Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

4/04/2020 - Diciottesima Lezione di Aritmanzia

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view post Posted on 4/4/2020, 14:53
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O Z Y M A N D I A S

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† Where the raindrops as they're falling tell a story †

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Le porte dell'Aula di Aritmanzia erano chiuse.
Il gruppo degli studenti che erano arrivati in anticipo venne ben presto raggiunto da quello di coloro sopraggiunti quasi in ritardo. Il corridoio del settimo piano non era abbastanza ampio da raccogliere tanti alunni tutti insieme: spalla contro spalla, gli studenti presero ad accalcarsi contro l'entrata sbarrata, mentre il chiacchiericcio cresceva di volume, superando i bisbigli frammentati da domande ed esclamazioni a voce alta.
Quando gli orologi scattarono raggiunsero le nove in punto, i portoni si spalancarono, rivelando... nero.
I primi a entrare videro che c'era molto spazio per camminare. Raggiunsero il centro dell'Aula buia, in cui banchi e sedie erano stati fatti sparire. Le finestre erano coperte da pesanti tendaggi: chi si fosse avvicinato per spostargli avrebbe trovato che erano incollati alla pietra, inamovibili. Dell'arredo che tutti si aspettavano di trovare rimaneva la cattedra dell'Insegnante, insolitamente sgombra e ordinata, premuta contro la parete più distante dall'entrata, appena sotto la lavagna.
Quando anche l'ultimo studente fu entrato, le porte si richiusero di scatto, tagliando l'ultima fetta di luce. Nel buio che si faceva più completo, un fruscio spiccò al di sopra dei sussurri della classe, seguito da un altro, e da un altro ancora. Alcuni sobbalzarono a sentire qualcosa muoversi strisciando tra le loro caviglie, poi tra polpacci e ginocchia; mentre la vista dei giovani maghi e streghe si abituava alla semi-oscurità, tutti poterono vederle: corde. L'Aula era attraversata da spesse corde tese da un angolo all'altro, dal soffitto al pavimento, da parete a colonna, da pietra a volta.
Sebbene le corde non stessero propriamente legando nessuno, l'intrico che formavano ben presto fu così fitto da rendere molto difficile muovere le gambe e cambiare posizione: se gli studenti avessero voluto farlo, avrebbero dovuto tastare intorno a loro e spostarsi con estrema attenzione, o sarebbero inciampati nella complicata rete.
Nessuno aveva fatto in tempo ad avvicinarsi alla cattedra prima che le corde sopraggiungessero, ma l'unica fonte di illuminazione proveniva dal centro della sua superficie. Nel buio assoluto del resto dell'ambiente, quella luce tremula appariva potente, e allungava ombre spettrali tutto intorno a loro.
Davanti alla candela giaceva uno piccolo scrigno scuro, chiuso, con nove intagli in legno e ferro, impossibili da scorgere da lontano. Le scritte illuminate alla lavagna, però, erano chiaramente visibili.


Eroe.

In Aritmanzia si teorizza che in ciascun Cluster Aritmantico possa emergere un Eroe: un mago o una strega che manifesti il raro Decimo Ceppo di Discendenza Aritmantica.
La Discendenza Eroica.
L'inizio del procedimento aritmantico per la manifestazione della Discendenza Eroica in un Cluster è il Test di Glonder-Venn.



Un frullo d'ali. Altri fruscii provenienti dal pavimento. Nel ventaglio di tremula illuminazione fornita dall'unica candela, gli studenti videro avvicinarsi sagome da tutte le altezze. Via via che si facevano più vicine, diventavano più rumorose, finché fu impossibile ignorarle.
Piccoli serpenti neri che strisciavano verso i loro piedi, sinuosi sul pavimento.
Gonfie api dai colori accesi che svolazzavano sotto la volta dell'Aula.
Voluminosi libri dalle copertine pesanti, che avanzavano spalancando le pagine come fauci: saltellavano sulla pietra e cadevano con schiocchi dagli scaffali.
Draghetti di carta che sfrecciavano tra le loro teste, emettendo scoppi rossi di fuochi d'artificio.
Chiunque avesse avuto il coraggio di alzare lo sguardo sulla lavagna dopo quelle scoperte, vi avrebbe trovato un post-scriptum in caratteri leggermente più piccoli.



P.S. L'uso di bacchette è autorizzato.




//Potete lanciare Incantesimi o agire in qualsiasi altro modo riteniate opportuno. L'uso di Incantesimi non è obbligatorio.
Potete auto-determinare movimenti attraverso l'Aula purché teniate conto della presenza delle corde, specificando quindi che il vostro pg si muove facendo attenzione a non inciampare (il Fato potrebbe farlo inciampare comunque se ritenesse poco realistica la vostra descrizione).
Potete lanciare al massimo due Incantesimi per post. I lanci verranno Fatati considerando il Livello (in ogni caso si consiglia una descrizione accurata).
I post non possono essere modificati.
Chiunque posti dimostrando di non avere letto le condizioni iniziali vedrà il proprio post invalidato.
Siete tutti considerati già all'interno dell'Aula. Se volete narrare l'ingresso sarà necessario farlo al passato (se usate normalmente il presente) o al trapassato (se usate normalmente il passato). Non è possibile narrare l'entrata in Aula dopo la chiusura delle porte. I post che lo faranno verranno invalidati integralmente.


-Kedavra
 
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view post Posted on 4/4/2020, 15:41
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L'Aula di Aritmanzia era particolarmente buia. La prima cosa che notai entrata fu l'assenza di banchi e di posti a sedere. Guardandomi intorno notai che la mia confusione era condivisa anche dagli altri studenti, che con sguardi corrucciati cercavano di capire cosa stesse succedendo. Sul pavimento giacevano innumerevoli corde, ingarbugliate tra loro, che rendevano difficile qualsiasi tipo di spostamento.

Non ebbi nemmeno il tempo di aprir bocca che i miei pensieri furono interrotti da un lieve brusio, che si faceva sempre più forte. Strinsi gli occhi per cercare di mettere a fuoco ciò che mi trovavo di fronte dato che la flebile luce emanata dalla candela in mezzo alla stanza non sembrava particolarmente utile. Ci misi qualche secondo per realizzare cosa stesse succedendo. Eravamo letteralmente circondati da piccoli serpenti e api che si dirigevano verso di noi. Alzando di poco la testa si potevano notare draghetti di carta e libri, tutt'altro che amichevoli, che cadevano dagli scaffali.

