Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Lezione Quinta Pupilla - Sugar Mandylion

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O Z Y M A N D I A S

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Kedavra non avrebbe saputo dire se la struttura di quel Corso sarebbe stata diversa se la sua Pupilla fosse stata qualcun'altra studentessa. Aveva messo alla prova la stabilità psicologica di Zerby, aveva fatto passare ad Aryanne un'intera notte fuori dalle porte di Azkaban: loro erano diventate Auror fiere, coraggiose e capaci, oltre che astute e preparate giovani Aritmanti. In genere l'ispirazione che Kedavra seguiva nella preparazione dei corsi specifici (quelli per il suo Manifesto e il Corso Pupillo stesso) accompagnava la scrittura delle lezioni scolastiche, e quel caso non aveva fatto eccezione. Quando aveva scritto quel programma non aveva pensato a chi sarebbe stato dedicato; aveva seguito l'ispirazione, sottolineando i temi che le sarebbe maggiormente piaciuto approfondire insieme alla mente acuta e brillante del suo studente migliore.
La studentessa migliore si era rivelata essere sua figlia: ne era sorpresa quanto chiunque altro, forse di più. I suoi compagni di scuola e gli altri Insegnanti erano abituati ai suoi buoni voti e non la vedevano come un'allieva diversa da decine di altri, ma incontrare quel nome in cima all'esposizione dei voti l'aveva fatta ritornare sui suoi appunti, e qualche ora notturna era stata dedicata - quasi con rassegnazione, un sentimento che aveva analizzato soltanto successivamente - alla revisione del materiale che aveva preparato. Aveva considerato di contattare Aryanne per un consiglio, e non aveva ancora escluso quell'ipotesi, eppure infine aveva desistito: era una questione troppo personale, e troppo legata al suo essere madre. La sua Assistente le avrebbe dato suggerimenti saggi, ma a quel punto era una sfida personale; una domanda che si era posta per la prima volta quando aveva scoperto di essere incinta diciassette anni prima, e che da quando Sugar e Gawith, e poi Greg, erano stati Smistati nelle loro Case e avevano iniziato a frequentare Hogwarts, si era ripresentata con insistenza sempre più caparbia.
Sarà diverso il mio modo di insegnare quando uno di loro sarà mio studente?
Sarebbe stato inevitabile fare delle distinzioni, ciononostante il rapporto complesso con Sugar l'aveva aiutata a vedere la questione con più obiettività; sapeva che sua figlia, il cui fervore in classe l'aveva inizialmente stupita (abituata com'era a sentirsi respinta da lei in tutto ciò che la riguardava), si era meritata ciascuno dei punti che aveva guadagnato con i suoi compiti e con la sua partecipazione. Questo aveva facilitato le cose, perché nell'essersi resa degna di quel riconoscimento Sugar era in effetti come qualunque altra allieva della scuola.
Per questa ragione aveva finito per riporre la piuma e lasciare i suoi appunti intoccati. Aveva designato quel Corso basandosi sugli argomenti dell'ultima lezione di Aritmanzia, sulle sue parti più sperimentali e controverse; non avrebbe apportato modifiche per renderlo più benevolo nei confronti di Sugar. Sarebbe stato un insulto alla sua preparazione e alla forza che, Kedavra ne era sicura, sua figlia era in grado di mettere in gioco.
Quel sabato mattina, l'Aritmante sedeva alla sua cattedra; i raggi del freddo ma splendente sole invernale rendevano dorati i fogli di pergamena sparsi sulla superficie, tra le torri di volumi ingialliti dal tempo.
Aveva scritto alla sua Assistente chiedendole di raggiungerle appena più tardi rispetto all'orario di inizio: intendeva affidarle parte del ripasso, ma in un primo momento voleva trovarsi da sola con Sugar. Non era certo la prima volta che parlavano di quel Corso, ma adesso che era finalmente giunta l'ora di cominciarlo, sentiva di volerla fissare negli occhi alla ricerca di un'ultima conferma che ce la potesse fare, anche se dentro di sé sapeva che avrebbe visto i segni della sua maturità, del suo coraggio e del suo orgoglio, anche se non ve ne fosse stata alcuna traccia.
Voleva che Sugar le dimostrasse di potercela fare.
La Serpeverde arrivò puntuale, strappandola dagli ultimi stralci di esitazione. La invitò prontamente a entrare, accogliendola con un sorriso.

- Benvenuta al tuo Corso Pupillo, Sugar.

Le fece cenno di sedersi sul primo banco, accessoriato con una pergamena, una piuma da scrittura e una boccetta di inchiostro.

- Ti ho chiesto di imparare a memoria la Tabella Aritmantica. Miss Wolfe, la mia Assistente, ci raggiungerà tra poco per completare il ripasso. Per iniziare, comunque, saremo io e te. La Tabella Aritmatica è il fondamento assoluto di qualunque conoscenza in Aritmanzia, e visto che durante le lezioni di questo Corso andremo a sviscerare concetti estremamente complessi, nonché nuovi per te, penso sia un bene iniziare da qualcosa di familiare. Alla lavagna alle mie spalle compariranno alcune parole di lunghezza crescente. Tu le trascriverai sulla tua pergamena una a una... in caratteri aritmantici, ovviamente. Avrai cinque secondi tra una parola e l'altra. Afferra la piuma.

Alzò la bacchetta, puntandola contro il pannello di ardesia alle sue spalle.

- Pronta? Cominciamo.

CRUP

ACQUA

TERRORE

ARMATURA

CERCATORE

SERPEVERDE

WINGARDIUM LEVIOSA

PATENTE DA OBLIVIATORE



Con ogni svolazzo della punta della bacchetta, le parole comparivano e scomparivano di nuovo sulla lavagna. Gli occhi di Kedavra rimanevano fissi sulla Pupilla.

