesse raggiunto quota, avrebbe allineato gli arti inferiori e puntato i piedi all'indietro rendendo questi elementi del corpo paralleli alla scopa. Chinato del tutto su quest'ultima, avrebbe mantenuto il viso scoperto e alzato, cercando di lottare con il fastidio della pioggia e la scarsa visibilità: i suoi occhi sarebbero stati socchiusi e le sue pupille avrebbero cominciato a setacciare di fronte a sé, a destra e a sinistra perché la vista potesse spingersi fino agli spalti percorrendo in tutta la sua lunghezza l'area aerea del campo. La quota infine stabilita dal suo movimento non sarebbe stata poca, ma anziché starsene fermo avrebbe iniziato a circolare nel campo, sopratutto ai suoi margini, in modo che potesse avere la più ampia visione su ciò che lo circondava e non dovendo temere così che uno dei suoi lati fosse esposto e impossibile da controllare. Una volta che il capo avesse trascinato lentamente gli occhi su un segmento, sarebbe scattato in un altro per analizzarlo allo stesso modo, non mancando di soffermarsi nelle immediate vicinanze dei suoi compagni di squadra per notare una qualche minaccia. Qualche occhiata sarebbe stata dedicata anche alla Kane, in modo che, se avesse individuato qualcosa prima di lui, il suo movimento sospetto o la sua attenzione gli dessero tempo e maniera di anticiparla o prevedere le sue future mosse. Avrebbe percorso di nuovo diverse volte gli stessi settori di campo, conscio del fatto che il Bolide sarebbero potuto arrivare da qualsiasi direzione possibile. La sua andatura non sarebbe stata troppo veloce, per evitare che questo potesse inficiare ancora di più la sua visibilità. Non appena avesse visto una macchia più scura nell'ombra proiettata dal cielo, se ne sarebbe lanciato contro fosse stato per inseguirlo e batterlo oppure per ribatterlo.
 
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Madison Grey
view post Posted on 20/5/2020, 15:46




Il tempo non era dei migliori per scendere in campo, ma non sarebbe stato di certo un imminente temporale ad evitare l'allenamento. Personalmente non mi turbò molto; certo, avrei preferito una giornata soleggiata, ma anche quelle condizioni atmosferiche non mi sarebbero dispiaciute. Tutto ciò che contava era esercitarmi e migliorare sempre di più, per arrivare al livello dei compagni che erano in squadra da più tempo.
La Celebrian ci divise in due squadre e disse che, dopo un breve riscaldamento, avremmo simulato una partita. L'idea era a dir poco elettrizzante! Sebbene non fosse una vera partita ero emozionata di potermi cimentare in quanto di più simile ci fosse.
Legai i capelli in una coda alta e stretta, quindi mi misi in posizione per partire.
Avrei iniziato a correre ad un ritmo regolare, non eccessivo, con le braccia piegate a livello dei fianchi, cercando di avere una postura corretta ed elastica. Avrei iniziato da subito a controllare la respirazione, quindi avrei cercato di mantenere anch'essa regolare, aspirando dal naso ed espirando dalla bocca. Avrebbe continuato a piovere, ma non avrei dato peso all'acqua e mi sarei concentrata solo sull'esercizio e sul cercare di compierlo dosando adeguatamente le energie, così da averne ancora in abbondanza per la simulazione. Anche se non volessi stancarmi subito, non avrei mantenuto sempre lo stesso ritmo e avrei invece accelerato progressivamente. Superata la curva che mi separava dall'ultimo tratto di quel primo giro, avrei accelerato ulteriormente, prestando attenzione a coordinare tutto il corpo in quella crescita, in maniera tale da ritrovarmi a compiere quell'ultimo tratto con un scatto, molto rapidamente. Il suolo era chiaramente zuppo ed inciampare sarebbe stato facile, perciò, sebbene avrei corso molto rapidamente, sarei stata attenta ad evitare quell'eventualità. Il pensare a questa possibilità, dalla quale avrei voluto proteggermi, non mi avrebbe rallentata; infatti, date le indicazioni date dal Capitano, avrei comunque concluso quel primo giro di scatto. Avrei poi rallentato, per dare via al secondo giro. Avrei mantenuto la postura e le accortezze sulla respirazione precedenti, per iniziare a muovermi dapprima ad un ritmo leggero. Durante il movimento avrei notato la Celebrian aggiungere movimenti delle braccia e mi sarebbe parsa una buona idea imitarla. Quindi avrei unito alla corsa la distensione laterale delle braccia, con cui avrei compiuto ampie rotazioni che avrebbero contribuito allo scioglimento delle spalle. Avrei proseguito in quella maniera fino alla metà del percorso, poi avrei riportato le braccia piegate a livello dei fianchi ed avrei intensificato la corsa, accelerando. Raggiunto l'ultimo tratto avrei continuato ad accelerare fino a compiere di nuovo uno scatto negli ultimi metri per terminare il giro alla massima velocità, prestando sempre attenzione al suolo scivoloso.
Un'ulteriore volta avrei rallentato ed avrei iniziato quel terzo giro. Avrei tenuto il viso leggermente abbassato per contrastare un minimo la pioggia che sarebbe andata ad interferire con il mio campo visivo, ma probabilmente non sempre con successo. Quindi di tanto in tanto mi sarei pulita il volto con la mano, ma avrei cercato di ridurre al minimo quel movimento, per evitare distrazioni e mantenere alta la concentrazione. Sebbene fastidiosa e a tratti ostacolante, non avrei dato peso alla pioggia ed avrei solo pensato a correre mantenendo (e gradualmente aumentando) il ritmo. La fatica avrebbe cominciato a farsi sentire e per questo sarebbe stato importante non cedere e continuare con le giuste accortezze. Avrei iniziato con una corsetta leggera che pian piano sarebbe diventata più rapida, fino all'ultimo tratto che sarebbe stato proprio di scatto ed avrebbe impiegato il massimo delle mie energie, per concludere al meglio.
Al termine, col fiato inevitabilmente corto, ne avrei approfittato per respirare liberamente e riprendere energie. Quindi sarebbe stato il momento di salire sulla Nimbus ed andare agli Anelli Nord, che avrei dovuto difendere a qualsiasi costo. Senza togliere mai gli occhi dall'azione che si svolgeva al centro, avrei iniziato a riscaldarmi. Mi sarei appiattita sul manico ed avrei iniziato a volare attorno agli anelli. Ne avrei approfittato per rivedere l'ultima manovra imparata, la Double Eight Loop. Avrei quindi iniziato a volare attorno ai due anelli opposti ad un ritmo gradualmente maggiore, poi al momento opportuno avrei incluso in quel giro una svolta verso l'anello centrale, ritrovandomi quindi a compiere in aria un otto invisibile. Avrei cercato di mantenermi dal principio morbida, sebbene decisa, ed il ritmo sarebbe stato crescente, via via avrei aumentato di velocità abbinando a ciò il cambiare direzione sempre più all'ultimo, nel tentativo di trasmettere imprevedibilità, pronta e carica a scattare in difesa di uno dei miei anelli non appena l'avrei ritenuto necessario, sperando di riuscire ad agire anticipando i miei avversari.
 