Il mio primo istinto fu quello di tirare fuori la bacchetta. Non possiamo fare niente con queste corde che ci bloccano i movimenti. Pensai.
Così, cercando di spostare leggermente in avanti la gamba destra e piegando leggermente le gambe, alzai la bacchetta, e mirando a terra urlai:"Diffindo!" Nella speranza che il colpo andasse a segno e che riuscissi a liberarmi almeno delle corde che ci bloccavano la strada.

In seguito, senza nemmeno guardare se il colpo fosse riuscito, infastidita dai draghetti di carta che continuavano a sfrecciare tra le nostre teste emettendo scoppi di fuochi d'artificio, alzai la testa e, muovendo la bacchetta come per formare una piccola fiamma di fronte a me, dissi: "Incendio." Mirando ai pezzi di carta che non ci avevano ancora raggiunti, per evitare di ferire i miei compagni.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 16:08
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Le nove in punto erano scoccate. Le porte dell'aula di aritmanzia erano aperte e Almiki Mozartus era stato il primo a varcare la soglia. Quella era la sua prima lezione da frequentante e all'idea che fosse proprio la preside di Hogwarts in persona a condurla lo perturbava non poco. Aveva sentito parlare di lei tra i corridoi, ne aveva letto i decreti e qualche disposizione ma mai aveva avuto modo di vederla. Il desiderio di sapere cosa avrebbe pensato di lui lo divorava da giorni. Immerso profondamente in queste riflessioni mentre varcata la soglia non si era avveduto del contesto che lo circondava. L'ordine delle aule tradizionali era completamente sovvertito. L'aula, infatti, era priva di banchi e sedie e soprattutto era completamente buia ad eccezione della cattedra. Quando le sue pupille si dilatarono per consentirgli di vedere meglio al buio realizzò che al posto dei banchi l'aula era piena di corde che si intersecavano. Se non fosse stato per il tempestivo movimento dei suoi polpacci sarebbe inciampato e caduto rovinosamente al suolo, non proprio un bel modo di cominciare! Improvvisamente sentì un forte rumore alle sue spalle e vide la porta chiudersi oscurando l'unica fonte di luce alternativa alla cattedra. Ogni studente aveva evidentemente effettuato l'ingresso. Mentre procedeva in direzione della cattedra, con movimenti lenti e sicuri a causa delle corde, avvertì strani rumori provenire dal pavimento e dal soffitto. Animali di varie specie erano comparsi intorno ai ragazzi e alcuni di essi cominciarono ad andare loro incontro. Estrasse istintivamente la bacchetta per usarla in caso di necessità. Quella circostanza si verificò pochi secondi dopo: un grosso serpente verde con gli occhi pietrificanti si frappose tra lui e la cattedra. Non odiava i serpenti, anzi, ma lo sguardo del rettile era tutt'altro che rassicurante e la posizione con la testa sollevata da terra comunicava un messaggio inequivocabile: non sarebbe passato senza il suo permesso. Assunse una posizione consona per potersi difendere con l'uso della magia elaborando una strategia per liberarsi dell'animale senza fargli del male. Il suo piede sinistro indietreggiò leggermente inclinando di trenta gradi circa verso sinistra, quello destro avanzò di qualche centimetro con la punta delle scarpe rivolta verso la bestia e flesse leggermente entrambe le ginocchia. Gli arti superiori salirono al livello delle spalle: il sinistro, indietro, piegato, leggermente più in basso di quello destro la cui mano impugnava saldamente la bacchetta. Si concentrò intensamente sull'animale e raccolse i suoi pensieri, poi agitò la bacchetta descrivendo la sagoma di una foglia di ciliegio terminando il movimento con un tratto interno alla foglia ed esclamò con chiarezza e vigore la formula magica: 'Rictusempra'.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 16:14
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Alle 9 in punto le porte dell'aula si spalancarono, lasciando entrare gli studenti dentro l'aula. Julia faticò a capire consistesse succedendo: l'aula era completamente avvolta nel buio. Riuscì a malapena a rendersi conto che ogni banco e ogni seduta erano spariti. Non c'era nulla tranne la cattedra della preside Kedavra, sul lato opposto della stanza rispetto a dove si trovavano gli studenti. Le porte si richiusero di scatto e il buio si fece totale. Julia sussultò non appena sentì qualcosa strisciarle contro la caviglia, emise un piccolo urletto e cercò di aguzzare la vista. Non saranno mica serpenti, si chiese, mentre continuava a guardare per terra. Erano corde, che riempivano quasi ogni centimetro dell'aula, rendendo difficile muoversi o liberarsi. Ok, calma, ci deve essere un modo, e non saremo sicuramente in pericolo, la preside non lo permetterebbe, tentò di tranquillizzarsi, prendendo un profondo respire e iniziando a guardarsi intorno per cercare di capire come fare. Con gli occhi che oramai si erano abituati al buio vide che l'unica fonte di luce della stanza proveniva proprio dalla cattedra, è una candela, e quello davanti cos'è? Sembra una scatola. La lavagna sopra la cattedra era illuminata dalla fioca luce. Julia stava leggendo attentamente le scritte sopra la lavagna una spiegazione teorica non bastava eh, pensò con tutta l'ironia che aveva, cercando di rimanere tranquilla. Il tentativo, però, fallì miseramente quando improvvisamente, proprio mentre Julia, con estrema attenzione tentava di muoversi verso la lavagna, iniziò un vero putiferio dentro l'aula. L'attenzione di Julia infatti venne spostata su tutto ciò che la stava circondando, minaccioso, in quel momento: libri con grosse fauci, draghetti che sputavano scintille rosse, api e grosse ombre che li circondavano. Il rumore era quasi insopportabile ma non fu quello a far completamente uscire di testa Julia: solo dopo aver notato tutto il resto si accorse della cosa peggiore che le potesse capitare. Il pavimento si era ricoperto di piccoli serpentelli neri, che strisciavano in maniera schifosamente sinuosa verso i piedi e le caviglie degli studenti, ancora intrappolati tra le spesse corde. Ci mancavano solo i serpenti, pensò terrorizzata. Era la sua più grande fobia e dovette imporsi di non mettersi a piangere per la paura. Smettila di tremare!, si ordinò mentre prendeva l'ennesimo respiro e faceva tornare la mente lucida. Doveva assolutamente liberarsi i piedi. Estrasse la bacchetta dal mantello, la impugnò saldamente, si concentrò sul movimento e "Relascio!" disse, puntando l'intreccio ai suoi piedi. Prima di verificare che i piedi fossero liberi e tentare di muoversi verso la cattedra, dove era sicura dovesse arrivare per risolvere l'enigma della situazione che le si era presentata, puntò nuovamente la bacchetta verso i serpenti neri, "Protego Totalum!" disse con un tono di voce più altro del normale, pregando di essere riuscita a produrre lo scudo che le avrebbe tenuto lontano almeno i serpenti più vicini.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 16:34