-Kedavra
 
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view post Posted on 22/1/2019, 22:37
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Il passo di Sugar era stato una marcia di trionfo all'interno dei corridoi di Hogwarts. Continuando a sorridere, la Serpeverde si era diretta all'Aula di Aritmanzia per la sua prima lezione in quanto Pupilla. Era stata una vittoria personale che le aveva gonfiato il petto di fierezza e orgoglio. Diventare Pupilli risultava uno degli obbiettivi più ambiti durante la carriera scolastica, se non il più ambito di tutti. E lei non lo era diventata di una materia qualunque, ma di Aritmanzia, la disciplina insegnata dalla Preside.
La disciplina insegnata da sua madre.
Le aveva dimostrato di essere la migliore. Sapeva che tutti gli studenti di quella scuola sarebbero voluti trovarsi al suo posto. Non era esistita una lista degli studenti più bravi nel vincere quel premio. Quella classifica l'aveva tormentata durante la lezione e l'aveva tormentata anche dopo che questa fosse terminata, ma l'aveva sconfitta. Sugar era stata eletta come la migliore delle migliori. Personalmente non vedeva l'ora di confermare il merito acquisito, nonostante il lieve nervosismo che celava agli occhi di tutti. Come poteva fallire?
Non poteva. Non certo davanti a Kedavra. Qualsiasi cosa le avesse riservato il futuro, lei sarebbe sempre stata Pupilla di Aritmanzia. Non ci sarebbero stati stupidi voti tra insegnanti per negarle quella semplice realtà. Era così che quindi si era avvicinata all'Aula della madre e aveva bussato subito prima di entrare. La Preside la stava aspettando e Sugar le rivolse un'occhiata penetrante colma di soddisfazione.

- Buongiorno! Grazie! - rispose, visibilmente compiaciuta.

Si sedette con compostezza e solennità al banco che sua madre le aveva indicato, incapace di smettere di sorridere tra sé e sé. L'idea che avrebbero atteso una terza persona non la disturbò per quello che sarebbe potuto essere un momento unico tra lei e Kedavra, al contrario. Era giusto che il suo successo venisse ammirato. Miss Wolfe, la cugina di Danny Macbeth, l'avrebbe giudicata una degna rivale per le sue competenze in Aritmanzia e, soprattutto, per l'attenzione di Kedavra nei suoi confronti. Ora non avrebbe più essere ignorata da lei.
Seguendo le istruzioni della Preside, Sugar prese a trascrivere le parole che erano comparse alla lavagna. Doveva essere breve, coincisa, precisa e, soprattutto, veloce. Si raccolse con decisione i capelli neri in una mezzacoda, pronta a lanciarsi nella nuova sfida e brillare davanti agli occhi di sua madre.

CITAZIONE

3937

13831

2599695

19412391

359312695

1597545945

5957194934 3549611

7125525 41 62394912695


- Ecco fatto! -

Porse il foglio di pergamena alla Preside una volta che ebbe terminato, gli occhi che le brillavano per la determinazione. Aveva cercato di mantenersi entro i cinque secondi tra una parola e l'altra, come da istruzioni. Imparare a memoria la Tabella Aritmantica era stata una vera e propria sfida, specie in quel periodo in cui, preparando i M.A.G.O., stava cercando di inculcarsi più nozioni possibili nel cervello. Quel Corso Pupillo, tuttavia, meritava di portare via tempo e concentrazione dagli esami finali. Lo stesso professor Hawkins, detestabile sempre e comunque, si era congratulata pubblicamente con lei. Sugar alzò il mento, pienamente consapevole che quel giorno le sarebbe appartenuto. I concetti nuovi che attendevano di essere sviscerati da lei non potevano spaventarla; Sugar non vedeva l'ora di proseguire oltre quella prima prova.
 
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view post Posted on 29/1/2019, 01:29
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Quella era la parte facile, naturalmente: era stata designata per esserlo, ma una semplice esercitazione di quel tipo poteva già dire molto sulle attitudini e sulla disposizione dello studente, ed era ciò che l'Aritmante aveva bisogno di verificare in quel momento cruciale. Nell'esperienza di Kedavra alcuni allievi temevano compiti puramente mnemonici come l'apprendimento della Tabella Aritmantica - qualcosa che velocizzava enormemente il processo di traslazione, e dunque, virtualmente, qualsiasi metodologia Avanzata e non - mentre ad altri veniva perfettamente spontaneo proprio per quel motivo. Da studentessa, Kedavra aveva trovato scomodo ricorrere alla consultazione della Tabella, e l'apprendimento mnemonico era stato quasi automatico, appena si era appassionata alla materia.
Non era soltanto all'esito degli esercizi che Kedavra era interessata; anzi, si poteva dire che in quel momento stesse guardando tutt'altro.
Sugar era stata un interrogativo, quando aveva messo piede a Hogwarts: la Preside non avrebbe saputo dire se la sua fierezza, il suo sentirsi speciale e privilegiata avrebbero retto alla prova di sette anni passati in una classe affollata, a essere soltanto un viso in mezzo ad altri, una delle tante storie in un libro voluminoso e ricco di personaggi. Forse aveva creduto (sperato?) che si verificasse una qualche evoluzione che la portasse a divenire più umile, ma chiunque avrebbe potuto vedere la Serpeverde entrare a testa alta nell'Aula di Aritmanzia, prendere posto con la schiena perfettamente diritta e svolgere il suo esercizio con orgoglio e dire che quel cambiamento non si era verificato.
Come madre, Kedavra non sapeva cosa provare al riguardo. Tutto ruotava intorno all'interpretazione di quell'atteggiamento, e il fatto che la sua superbia non si fosse scalfita sembrava indicare con più decisione un'interpretazione che aveva già accarezzato. Si trattava di una corazza, di una difesa.
Mentre la guardava scribacchiare con efficienza, l'Aritmante non poté fare a meno di pensare che quel Corso le avrebbe richiesto di provare qualcosa di autentico, di trovrsi davanti a reazioni umane e spaventose. Sugar avrebbe conosciuto se stessa, in uno dei loro sabati insieme; ciò che non era ancora accaduto fino a quel momento stava per avvenire, e forse sarebbe stata la crescita più grande e segnante che avrebbe conosciuto tra quelle mura, prima di lasciarle definitivamente.
È troppo in fretta.
Era possibile rallentare un cambiamento, anche volendolo? Si sarebbe fatta quegli scrupoli, se si fosse trovata davanti a un altro studente?
Poteva dire di conoscere sua figlia meglio di quanto avesse conosciuto Zerby o Aryanne, all'epoca dei loro Corsi?
Prese la pergamena che Sugar le porgeva e si impose di riscuotersi per esaminare la prova con lucidità. Controllò le traduzioni una a una, ripercorrendo la Tabella Aritmantica nella sua testa. Sugar si era mantenuta entro i tempi imposti e non aveva compiuto errori. Negli occhi azzurri ed elettrici della diciassettenne, molto più grandi e bramosi dei suoi, Kedavra poteva leggere un'intensa volontà di proseguire.
Dopotutto, quella parte della lezione doveva esserle sembrata simile a ciò che veniva richiesto ai suoi compagni meno esperti, e ciò da cui erano partite le Pupille precedenti. Doveva avere provato una punta di frustrazione, e l'aveva celata dietro nuovi, più abbondanti strati di fierezza.

