Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

E noi resisteremo, Allenamento No.11

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view post Posted on 15/4/2020, 17:08
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ঌ She the Fire


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Quel Mercoledì mattina, all'orario appositamente segnalato e concordato, Auburn si recò al campo di Quidditch per la prima volta dall'introduzione del regolamento imposto da Evey. Non aveva molto da preparare per la sua Squadra quel giorno, quindi non ebbe bisogno di raggiungere l'ovale con largo anticipo rispetto all'orario comunicato agli altri giocatori: anche lei fu lì per le nove in punto. Li avrebbe attesi disponendo al suolo tutta l'attrezzatura rimasta a loro disposizione, ben distanziando ciascun pezzo in modo da dare a ogni oggetto la giusta visibilità.
   « Buon giorno, compagni. »
Li avrebbe salutati una volta che fossero giunti al campo. Aveva le mani giunte dietro la schiena e camminava avanti e indietro, sulla linea immaginaria davanti alla quale aveva disposto i ventidue pezzi disponibili, con l'aria di chi stava ancora riflettendo su qualcosa a cui aveva già pensato parecchio.
   «  Come immagino avrete notato, sono state implementate alcune regolamentazioni aggiuntive per quanto riguarda gli utilizzi del campo di Quidditch. È meglio che non esprima le mie opinioni di Capitano e dipendente del Settimo Livello a riguardo, ma è necessario che tutti comprendiate perfettamente di cosa possiamo servirci da questo momento in avanti, almeno fino a quando il materiale della scuola non verrà rifornito. A questo proposito ho inviato una lettera alla custode ormai diversi giorni fa, ma non ho ancora ricevuto risposta. »
Sollevò leggermente le spalle, arrestando il suo avanti indietro per voltarsi definitivamente verso i giocatori.
   « Dunque, per il momento disponiamo in tutto di: sei mazze, otto Bolidi, tre Pluffe e cinque Boccini per allenarci. Banalmente, questo significa che non possiamo più effettuare esercizi di slalom, a tempo, con pesi, di passaggi in successione, di passaggi di precisione, di volo controllato... potrei continuare per molto ma non credo ce ne sia il bisogno, vi basti pensare a tutto quel che abbiamo fatto finora. »
Li guardò negli occhi ostentando decisione, cercando con ogni mezzo di non far trapelare l'amarezza provata.
   «  Meno banalmente, questo potrebbe farvi sentire scoraggiati, abbandonati e derisi rispetto all'impegno che riversate in questo campo, a tutto quello che costruiamo insieme; credo sia perfettamente normale. Vi invito a servirvi di questi sentimenti per accrescere la vostra tenacia. »
Raccolta una Pluffa, prese a rigirarsela tra le mani per alleggerire la sua figura durante quel gravoso discorso.
   «  Ci riuniamo tra questi spalti per imparare a superare le difficoltà: sono certa che insieme riusciremo ad affrontare anche questa, sfruttandola per diventare più forti anche se non nel senso che comunemente intendiamo. Ricordatevi di come vi sentite ora, quando toccherà a voi supervisionare qualcosa o qualcuno, e avrete fatto tesoro di questa lezione. Anche questo vi renderà migliori.  »
Un lungo sospiro pose fine all'introduzione che non avrebbe mai voluto fare, dandole modo di descrivere ora la parte fisica di quell'allenamento.
   « Bene, per la prossima volta cercherò di inventarmi qualcosa di più originale con ciò che ci è rimasto. Per oggi, qualche giro di campo in corsetta come riscaldamento, fin quando riuscite a resistere senza fermarvi.
Per il primo esercizio montate sulla scopa, ci passeremo le tre Pluffe tra di noi mentre voliamo a caso per il campo. Voglio vedere almeno due passaggi e due intercettazioni da ciascuno; visto che sono poche non tenetevi la Pluffe in mano per più di una decina di secondi.
Il secondo esercizio consisterà di tiri in porta: mentre tre di noi faranno da portieri, tutti gli altri tenteranno di mandare le Pluffe all'interno degli anelli. A ogni Pluffa corrisponderà un anello e un portiere. Il portiere che fermi una Pluffa dovrà poi volare verso gli anelli opposti per tentare di fare gol di là, mentre chi ha fallito il tiro dovrà cercare di raggiungerlo per parargli il tiro a sua volta. Ciascuno faccia almeno un paio di tiri in porta e un paio di parate.
Il terzo e ultimo esercizio prevede dei passaggi di Bolidi a coppie, da una distanza di circa dieci metri l'uno dall'altro. Ciascuna coppia un Bolide, disponetevi in modo da non intralciarvi tra coppie. Fortunatamente Nathan ha la sua mazza personale, quindi dovrebbero bastarci... se qualcuno rimanesse senza, faremo dei turni. Finito l'esercizio ricordate lo stretching finale, mi raccomando. »
Detto ciò avrebbe dato definitivamente inizio all'allenamento, iniziando a correre sul perimetro dell'ovale a una velocità moderata, in quanto quello era un riscaldamento di resistenza e non di velocità. Avrebbe dato il ritmo al resto della Squadra, per invitarli ad andarci piano a loro volta e a non strafare visto che lo scopo era fare più distanza possibile senza fermarsi. Avrebbe cercato di regolare la respirazione in modo da essere più efficiente e durare a lungo, con la postura corretta per una corsa dignitosa. La fatica l'avrebbe forse aiutata a scrollarsi di dosso le fastidiose sensazioni che pensare al campo le aveva dato nei giorni precedenti, così avrebbe provato ad esalare la delusione in modo che non fosse nessuno dei suoi compagni a pagarne il prezzo.