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Per me era la prima volta che entravo nell'aula di Aritmanzia, e subito non potei fare a meno di notare l'assenza dei banchi e delle sedie dove sedersi e non capii il perché, ma non fu l'unica cosa che notai, c'erano anche delle corde che attraversavano l'aula da tutti gli angoli e pareti possibili. Mi accorsi che non ero l'unico che non ne capiva il motivo, anche gli altri studenti avevano sguardi perplessi e vociferavano tra loro per capire se magari qualcuno ne sapeva il motivo.
Le finestre erano coperte da delle tende e piano piano l'aula diventó sempre più buia.
La poca luce che c'era veniva emanata da una candela che era stata posizionata al centro dell'aula.


Quasi tutti fissavano la candela, quando ad un certo punto si cominciarono a sentire dei rumori simili a quello di un serpente che strisciava e poi si senti anche un forte ronzio.
Mi accorsi poi che c'erano dei serpenti neri che stavano strisciando verso di noi, alzai la testa e mi accorsi anche che c'erano della fastidiosissime api che ci stavano venendo addosso.
Pensai che non sarebbe comparso più nulla, ma invece arrivarono svolazzando in aria dei pesanti libri che si aprivano e si chiudevano continuamente, mentre sopra la nostra testa stavano svolazzando dei piccoli draghi fatti di carta.
Quasi tutti pensarono la stessa cosa: tirare fuori la bacchetta.
Io purtroppo essendo arrivato da pochissimo ancora non la possedevo, alcuni studenti lanciavano incantesimi per bruciare gli aeroplani di carta e infastidire gli altri animali mentre qualcuno invece lanciava incantesimi contro le corde per spezzarle.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 16:36
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Mattinata caotica quella che si era prospettata difronte alle porte dell'aula di Aritmanzia. La situazione era sembrata assai strana, porte chiuse e molti studenti chiusi fuori ad attendere. Quando erano scattate le nove le porte si aprirono rivelando un muro nero di buio. Mi era sembrato che la professoressa amasse particolarmente i luoghi bui e chiusi. Avevo sorpassato il mio senso di fastidio per quelle situazioni di oscurità in un luogo chiuso anche se non angusto ed ero entrato insieme al resto dei compagni nell'aula. Non appena avevamo varcato la soglia delle porte queste si chiusero lasciandoci al buio se non per una piccola luce che sembrava provenire da quella che sarebbe dovuta essere la cattedra. Nell'aula non vi erano i manchi ma movimenti strani e multipli. Abituandoci all'oscurità scorgemmo tutti le corde che man mano si aggrovigliavano tra le nostre gambe, poi fu la volta degli strani rumori di quelli che potevano essere scuri serpenti a terra, grosse api volanti e dei draghi di carta che lanciavano fuochi d'artificio. Sulla lavagna si leggevano le scritte riguardanti quella che doveva essere la lezione. Eroe... una parola così pomposa ed al contempo gravosa, forse era un argomento che si sarebbe preso anche fin troppo facilmente sotto gamba per molti. Chiunque potrebbe credersi un Eroe, oltre che ognuno aveva il suo concetto di Eroe. Pensando bene alle scritte sulla lavagna cercando di pensare qualche secondo sul da farsi provai a concentrarmi sul estraniarmi dai suoni che riempivano rumorosamente l'aula, fra quegli ostacoli e gli altri compagni che lanciavano incantesimi per far strada. Cercai di comprendere il senso di questo ''Test'' di quello che avevamo attorno. Per aiutarmi a concentrarmi mi chiusi nella mia mente respirando profondamente e cercando di focalizzarmi sul battito del mio cuore così da ovattare tutto il resto. Avevo bisogno di qualche istante di calma per pensare, non mi sarei mosso a casaccio senza la minima idea di quello che stavo facendo. Dopo qualche riflessione sui fattori presenti in quella situazione trovai un fattore come, quegli ostacoli che avevamo di fronte erano comparabili alle classiche paure delle persone, di fatti il canone classico dell'eroe voleva che la persona in questione fosse avvezza a superare le proprie paure per compiere grandi gesta. Con quel pensiero capii che vi era quindi in quella stanza una sorta di gesta da compiere per risolvere la situazione. Notando successivamente il post-scriptum sulla lavagna mi venne da pensare ulteriormente alla questione, ci era consentito usare le bacchette. Qualcosa però mi suggeriva di non usarla incautamente, forse non era neanche necessario usarla. Procedendo su quella linea di pensiero elaborai un metodo di avanzamento efficace per la situazione. Le corde erano molte ed alte, un ostacolo non da poco, ma dalla nostra avevamo il fatto che non sembravano aggressive contro di noi ma forse lo potevano essere quei piccoli serpenti che strisciavano sul pavimento. Secondo la mia prospettiva erano delle prove da superare con coraggio e determinazione. Sprezzante della possibilità di essere morso da quei serpenti avrei cercato di allargare le corde che mi si muovevano intorno alle gambe per far si che scavalcando con una delle due mi trovassi con entrambi i piedi vicini senza nessuna corda fra le gambe. Li mi sarei chinato verso terra cercando di capire dove fossero presenti i serpenti, o almeno dove lo erano in quantità minore, ed appiattendomi sul pavimento cercando di passare sotto a tutte le corde avrei iniziato a strisciare facendomi passare le corde sopra il corpo ogni volta che avanzavo cercando di raggiungere quella che era la cattedra. Avrei cercato di fare questo movimento con decisione ma preciso, non mi sarei lasciato prendere dalla fretta ma comunque l'obiettivo rimaneva il farsi strada oltre il mare di corde per raggiungere la luce della cattedra.
 