- È un buon lavoro.

Commentò, restituendole il foglio. Non la incoraggiò con troppi sorrisi: si era trattato in effetti di richieste basilari. Ben presto Aryanne sarebbe arrivata per condurre un proseguimento di quel ripasso iniziale, e Sugar avrebbe dovuto combattere ancora contro la propria impazienza. Fugacemente, Kedavra si chiese se il ruolo ufficiale di Aryanne Wolfe come sua Assistente gliela rendesse sgradevole, o piuttosto qualcuna da ammirare, anche se quel quesito ne nascondeva uno più profondo.
Sei qui per l'Aritmanzia, Sugar? È davvero questo che vuoi? O vuoi soltanto essere speciale?
In Aritmanzia non esistevano prescelti, ma come qualunque disciplina magica a livello avanzato, pretendeva una certa dedizione, per non dire una vera e propria esclusività. Sugar non aveva ancora finito di distinguersi; forse non aveva ancora cominciato.

- Che cosa c'è al cuore dell'Aritmanzia, Sugar?

Forse non avrebbe fatto quella domanda ad altri Pupilli, o forse si sarebbe approcciata a loro in quello stesso modo, se avesse avvertito le medesime necessità. Non di meno, Kedavra fissò la figlia negli occhi, pronta a registrare la sua risposta e, soprattutto, le sue reazioni a quella domanda inaspettata.

-Kedavra
 
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view post Posted on 3/2/2019, 18:49
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Le labbra di Sugar si assottigliarono. Era un ottimo lavoro! Sua madre, era chiaro, non voleva darle segnali troppo positivi, decidendo di rimanere neutrale davanti ai suoi successi o insuccessi. Sugar raddrizzò la schiena, solenne. Non avrebbe ceduto terreno a quelle insicurezze, avrebbe strappato complimenti più decisivi con le prossime domande. Le sue risposte sarebbero state talmente brillanti che Kedavra avrebbe dovuto appendere una targhetta commemorativa sopra alla lavagna nell'aula. S. Mandylion, la Pupilla Più Brillante. Oh si, non avrebbe potuto negarglielo, nemmeno con i suoi commenti che classificavano il suo lavoro come semplicemente "buono". Non era arrivata sin lì limitandosi ad essere "buona", no, Sugar era stata eccellente. Straordinaria. Ottima. Ottimale. Sensazionale.
Nulla di quello che lei faceva era buono o semplice.
Il cipiglio combattivo e testardo rischiò di svanire del tutto davanti alla domanda successiva. Non si trattava di una prova pratica e nemmeno di un quesito che le avrebbe richiesto di scavare nella memoria degli appunti sulle lezioni per individuare la risposta corretta.
Ma non è giusto! pensò capricciosamente, fissando sua madre negli occhi. Lo aveva fatto apposta perchè aveva capito, forse dal Corso Estivo stesso, che Sugar prediligeva la solidità della conoscenza oggettiva, quella che poteva trovare all'interno di un libro, quella che poteva sbattere in faccia alle persone. In quel momento e in quella sede, Kedavra le stava chiedendo di fare qualcosa di incredibilmente più complesso, ovvero ragionare. Non era mai stata brava in questo, era molto meglio lasciarsi andare ad impulsi ben meno pensati e più istintivi, come quelli che ribollivano nelle sue viscere in quel momento, gridando all'ingiustizia. Le labbra sottili s'incurvarono verso il basso e cercò di incoraggiarsi da sola: dopotutto aveva brillantemente intuito la natura del Luogo Aritmantico, il primo esempio di costante in Aritmanzia. Non era stato un libro a condurla a quell'intuizione, e nemmeno un saggio scritto, era stata lei. Lei da sola. Digrignò nervosamente i denti mentre cercava quindi la stessa ispirazione per quella nuova domanda.

- Direi che la ricerca è ciò che troviamo al centro dell'Aritmanzia. - rispose quindi, dando voce ai propri pensieri.

Guardò sua madre e si mosse appena sulla sedia. Se desiderava davvero quella targhetta, Sugar si rese conto che avrebbe dovuto elaborare.

- Non abbiamo un argomento preciso che possa risultare il cuore o il fulcro della disciplina. L'Aritmante indaga, si applica per la scoperta del soggetto aritmantico e di tutte le sue sfaccettature. Ogni metodologia e tipologia di Aritmanzia che conosciamo si propongono come scopo quello di indagare l'individuo ad un livello profondo e spesso celato. Ci troviamo a calcolare i diversi Numeri che ci contraddistinguono e ad esplorarne le relazioni in ambiti diversi. Direi quindi che al cuore dell'Aritmanzia troviamo l'indagine sull'individuo, se non proprio l'individuo stesso. -

Rimase quindi in silenzio osservando avidamente il volto della madre per scovare una qualsiasi anticipazione sulla veridicità di ciò che aveva appena espresso. Poteva aver usufruito di un ragionamento dello stesso tipo della Costante (che, aveva deciso, sarebbe diventata la sua musa per la motivazione di tutti i giorni)? Celò il nervosismo dietro ad una maschera di impassibile solennità e sicurezza. Batté le palpebre e combattè l'impulso di tamburellare con le dita sul banco.
 