//Scadenza per postare il vostro ingresso ed effettuare il riscaldamento: domenica 19 aprile alle 23:59.
Scadenza per postare il primo esercizio: giovedì 23 aprile alle 23:59.
Scadenza per postare il secondo esercizio: domenica 26 aprile alle 23:59.
Scadenza per postare il terzo esercizio e lo stretching finale: mercoledì 29 aprile alle 23:59.
Ogni esercizio deve corrispondere a un post distinto. È possibile eseguire gli esercizi prima delle scadenze di quelli precedenti.

 
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Abbandonata la Torre di Grifondoro nella sua divisa da Quidditch, la nostra si era diretta al Campo da Quidditch: quella volta, aveva lasciato la sua stanza con almeno un quarto d'ora d'anticipo, così che qualsiasi ostacolo avesse incontrato non avrebbe pregiudicato il suo arrivo in orario. Infatti, arrivò all'ovale esattamente quando avrebbe dovuto e salutò i presenti con uno sventolìo della mano ed un sorriso cordiale. Non poté far a meno di notare quanto il Campo fosse scarno e quanto la quantità di attrezzature disposte sull'erba fosse drasticamente inferiore al solito; storse il naso, appena contrariata da quel design così insolito. Scrutò Auburn in silenzio durante il suo discorso, annuendo di tanto in tanto per mostrarle un qualche cenno di supporto. Era chiaro dai suoi movimenti, dai suoi passi tesi e dalle sue mani attorno a quella Pluffa solitaria che neppure lei si trovava a suo agio con quell'aspetto quasi innaturale del Campo. Quando la Cercatrice ebbe concluso il suo discorso, la nostra si limitò a scoccarle un'occhiata a metà tra l'angoscia e l'appoggio, senza però aggiungere alcuna parola, così che le sue preoccupazioni rimasero celate dietro le iridi di giada.
Presto la sua attenzione fu rivolta al perimetro del campo ed alla direzione della corsa di Auburn, alla quale si sarebbe accodata immediatamente. Avrebbe mantenuto un ritmo costante, alternando inspirazione ed espirazione per ossigenare tutti i muscoli. Le braccia piegate sarebbero rimaste ad oscillare con energia accanto ai fianchi, mentre la nostra si sarebbe impegnata a rivolgere la mente altrove - quello, a dire la verità, era il trucco migliore per non sentire la fatica.
 