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Violet si diresse verso l'aula di Aritmanzia svogliata. Quella materia non era mai stata una delle sue preferite, e comunque non aveva di certo per la testa gli argomenti delle lezioni precedenti. E per lei, che era solita ripassare tutto anche la sera prima, era una grande scocciatura. Pensando a questo cercò di essere tra i primi a entrare, sperando che almeno apprezzassero la sua puntualità, ma quello che vide appena si avvicinò alla porta la fece restare senza parole. I banchi erano completamente spariti e, sebbene provasse a sforzare i propri occhi, la castana non riusciva a vedere altro che buio. Con alcuni ragazzi raggiunse il centro dell'aula, e una volta che tutti furono entrati sentì la porta alle sue spalle chiudersi. A quel punto le scappò un sussulto, insieme ad altri giovani maghi che basandosi dai loro mormorii dovevano essere confusi quanto lei. Violet dovette aspettare qualche secondo prima di capire che i bisbigli provenivano anche da qualcos'altro. Per istinto la prima cosa che fece fu guardare per terra, così capì che qualcosa continuava a strisciare in mezzo alla classe. Alcuni di questi oggetti, sempre se non fossero animali, le sfiorarono la gamba. "Almeno non sembra un serpente" si disse dopo aver intuito il materiale che l'aveva appena toccata. Quegli oggetti, presumibilmente corde, iniziarono però a triplicarsi, arrivando a metterla in difficoltà di fare qualunque movimento. Violet non aveva nessuna intenzione di inciampare e farsi una figuraccia, quindi fece attenzione a non fare nessuna mossa brusca. Si guardò semplicemente intorno, cercando mentalmente un modo per sfuggire dalla situazione ma continuando nello stesso tempo a tenere con la coda dell'occhio uno sguardo verso le corde, onde evitare spiacevoli errori. Fu allora che si rese conto di una luce proveniente dalla cattedra, che donava la vista a ombre spettrali, con il solo risultato di far sembrare tutto inquietante. Davanti al motivo della luce intravide uno scrigno scuro. La strega non aveva la più pallida idea riguardo cosa potesse contenere, ma restò comunque affascinata dall'eleganza che mostrava. Però, di qualunque cosa si trattasse, non voleva concentrarsi solo su quello e rischiare di cadere. Spostò soltanto lievemente più in basso una corda per avere una migliore visuale, e con assoluta calma lesse le parole scritte nella lavagna dietro la cattedra.
"Discensenza Eroica", "Test di Glonder-Venn". Erano queste le parole che continuavano a risuonarle in testa, provando a darsi un senso a ciò che le stava accadendo, ma i suoi pensieri furono interrotti quando diverse ombre di diverse dimensioni iniziarono a farsi notare attraverso la luce fioca. Accompagnato a questo si aggiunsero delle voci, prima come di bisbigli incomprensibili, ma col tempo sempre più rumorose e fastidiose. Il suo istinto le diceva di fare qualcosa, qualsiasi cosa pur di non sentirsi così impotente, ma la sua logica la frenava. Per non rischiare di venire sopraffatta dalle emozioni e fare qualche passo falso, si puntò a concentrarsi su altro. Rilesse così la lavagna in cerca di un appiglio, e con suo enorme stupore vide un post scriptum. In quel preciso momento i suoi occhi si illuminarono. "Se sono consentite le bacchette, la preside di certo si aspetterà che vengano usati degli incantesimi... Magari si aspetta che proviamo a liberarci dalla situazione".
Senza riscontrare difficoltà afferrò la propria bacchetta, che fortunatamente aveva già vicino alle sue mani, con nessuna corda che le impediva quella piccolissima azione. "Pensa Violet, pensa... Se queste creature mi attaccasserò non avrei abbastanza spazio per lanciare un incantesimo come si deve. Devo togliere queste corde... Toglierle... O tagliarle!" strinse con decisione la bacchetta, arrivando ad avere le nocche bianche, per poi prendere coraggio e fare l'incantesimo a cui stava pensando. Con attenzione si prese premura di essere non troppo intricata dalle corde, trovandosi lo spazio opportuno per lanciare quello che desiderava. Per praticità assunse così la posizione standar, ringraziando la sorte per riuscire a portare la gamba destra un po' più avanti. Dopo aver fatto attenzione a suddividere il peso del corpo sui due piedi, rilassò le spalle e si concentrò. Dopotutto Violet si ricordava che le regole più importanti erano appunto una buona concentrazione, ovviamente insieme alla pronuncia e un movimento corretto. Fatto ciò fece un sospiro e chiuse gli occhi, pensando a tutte le regole necessarie. Infine li riaprì, esprimendo la formula in maniera chiara e netta. "Diffindo!
 
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view post Posted on 4/4/2020, 17:09
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Erano le nove puntuali e come da calendario le porte si spalancarono daventi a me e agli altri studenti che aspettavano di entrare, era la mia prima lezione, era tutto così nuovo, così spaventoso e allo stesso tempo così emozionante. Sentivo una strana sensazione, forse era l'adrenalina che mi saliva su lungo la schiena o forse erano le farfalle nello stomaco per l'emozione, non saprei. Stavo guardando la mia nuova divisa e in particolare la mia spilla era bellissima quando sentii un rumore, alzai la testa e guardai l'orologio erano le nove in un punto la lezione stava per incominciare.
Non potei fare a meno di cercare di intravedere qualcosa dietro quelle porte, ma nulla da fare, l'aula emanava solo buio e non vidi niente. Entrai insieme agli altri studenti, le porte mi si chiusero dietro e fui sorpresa nel trovare l'aula vuota: dove ci sarebbero dovuti essere banchi e sedie c'era solo il pavimento, non capivo, la cattedra invece era l'unica cosa rimasta, ma anche quella non era a posto.
Alzai la testa e iniziai a leggere sulla lavagna, era illuminata e c'era scritto qualcosa "Eroe. In Artimanzia...." e poi in fondo un P.S. che acconsentiva l'utilizzo della bacchetta. Nel frattempo però senti qualcosa strisciare attorno alle mie caviglie, "che cosa era?" e poi strani rumori, ed ecco lì che apparvero serpenti, api, corde e libri. Ero un po' spaventata, ma almeno ora capivo il motivo del P.S.