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Kedavra poteva quasi avvertire la frustrazione della figlia: paradossalmente, forse l'avrebbe lasciata meno insoddisfatta un fallimento, ma che fosse suo, piuttosto che un'approvazione generica non troppo sbilanciata come quella che aveva ricevuto. Quella domanda priva di risposta ideale doveva servire contemporaneamente a scuoterla dalle sue convinzioni, stabilizzarla nelle sue aspettative per quel Corso e farle aprire gli occhi all'unicità del sentiero che si preparavano a percorrere insieme.
Per incamminarsi su per quella salita, Sugar avrebbe dovuto abbandonare i bagagli di conoscenze superflue e rimanere soltanto con l'essenziale; avrebbe scoperto ben presto che non le servivano scorte o attrezzature. Sarebbe bastata la sua mente.
L'ambizione poteva essere una spinta o un peso che trascina verso il basso. Nelle sue ambizioni, Sugar Mandylion continuava a essere irrealistica e infantile; la sua provenienza privilegiata l'aveva tenuta al sicuro dalle frustrazioni scolastiche, anche quando si erano verificate. Sugar era mossa dal proprio desiderio di essere più degli altri, da tutti i punti di vista, ma quell'anelito era così invasivo da farle rivolgere lo sguardo nella direzione sbagliata: sugli altri, appunto, invece che su se stessa.
Le sue parole esitanti potevano essere corrette teoricamente, ma difettavano di una reale consapevolezza. Poteva essere un marginale problema soltanto all'inizio; vi avrebbero posto rimedio presto.
Non di meno, era importante che Sugar comprendesse come si sarebbero mosse, e ciò, in Aritmanzia, significava quasi sempre scavare molto in profondità.

- "Un livello profondo e molto spesso celato." - citò precisamente dalla sua risposta, ripetendo parte della sua spiegazione ad alta voce. - Che cosa intendi con queste parole?

Incrociò le braccia sulla cattedra.

- Inoltre, parliamo di individui, di Soggetti Aritmantici. Se dovessi scomporre un Soggetto Aritmantico nei suoi elementi fondamentali, che cosa troveresti?

L'introduzione dei termini tecnici della disciplina sarebbe servita a rimanere ancorate alle definizioni anche proseguendo con quelle domande astratte. Intanto, le prime decine di minuti della loro prima lezione erano scorse tra loro. La sua Assistente Aryanne sarebbe arrivata presto, portando con sé nuovi interrogativi, ancora più interni alla materia.
Per il momento, Sugar era ancora sottoposta al suo test iniziale.

-Kedavra
 
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view post Posted on 11/2/2019, 14:33
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Il labbro inferiore di Sugar tremò appena. Quell'inquisizione sembrava fatta apposta per vedere se fosse all'altezza di essere la Pupilla della disciplina. La prospettiva era quasi offensiva, certo che era all'altezza. Non aveva previsto quella serie di fredde e continue domande per metterla alla prova, no. Sugar era entrata in quell'aula convinta di apprendere un'arte segreta che facesse di lei una strega potentissima e invincibile. Come sarebbe potuta diventarlo con quei quesiti di base? Tamburellò nervosamente le dita sul banco mentre si costringeva a riflettere. La sua prima risposta poteva andare bene, a parte un'espressione che sua madre aveva scelto di riportarle. Tuttavia non si sentiva più sicura di prima rispetto alle sue capacità di comporre un ragionamento logico, era troppo impaziente di buttarsi nella pratica e mostrare il proprio valore per fermarsi a pensare. Ne era perfettamente consapevole e non lo aveva mai ritenuto un difetto, quanto un pregio. Altrimenti tanto valeva chiedere di cambiare la propria Casata con quella di Gregory e diventare una Corvonero. In quel momento, il suo lato Corvonero non voleva proprio emergere, si svegliava di malavoglia, sbadigliava e tornava ad addormentarsi.

- Intendo dire che l'Aritmanzia potrebbe portarci a scoprire alcuni aspetti di noi stessi che non ci saremmo aspettati di trovare. E' ciò che fa un'indagine, è in grado di mettere in rilievo qualcosa di apparentemente nascosto, qualcosa che magari non ci aspettavamo, specie se riguarda noi stessi. -

Detto ciò, Sugar raddrizzò la schiena, sicura che non ci fosse niente di sé stessa che dovesse ancora scoprire. Sapeva perfettamente chi era e cosa voleva, ciò la rendeva una Pupilla eccellente.
Almeno, era ciò che credeva lei.

- Un Soggetto Aritmantico potrebbe essere scomposto nelle sue esperienze. Potrebbe infatti essere paragonato ad un insieme di queste e di come il suo presente ne sia influenzato. Se dovessi pensare a come scomporre questo insieme, partirei da questo punto. Essendo l'Aritmanzia un'indagine sull'individuo, vengono considerate quelle esperienze e il loro modo di condizionare il presente e il futuro nelle aspirazioni del Soggetto. E' infatti da questo insieme che si dipanano le sue aspirazioni, influenzate dal passato. Immaginando che il Soggetto Aritmantico sia un muro di mattoni, alla base abbiamo le esperienze che sostengono il presente, la metà del muro, che a sua volta sostiene le aspirazioni, ovvero i mattoni più in alto. Il peso delle aspirazioni viene comunque percepito dalla metà e dalla base del muro, un'influenza sul presente e sul passato. Direi che siano questi gli elementi fondamentali per cui si possa parlare di scomposizione del Soggetto Aritmantico: esperienze, influenze sul presente di quelle esperienze, il presente stesso e le sue aspirazioni future, che vengono influenzate da quel presente e dal passato. -

Scelse di ricorrere ad un'immagine mentale come l'avrebbe dipinta su una delle sue tele, ovvero un muro di mattoni che fosse possibile scomporre per dare ad ogni mattone il proprio significato. Laddove non era sicura del suo ragionamento teorico, l'eco alla sua vocazione da pittrice parve confortarla. Cercò ancora una volta di nascondere la tensione subito prima di sapere se la risposta che aveva dato fosse giusta o meno. Ostentò un'espressione di sicurezza neutrale raddrizzando la schiena, anche se la sua gamba sinistra continuava a far muovere il piede.
 
