| Arrivai al campo in perfetto orario, un filino stanca ma comunque pronta a darmi da fare senza riserve. Arrivò quindi anche il Capitano che, dopo un distratto saluto del tipo militare (cui risposi con un cenno del capo) non perse tempo e ci diede indicazioni su come iniziare. Avrei iniziato a correre, con i gomiti piegati ad altezza fianchi, partendo da subito a controllare la respirazione affinché fosse regolare e continua, ispirando dal naso ed espirando da una piccola fessura formata con la bocca. Quindi, dopo una decina di passi mi sarei piegata, con le mani poste sul suolo e le gambe distese, con le punte dei piedi anch'esse a contatto col terreno. Quindi, facendo leva e forza sulle braccia mi sarei piegata a terra e rapidamente sarei tornata su per tre volte. Avrei poi piegato le gambe e sarei tornata in piedi, di nuovo a correre. Un'altra decina di passi e di nuovo mi sarei dovuta piegare, con mani e punte dei piedi al suolo. Una seconda volta avrei posto forza e decisione nelle braccia, fondamentale per potermi avvicinare con il petto al suolo e poi con uno scatto ritrarmi e tornare verso l'alto. Avrei continuato così per tre volte, cercando di dosare sempre in maniera equilibrata forza e decisione, nell'esercizio nello specifico ma anche affinché tutti i piegamenti comportassero lo stesso consumo di energie. Quindi mi sarei rialzata ed avrei ripreso a correre. Avrei continuato nell'alternanza dieci passi-tre piegamenti fino a quando non avrei iniziato a vedere i pali degli Anelli Nord. A quel punto avrei accelerato e mi sarei apprestata ad eseguire lo slalom. Partendo da destra sarei scattata, spostandomi rapidamente da destra a sinistra cercando di stare attenta, nonostante la velocità aumentata, a variare direzione verso il palo seguente sempre per tempo. Quindi, al termine, avrei proseguito con l'alternanza di corsa e piegamenti, mantenendo un ritmo regolare ed eseguendo i piegamenti cercando di essere forte e decisa, senza perdere mai il ritmo intrapreso dal principio. Giunta poi agli Anelli Sud, avrei di nuovo accelerato e mi sarei apprestata ad effettuare un rapido ed attendo slalom tra i pali, concludendo quindi il primo giro. Per il secondo giro di campo avrei nuovamente portato le braccia piegate con i gomiti a livello dei fianchi, per poi posizionarmi con lo sguardo sugli spalti. Avrei quindi allontanato il piede sinistro, per poi farlo raggiungere in breve dal destro; neanche il tempo di affiancarlo ed avrei di nuovo distanziato il sinistro, pronta a spostare anche il compagno in quella direzione. Quindi, compiuti cinque passi sarei ruotata con tutto il corpo, per ritrovarmi con lo sguardo volto sul campo. Quindi avrei proseguito nella corsa laterale, con l'unica differenza che il primo piede ad avanzare sarebbe stato il destro. Compiendo movimenti rapidi e piccoli saltelli avrei di nuovo compiuto cinque ampi passi, pertanto nuovamente avrei ruotato il corpo fino a ritrovarmi con lo sguardo sugli spalti. Senza esitazione avrei ripreso la corsa, allontanando il piede sinistro. Alternando il verso ogni cinque passi e cercando di proseguire sempre alla stessa maniera sarei giunta ai pali degli Anelli Nord. Mi sarei posta dando le spalle agli stessi ed avrei preso a correre all'indietro, cercando di essere rapida ma facendo anche attenzione a prendere bene le misure e spostarmi in tempo per poter eseguire l'esercizio in maniera pulita. Quindi sarei scattata tra un palo e l'altro, mantenendo la concentrazione nonostante la difficoltà data dal non poter guardare avanti. Al termine avrei ripreso nella corsa laterale, partendo con lo sguardo sugli spalti, allontanando quindi il piede sinistro per primo, ed alternando il verso ogni cinque passi. Quindi, giunta ai secondi pali avrei ripreso la corsa all'indietro. Anche stavolta avrei cercato di mantenere la concentrazione e, con le spalle rivolte ai pali, mi sarei apprestata ad eseguire lo slalom. Sarei stata rapida ma attenta a non esagerare, poiché non vedendo era facile sbagliare. Quindi avrei cercato di intuire rapidamente quando virare e, a forza di fare quell'esercizio, divenne via via più facile.