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La Swan montò sulla sua Nimbus, riservando a quell'azione un'energia insolita: era chiaro che quell'allenamento sarebbe stato molto meno intenso degli altri, ma la nostra intendeva comunque concluderlo con i muscoli indolenziti. Avrebbe afferrato il manico con la mano destra, mentre l'altra, sua mano dominante, sarebbe rimasta libera per intercettare la Pluffa. Avrebbe cercato di chiudere il palmo sulla prima che fosse arrivata nella sua direzione, sporgendo il braccio verso di essa senza sbilanciarsi. Afferratala, avrebbe intercettato il compagno più vicino a lei, senza curarsi del fatto che esso fosse o meno un Cacciatore: in quel momento non importava e, come se non bastasse, rispetto agli allenamenti che abitualmente conducevano, la nostra si sentiva un po' alla sua prima lezione di Volo. Concentrandosi per dare comunque il meglio - insomma, le prime lezioni di Volo erano comunque molto importanti, no? - avrebbe lanciato la Pluffa verso il suo obiettivo, calibrando la forza e cercando di decidere la traiettoria in un massimo di due secondi. Avrebbe seguito la palla con lo sguardo, finché non fosse nuovamente giunta nella sua direzione. A quel punto, avrebbe allungato il braccio verso di essa, spostandosi sulla Nimbus se ce ne fosse stato bisogno. Avrebbe ripetuto il lancio ad uno dei suoi compagni ancora una volta, attenta a mirare quello più vicino. Se tutto fosse andato come previsto, avrebbe raggiunto i due tiri e le due intercettazioni senza troppi intoppi.
 
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Era stato leggermente traumatico vedere così tante innovazioni tutte insieme per quel che riguardava l'utilizzo del campo da Quidditch. Era un periodo davvero... come dire, particolare. Arrivò in fretta all'ovale convinta si essere in ritardo perchè svegliatasi di soprassalto e con l'ansia alle stelle. Per fortuna invece l'orario era quello giusto e quando arrivò al Campo trovò appunto Auburn ed ancora solo qualche compagno.
-'Giorno.
Avrebbe salutato con leggero affanno per la corsa lungo il parco per il tragitto che divideva il castello dal campo. Ascoltò le parole della Capitana ed annuì a labbra strette, era un peccato che molte cose non fossero più a disposizione come ad esempio i cerchi, i birilli, i manichini Oh i manichini. Le sarebbero mancati un sacco. A Nathan forse un po' meno. Non intendeva appesantire ulteriormente la situazione, di conseguenza annuì fermamene alle parole della giovane Capa, allungando un sorriso sperando potesse in qualche modo gravare meno su quella situazione che fin troppo evidentemente stava mettendo in difficoltà i Capitani delle Squadre. Quindi sistemata la divisa cominciò a correre intorno al campo facendo attenzione a staccare bene i piedi dal terreno, le braccia piegate al propri fianchi lo sguardo fisso davanti a se. Avrebbe cercato di regolarizzare il proprio respiro inspirando dalle narici per poi espirare dalla labbra dischiuse regolarmente con cadenza precisa. Avrebbe contratto i muscoli delle gambe cosce e polpacci affinchè questi aiutassero il proprio corpo a muoversi con decisione e costanza, cercando di resistere più tempo possibile anche quando il corpo cominciava a bruciare per lo sforzo, anche quando i muscoli cominciavano ad indolenzirsi. Finchè aveva fiato in corpo, avrebbe continuato a muoversi facendo attenzione a seguire tutto il perimetro del campo più volte possibili percorrendo quel percorso di corsa andando ad aumentare gradualmente man mano che il proprio corpo si riscaldava abbastanza da permetterle uno slancio deciso ed uno scatto necessario.
 
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Nel secondo esercizio, la nostra si sentiva un po' più a suo agio: essendo Cacciatrice e, talvolta, Portiere, era come se avesse preso più confidenza con l'esercizio proposto da Auburn. Certo, era innegabile che avesse più esperienza come Cacciatrice, ma fare la guardia agli anelli non le dispiaceva neppure, sebbene ricordasse che il suo secondo ruolo fosse stato scelto, anni prima, in base alle necessità della Squadra. Lei avrebbe preferito far parte dei Battitori, ma visto che raramente poteva giocare con il suo ruolo secondario, alla fine le importava poco.
Lasciando da parte quei pensieri, si sarebbe risistemata sulla Nimbus, afferrando la prima Pluffa che le capitasse sotto tiro. Si sarebbe diretta verso l'anello di destra e avrebbe alzato il braccio, spedendo la palla con forza calibrata verso il compagno che avrebbe fatto da Portiere: dato che gli altri anelli sarebbero stati occupati da altri Grifondoro, non avrebbe neppure potuto tentare una finta, perciò sarebbe stato molto probabile che la Pluffa venisse parata. Se anche il primo tiro le fosse andato bene, sicuramente uno tra il secondo ed il terzo - o entrambi - sarebbe quindi stato parato. In quell'eventualità, la Cacciatrice si sarebbe subito voltata per anticipare il compagno avversario e recarsi agli anelli opposti nella massima rapidità; non avrebbe voluto essere troppo lenta e lasciare, quindi, incustoditi quelli che sarebbero diventati i suoi anelli. Avrebbe intercettato il tiro con lo sguardo, cercando di prevederne la traiettoria per spostarsi a secondo della stessa: allungando le braccia verso la Pluffa, avrebbe cercato di stringerla tra i due palmi, bloccandola prima che passasse nel mezzo degli anelli.
 