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Sugar sembrava ambire più a rassicurazioni e lodi che a risposte su se stessa: qualcosa a cui avrebbero dovuto rimediare e, allo stesso tempo, qualcosa su cui soltanto lei poteva lavorare. Se fosse stato possibile intitolare quelle fasi preliminari di ogni Corso Pupillo, Kedavra le avrebbe chiamate "La Resistenza". Veniva appena prima del vero punto focale della serie di lezioni che le avrebbero viste come protagoniste, ovvero "La Ricerca".
Le sue parole avevano più peso delle prime che le aveva riversato addosso, come un torrente in piena; l'impressione era quella di trovarsi sotto una pioggia di frecce, scagliate da qualcuno che sperava di fare una vittima qualunque, la cui identità non aveva importanza. Sugar era concentrata sulle risposte ideali che sua madre avrebbe ammirato come perfette con qualsiasi altro studente, o qualsiasi altro Pupillo; non aveva ancora capito, forse, di quanto quel Corso riguardasse, nella maniera più specifica e Aritmantica possibile, precisamente loro due.
Le risposte che Kedavra si aspettava da sua figlia non erano le stesse che si sarebbe attesa da Zerby, Fos o Aryanne. Quella lezione non era sovrapponibile a nessun'altra e, almeno per quella prima fase, non avrebbe trovato precisi riferimenti scritti in alcun testo o in alcuna sperimentazione.
Erano loro, in quel preciso istante, nell'eccellenza di quell'incontro di contingenze, la sperimentazione.
Non era sempre così, in Aritmanzia? Eppure, non era sempre diverso?

- La differente composizione delle esperienze di un individuo è quanto di più si avvicina al concetto di sacralità, per un Aritmante. - ribatté, intenzionalmente trascurando un commento di merito sulle sue parole. Aveva insegnato a Sugar a camminare sulle sue gambe, molti anni prima; quello che provò mentre ricambiava il suo sguardo e l'assenza di riconoscimenti graffiava la sua osservazione altrimenti neutrale, fu molto simile.
Avrebbe tratto da sola una lode o almeno la conferma che tanto anelava? Avrebbe imparato a sentirsi fiera di se stessa senza cercare quella fiducia in altri?
(In lei?)

- La tua metafora del muro di mattoni. Hai parlato di una costruzione progressiva, e capisco dove tu voglia arrivare. In un certo senso si costruisce sulle esperienze passate, è vero, perché le esperienze successive non possono avere altra base d'appoggio se non quelle che le hanno portate a compiersi. Questo è valido a livello universale, macroscopico. Potremmo dire probabilistico. Per esempio, se a un certo punto della tua vita prendessi la decisione di intraprendere la carriera di Spezzaincantesimi, il tuo lavoro potrebbe portarti a fare ricerche sulla magia ancora viva in un'antica piramide Maya. Potrebbe portarti laggiù, a entrare in una simile piramide per proseguire le tue sperimentazioni. Il mattone "ingresso in una piramide Maya" poggerebbe direttamente su "decisione di diventare Spezzaincantesimi" e su molti altri, come i mattoni relativi ai tuoi studi, ai tuoi risultati scolastici, forse anche su quelli relativi alla tua vita sentimentale. Tuttavia, siamo sicuri che siano soltanto Spezzaincantesimi a poter entrare in una piramide Maya? Ovviamente no. Avremmo studiosi, Stagisti, ladri di tesori, turisti: dunque lo stesso mattone, quello dell'ingresso nella piramide, poggerebbe per questi Soggetti Aritmantici su mattoni diversi dal tuo, che niente avrebbero a che fare con la carriera "Spezzaincantesimi". Allo stesso tempo, potremmo avere Spezzaincantesimi che hanno una base di mattoni simile a quella che hai tu, ma che si trovano invece inviati in una spedizione sui fondali del Mare di Bering, alla ricerca di una civiltà magica perduta. Lo stesso mattone vi avrebbe portato ad accumulare esperienze completamente diverse.

Continuò a parlare lentamente, ponderando la direzione del discorso.

- Tutto questo può sembrare veniale, finché uno di questi due mattoni non porta a conseguenze macroscopiche, se non proprio drammatiche. Poniamo che la spedizione degli Spezzaincantesimi sui fondali del Mare di Bering finisca in tragedia: tutti vittime di un'antichissima e pericolosa maledizione posta a protezione delle rovine sommerse. Se tu lo venissi a sapere, potresti essere portata a domandarti perché sia capitato a loro, e perché invece la tua spedizione nella piramide Maya abbia avuto un enorme successo, portandoti a essere uno dei nomi più noti della comunità degli Spezzaincantesimi. Questo traguardo sarebbe un altro mattone, che ti condurrebbe a un'altra serie di esperienze probabili; tra queste, inevitabilmente, a un certo punto, verrà quella che condurrà alla tua morte.

Batté le palpebre fissandola con attenzione.

- Non sto parlando necessariamente di una morte accidentale. Ciò che definiamo "morte per cause naturali" non è che la conseguenza di un numero infinito di Scelte e Accidenti. È la conseguenza finale di una lunghissima e imperscrutabile serie di avvenimenti iniziata con la nostra nascita. E in questo i Negromanti si sbagliano: non è interamente al di fuori del nostro controllo.

Si puntellò le labbra con un polpastrello.