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view post Posted on 20/5/2020, 18:46
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Venite carichi o non fatelo affatto.
Sybil era tentata. Durante tutta la mattinata, protetta dalle pareti della Sala Comune, non aveva minimamente fatto caso alle condizioni meteorologiche, ma una volta messo piede fuori dal castello un’inaspettata raffica di vento l’aveva fatta rabbrividire e i nuvoloni grigi avevano provveduto a tingere il suo umore del medesimo colore.

Immobile sulla soglia degli spogliatoi rivolse uno sguardo imbronciato al cielo e dopo aver sbuffato pesantemente rientrò alla disperata ricerca di un elastico più stretto.
Ci mancano solo i capelli davanti agli occhi.
Trovato l’oggetto del desiderio nelle profondità più recondite della borsa, la bionda acconciò velocemente i capelli in una treccia ben stretta.
Si diresse quindi verso il gruppo di compagni già in campo. Durante la sua sfilata non poté far a meno di notare l’ennesimo elemento fuori posto di quel plumbeo pomeriggio. Lanciò al corvo appollaiato sugli spalti uno sguardo traverso, interrogativo e leggermente infastidito. In una giornata soleggiata, quella stessa azione avrebbe veicolato semplice curiosità e, forse, una punta di sarcastica irrisione.
Poi, tutta da sola, si rispose con un’alzata di spalle e non concedendo ulteriori attenzioni all’intruso rivolse un cenno di saluto ai ragazzi presenti in campo.
Il guizzo che attraversò gli occhi di Morgana, la promessa di brutalità e la prospettiva di simulazione di partita, sollevarono immediatamente la serpe, che accese la sua espressione neutra con un sorrisetto beffardo. Scoprendo il riccio tra i suoi compagni di squadra, scortata da quell’improvvisa ondata di ritrovato buonumore, la Vane si disse pronta ad abbassare le armi e tenere a bada il suo ego. Fu quindi felice di veder Evander accogliere la notizia con pari maturità, ma non per questo il suo incoraggiamento risultò alle orecchie della serpe meno innaturale o provocatorio.
- Chi è nemico del tuo nemico è tuo amico...- sorrise, non condivideva nei confronti di Audrey il rancore che pensava di aver percepito nel tono dello scozzese. Prendere sul personale il viaggetto in Infermeria le pareva una gran scemenza, nonché un inutile spreco del suo tempo, ma era pur vero che all’inizio dell’allenamento precedente aveva promesso che avrebbe cercato vendetta in quella stessa sede e, che dire, Sybil manteneva sempre la parola data. Lanciò alla rossa un sorriso di sfida. - ...anche se si chiama Evander Knight - aggiunse in un tono tra lo scherzoso ed il provocatorio,lanciandosi nella corsa e sperando che la battuta non gonfiasse ulteriormente l’ego del serpeverde o l’ovale avrebbe faticato a contenerlo.
Riempiendo i polmoni avrebbe cominciato con una corsetta lenta, che puntava ad un primo riscaldamento delle articolazioni. Avrebbe compiuto i primi metri accentuando i movimenti delle gambe, con passi corti avrebbe sollevato le ginocchia compiendo uno sorta di skip, che differiva da quello effettivo perché la ragazza avrebbe fermato l’avanzata della gamba prima che arrivasse a formare un angolo retto con il busto. Trovato il ritmo degli arti inferiori si sarebbe concentrata su quelli superiori, che avrebbe cominciato a far ruotare. Sarebbe partita con dei movimenti riguardanti solo le spalle, sciolte quelle sarebbe passata alle braccia. La respirazione avrebbe scandito l’inizio e la fine di ogni rotazione. Ritornata al punto di partenza avrebbe cominciato il secondo giro trasformando lo skip basso in una normale corsa di media velocità. Avrebbe quindi allungato la falcata e portato le braccia piegate a pochi centimetri dai fianchi, per aiutare con il loro moto la fluidità della corsa. Durante il terzo giro avrebbe cercato di aumentare ulteriormente il passo, stando più attenta alla respirazione per non rischiare di finire in affanno. Concluso l’esercizio avrebbe raggiunto la sua Nimbus, concedendosi qualche secondo per riprendere fiato.
Una volta in sella, avrebbe cercato una posizione alta e centrale che le garantisse un punto d’osservazione ideale. Lì, cercando di contrastare il vento con una stretta delle cosce più salda del solito, avrebbe cominciato ad osservare il campo in cerca di un Bolide. Vedendo Evander perlustrare i margini dell'ovale, si sarebbe accontentata di mantenere la posizione centrale, per avere la visione complessiva che sarebbe potuta mancare al ragazzo. Avrebbe rivolto il suo sguardo nei settori opposti rispetto a quelli perlustrati del compagno, calibrando i suoi spostamenti con quelli dell’altro. Si sarebbe spostata dal centro del campo, solo di poche decine di metri, rimanendo all’interno di una circonferenza ideale. Lo sguardo sarebbe caduto più volte sulla Kane, di cui Sybil avrebbe controllato i movimenti.