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Per essere già all'ultimo esercizio, la nostra non si sentiva troppo affaticata. Si convinse di dover dare il massimo anche e soprattutto alla fine, perché lasciare il Campo senza aver versato abbastanza sudore la avrebbe fatta sentire terribilmente in colpa. Ancora stabile sulla scopa, avrebbe afferrato la prima mazza disponibile, reggendola con entrambe le mani dal manico. Non potendosi aggrappare alla Nimbus, avrebbe contratto i muscoli delle gambe e dell'addome per acquisire maggiore equilibrio, quindi avrebbe scelto un angolo del Campo libero da qualunque altra coppia e sarebbe rimasta lì a fluttuare con il suo compagno di esercizi. Avrebbe cercato di assicurarsi che tra i due intercorresse la giusta distanza.
Una volta iniziati gli scambi, la nostra avrebbe fatto attenzione al Bolide, seguendolo con lo sguardo e spostando la mazza di conseguenza: lo avrebbe colpito con quanta più forza possibile ogni volta che le si fosse avvicinato, per spedirlo all'altro capo di quei passaggi. Attenta a non farsi colpire, avrebbe calibrando le distanze in modo da colpire il Bolide con la parte alta della mazza, sostenendo il movimento con le spalle larghe e il lavoro delle braccia.
Se tutto fosse concluso bene, alla fine dell'esercizio si sarebbe abbandonata sull'erba per dedicarsi allo stretching.
 
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Una volta terminati i giri di campo fatti di corsa si sarebbe spostata a centro campo per recuperare la sua adorata scopa. Strette le mani in cima al manico lo avrebbe scavalcato e quindi stretto tra le cosce in modo tale da ottenere una buona presa sullo stesso prima di spiccare il volo. Molleggiando le gambe si sarebbe data la spinta necessaria a spiccare il volo quindi si sarebbe mossa andando a cercare con lo sguardo una delle pluffe da poter prendere e stringendola sotto braccio si sarebbe mossa per il campo senza seguire un vero e proprio criterio di movimento. Muovendosi a destra e sinistra inscenando nella propria testa di sgominata alcuni giocatori avversari avrebbe adocchiato uno dei suoi compagni saettandogli davanti gli occhi. Ottenuto un contatto visivo avrebbe quindi stretto la presa sulla pluffa facendo si che le dita fosse ben aderenti alla palla, avrebbe poi torto il braccio dietro la schiena andando a caricare il colpo portandolo il più indietro possibile andando a contorcere i muscoli dell'arto dominante. Individuato il movimento del compagno di squadra avrebbe quindi cercato di effettuare un lancio in modo tale che considerando anche il movimento imprimendo molta forza nel braccio potesse questo dar modo alla compagna di squadra di raggiungere la sua figura senza intoppi. Allo stesso modo avrebbe effettuato anche il secondo tiro puntando su un nuovo compagno così fa cambiare anche il tipo di intesa. Avrebbe continuato a muoversi cercando di immaginare come se si trovassero dentro una partita quindi con altri giocatori pronti a mettere i bastoni tra le ruote. Avrebbe cercato di svicolare muovendosi da un lato all'altro del campo amaranto un paio di giocatori invisibili. Poi cercando ancora lo sguardo del compagno avrebbe provato a lanciare la pluffa con un tiro alto puntando a fingere una palombella per evitare altri giocatori di mezzo quindi avrebbe contratto più possibile i muscoli e srotolato il braccio verso il proprio obiettivo. A lanci effettuati avrebbe preso a muoversi freneticamente da un lato all'altro del campo per rendersi disponibile ad un paio di passaggi almeno. Quando avrebbe notato uno dei compagni intenzionato a fare un lancio di sarebbe mossa in modo tale da andare di retromarcia così da non smettere mai di tenere d'occhio la palla e muoversi di conseguenza. Un braccio libero pronto ad afferrare la plufa, l'altro a governare la scopo, avrebbe cercato di muoversi il più fluida mente e velocemente possibile andando ad inseguire con lo sguardo e con il corpo quella che sarebbe stata la pluffa indirizzata a lei. Avrebbe quindi allungato entrambe le braccia per prenderla e velocemente portarla al petto. Consegnata la pluffa a un compagno avrebbe ripreso a muoversi cercando di scovare un nuovo compagno intento in un passaggio ed imitare lo stesso procedimento effettuato poco prima intenzione sta se possibile a fare ancora più tiri e passaggi del minimo richiesto.
 