- Miss Wolfe sta per arrivare con le sue domande di ripasso. Intanto ti chiedo: basi di mattoni diversi, muri simili; basi diverse, muri differenti. Torniamo all'esempio della piramide Maya e delle rovine sommerse nel Mare di Bering. A migliaia di chilometri di distanza tu e uno Spezzaincantesimi della spedizione subacquea vi trovate a far scattare una trappola: tu senti una botola cedere sotto i tuoi piedi, e il nostro Spezzaincantesimi di Bering si sente avvinghiare le caviglie da un'alga maledetta. Davanti a una così vasta possibilità di scelte che vi hanno condotto lì, e un infinito panorama di futuri possibili, che cos'è che vi accomuna in queste situazioni che sono insieme diverse e simili?

-Kedavra
 
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Non si sentiva affatto brillante. La sua espressione era pura lotta interiore, il suo piede sinistro danzava freneticamente sotto al tavolo e le sue dita tamburellavano senza sosta sulla superficie del banco. Aprì più volte la bocca, sul punto di rispondere, per poi richiuderla subito dopo, chiaramente non convinta dal proprio possibile responso. Era come trovarsi di fronte ad una serie di enigmi senza via di uscita in cui le definizioni imparate e memorizzate non la aiutavano. Sua madre stava mettendo alla prova le sue capacità di ragionamento, qualcosa di totalmente imprevisto, e non stava decisamente andando bene. Digrignò i denti decidendo seduta stante di stare ben lontana da Piramidi Maya o città sottomarine, nonché dalla carriera di Spezzaincantesimi.

- Siamo dove ci troviamo per un addestramento simile, se non uguale. Per trovarci dove ci troviamo, io nella Piramide Maya e lui nel Mare di Bering, ed essere caduti nelle trappole nello stesso esatto secondo... oserei ipotizzare che ci sia qualcosa di più grande all'opera. Il momento della nostra morte, che appartiene al Destino, un punto fermo che potremmo trovarci a condividere proprio in quell'istante. Se questa situazione non è Accidentale, non ho alcuna speranza di influenzarla, poiché la mia fine sarebbe già scritta e decisa. - rispose con tono cupo, chiaramente non concorde con il Destino stesso.

La sua faccia da funerale si sposava benissimo con la piega presa dal discorso. Il suo pensiero ovviamente aveva vagato alla possibilità di estrarre la bacchetta e scagliare un Molliare o un Aresto Momentum mentre cadeva. Dopotutto nessuno aveva detto che la sua bacchetta fosse volata via. Non sarebbe stato abbastanza Aritmantico, tuttavia. Si morse le labbra, cercando di trattenersi. Accettare quel cupo vicolo cieco non faceva per lei, la sua mente era già schizzata alla velocità della luce per analizzare le vie di fuga e le possibilità che avrebbe potuto intraprendere. Il suo collega Spezzaincantesimi sul fondo del mare si sarebbe dovuto arrangiare, se fosse stato brillante come lei avrebbe avuto la stessa prontezza nel Recidere l'alga, portarsi dietro un coltello e un antidoto.

- Potrei scagliare un Molliare sul pavimento o ricorrere ad un Aresto Momentum! - esplose alla fine con voce acuta, incapace di rimanere zitta - Oppure reagire abbastanza in fretta da Smaterializzarmi! E l'altro... be', l'altro, cioè, il mio collega Spezzaincantesimi... hm... dovrebbe pensarci lui e reagire altrettanto prontamente! E' una sua responsabilità! Magari per lui è davvero arrivato Il Momento. O magari si è portato un bezoar considerando l'eventualità, voglio dire... fondali marini inesplorati, chissà che pesci velenosi ci sono laggiù! Io la considererei eccome! -

Accettare non era esattamente un concetto con cui Sugar Mandylion poteva dire di andare d'accordo.
 
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Kedavra si trattenne dallo storcere la bocca: la premessa su Eventi Accidentali e Destino le era sembrata da subito un tentativo di Sugar di ritornare ai più familiari lidi della teoria, ma nel farlo si era allontanata dal punto focale del dialogo su cui avrebbero dovuto concentrarsi.
Su cui l'intera Aritmanzia si concentrava, in effetti. Sugar era in grado di dire di cosa si trattasse, se glielo chiedeva con una domanda diretta. In effetti, lo aveva fatto.

- Devo ammettere che forse ti sei fatta trasportare dalla coincidenza presente nel mio esempio. Non era su quella che volevo portare la tua attenzione. È ininfluente che questi due avvenimenti separati, a te e al tuo distante collega Spezzaincantesimi, siano avvenuti nello stesso momento o a distanza di secoli. Non è ciò che ci importa, e la risposta -- o per meglio dire, ciò che analizzeremo in questo Corso -- non riguarda l'Aritmanzia delle Scelte, anche se questo enigma può essere analizzato attraverso quel filtro teorico.

Aveva ammirato il lancio verso altre branche di Aritmanzia Avanzata, indice di una buona preparazione accademica; tuttavia, nel ricercare un senso al dilemma appellandosi all'Aritmanzia delle Scelte, Sugar aveva fatto lo stesso della sua alter-ego Spezzaincantesimi: cercava di frenare la caduta, anche se nel suo caso la trappola era la pura speculazione che sembrava tanto temere.

- Riformulo, quindi. Immaginiamo due persone con due "mattoni di esperienza", come li hai definiti tu, simili: studi e addestramento che conducano alla carriera di Spezzaincantesimi. Percorsi e missioni diversi, con mattoni diversi. Per toglierci completamente da qualsivoglia coincidenza e non farci distrarre, chi se ne importa: poniamoli a due secoli di distanza. Tu ti imbatti in questa trappola nella Piramide Maya nei giorni nostri, il tuo collega nel mare di Bering ha il suo incidente nel secondo decennio del diciannovesimo secolo. Non c'è nessuna particolare coincidenza, Accidente o Destino all'opera, al di là di quelli che normalmente ammettiamo nella nostra disciplina -- nelle branche di cui hai qualche conoscenza. Mi hai descritto come reagiresti davanti a una simile minaccia, ma ora prova a pensare a quello che farebbe lui. Non mi interessano gli Incantesimi che tu o lui utilizzereste nella tua immaginazione; il punto è che siete entrambi Soggetti Aritmantici. Voglio sapere da te perché agireste in questo modo e voglio capire se tu ritieni che le vostre modalità di azione possano essere teoricamente simili. Abbiamo parlato di scomporre il Soggetto Aritmantico fino a raggiungere i suoi fondamenti, e forse non esiste fondamento più vero e universale di questo. Perché lanceresti un Incantesimo che ti impedisca di cadere nella trappola? Perché il tuo collega dovrebbe premunirsi contro l'eventualità di pesci velenosi? Qual è la volontà di base a tutti questi comportamenti?