Edited by Sybil Vane - 20/5/2020, 20:57
 
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view post Posted on 20/5/2020, 19:05
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Venite carichi! Così ci aveva detto Morgana per il prossimo allenamento. E carica di sicuro lo ero ma la pioggia non giocava dicerto a nostro vantaggio!
Quel pomeriggio mi ero fatta delle lunghe trecce color nocciola alla francese e poi dalla sala comune dei Serpeverde mi ero recata negli spogliatoi dove avevo indossato la mia divisa da cercatrice.
Quel giorno visti gli intensi nuvoloni grigio scuro che dominavano il cielo sopra la mia testa non avevo fatto nulla tranne rifugiarmi nel mio dormitorio a fare qualche compito di recupero e a leggere un libro, un romanzo per la precisione.
Le nuvole erano lì che guardavano giù pronte a scaricare tutta la loro tensione e difatti, puntuali come degli orologi svizzeri, proprio nel momento in cui misi un piede nell'ovale mi ritrovai sula punta del naso una gocciolina d'acqua.
La Celebrian come sempre era pronta ad accoglierci al centro del campo con un nuovo esercizio di riscaldamento, questa volta un po' diverso: nel suo tono di voce si poteva udire un senso di competizione nato probabilmente dalla vicina riapertura delle amichevoli, infatti oggi sarebbe stato un allenamento un po' diverso dal solito, una simulazione di partita!
Una simulazione? dissi tra me e me, oddio! Per me era praticamente la prima volta, la prima volta che avrei potuto mettere in atto ciò che fino ad ora avevo ben appreso grazie al capitano, ciò che mi era stato consigliato da lei stessa e tutto quello per cui mi ero data tanto da fare in questo ultimo periodo. Che emozione!
Due squadre si sarebbero fronteggiate: Tuono alato e Basilisco capitanata da Alexander e Morgana. Io sarei stata nella prima, ovviamente nel ruolo di cercatrice, ma prima ci avrebbe aspettato un breve riscaldamento a terra, ovvero tre classici giri di campo a corsa gradualmente aumentata.
Avrei perciò iniziato a correre con molta grinta, dal momento che l'idea avuta dal capitano avrebbe scaricato in me molta adrenalina a tal punto che la pioggia non mi avrebbe più spaventata. In realtà quella mattina vedendo il cielo così ingrugnato mi era saltata addosso una voglia di buttarmi sotto la pioggia e bagnarmi tutta da cima a fondo, non so forse la sensazione era causata dall'accumolo di stress degli ultimi giorni che minacciava di aumentare sempre più.
Avrei iniziato ad affondare i miei piedi nel terreno ormai già del tutto fradicio e poi dopo qualche passo avrei aumentato piano piano la velocità e impiegando i muscoli delle gambe avrei spinto sempre più gli arti sul terreno. Avrei portato le braccia piegate a livello dei fianchi e avrei aumentato anche il loro "ondeggiare" sempre coordinato con la corsa e avrei inoltre cercato di non farmi scoraggiare dalle gocce d'acqua che mi sarebbero finite negli occhi. Una volta completati i tre giri di corsa mi sarei posizionata sulla Nimbus e avrei preso quota insieme ai miei compagni del Tuono Alato. Avrei osservato ogni movimento della Celebrian per non perdermi neanche un secondo di tempo e fin da subito appena dato il Via! mi sarei precipitata ad una accurata ricerca del Boccino D'oro.
Quindi come in precedenza avevo appreso mi sarei alzata di quota ad un altezza sufficiente per scrutare attentamente tutto il campo: avrei prima osservato il verde prato e poi tra gli altri giocatori, successivamente tra sli spalti e infine tra le torrette, dove probabilmente si nascondeva e a cui avrei dedicato un po' più attenzione proprio per questo motivo.