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view post Posted on 16/4/2020, 20:45
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A suo agio con quel genere di esercizi focussati sulle pluffe, passaggi e lanci in porta, si sarebbe tenuta pronta fin da subito per giostrarsi al meglio quell'esercizio così strettamente collegato al suo ruolo principale in squadra. Avrebbe tirato su le braccia stiracchiandosi, muovendo un po' il busto a destra e sinistra scricchiolando la spina dorsale con movimenti lenti ma decisi, calcolati. Con le cosce ben strette intorno al manico si sarebbe spostata a recuperare una pluffa stringendola accuratamente sotto il braccio dominante aderente al proprio fianco. Con la mano libera avrebbe indirizzato la scopa all'anello che le era stato assegnato di conseguenza avrebbe accelerato in direzione del proprio obiettivo cercando di carpire quanti più dettagli possibili potessero affiorare dai movimenti del portiere di turno. Lo avrebbe scrutato avidamente con lo sguardo facendo attenzione che non risultasse pararsi esattamente nella propria traiettoria nel momento in cui avesse deciso di lanciare. Prestando attenzione al cerchio e quindi lo spazio occupato dal portiere si sarebbe mossa da un lato all'altro del bersaglio per depistare il proprio ostacolo confondendolo così da portare poi il braccio dietro la testa caricando il colpo trattenuto dalla mano serrata sulla palla. Con i muscoli delle braccia che si stendevano in una frustata decisa e netta avrebbe quindi lanciato la sfera rossa con forza in direzione del cerchio. Se non fosse riuscita a centrare il bersaglio, beh avrebbe quanto ameno avuto una possibilità di accoppare il portiere. Dopo il primo lancio avrebbe svolto più o meno la stessa strategia e con tanta pazienza avrebbe provato ancora una volta a capire di morte voleva morire il portiere. Con gli occhi puntati addosso alla figura in scopa ed al cerchio dietro di essa, avrebbe provato a calcolare quanto tempo questa riuscisse a mettersi ad allontanarsi da un lato per raggiungere l'altro senza sostare placidamente al centro. Calcolando approssimativamente il momento in cui questo si sarebbe spostato e avrebbe lei potuto provare a fare una finta in modo tale da portarlo a lanciarsi in una direzione opposta a quella preventivata. Anche in quel caso contraendo tutti i muscoli del braccio armato avrebbe provato a lanciare la pluffa all'interno dell'anello sperando di fare centro.
Dopo la parte d'attacco si sarebbe quindi spostata a quella di difesa avendo fallito almeno qualche tiro. Si sarebbe spostata immediatamente agli anelli opposti andando a prendere posizione di portiere ad uno degli stessi. Con i nervi pronti a scattare in qualsiasi momento avrebbe cercato di non distogliere mai lo sguardo dalla palla, andando invece a muoversi con micro movimenti sul posto cercando di trovare la giusta stabilità per parare qualsiasi colpo le sarebbe stato inviato. Avrebbe cercato di osservare allo stesso tempo non solo la pluffa ma il cacciatore stesso studiando i suoi occhi, cercando di percepirne le intenzioni e seguire la traiettoria del suo sguardo. Avrebbe cercato di comprendere quanto tempo metterci a spostarsi da un lato all'altro dell'anello per controllare di riuscire ad occuparne la maggior porzione possibile quindi avrebbe tenuto i muscoli attenti, all'erta pronti a scattare sporgersi ed allontanarsi di scatto nel caso in cui la pluffa le risultasse eccessivamente lontana. Con il corpo a fremere per scattare e muoversi, carico di adrenalina, avrebbe provato a parare quanti più lanci possibili tendendo le braccia portandosi la pluffa al petto per sicurezza, stringendo le dita sulla superficie ruvida sperando di fare quanto meno un lavoro soddisfacente.
 