In qualche modo dovevo cavarmela, bene per cominciare dovevo disfarmi di quelle cose viscide che mi si attorcigliavano attorno alle caviglie, ero alle prime armi è vero e forse non ero brava come gli altri studenti in quella classe ma qualche incantesimo lo sapevo fare: sfilai la mia nuova bacchetta dalla divisa, la guardai e confidai in lei, presi la mira come meglio potevo e poi lanciai l'incantesimo contro le corde,<<incendio>>, dissi. Non sapevo se fosse l'incantesimo più adatto ma era uno dei pochi che conoscevo.
Poi lanciai <<lumos>> per vedere il risultato del mio incantesimo.

Edited by Lia Walker - 4/4/2020, 20:11
 
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view post Posted on 4/4/2020, 17:15
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Doveva ammettere che ormai in un certo senso, notare le aule totalmente tramutate, diverse, alterate e qualsivoglia altro modo esistesse per descrivere una situazione decisamente fuori dal comune. Non era una situazione completamente nuova, ma la sensazione di qualcosa che ti solletica le caviglie e poi le gambe, le aveva provocato un brivido lungo la schiena non indifferente. Avrebbe provato a guardarsi intorno con l'intenzione di adattare ulteriormente la vista a quel buio increspato unicamente dalla luce della candela posta sulla scrivania che proprio non aiutava a rendere la situazione più chiara. Avrebbe osservato la lavagna leggendone il contenuto, sillabando silenziosamente parola per parola. Un brivido lungo la schiena l'avvertì ben presto che a breve si sarebbe scatenato il putiferio. Era bastata una sola parola, lo sapeva, se lo sentiva nelle articolazioni. "Eroe"
-Diamine no.
Pronunciò in un sibilo più a se stessa quando lesse quel post scrittum alla fine della lavagna.
Avrebbero cominciato a lanciare incantesimi a destra e manca.
Lei di suo per evitare di essere inavvertitamente colpita ed anche per evitare i draghetti di carta e le api avrebbe portato un braccio a schernirsi il viso, il busto leggermente piegato per abbassarsi di qualche centimetro. Con la mano libera avrebbe invece afferrato il lungo retro della casacca andando ad infilarlo brutalmente tra la cintura che sorreggeva la gonna e la camicia così che non rischiasse che qualcosa o qualcuno la strattonasse rischiandola di farla addobbare come un albero di Natale. Provò ad osservare cosa si trovava davanti a se. Non sarebbe rimasta accalcata, nell'occhio del ciclone a farsi schiacciare dagli altri studenti. Di spazio per muoversi ce n'era, e non sarebbe rimasta li ad aspettare che qualcosa accadesse. Con la mano alla bacchetta, provando a tenersi pronta in modo tale da poter provare successivamente a rendere l'ambiente più luminoso, avrebbe cominciato con l'altare una gamba e provare a superare la prima corda con tutta l'intenzione di distaccarsi dal gruppetto ancora immobile. Avrebbe cercato di mantenere l'equilibrio alzando il più possibile le gambe per provare a districarsi da quel groviglio. Si sarebbe spostata verso destra cercando di muoversi sempre in direzione della Lavagna ma non dritto per dritto quanto più per un lato in diagonale così da uscire dalla traiettoria di alcuni lanci che aveva notato fare ad altri ragazzi. Non sapendo se questi fossero andati a buon fine o meno avrebbe di certo fatto meglio ad allontanarsi da quella calca. Con lentezza e quanta più precisione possibile avrebbe cercato di superare le corde prima che i serpenti in lontananza arrivassero troppo facilmente ai loro piedi. Non aveva alcuna intenzione di beccarsi alcun morso. Con il braccio armato sospeso a mezz'aria nel tentativo di darle equilibrio avrebbe provato quindi a scavalcare con cura le corde così da uscire da quel punto particolarmente scomodo cercando di coprirsi la testa con l'altro braccio per evitare attacchi da parte dei draghetti e le api. Avrebbe cercato con lo sguardo i punti che più le sembravano utilizzabili come appoggio nella sua avanzata. Non sarebbe stato male riuscire ad intercettare qualche libro saltellante ed utilizzarlo come arma impropria ma al momento si concentrò unicamente all'avanzata tra le corde nel tentativo di mantenere l'equilibrio e di non finire rovinosamente a terra in quell'intreccio che non l'attirava neanche un po'.
 
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Celsiuss
view post Posted on 4/4/2020, 17:15




L’aula era completamente buia e vuota, i banchi erano stati tolti e la cattedra, vuota, era posta sotto la lavagna premuta contro la parete . Dopo che la porta si chiuse iniziammo a sentire strani rumori e fruscii provenienti da tutto intorno a noi, dopo che la vista si abituó alla poca luce, l’unica fonte di luce era una candela sulla cattedra, notai che tutto intorno a noi erano comparse delle corde che andavano ad intrecciarsi per tutta la stanza. Sulla lavagna comparvero delle scritte luminose “EROE , test di Glonder-venn”.
Poco dopo si iniziarono a sentire altri rumori provenienti in nostra direzione, serperti neri strisciavano sul pavimento, api colorate ronzavano per aria, libri con grosse fauci cadevano dagli scaffali e si dirigevano minacciosi verso di noi e sopra le nostre teste, per non farci mancare nulla, draghetti di carta svolazzavano scoppiettando !

Notai che sulla lavagna comparve una scritta “P. S. L’uso di bacchette è autorizzato “
“Protego” dissi agitando la bacchetta, poco dopo lanciai “Lumos” così da poter vedere meglio ed esaminare quell’intreccio di corde e capire se in qualche modo poteva formava uno schema.

Iniziai ad avanzare ,piano piano facendo attenzione a dove mettevo i piedi, in direzione della cattedra dove era presente su di essa un piccolo scrigno scuro. Pensai che potesse contenere la soluzione a questa situazione !
 