Avrei setacciato con attenzione ogni singolo spazio del campo e con molta determinazione a scorgere per prima il bagliore dorato, al fine di avere un po' di vatanggio sulla cercatrice molto abile dell'avversaria squadra. Appena avrei completato la ricerca avrei potuto intravedere un luccichio in prossimità della Torretta di Tassorosso, avrei perciò stretto il manico della mia scopa e con le gocce un po' taglienti sulle guance mi sarei precipitata in quella direzione a tutta velocità pronta a ritrovarmi esattamente alle costole della sua scia.
 
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Jack Allan Wilkinson
view post Posted on 20/5/2020, 19:53




Le nuvole grigiastre che si erano stanziate nel cielo scozzese avevano lacrimato pioggia per tutta la mattinata, trasformando il capo di Quidditch in una zazzera di erba bagnata e fango. Per quanto si avvicinasse alla stagione estiva, il sole durante la giornata lo si era visto a tratti. Si faceva spazio come poteva, filtrando ora dalle vetrate di Hogwarts, ora posandosi sulle ciglia degli studenti che si stavano recando all’allenamento.
I suoi occhi verdi si posarono sui suoi compagni di squadra, guardandoli uno ad uno e ricambiando i loro saluti con un beve cenno della mano destra. In silenzio, non particolarmente motivato a fare conversazione, si sarebbe preparato il più velocemente possibile. Per contro, i pensieri correvano veloci, dalla voglia di correre veloce sulla propria Nimbus 1500 al desiderio di fermarsi a fare un giro in High Street quel fine settimana.
Indossata la divisa, raggiunse Morgana assieme agli altri ragazzi in attesa di ricevere istruzioni su come procedere. Alzò lo sguardo sul viso della giovane studiandone l’umore e cercando d’indovinare cosa avesse in riserba per loro quel pomeriggio. Entusiasta per la promessa di una simulazione,, il ragazzo si apprestò ad effettuare i tre giri di campo richiesti, dopo aver poggiato la sua Nimbus a lato, in un punto del campo miracolosamente asciutto. Piegate quanto bastava le braccia per accompagnare ogni suo passo, avrebbe seguito i compagni alla velocità che gli avrebbe permesso di iniziare a scaldare i muscoli, incrementandola poco più tardi fino a raggiungere un andamento moderato e sufficientemente corretto per poter finire l’esercizio evitando di rimanere senza fiato. Nella corsa avrebbe cercato di respirare dalle narici ed espirare con la bocca a ritmo costante. Giro dopo giro avrebbe cercato di mantenere la concentrazione sul suo respiro, coordinando l’andamento delle proprie gambe con il riscaldamento degli arti inferiori. Con il battito cardiaco che pompava sangue ed adrenalina nei propri vasi sanguigni, Jack Allan avrebbe svolto l’esercizio a velocità costante, accelerando nel terzo ed ultimo giro solamente dopo essersi sincerato che il proprio corpo potesse reggere un piccolo sprint.
Finito il giro di riscaldamento, Jack si preparò a vincere la contesa della pluffa contro Xavier. Sentendosi pronto alla sfida, Jack si posizionò accanto al capitano, dal lato opposto a quello in cui si era messo il prefetto di serpeverde. Con i sensi in allerta, avrebbe tenuto d’occhio la pluffa in mano alla Celebrian senza mancare di sorvegliare l’avversario. Con la mano sinistra stretta attorno al manico, non appena la pluffa fosse saltata in alto dalle sue mani, Jack avrebbe dato una accelerata alla sua Nimbus e, esteso il busto e il braccio destro verso di essa, avrebbe cercato di afferrarla il prima possibile per intrappolarla nella sua stretta, tra l’arto che l’aveva agguantata e il suo fianco. A quel punto, in ogni caso, il ragazzo si sarebbe appiattito sul manico scopa per partire a tutta velocità gli anelli protetti dalla squadra avversaria.
 