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view post Posted on 16/4/2020, 21:13
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Planando a terra avrebbe acciuffato una delle mazze della scuola per poi alzarsi in alto raggiungendo il compagno di battute. Aveva sempre trovato il ruolo da battitore decisamente affascinante, rozzo, cattivo, intimidatorio. Le piaceva un sacco. Peccato che la figura della Grifondoro non risultasse neanche un po' minacciosa, figurarsi con in mano una mazza. Al massimo si sarebbero sprecati alla grande i commenti scemi ed allusioni a sfondo sessuale che tra adolescenti facevano parte della quotidianità di ogni sbarbatello come i cereali la mattina. Lasciò che le spalle si sciogliessero modellandole in un atteggiamento morbido e rilassato così da prendere coscienza del peso che dava loro la mazza. Le avrebbe mosse leggermente guardando negli occhi il compare di quel turno sorridendo convinta mentre con alcuni movimenti delle braccia si stiracchiava. Avrebbe mosso la testa facendo scricchiolare il collo, quindi con la mano salda e stretta intorno al manico della mazza, si sarebbe colpita il petto con la mano libera in due piccoli colpi susseguiti.
-Viecce.
Sorrise e con lo sguardo fisso sul bolide avrebbe cercato di calcolare il momento esatto in cui battere. Ovviamente avrebbe fatto attenzione a calcolare la distanza di dieci metri che il Capitano aveva imposto, dunque avrebbe contratto i muscoli delle braccia stringendo con decisione la presa sul manico avrebbe concentrato lo sguardo sulla sfera metallica in avvicinamento quindi avrebbe fatto roteare la mazza di fianco al proprio corpo con un movimento fluido del polso. Si sarebbe spostata nel caso fosse servito e con forza avrebbe quindi rispedito il bolide al mittente colpendolo con decisione in direzione del compagno cercando di rialzarlo in una curva verso l'alto. Avrebbe ripetuto quindi l'azione per diverse volte così da effettuare una catena di passaggi fino a che non sarebbero dovuti atterrare e dedicarsi agli esercizi finali di stretching prima di ficcarsi sotto le docce.
Con la scopa al proprio fianco, avrebbe sistemato la mazza da dove l'aveva presa e si sarebbe spostata in un punto libero del campo dove avrebbe preso posto sull'erba optando per alcuni esercizi a terra stendendo le braccia e successivamente le gambe tentanto di toccarsi la punta dei piedi piegandosi con il resto del corpo. L'esercizio seguente invece avrebbe previsto il divaricare le gambe e provare a far si che il busto scendesse il più possibile al terreno cercando di stendersi e molleggiare le giunture percependo i muscoli tirare e bruciare per lo sforzo. Terminato anche quello avrebbe lanciato un occhiata in direzione del Capo attendendo direttiva per potersi dileguare ed andare a fare una sana doccia.
 
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Philip Price
view post Posted on 17/4/2020, 17:39