Montata in sella alla mia Nimbus mi sarei posizionata agli Anelli Nord. Mi sarei appiattita sul manico, portando il petto quasi a toccarlo, ed avrei aumentato la forza posta in mani e gambe, per avere una presa quanto più salda possibile. Avrei dovuto compiere una corsa caratterizzata da brusche virate, quindi sarebbe stato fondamentale mantenere l'equilibrio. Quindi, appiattita e con una presa decisa mi sarei data una spinta aiutandomi con le cosce e sarei partita. Avrei subito virato completamente verso destra, aiutandomi in quel movimento con tutto il corpo ma senza allentare mai la presa. Quindi sarei sfrecciata in quella direzione e, raggiunto il limite dell'ovale, con quanta più forza avrei cambiando direzione bruscamente, virando verso sinistra. Sarei stata attenta a non arrivare eccessivamente al limite, così da poter procedere senza rischiare di non fare in tempo, e nel cambiare direzione avrei accentuato ancor di più la presa sulla scopa con tutto il corpo, riponendo molta forza decisione tanto nelle mani quanto nelle cosce e gambe tutte, decisa a non sbilanciarmi. Quindi, direzionata a sinistra, sarei andata a tutta velocità e, individuato il limite dell'ovale nuovamente avrei costretto tutta me stessa (scopa inclusa) a cambiare obiettivo. Avrei proseguito questo rapido zig-zag, stando sempre attenta a non esagerare e riconoscere punti di riferimento ove cominciare a virare, oltre che prestando attenzione a non ritrovarmi al suolo. All'ultima virata mi sarei ritrovata, proiettata da destra, a raggiungere gli Anelli Sud. Anche in questo caso sarebbe stato importante prendere le misure, quindi non avrei aspettato l'ultimo momento. Infatti, già ad un centinaio di metri avrei iniziato a rallentare, piegando gambe e braccia ed agevolandomi portando il manico della scopa verso l'alto, attenta a non lasciare mai la presa. Avrei quindi costretto la Nimbus sia con tali movimenti che con la decisione del corpo ad arrestarsi. Poi mi sarei voltata, dando le spalle all'anello appena raggiunto, e di nuovo mi sarei appiattita sulla scopa. Avrei tenuto le braccia piegate di pochissimo, e anche le gambe quasi del tutto distese. Quindi, ponendo sempre particolare decisione in ogni centimetro del mio corpo, e aumentando la forza della presa lavorando soprattutto sulle mani e le cosce, avrei ripreso ad avanzare. Ponendo da subito quanta più decisione possibile, avrei cercato di scattare immediatamente in avanti, procedendo a tutta velocità e, a dire il vero, cercando anche di accelerare sempre di più nel percorso, in maniera tale da raggiungere il mio obiettivo (gli Anelli Nord) in un batter d'occhio. Tenendo a bada paure ed esitazioni, avrei proseguito instancabile. Quindi, di nuovo non avrei aspettato l'ultimo e, alla giusta vicinanza dalla meta avrei iniziato a frenare. Avrei piegato braccia e gambe, facendo sempre molta forza. Mi sarei alzata di un po' anche con la schiena e contemporaneamente avrei portato di manico a me, per poter frenare quanto prima, fino ad arrestarmi completamente. Concedendomi qualche attimo per riprendere fiato ed energie, avrei proseguito nell'esercizio. Ancora non avevo dovuto confrontarmi con alcun bolide, ma non per questo osai mai abbassare la guardia. Dopo aver frenato ed essermi di nuovo spostata dando le spalle agli anelli da poco raggiunti, mi sarei appiattita un'ulteriore volta sulla scopa. Avrei iniziato ad avanzare, stavolta senza esagerare con la velocità, dovendomi occupare di picchiate e risalite. Quindi senza esitare avrei iniziato andando verso il basso, volgendo il manico in tale direzione, cercando di mantenere la mente lucida e non aver paura. Sarei andata verso terra, a velocità in costante aumento; ben prima di raggiungere il suolo avrei interrotto la picchiata. Avrei rapidamente portato il manico a puntare l'alto e con forza nelle gambe mi sarei data la spinta per risalire rapidamente fino a raggiungere di nuovo l'altezza degli anelli. Dopo un breve tratto avrei nuovamente puntato il suolo e molto rapidamente mi sarei proiettata verso lo stesso. Sempre tenendomi con decisione, non mi sarei fatta spaventare dalla sempre più prossima vicinanza al terreno, ma avrei aspettato come poco prima il momento giusto, né troppo presto né troppo tardi, per tornare a prendere il controllo della scopa e, con la forza di tutto il corpo, virare verso l'alto e darmi la spinta per raggiungerlo. Sarei di nuovo stata abbastanza alta, quando avrei udito il rumore inconfondibile di un bolide in arrivo. Senza intimorirmi l'avrei puntato con lo sguardo, per studiarlo in quei pochi attimi a mia disposizione ed avere la meglio. Si stava ad estrema velocità avvicinando verso di me quindi avrei anticipato la picchiata. Senza perder tempo, meno di un secondo dopo aver udito il bolide, data la sua eccessiva vicinanza a me avrei cambiato la mia direzione in maniera tale da disorientarlo e scamparla. Quindi avrei subito portato il manico a puntare il suolo e verso lo stesso sarei andata, sicura seppur ad un'elevata velocità. Stavolta, data la situazione, avrei osato poco di più, quindi avrei aspettato fino all'ultimo momento buono e solo a quel punto, con tutta la forza che mi rimaneva in corpo, i muscoli tutti in tensione, avrei virato verso l'alto e mi sarei data la spinta maggiore che potessi per riprendere subito quota e raggiungere l'altezza degli anelli. Avrei quindi proseguito nelle picchiate e risalite, senza osare ulteriori volte a meno che non si fosse rivelato necessario, fino al raggiungimento degli anelli. Raggiunti, rapidamente gli avrei dato le spalle e, in una posizione quanto più aerodinamica, mi sarei fiondata verso Nord per portare a termine quell'esercizio. La stanchezza avrebbe cominciato a farsi sentire ma, aiutata anche dall'adrenalina che in quegli allenamenti si stava rivelando sempre mia fedele compagna, non mi sarei risparmiata nemmeno in quello scatto finale. Giunta poi ad un centinaio di metri dall'obiettivo avrei iniziato la brusca frenata, sempre modificando la postura e portando verso l'alto il manico della scopa, per obbligarla a fermarsi.
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