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view post Posted on 20/5/2020, 21:10
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Quel giorno, Heather si era recata al campo da Quidditch carica e determinata a fare del proprio meglio. La pioggia sarebbe stato un inconveniente poco piacevole per la Serpeverde, ma non sarebbe riuscita a spegnere la sua voglia di mettersi in gioco.

Ascoltate con curiosità le istruzioni di Morgana, Heather si sarebbe subito data da fare con il riscaldamento. Traendo un profondo respiro, avrebbe cominciato a correre lungo il perimetro del campo, dapprima lentamente, per poi aumentare gradualmente la velocità. Le braccia, leggermente piegate al gomito, si sarebbero alternate dondolando lungo i fianchi con dei movimenti controllati, per accompagnare l'andatura della giovane. Cercando di portare la maggior parte del peso sulla parte anteriore del piede, in modo da mantenere un'andatura più elastica, Heather si sarebbe concentrata sulla respirazione, inspirando dal naso e inspirando dalla bocca, cercando di costringere il proprio cuore e i propri polmoni a seguire il ritmo che gli imponeva. Terminato il primo giro, avrebbe imitato le mosse della capitana, e avrebbe mosso le spalle in un andamento rotatorio, prima la destra e poi la sinistra, per sciogliere anche quella parte degli arti superiori. Avrebbe aumentato leggermente di velocità, sottoponendo cosce e polpacci ad uno sforzo maggiore. Avrebbe poi affrontato il terzo ed ultimo giro di campo con uno scatto ancora maggiore, attenta a poggiare bene i piedi sul terreno bagnato per evitare di scivolare, ma cercando di mantenere comunque la velocità sostenuta. Ignorando la moderata protesta dei muscoli degli arti inferiori, avrebbe completato il giro con il respiro solo leggermente più affannoso, e concedendosi qualche secondo di recupero con dei passi più rilassati, si sarebbe diretta verso il suo manico di scopa per dedicarsi al suo ruolo principale.
Heather si sarebbe librata in aria, cercando di ottenere una visuale ottimale e complessiva del campo. Strizzando gli occhi contro la pioggia, mani ben strette attorno alla Nimbus per evitare di scivolare, avrebbe sorvolato il campo ad una velocità sostenuta, non eccessiva ma nemmeno troppo lenta. Avrebbe scandagliato l'area verde occupata dal prato, osservando poi attentamente i pali delle porte per essere sicura che il Boccino non si stesse mimetizzando attorno agli anelli; avrebbe fatto scorrere gli occhi con attenzione lungo tutti gli spalti (era McBlond quello?!), analizzando con attenzione ogni singola torretta mentre sorvolava il campo, e ad un certo punto, un bagliore dorato in prossimità della torretta di Tassorosso avrebbe attirato la sua attenzione. Stringendo tutti gli arti in una presa ferrea attorno alla scopa, Heather si sarebbe lanciata all'inseguimento di quello che le pareva il Boccino, piegando il busto in avanti incurante della pioggia che cadeva attorno a lei, lo sguardo affilato e la mente focalizzata su un unico obiettivo.
 
