Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

4/04/2020 - Diciottesima Lezione di Aritmanzia

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Almiki Mozartus
view post Posted on 4/4/2020, 16:08 by: Almiki Mozartus
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Le nove in punto erano scoccate. Le porte dell'aula di aritmanzia erano aperte e Almiki Mozartus era stato il primo a varcare la soglia. Quella era la sua prima lezione da frequentante e all'idea che fosse proprio la preside di Hogwarts in persona a condurla lo perturbava non poco. Aveva sentito parlare di lei tra i corridoi, ne aveva letto i decreti e qualche disposizione ma mai aveva avuto modo di vederla. Il desiderio di sapere cosa avrebbe pensato di lui lo divorava da giorni. Immerso profondamente in queste riflessioni mentre varcata la soglia non si era avveduto del contesto che lo circondava. L'ordine delle aule tradizionali era completamente sovvertito. L'aula, infatti, era priva di banchi e sedie e soprattutto era completamente buia ad eccezione della cattedra. Quando le sue pupille si dilatarono per consentirgli di vedere meglio al buio realizzò che al posto dei banchi l'aula era piena di corde che si intersecavano. Se non fosse stato per il tempestivo movimento dei suoi polpacci sarebbe inciampato e caduto rovinosamente al suolo, non proprio un bel modo di cominciare! Improvvisamente sentì un forte rumore alle sue spalle e vide la porta chiudersi oscurando l'unica fonte di luce alternativa alla cattedra. Ogni studente aveva evidentemente effettuato l'ingresso. Mentre procedeva in direzione della cattedra, con movimenti lenti e sicuri a causa delle corde, avvertì strani rumori provenire dal pavimento e dal soffitto. Animali di varie specie erano comparsi intorno ai ragazzi e alcuni di essi cominciarono ad andare loro incontro. Estrasse istintivamente la bacchetta per usarla in caso di necessità. Quella circostanza si verificò pochi secondi dopo: un grosso serpente verde con gli occhi pietrificanti si frappose tra lui e la cattedra. Non odiava i serpenti, anzi, ma lo sguardo del rettile era tutt'altro che rassicurante e la posizione con la testa sollevata da terra comunicava un messaggio inequivocabile: non sarebbe passato senza il suo permesso. Assunse una posizione consona per potersi difendere con l'uso della magia elaborando una strategia per liberarsi dell'animale senza fargli del male. Il suo piede sinistro indietreggiò leggermente inclinando di trenta gradi circa verso sinistra, quello destro avanzò di qualche centimetro con la punta delle scarpe rivolta verso la bestia e flesse leggermente entrambe le ginocchia. Gli arti superiori salirono al livello delle spalle: il sinistro, indietro, piegato, leggermente più in basso di quello destro la cui mano impugnava saldamente la bacchetta. Si concentrò intensamente sull'animale e raccolse i suoi pensieri, poi agitò la bacchetta descrivendo la sagoma di una foglia di ciliegio terminando il movimento con un tratto interno alla foglia ed esclamò con chiarezza e vigore la formula magica: 'Rictusempra'.
 
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