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view post Posted on 4/4/2020, 17:23
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Erano passati pochi secondi alle nove, le porte dovevano esser state ormai aperte, eppure si avanzava verso l’aula con una lentezza esasperante. Sybil incuriosita ed in cerca di risposte, che chi la circondava non sembrava sapele dare, cominciò a farsi spazio tra la folla raggiungendo il gruppo di alunni in testa alla fila. L’aula era buia e vuota, ma gli studenti continuavano ad entrare e quindi, spinta dalla corrente di corpi, quasi senza volerlo, la sedicenne si ritrovò al centro della stanza. Le porte intanto si erano chiuse alle sue spalle.
Gli occhi di Sybil impiegarono del tempo ad abituarsi alla scarsissima luminosità ed ebbe solo una manciata di secondi per concentrare la sua attenzione sulle uniche due fonti di luce. Sulla scrivania della Preside, unico elemento di mobilio rimasto nell’aula, era accesa una candela che rendeva appena visibile la sagoma di uno scrigno. Razionalmente Sybil riusciva a dedurre che la presenza di quello scrigno in un’aula altrimenti vuota doveva essere rilevante, ma non riuscì a tradurre l’intuizione in un pensiero compiuto o tantomeno in un’azione perché, come ho detto, ebbe solo una manciata di secondi. La seconda e ultima fonte di luce proveniva dalla lavagna.
Eroe .
Uno sguardo sofferente apparve sul suo volto della ragazza e, mentre anche l’ultima speranza di aver soltanto sbagliato aula veniva meno, la sedicenne riusciva solo a pensare che tra quegli studenti non avrebbe avuto lei il comportamento eroico, abituata com’era alla sua mediocrità. Accennò a muoversi verso la cattedra, che la Preside si nascondesse lì sotto? Qualcosa però le sfiorò il polpaccio pietrificandola, sentì un urlo salirle alla gola, ma a vibrare furono le corde vocali di una ragazza alla sua destra. Si guardò intorno e riuscì a riconoscere in quello che l’aveva sfiorata una corda e notò subito che altre stavano affollando la sala, incrociandosi tra loro e ostacolando qualsivoglia movimento. Sybil portò istintivamente la mano alla bacchetta e la estrasse definitivamente quando alle corde si unirono anche una serie di rumori di cui nel caos la serpe non riuscì a discernere le fonti. Sentì una ragazza, non molto distante da lei lanciare il primo incantesimo. Un’altra si concentrò su un gruppo di draghetti di carta che si avvicinavano alle loro teste. La serpeverde stava per imitare i compagni lanciando a sua volta qualche incantesimo contro i piccoli, ma numerosi nemici, quando proprio quell’ultima osservazione la fece desistere. Annichilire i serpenti, tagliuzzare i draghetti di carta o dar fuoco ai libri sarebbe servito a poco se ne fossero sopraggiunti sempre di nuovi, ipotesi non così improbabile. Così cambiò idea e tentando di farsi spazio tra le corde cercò di ripiegarsi il più possibile su se stessa. Il suo obiettivo era quello di inginocchiarsi in terra unendo le ginocchia in modo che occupassero lo spazio tra due funi. Avrebbe poi fatto lo stesso con i gomiti ponendo così braccia e gambe in asse e portandosi in una posizione carponi. L’intento primario sarebbe stato quello di ripararsi quanto meno dai nemici aerei e avere allo stesso tempo una migliore visuale di quelli terrestri. Se ci fosse riuscita, con la bacchetta ancora tra le mani avrebbe tentato un incantesimo.
- Protego - avrebbe scandito la parola accompagnandola con un movimento deciso della bacchetta nella speranza di vedersi circondata da uno scudo opaco. Che l’incantesimo fosse riuscito o no, Sybil avrebbe comunque tentato di avanzare verso la cattedra.
E che i serpenti banchettino con il mio cadavere
 
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Philip Price
view post Posted on 4/4/2020, 17:47




Una volta spalancate le porte su quel buio profondo, aveva provato una strana euforia. Il solletico interiore, l'attrazione magnetica per l'ignoto, il totale ribaltamento di tutto ciò che aveva creduto di affrontare quel giorno; le gambe si erano mosse per assecondare il vibrante desiderio di andare avanti, procedere in quell'oscurità a cui si sarebbe abituato per gradi.
Fece fatica, rischiando due volte di perdere l'equilibrio per via di quelle che dovevano essere funi, attorcigliate e sparse ovunque. Tenne le braccia tese in avanti, per migliorare il baricentro e scongiurare l'impatto con un banco all'improvviso, riuscendo a farsi attrarre dalle sole scritte visibili alla lavagna. Non fu certo di comprenderle del tutto, basandosi limitatamente al concetto di Eroe.
Sorrideva: il fatto di non essere solo ma circondato da altri studenti gli restituì un'importante sicurezza, una specie di immunità di gregge contro quella prova inaspettata. Non si concentrò su tutto ciò che non sapeva ma sull'unica sfumatura di cui poteva essere certo: era un test, architettato per spingere ciascuno di loro a fare la propria mossa.
Perse quell'incauto accenno d'allegria nel percepire dei movimenti frontali, suoni e scorci di sagome differenti, faticando a distinguerli; deglutì pesantemente nel sentire formule d'incantesimi riempire l'aula, continuando ad avanzare con affanno crescente. Finché non decise di fermarsi.
La sensazione di essere continuamente sfiorato da qualcosa alle tempie e alle caviglie spinse l'istinto a serrare le palpebre, elevando il livello di oscurità. Specialmente quella interiore.
Avrebbe tentato di creare due tane per i propri piedi, divaricando le gambe alla stessa larghezza delle proprie spalle. Se fosse riuscito a migliorare la propria stabilità a terra e farsi strada tra le funi, si sarebbe molleggiato due volte sulle ginocchia per assicurarsi il miglior baricentro, scaricando equamente il proprio peso del corpo. Schiena dritta e petto in fuori, riempiedo i polmoni di lunghi respiri, per domare i battiti ed allontanare tutte quelle fastidiose sensazioni di un mondo esterno e movimentato; si immaginò sepolto da un mare calmo, con le orecchie ovattate dai suoni oltre la superficie, isolato da quell'aula divenuta campo di battaglia per molti di loro. Mosse il polso destro per tirare fuori la bacchetta, flettendo il gomito per mantenerla di fronte a sé. Inspira, espira. Sciolse le spalle con un'alzata impercettibile, rilassando la cervicale con una leggera rotazione del cranio; con lentezza, la punta del catalizzatore si sollevò insieme a quella del naso, braccio fermo e disteso verso quell'oscurità che aveva avvolto tutti senza distinzioni. Tutti loro: si sforzò di tenerli fuori dalla propria mente, lontani come le apparenti minacce di varia forma e dimensione che sfilavano in mezzo a tutti gli studenti capitati in quell'aula. Quidditch, delusioni, Jasmine, McBlond: fece fuori ognuno di loro, restando solo con la propria intenzione. Seguire l'istinto e mettersi al servizio di tutti, spendere il proprio tentativo per un bene comune a ciascuno di loro.
Comportarsi da Eroe.
Concentrò ogni fibra nervosa per mettersi all'ascolto, nell'unico tentativo di risvegliare il potere che mai avrebbe creduto di possedere nella vita precedente a Finsbury Park. Poteva sentirlo, il formicolio magico da condurre, trasformarlo da semplice brivido a potere; spingere a far esondare una marea calda e lucente, immaginando gli effetti che avrebbe voluto fortemente per sé e per tutti gli studenti coinvolti in quella prova. Strinse forte le dita allacciate alla bacchetta, talmente forte da crederle fuse nel legno di vite e nel crine di Unicorno, il prolungamento della propria mano per dare luce, infondere visibilità in uno schianto abbastanza potente da illuminare ogni angolo. Concentrò in quell'esito ogni respiro, prima di aprire gli occhi.
Il polso permise alla bacchetta di compiere il movimento necessario, disegnando nel vuoto la corretta geometria per l'incantesimo scelto, con fluidità.