Tirava una brutta aria, non gli servì un grosso sforzo per rendersene conto.
Tutto il proprio buon umore si infranse sulle facce dei compagni, già a raccolta intorno al capitano Gold. Li raggiunse assieme alla propria scopa tenuta sotto braccio, senza comprendere effettivamente quella mini rassegna di strumenti sul prato. Alternò perplessità all'incredulità, cercando nelle espressioni degli altri un appiglio per chiarirsi le idee. Filtrò lo sgomento ma nessun motivo che chiarisse la scomparsa di tutto il resto dell'attrezzatura.
Era stata rubata?
Sembrava la trama di un furto, eppure non era stato accennato a niente del genere, a parte delle presunte "Regolamentazioni Aggiuntive". Era come se agli strumenti fossero spuntate le gambe in virtù di uno stranissimo decreto, e si fossero incamminati da soli verso altri lidi, per un motivo non meglio precisato e senza alcun tipo di preavviso. Montò un profondo senso d'ingiustizia, impossibile da calmierare.
- Ma se sono Regolamentazioni Aggiuntive... perché ci hanno tolto tutto? Cosa aggiungono? -
Non ebbe il sangue freddo e la decenza di tacere, di rispettare il momento. Parlò con la frenesia dei sentimenti, con un senso d'appartenenza maturato sul campo e con quegli oggetti, tale da renderlo emotivamente coinvolto in quella che Auburn Gold stava spacciando per una Lezione di cui fare tesoro.
Non si sentì per niente d'accordo con quella definizione, ma evitò di esporsi. Fu il linguaggio del corpo a parlare, pugni chiusi e schiena rigida, guardando quella miseria rimasta sul prato. Provò un dispiacere apparentemente esagerato, o forse no: li sentiva propri, anche se non lo erano. Li aveva usati, aveva ribattuto un'infinità di bolidi una volta, c'erano dei ricordi in gioco.
Dove erano finiti fisicamente tutti gli strumenti? Che fine avevano fatto? A che pro era stata presa una decisione simile? Le domande si accavallarono, finché Auburn non spinse tutti quanti a correre in cerchio. Mollò la scopa al centro del campo per riunirsi in modo fiacco al resto della truppa. Ebbe giusto il tempo di sistemarsi la divisa nei pantaloni, leggermente lunga, per poi cominciare a far girare le gambe. Inspirare col naso, espirare con la bocca, risvegliando a poco a poco tutta la muscolatura delle braccia, coinvolta nel prezioso compito di accompagnare le gambe nei movimenti e nello scambio di equilibrio. Tenne il passo di Auburn, sperando che da lì alla fine dell'allenamento trovasse il tempo e lo spazio per rispondergli.
Si sarebbe concentrato sulla resistenza, evitando inutili accelerazioni ma puntando forte sulla durata massima. Se avesse svolto correttamente il riscaldamento, si sarebbe sentito sufficientemente pronto per gli esercizi di giornata senza incorrere in strappi deleteri.
 
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view post Posted on 18/4/2020, 15:44
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Oggi tira ari brutta al campo, a quanto pare ci hanno tagliato i fondi e ci tocca tornare alle origini. Almeno abbiamo ancora il campo no? Possiamo allenarci con quello che abbiamo al meglio delle nostre possibilità! Ascoltata la spiegazione di Auburn tocca iniziare con una corsa per l'ovale del campo, un giro di corsa come riscaldamento un classico intramontabile. Si parte con una bella velocità sostenuta, movimenti delle gambe accompagnati dalle braccia che si slanciano in avanti alternate. Il respiro ben contenuto e a tempo con l'andatura per non strafare e finire per iperventilare. Sarebbe abbastanza ironico finire stremati già dal primo esercizio, che poi è il riscaldamento. Avanti così fino a finire il giro di corsa preparandomi per il prossimo esercizio. No pain no gain, anche se con attrezzatura ridotta dobbiamo comunque faticare allo stesso modo. Diciamo che l'attrezzatura ci permetteva di ravvivare un pò le cose con effetti scenici diversi dal solito ma ciò non ci impedisce di dare il milleuno percento no?
 
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view post Posted on 18/4/2020, 15:51
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Arrivai in campo assieme al resto della squadra notando che il capitano sembrava decisamente di umore alterato rispetto al solito. Il problema venne a galla in fretta, una nuova gestione della strumentazione del campo. Una bella rogna per il capitano, noi di canto nostro ci potevamo arrangiare in fin dei conti ma non era stata una mossa molto caritatevole nei confronti di tutti i giocatori. Io non ero di certo nessuno per criticare o mettere in discussione la cosa ma il capitano sembrava essere del mio stesso avviso. Ascoltai quali erano gli esercizi che avremmo affrontato vedendoci davanti questa limitazione. Avremmo iniziato con un giro di campo per riscaldarci prima di proseguire. Una volta dato il via al riscaldamento avrei iniziato con un camminata leggera che si sarebbe velocemente evoluta in una corsa contenuta e ponderata, nessun eccesso ma neanche accomodarsi. Ogni passo ben curato con particolare attenzione alla postura di spalle e schiena, caviglie solide per evitare storte o piedi in fallo. Il respiro era pensato con attenzione a non renderlo troppo veloce ed affannoso ma neanche troppo lento andando in contro ad un debito di ossigeno non indifferente. Finito il giro di corsa mi sarei diretto verso la mia scopa così da potermi preparare per l'esercizio successivo.
 