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Quando la prima goccia d'acqua le arrivò sulla fronte rivolta all'insù verso il cielo plumbeo, Audrey storse il naso. Dall'alto si preannunciava un'imminente bomba d'acqua, e per quanto la serpeverde avesse imparato, più o meno, a gestire la parte più schizzinosa di sè -che arrivata davanti a un campo in quelle condizioni, si sarebbe come minimo messa a piangere- certe abitudini non sarebbero mai morte. Motivo per cui strinse i denti e borbottò un paio di imprecazioni contro maghi e streghe morti chissà quando, mentre sbattendo i piedi si lasciò gli spogliatoi alle spalle per raggiungere la squadra all'interno dell'ovale.
Tutto l'astio contro il cielo però, evaporò nell'istante in Morgana annunciò che quel giorno si sarebbero allenati con una simulazione di partita. Competitiva di natura, la serpeverde approvò a pieno regime la prospettiva di brutalità proposta dalla Capitana, e con un ghigno ad allungarle la bocca, quando venne annunciata la suddivisione in squadre si voltò di scatto verso gli altri due battitori. Non fu affatto sorpresa di ricevere da entrambi la stessa aria di sfida che sentiva crescere dentro di lei -un paio di allenamenti con loro le erano stati sufficienti per capire che condividevano la stessa smania di vincere- e dopo averli spediti entrambi in infermeria la volta precedente, esibizionista ed egocentrica come sempre, si prese la libertà di parlare ancora una volta a sproposito -Buona fortuna, piccioncini- Rimarcando il fatto che ormai, secondo lei, erano una coppia. Il ricordo delle loro espressioni quando glielo aveva chiesto in Sala Comune, ancora la faceva sorridere. Sarebbe stata solo questione di tempo.
Soffocando una risata, avrebbe abbandonato la sua Nimbus a terra per aggregarsi alla squadra lungo il perimetro dell'ovale, nella corsa di riscaldamento. Non più curante della pioggia che ormai le aveva appiccicato la coda di capelli al collo, avrebbe iniziato a correre seguendo l'andatura impartita dalla Celebrian, coi gomiti piegati e vicini ai fianchi, e sarebbe andata avanti sollevando bene le ginocchia. Muovendo le gambe veloci in uno skip, avrebbe aumentato la frequenza dei passi sempre di più fino a terminare il primo giro con uno scatto di velocità. All'inizio del secondo invece avrebbe rallentato, tentando di mantenere il respiro regolare e adeguato allo sforzo fisico, mentre nel frattempo avrebbe copiato Morgana compiendo con le braccia dei cerchi ampi, così da riscaldare anche le spalle e renderle sciolte. Una volta superata la metà campo, avrebbe concluso anche quel secondo giro con un altro scatto sempre più rapido. A quel punto, raggiunta la massima velocità, avrebbe obbligato le gambe a non rallentare, proseguendo lungo il perimetro ovale per la terza e ultima volta a quella velocità elevata, tentando di mantenerla tale fino alla fine. Concluso il riscaldamento, si sarebbe concessa qualche secondo per recuperare fiato e normalizzare il respiro, approfittando di quel lasso di tempo morto per arrotolare la lunga coda di capelli in una crocchia e fissarla al centro della nuca con l'elastico di riserva che teneva al polso. Una volta pronta a cominciare davvero, avrebbe recuperato mazza da battitore e Nimbus e, mandando al diavolo il fango che sentiva persino sulle caviglie, si sarebbe sollevata in volo.
Basilisco contro Tuono Alato. La serpeverde avrebbe raggiunto una zona del campo centrale, ottimale per avere sotto controllo tutta l'area, e avrebbe osservato uno a uno tutti i compagni che quel giorno sarebbero stati suoi avversari. Se avessimo tutti un po' meno ego, potremmo essere un gruppo grandioso. Come no. La serpeverde avrebbe ruotato il polso disegnando un paio di cerchi con la mazza, prima di piegarsi sulla scopa e iniziare a perlustrare il campo, coi sensi in allerta per percepire un eventuale sibilo metallico nell'aria. L'importante era vincere, sempre.
 
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view post Posted on 21/5/2020, 10:54
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Ella distrugge per ricreare