- Lumos! -

Sillabò con chiarezza ogni lettera, forte ed udibile, sperando di riuscire a mettere la propria luce al servizio di tutti gli altri.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 17:57
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Quando era entrata in aula, Heather aveva sentito le pupille dei propri occhi allargarsi fino all'inverosimile. Dopo un primo momento di smarrimento, i suoi occhi erano riusciti ad abituarsi al buio inaspettato, e a mettere a fuoco l'unica fonte di illuminazione della stanza: un piccolo oggetto posto sulla cattedra dell'insegnante, all'altro capo dell'aula. Prima che la mente della giovane Serpeverde riuscisse a trovare una spiegazione razionale a quella bizzarra situazione, lo spazio vuoto davanti a loro fu assalito da un intreccio di corde incantate, che resero particolarmente difficile l'avanzata degli studenti verso la cattedra. Heather strizzò gli occhi per leggere le parole scritte alla lavagna. Un sopracciglio si alzò. Doveva essere un termine tecnico, altrimenti questo test sarebbe stato superato solo dai Grifondoro. Non aveva ancora finito di fare queste considerazioni mentali, che nuovi elementi andarono ad aggiungersi alla già particolare situazione: draghetti di carta che presero a volare attorno a loro sputando fuochi di artificio; serpentelli di origine sconosciuta che si muovevano verso di loro strisciando sul pavimento; pesanti libri che attraversavano la stanza aprendosi e chiudendosi di scatto, come se fossero pronti a "morderli" con le loro pagine; strane api multicolori. Con tutti questi imput, a Heather quasi sfuggì il poscritto che era apparso alla lavagna e che autorizzava l'utilizzo di incantesimi. Cercando di calmare il cuore che batteva a mille e il leggero tremolio che le aveva preso le mani, la quattordicenne si obbligò a concentrarsi. Doveva mantenere il sangue freddo e pensare. Erano a lezione, nulla di effettivamente pericoloso poteva accedere loro. Certo, nulla, a meno che tutti gli studenti non si fossero fatti prendere dal panico e avessero cominciato a sparare incantesimi a destra e a manca. Per nulla intenzionata a trovarsi nel mezzo del fuoco incrociato, Heather strinse forte la bacchetta di faggio nella mano destra, pronta a difendersi se ce ne fosse stato bisogno. Per il momento decise che avrebbe provato ad affrontare l'intrico senza l'aiuto della magia.

Heather decise che la sua traiettoria l'avrebbe portata prima verso uno dei muri laterali dell'aula. In questo modo, avrebbe avuto almeno un fianco protetto, e sperava di avere minori difficoltà con le corde. Avrebbe cercato di aprirsi un varco verso sinistra, muovendosi in una sorta di diagonale per raggiungere il muro più vicino. Cercando di fare molta attenzione a non inciampare, portò in avanti il braccio sinistro, infilandolo un quello che sembrava in piccolo varco. Afferrata la corda più vicina alla sua mano sinistra, avrebbe portatato il piede destro in avanti, cercando di non incappare in altre corde, compiendo il primo passo. Una volta riuscita nell'impresa, e cercando sempre di usare le corde a proprio vantaggio, avrebbe portato in avanti il braccio destro e afferrato un'altra corda, avendo cura di mantenere salda la presa sulla bacchetta. Mantenendosi dunque aggrappata con entrambe le mani, e cercando di tenere il piede destro ben saldo sul pavimento (i serpentelli erano ancora abbastanza lontani), avrebbe cercato con molta attenzione di portare in avanti anche il la testa e il busto attraverso il piccolo varco, inclinandosi leggermente in avanti. A quel punto, sarebbe riuscita a portarsi dietro anche la gamba sinistra, e cercando sempre di mantenere il massimo dell'equilibrio a sua disposizione, avrebbe cercato di sollevarla tra le corde quanto bastava da portarla abbastanza in avanti da superare il piede destro. Seguendo questa strategia, e cercando al contempo di tenere d'occhio eventuali attacchi da parte di mostriciattoli e incantesimi volanti, sperava che sarebbe riuscita ad avanzare relativamente indenne.
 
