Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

4/04/2020 - Diciottesima Lezione di Aritmanzia

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Philip Price
view post Posted on 4/4/2020, 17:47 by: Philip Price




Una volta spalancate le porte su quel buio profondo, aveva provato una strana euforia. Il solletico interiore, l'attrazione magnetica per l'ignoto, il totale ribaltamento di tutto ciò che aveva creduto di affrontare quel giorno; le gambe si erano mosse per assecondare il vibrante desiderio di andare avanti, procedere in quell'oscurità a cui si sarebbe abituato per gradi.
Fece fatica, rischiando due volte di perdere l'equilibrio per via di quelle che dovevano essere funi, attorcigliate e sparse ovunque. Tenne le braccia tese in avanti, per migliorare il baricentro e scongiurare l'impatto con un banco all'improvviso, riuscendo a farsi attrarre dalle sole scritte visibili alla lavagna. Non fu certo di comprenderle del tutto, basandosi limitatamente al concetto di Eroe.
Sorrideva: il fatto di non essere solo ma circondato da altri studenti gli restituì un'importante sicurezza, una specie di immunità di gregge contro quella prova inaspettata. Non si concentrò su tutto ciò che non sapeva ma sull'unica sfumatura di cui poteva essere certo: era un test, architettato per spingere ciascuno di loro a fare la propria mossa.
Perse quell'incauto accenno d'allegria nel percepire dei movimenti frontali, suoni e scorci di sagome differenti, faticando a distinguerli; deglutì pesantemente nel sentire formule d'incantesimi riempire l'aula, continuando ad avanzare con affanno crescente. Finché non decise di fermarsi.
La sensazione di essere continuamente sfiorato da qualcosa alle tempie e alle caviglie spinse l'istinto a serrare le palpebre, elevando il livello di oscurità. Specialmente quella interiore.
Avrebbe tentato di creare due tane per i propri piedi, divaricando le gambe alla stessa larghezza delle proprie spalle. Se fosse riuscito a migliorare la propria stabilità a terra e farsi strada tra le funi, si sarebbe molleggiato due volte sulle ginocchia per assicurarsi il miglior baricentro, scaricando equamente il proprio peso del corpo. Schiena dritta e petto in fuori, riempiedo i polmoni di lunghi respiri, per domare i battiti ed allontanare tutte quelle fastidiose sensazioni di un mondo esterno e movimentato; si immaginò sepolto da un mare calmo, con le orecchie ovattate dai suoni oltre la superficie, isolato da quell'aula divenuta campo di battaglia per molti di loro. Mosse il polso destro per tirare fuori la bacchetta, flettendo il gomito per mantenerla di fronte a sé. Inspira, espira. Sciolse le spalle con un'alzata impercettibile, rilassando la cervicale con una leggera rotazione del cranio; con lentezza, la punta del catalizzatore si sollevò insieme a quella del naso, braccio fermo e disteso verso quell'oscurità che aveva avvolto tutti senza distinzioni. Tutti loro: si sforzò di tenerli fuori dalla propria mente, lontani come le apparenti minacce di varia forma e dimensione che sfilavano in mezzo a tutti gli studenti capitati in quell'aula. Quidditch, delusioni, Jasmine, McBlond: fece fuori ognuno di loro, restando solo con la propria intenzione. Seguire l'istinto e mettersi al servizio di tutti, spendere il proprio tentativo per un bene comune a ciascuno di loro.
Comportarsi da Eroe.
Concentrò ogni fibra nervosa per mettersi all'ascolto, nell'unico tentativo di risvegliare il potere che mai avrebbe creduto di possedere nella vita precedente a Finsbury Park. Poteva sentirlo, il formicolio magico da condurre, trasformarlo da semplice brivido a potere; spingere a far esondare una marea calda e lucente, immaginando gli effetti che avrebbe voluto fortemente per sé e per tutti gli studenti coinvolti in quella prova. Strinse forte le dita allacciate alla bacchetta, talmente forte da crederle fuse nel legno di vite e nel crine di Unicorno, il prolungamento della propria mano per dare luce, infondere visibilità in uno schianto abbastanza potente da illuminare ogni angolo. Concentrò in quell'esito ogni respiro, prima di aprire gli occhi.
Il polso permise alla bacchetta di compiere il movimento necessario, disegnando nel vuoto la corretta geometria per l'incantesimo scelto, con fluidità.

- Lumos! -

Sillabò con chiarezza ogni lettera, forte ed udibile, sperando di riuscire a mettere la propria luce al servizio di tutti gli altri.
 
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