La pioggia di domande venne interrotta da un ritmico bussare alla porta. Kedavra mantenne lo sguardo acquamarina fisso su sua figlia mentre invitava Aryanne Wolfe a entrare, ma quando l'Assistente ebbe mosso i primi passi nell'Aula, la Preside volse gli occhi su di lei.

- Oh, benvenuta, Miss Wolfe. Come ti ho anticipato via Gufo, Sugar è la mia Quinta Pupilla; so che hai preparato ottimi quesiti con cui fare un po' di riscaldamento, ma prima vorrei sentire la sua risposta a ciò che le ho appena chiesto. Accomodati.

Appellò una sedia che svolazzò fino a posarsi accanto alla cattedra. Mentre la Pupilla rifletteva, l'Aritmante si preoccupò di riassumere per punti lo svolgersi del discorso e delle domande fino a quel momento con uno schema riassuntivo alla lavagna. Aryanne non era stata resa a parte dell'argomento del Corso, e avrebbe potuto farsi domande sulle medesime questioni.
L'attenzione di entrambe, comunque, tornò ben presto su Sugar.

-Kedavra
 
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view post Posted on 17/2/2019, 17:28
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Il volto di Sugar parve illuminarsi per qualche istante mentre effettivamente non capiva se la sua risposta fosse positiva o negativa. In quel momento accoglieva il dubbio come un alleato, dal momento che lasciava aperta la possibilità che avesse effettivamente formulato un ragionamento corretto. Sorrise soddisfatta, nuovamente motivata mentre il suo piede sinistro continuava la frenetica danza sotto il banco, ma almeno le dita avevano smesso di tamburellare. Si raddrizzò con la schiena mentre ascoltava il nuovo quesito che sua madre le avrebbe posto, trovandolo d'un tratto più accessibile e meno spaventoso.
Lei era Sugar Mandylion e non si sarebbe fatta spaventare da nulla. L'Aritmanzia scorreva potente in lei.
Rivolse un sorriso di superiorità all'Assistente di sua madre, da cui momentaneamente non si sentiva minacciata. Quale modo migliore per salutare lei e le domande di ripasso che le sarebbero presto arrivare (una novità ben accetta in quell'istante). Dunque si voltò nuovamente su Kedavra per dare la sua risposta.

- Potrebbero essere simili poiché si tratterebbe di sopravvivere. Siamo consapevoli di inoltrarci in una zona sconosciuta probabilmente ricca di tranelli e antiche maledizioni. Se non prestiamo cautela e attenzione potremmo rimetterci la vita. Siamo quindi allerta e quando la mia trappola viene fatta scattare e la sua alga lo afferra, entrambi siamo spinti dalla necessità di reagire e sopravvivere. Io lancerei l'Incantesimo aspettandomi che quella botola aperta mi porti a morire per l'impatto con il suolo o magari infilzata da qualcosa posto in fondo. E' più probabile rispetto alla possibilità di aver scoperto un passaggio segreto. La volontà di base per questi comportamenti sarebbe quella di vivere, on in questo caso, sopravvivere. In quel momento probabilmente non ci ricorderemmo dei nostri obbiettivi, la priorità sarebbe data al pericolo e alla necessità di superarlo. Una volta oltrepassato l'ostacolo potremmo tornare a preoccuparci del nostro obbiettivo, ovvero recuperare tutto quell'insieme di esperienze e aspirazioni che ci hanno condotto a quel momento. -

Nel momento in cui la vita sarebbe stata in pericolo, probabilmente quel muro che aveva precedentemente descritto si sarebbe scomposto. L'istinto di sopravvivenza sarebbe stato più forte di tutto il resto e Sugar si sarebbe trovata ad agire solo in base a questo. Si trattava di un impulso più forte che effettivamente costituiva la base di ogni essere umano.

- In breve, agirei in base all'istinto di sopravvivenza, senza pensare ad altro se non alla necessità di uscirne viva. Forse alcuni fattori influirebbero sulla scelta dell'Incantesimo che mi consenta di rimanere in vita, forse ricorrerei al mio addestramento, anche se in quell'istante penso agirei in base ad un impulso più che ad un ragionamento vero e proprio, un riflesso che si trova già dentro di me e che potrebbe essere stato affilato dai miei studi. - disse quindi, continuando a guardare Kedavra negli occhi.
 
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Trovarsi a ricoprire il ruolo di una figura intermedia - né studentessa né docente - riempiva Aryanne di un’eccitazione educata. Il privilegio di affiancare Kedavra durante la diramazione di un Corso Pupillo era per lei inestimabile, poiché si sarebbe trovata nella posizione di poter assistere quasi dietro le quinte al magico processo che a lei aveva regalato tanto quando era ancora avvolta nella divisa rosso-oro. Nondimeno, non conoscendo i dettagli di ciò che la Mandylion aveva intenzione di esplorare in compagnia della sua Pupilla, poteva porsi con sincera spontaneità e curiosità tutti gli interrogativi che avrebbero attraversato la mente di Sugar. Si preannunciava un’esperienza appagante e lei, per non perdersene neanche una virgola, aveva eccezionalmente inforcato gli occhiali da lettura fin dal risveglio.
Aveva lasciato la Biblioteca nelle mani di Morgana, Scribbulus alle sapienti cure dei suoi aiutanti e Bridget Wenlock in compagnia di Mayhem. Non c’erano né individui né posti che avessero bisogno della sua presenza. Poteva assentarsi per ore e nessuno avrebbe reclamato la sua attenzione: quella giornata esisteva esclusivamente per Kedavra, Sugar e l’Aritmanzia. Aryanne scoprì presto che il solo pensiero di essere completamente proiettata verso la disciplina donava una certa leggerezza al suo passo e le solleticava lo stomaco.
Il tintinnio proveniente dalla Borsa Infinita denunciava la presenza di varie boccette d’inchiostro; cozzavano a intermittenza tra loro, talvolta attutite dalle pergamene che s’infilavano tra le ampolle panciute. Avvolta in un’incredibilmente sobria veste da strega color pervinca, arrivò davanti all’aula di Aritmanzia. Fece scricchiolare le dita delle mani piegandole dopo aver schiacciato le nocche; prese un respiro profondo, lisciò le pieghe dell’abito e bussò contro il legno della porta.
Invitata a entrare, si fece largo nel locale e indossò un gran sorriso non appena scorse le due figure femminili che da sole sembravano riempire l’intera stanza.