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Ora toccava lanciarsi in aria con la scopa per iniziare il primo esercizio il passaggio delle pluffe! Mischiandomi con gli altri giocatori in aria inizio a prestare attenzione alle pluffe vaganti cercando di intercettare qualche lancio in mia direzione. Con la prima pluffa recuperata faccio un passaggio verso Nora attirando la sua attenzione con un fischio. Fatto ciò parto alla ricerca di una nuova pluffa da recuperare e lanciare. Non appena ne intercetto un altra adocchio velocemente Philip e con un ennesimo fischio gliela lancio sperando che la prenda senza farsi colpire, ci manca solo che lo disarciono con una pluffa. Continuo a recuperare pluffe e a lanciarle quasi a casaccio per il campo finchè posso o finchè non arriva il fischio del capitano che ci porta a prepararci per il prossimo esercizio. Dobbiamo farci forza di quel che abbiamo e continuare a dare il meglio di noi. Alla fine anche le altre squadre sono nella nostra stessa situazione no? Non dobbiamo preoccuparci della strumentazione e lavorare più ai nostri muscoli, quelli si che fanno la differenza.
 
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view post Posted on 18/4/2020, 16:05
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Recuperata a scopa mi sarei librato in aria per raggiungere il resto della squadra che si cimentava nell'esercizio di passaggi con le pluffe che avevamo a disposizione. Raggiunta l'altezza in cui ci si muoveva caoticamente cercando di prendere e rilanciare le pluffe avrei iniziato a muovermi con attenzione alle tre pluffe, avrei cercato di individuare le loro posizioni e chi le possedesse così da poter capire chi poteva essere un possibile passatore di pluffa. Cercando di non farmi cogliere di sorpresa da qualche lancio inaspettato avrei recuperato una pluffa lanciata nelle mie vicinanze per poi rilanciarla velocemente verso la persona meglio posizionata rispetto a me, avrei quindi puntato Giulia lanciandogli la pluffa in modo tale che gli arrivasse dall'alto scrivendo un arco in aria. Fatto ciò sarei partito per individuare le altre due pluffe che nel mentre si erano sicuramente spostate altrove. Una volta individuate mi sarei messo nella condizione di recuperarne una se lanciata nella mia direzione. Una volta recuperata anche questa pluffa avrei girato lo sguardo rapidamente per individuare un altro compagno a cui lanciarla, questa fu la volta di Nathan, avrei lanciato la pluffa in sua direzione così che potesse intercettarla e recuperarla in breve. Non appena finito quest'esercizio si sarebbe passati al successivo senza perdersi in chiacchiere.
 
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Il nuovo esercizio consisteva nel lanciare la pluffa verso gli anelli protetti dai portieri per poi andare a parare al posto loro se si fallisce. Uno scambio veloce dei ruoli difesa-attacco. Una volta preparati per l'esercizio non perdo tempo e recupero una pluffa per fare il primo tentativo di tiro, cerco di scaricare subito l'adrenalina facendo più tiri possibili. Vada il primo verso un anello centrale e successivamente contro l'altro portiere verso l'anello destro. Una forza della natura indomabile! Non appena arriva il calo e quindi le parate mi tocca fare a cambio e volare velocemente verso gli anelli opposti così da parare il tiro al meglio delle mie possibilità. La prima parata cerco di superare in velocità il portiere che ha parato la pluffa così da mettermi in mezzo al suo tiro intercettando la pluffa. La seconda volta cerco di dare fastidio alla traiettoria del portiere costringendolo a cambiare più volte direzione per colpa della mia ostruzione e non appena lo vedo sporgersi per tirare la pluffa, un pò come nel basket, gli volo quasi a togliergli dalle mani la pluffa pronto a schiaffarla via con una mana non appena si stacca dalla sua mano. Finito questo esercizio si passa all'ultimo, una bella sudata non c'è che dire!
 
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25 replies since 15/4/2020, 17:08   363 views
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