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L'idea di una partita, apparentemente, non aveva elettrizzato solamente la Celebrian. Ogni giocatore, a modo proprio, le aveva fatto intendere di non star aspettando altro e questo, dopo un'intera settimana passata a studiare strategie e debolezze avversarie, non poté farle che piacere. Aveva puntato lo sguardo su Alexander, una volta udite le sue parole, e d'istinto aveva avvicinato indice e medio destri ai propri occhi per poi dirigerli verso di lui con fare quasi minaccioso; il ghigno sulle proprie labbra, comunque, avrebbe lasciato intendere una certa soddisfazione nel constatare quel livello di competizione. Aveva quindi atteso che tutti si posizionassero ed era stato allora, trascinando le iridi chiare su tutto il perimetro, che una figura sugli spalti si era stagliata all'interno del proprio campo visivo. Che le notizie riguardo il Campionato avessero invitato le altre squadre a studiare più da vicino gli avversari? Se ne sarebbe preoccupata dopo l'allenamento, di certo un pubblico avrebbe reso ancor più determinati i propri giocatori.
Lo sguardo di Morgana aveva seguito con attenzione la traiettoria della Pluffa, dalle proprie mani al cielo plumbeo e poi direttamente nelle dita di Xavier. La Capitana esultò con lo sguardo e, senza perdere tempo, strinse con più forza le mani alla Nimbus e si spinse in avanti aspettandosi che il Prefetto di Serpeverde facesse lo stesso. Sarebbe riuscito ad avanzare di un terzo della distanza tra il centro campo e le porte avversarie, poi Alexander gli avrebbe sbarrato la strada. Il Bertrand, a quel punto, avrebbe potuto passare la Pluffa alla Celebrian - distante circa otto metri - con il rischio che il lancio potesse essere intercettato da Jack, oppure tentare di dribblare Grayson e avanzare ulteriormente in direzione degli anelli difesi da Trish. La scozzese, in ogni caso, si sarebbe tenuta pronta a sfrecciare nella stessa direzione, o per continuare ad affiancare il ragazzo o per puntare alle porte con la palla eventualmente ricevuta da Xavier. Per rendere più possibile il secondo caso, Morgana avrebbe tenuto costantemente d'occhio la posizione di Wilkinson tentando di evitare la marcatura e spostandosi di conseguenza alle sue movenze. Se uno dei due Cacciatori avversari fosse riuscito ad appropriarsi malauguratamente della scarlatta sarebbe potuto immediatamente sfrecciare verso gli anelli difesi da Madison, approfittando del precedente spostamento dell'azione in direzione del loro lato del campo e dello spazio libero in quello opposto.
Le Cercatrici, dalla parte opposta dell'ovale, riuscirono effettivamente a individuare il Boccino. La piccola sfera dorata avrebbe effettuato un rapido scatto in direzione degli spalti tra la torretta vicino alla quale era stata avvistava e quella di Grifondoro, si sarebbe esibito in uno zig-zag parecchio confuso e questo, unito alla pioggia, avrebbe messo a dura prova la vista delle ragazze. Le sue ali metalliche si sarebbero poi dirette a centro campo, impennando improvvisamente verso l'alto e ristabilendosi orizzontalmente solo dopo aver raggiunto in una lunga diagonale gli Anelli Sud. Con una strettissima inversione a U, il Boccino avrebbe quindi percorso il lato dell'ovale lungo gli spalti opposti; proprio in quel momento, il vento avrebbe staccato dalle aste un paio di bandierine da tifoso e queste sarebbero volate sul viso delle due Cercatrici, oscurando temporaneamente la loro visuale.
A Sud, la Kane avrebbe potuto scorgere un Bolide nei pressi della Torretta di Grifondoro; da lì avrebbe avuto l'occasione di scegliere il suo bersaglio: Lia a dieci metri o Alexander a diciotto. Uno tra Evander e Sybil si sarebbe dovuto mobilitare quanto prima onde evitare che uno dei giocatori della loro squadra venisse colpito, nel mentre - vicino alla metà campo - un secondo bolide sarebbe stato visibile per uno dei Battitori del Tuono Alato. I due ragazzi sarebbero riusciti a collaborare, affrontando entrambe le situazioni, o sarebbe stata la loro competizione privata ad avere la meglio? Chi si fosse avvicinato alla palla metallica a Nord avrebbe avuto due possibilità: mirare a Morgana o a Xavier, distanti rispettivamente sei e otto metri. La Kane sarebbe riuscita a indirizzare il suo Bolide verso un avversario e, poco dopo, a difendere i giocatori della sua squadra?
I Portieri si sarebbero dovuti tenere estremamente pronti, gli anelli di Trish sarebbero potuti essere presi d'attacco da un momento all'altro mentre quelli di Madison, per colpa di un'improvvisa folata di forte vento, sarebbero stati investiti di parte della sabbia in cui erano piantati i pali metallici; se qualcuno fosse riuscito ad avvicinarsi alle sue porte avrebbe dovuto affrontare in fretta quell'impiccio.

//Scadenza per postare: venerdì 22 ore 23:59.
 
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view post Posted on 21/5/2020, 11:52
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D I R T Y H A N D S