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view post Posted on 4/4/2020, 17:59
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studente

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La prossima volta mi porto dietro una mappa, poi sembrerebbe che le scale sappiano quando stai per far tardi ed è del tutto inutile incitarle a non cambiare direzione, pensò Koyma, per non parlare del nodo alla cravatta che dopo trenta minuti di incessante combattimento sembrerebbe presentabile.
Varcata la soglia dei portoni, l'aula di Aritmanzia, per Kolyma andava al di là della sua immaginazione, quasi completamente buia, spoglia di banchi e sedie, era sterzata da un debole filo di luce proveniente dai portoni d'ingresso. Che brutta situazione pensò, d'un tratto i portoni si chiusero lasciando regnare l'oscurità, ottimo non può andar peggio di così, Pochi istanti dopo , in ogni direzione iniziarono a tendersi corde, molto spesse, limitando al minimo ogni movimento degli studenti. Bhe dopotutto abbiamo la luce di quella candela, l'unico riferimento visibile in quella stanza a parte il post scriptum sulla lavagna " l'uso di bacchette è autorizzato" . Ora è davvero una brutta situazione, Pochi istanti dopo il riflesso di quella debole luce faceva notare delle sagome, provenienti Ormai in tutte le direzioni, serpentelli, sciami di api, draghetti di carta e i libri massicci iniziavano a cadere dagli scaffali. Sarà meglio per me se rimango con la bocca chiusa fino alla fine della lezione. Dunque vediamo cosa fare....esatto vediamo, tirò fuori la bacchetta e la puntò verso quella candela dicendo: Engorgio!
Quella che appariva una debole fiamma divenne alta più di quanta centimetri, rivelando, vicino ad essa non scrigno. Con queste corde che sembrano pitoni è impossibile muoversi sensa inciampare, sembra esser sotto l'incantesimo incarceramus, a mali estremi estremi rimedi e deciso disse : Diffido! . Si sentì come se fosse stato liberato ma non potè avvicinarsi ancora al misterioso scrigno doveva liberarsi ancora dalle creature
 
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view post Posted on 4/4/2020, 18:02
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ghuy'cha'

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Dopo aver aspettato sofferente fra i tanti studenti di poter entrare in aula, rimase abbastanza interdetto quando si chiusero le porte e calò il buio.
L'aula vuota, buia, la cattedra in lontananza non facevano presagire nulla di buono. La conferma venne quando Angus iniziò a sentire strani rumori e qualcosa che iniziava a strisciarli fra le gambe. Abituatosi alla semi oscurità riusci' a intravedere corde, ovunque, la classe sembrava una ragnatela e muoversi sembrava veramente difficoltoso. Sulla cattedra una candela illuminava debolmente l'ambiente e notò un piccolo scrigno posizionato proprio dove c'era la candela. Spostò lo sguardo senza muovere il corpo, voleva evitare di inciampare e lesse quello che era scritto sulla lavagna. Come sempre sarebbe stata una lezione interessante e ostica ma sicuramente stimolante anche se non riusciva a capire cosa centrasse l'ambiente dell'aula con la scritta sulla lavagna. Ebbe appena il tempo di finire di leggere che dei rumori provenienti dall'alto lo spinsero ad alzare lo sguardo verso il soffito anche se la semi oscurità non aiutava. Api belle tonde che volavano, draghetti di carta che sputacchiavano fuochi d'artificio simil fuoco e rumori di libri che cadevano a terra, sembravano animati. Per completare l'opera si sentiva un chiaro rumore di qualcosa che strisciava a terra e non ci volle molto per guardare dei serpenti neri che strisciavano bellamente per l'aula. "Ma che cavolo gli è venuto in mente alla Preside?" pensò Angus mentre riportando lo sguardo sulla lavagna vide era consentito l'utilizzo della bacchetta. Non mancò molto che senti' vari compagni elencare formule di incantesimi e il suo primo pensiero fu di chinarsi leggermente, per istinto, non aveva paura dell'aula ma aveva paura di essere beccato da qualche incantesimo dei suoi compagni visto che erano in tanti, non si potevano muovere ed era anche semibuio. < Oh, state attenti dove indirizzate gli incantesimi > disse ad alta voce mentre si immaginò la Preside farsi qualche risata per quella situazione. "E' bastato scrivere potete utilizzare la bacchetta che si è scatenato il festival dell'incanto pensò lo scozzese. In ogni caso non voleva rimanere fermo come una statua ma non aveva nemmeno intenzione di inciampare fra le corde, schiacciare qualche serpente, colpire qualche libro o fare qualsiasi cosa non in sicurezza. L'unica cosa che gli venne in mente, la più razionale, era luce. Gli serviva luce per potersi muovere in sicurezza e per studiare meglio l'ambiente. Prese la bacchetta con la mano destra, fissò i piedi a terra cercando di allargare leggermente le gambe stando attento alle corde e alzò il braccio destro sopra la sua testa cercando di evitare eventuali draghetti e api dispettose. Iniziò a respirare con regolarità, cercando di ascoltare il suo battito cardiaco e coordinare quelle due funzioni vitali in un unico suono. Immaginava come onde sinusoidali i movimenti della respirazione e le pulsazioni del cuore e attese che nella sua testa si fondessero in un'unica onda. Pensò al risultato dell'incantesimo, visualizzando la luce uscire dalla bacchetta cercando di indirizzare il suo potenziale magico dal suo corpo al cuore di drago della bacchetta. Immaginò scorrere il fuoco dentro di lui, ardergli dentro e raggiungere il catalizzatore per poi esplodere in un fascio di luce che avrebbe illuminato l'intera aula. Cercava di non ascoltare i rumori che lo circondavano ma non chiuse gli occhi, la scorsa lezione la professoressa Riddle aveva chiaramente detto di non chiudere gli occhi durante il lancio, dovevamo abituarci e stare all'erta e chiudere gli occhi non aiutava di certo. Quando senti' di essere pronto avrebbe mosso il polso dolcemente chiudendo con una piccola stoccata e scandendo chiaramente la formula

< Lumos! >

se fosse andato a buon fine avrebbe potuto decidere come e dove muoversi in sicurezza e soprattutto cercare di capire la connessione fra la scritta alla lavagna, il piccolo forziere sulla scrivania e i vari ostacoli presenti nell'aula.
 
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147 replies since 4/4/2020, 14:53   13376 views
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