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Con l'intenzione di afferrare la Pluffa, Xavier avrebbe dato il massimo sfruttando le proprie capacità per potersi ritrovare in possesso della scarlatta. Con la Pluffa ben ancorata al fianco e al gomito sinistro, Xavier avrebbe rivolto non poche occhiate ai giocatori in campo per cercare di capire la situazione in cui si trovavano. Il suo sguardo venne catturato da Morgana, distante da lui non troppo ma neppure poco, ma come giusto che fosse non sarebbe stata da sola... infatti gli altri due cacciatori, avversari, si sarebbero sicuramente posizionati in modo da cercare di appropriarsi della Pluffa. Xavier quindi, durante la sua avanzata, si rese conto che in quel momento un passaggio era troppo rischioso, avrebbero potuto intercettare il tiro. Ricordando un appunto che la Capitava aveva fatto ad una delle giocatrici, durante un allenamento, convenne che provare il passaggio era davvero rischioso e che quindi sarebbe stato meglio tentare il tiro alle porte. Con lo sguardo fece capire le proprie intenzioni a Morgana e dopo aver strattonato la Nimbus per avere maggior velocità, continuò la sua avanzata sperando anche nella "protezione" di Morgana. Era consapevole del fatto di dover evitare che uno dei cacciatori entrasse in possesso della Pluffa e seppur difficile lui un tentativo l'avrebbe comunque fatto. Ancora un pò distante dalle porte, Xavier avrebbe tenuto d'occhio tutto ciò che c'era attorno a lui, parlando di Cacciatori avversari, per poter capire come muoversi ed evitare attacchi. Come le brusche spallate di Alexander, per esempio... a quelle Xavier avrebbe risposto con altrettante spallate e avrebbe cercato i tenere la Pluffa ben stretta in quella morsa, con l'intenzione di non farla scivolare e di non farsela togliere. Poi approfittando di un'altra spallata, avrebbe cambiato approccio durante la sua avanzata: avrebbe effettuato quindi una manovra che conosceva ormai a memoria, ovvero una manovra a zig zag per distrarre il proprio avversario. Dopo essersi ulteriormente appiattito il manico della sua Nimbus, Xavier avrebbe puntato verso il basso e perso quota di prepotenza piazzandosi più in basso rispetto a dove fosse prima la sua posizione, quindi obbligò la Nimbus ad una rapida e brusca virata verso destra percorrendo per qualche istante il volo verso quella direzione, restando ben appiattito al manico. Per qualche secondo volò in quella direzione, piegandosi leggermente di lato per fendere maggiormente l'aria e avere maggior velocità, poi però avrebbe cambiato i suoi piani virando con la stessa rapidità verso sinistra ma questa volta invece che continuare per un pò in quella direzione avrebbe virato nuovamente verso destra e poi ancora una volta verso sinistra, poi avrebbe ripreso quota in alto, più in alto rispetto a dove si trovava prima. Per tutto il tempo avrebbe tenuto le orecchie in allerta per avvertire il suono di eventuali Bolidi e sperò che Audrey fosse abbastanza rapida nel proteggere i giocatori della sua squadra e mettere fuori gioco quelli della squadra avversaria. Quindi si sarebbe avvicinato prepotentemente alle porte, distanti ormai pochissimo, per tentare il tiro. Avrebbe mentalmente all'anello di destra ma mirando con lo sguardo a quello di sinistra. Avrebbe quindi fatto scivolare la Pluffa nella mano sinistra caricando all'indietro il braccio, mirando all'anello di sinistra e un attimo prima di giungere nel limite della zona di tiro avrebbe virato bruscamente lanciando la Pluffa con forza verso l'anello di destra.
 
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Alexander Grayson
view post Posted on 21/5/2020, 15:02




La pluffa finì tra le mani di Xavier, che si rivelò più veloce di Jack. Alexander, però, non diede il minimo peso alla cosa, perché era già pronto ad intercettare il prefetto: ci avrebbe pensato lui a recuperare la scarlatta. Al massimo della velocità consentita dalla sua Nimbus, si sarebbe quindi scagliato contro Xavier, affrontandolo frontalmente. Il Prefetto sembrava deciso ad avanzare in solitaria, ad affrontarlo faccia a faccia... Stolto! Avrebbe capito presto l'importanza dei passaggi, sopratutto durante le prime fasi, prima però si sarebbe fatto un po' male.
Senza perdere tempo, né velocità, Alexander si sarebbe quindi scagliato contro la figura di Xavier, provando ad attaccarlo dal lato destro, ovvero il sinistro per il Prefetto, quello dove nascondeva la pluffa, mantenendo il busto leggermente sollevato dal manico e la presa delle gambe ben salda intorno a quest'ultimo; senza la minima esitazione avrebbe quindi allungato la mano destra in direzione della scarlatta, provando a farla sua, il palmo della mano ben aperto e pronto ad afferrarla. Deciso a non lasciare la pluffa alla squadra avversaria, il diciassettenne si sarebbe premurato anche di accompagnare il gesto tecnico con una poderosa quanto rapida spallata, mirata a frantumare quella dell'avversario e a creargli non pochi problemi di equilibrio. Nel caso ci fosse riuscito, avrebbe provato subito ad avanzare verso gli anelli, la pluffa ancorata al fianco.

Edited by Alexander Grayson - 22/5/2020, 20:22
 
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