– Buongiorno Professoressa e buongiorno Sugar! Complimenti per essere stata scelta come Quinta Pupilla – salutò allegra, prendendo posto sulla sedia accanto alla cattedra. Estrasse dalla borsa una Penna Prendiappunti pronta a vergare le parole della risposta della Pupilla, mentre lei socchiudeva gli occhi per osservare e assimilare lo schema riassuntivo tracciato alla lavagna. Lo fece con rapidità, poiché non si sarebbe accontentata del verbale stilato dalla piuma verde acido: voleva fortissimamente essere presente nel momento. Viverlo appieno, berlo fino all’ultima goccia e poi, magari, leccare il fondo del bicchiere.
Attese che Sugar terminasse di parlare e considerò per un momento la sua risposta alla luce di ciò che aveva letto alla lavagna. Corrugò le sopracciglia, scoprendo una voglia - immediatamente soppressa - di lanciarsi a sua volta in ipotesi varie, dunque prese la parola.
Si sentì quasi un’intrusa in quel momento di intensi scambi di sguardi, ma il tre era un bel numero. O almeno così si disse.

– Come prima domanda del ripasso, vorrei che mi spiegassi perché si è reso fondamentale fare una distinzione tra Stato Attuale e Stato Contingente. Definisci il secondo, poi, e spiega in che modo si rapporta all’individuo. – Annuì e si preparò ad ascoltare la risposta. Guardò di sottecchi la Penna Prendiappunti che viaggiava sulla pergamena, scaricandole addosso parole d’inchiostro.
Una volta arrestatosi il moto del discorso della Pupilla e, conseguentemente, quello della piuma, aggiunse il secondo quesito.

– Proviamo ora a fare qualche passo in più. Considerato che la realizzazione del Sogno Anelito è ritenuta l’arrivo alla realizzazione personale del soggetto aritmantico - ovviamente secondo il personalissimo punto di vista di quest’ultimo - ritieni che una volta scoperto il proprio Sogno Anelito il soggetto sia destinato a tentare di far sì che si avveri, inconsciamente o meno? Dunque la consapevolezza di sé e dei propri desideri influenza il percorso interiore di chi li conosce senza ombra di dubbio? È possibile che un soggetto aritmantico giunto al tramonto della propria vita senza aver realizzato il Sogno Anelito rivelato in passato si trovi a desiderare di non averlo mai scoperto; a tuo parere, considerato che l’Aritmanzia si concentra sull’individuo, sarebbe più saggio nascondergli il suo Sogno Anelito al fine di non creare in lui insoddisfazione? – Inclinò il capo d’un lato e inforcò i grandi occhiali rotondi sul dorso nasale, tenendo gli occhi paludosi sul volto della giovane Mandylion.
 
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view post Posted on 21/2/2019, 13:27
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Sugar accolse l'Assistente Wolfe con un brillìo negli occhi azzurri. Ripasso. Una vera sfida in cui sentiva di poter competere con entrambi i piedi ben piantati a terra. I ragionamenti le davano sempre l'impressione di cadere nel vuoto se non avesse afferrato la corda giusta per sostenersi, ma il ripasso poteva avere basi solide e, soprattutto, un palco su cui farla splendere. Sorrise quindi alla bibliotecaria, sicura, tamburellando nuovamente sulla superficie del banco.

- Lo Stato Attuale può essere definito come lo stato presente dell'individuo; ogni branca dell'Aritmanzia Avanzata si riferisce ad informazioni che siano imputate all'Aritmanzia Semplice e non soltanto al contesto. Lo Stato Attuale risulta un concetto incompleto dal momento che si riferisce ad un momento fugace che rappresenti l'individuo; questo momento è percepito come ancora più inaccessibile rispetto allo Stato Originario. Lo Stato Contingente è definito in Aritmanzia come l'insieme di caratteristiche dell'individuo che raccolgano le influenze delle esperienze vissute (quindi nel passato), le influenze del contesto presente e le loro conseguenze nel futuro, nonché le tracce dello Stato Originario. Lo Stato Contingente è un concetto più completo ed esaustivo rispetto allo Stato Attuale. La Contingenza di Jensen non viene basata sul contesto, dal momento che questo è in continuo mutamento e non può essere definito, a differenza delle influenze sull'individuo. Il momento, lo Stato Attuale, il contesto, non possono essere arrestati, mentre le conseguenze di quell'istante fugace e il segno che quel contesto lascia sono le basi per lo Stato Contingente. -

Sugar sorrise lieta di trovarsi finalmente a rispondere a domande che si riferissero ad appunti e libri di testo. La sicurezza data da quelle informazioni solide che avrebbe potuto recitare come se avesse il libro davanti era impagabile. Era come riemergere dal Mare di Bering e respirare una boccata d'aria fresca dopo essersi spremute le meningi alla ricerca di un ragionamento intuitivo.

- Ritengo sia molto probabile, sia a livello inconscio sia ad un livello più consapevole. Il Sogno Anelito rappresenta il futuro percepito dall'individuo, l'insieme di desideri e timori, ciò che l'individuo desidera con tutto sé stesso e per questo motivo non può essere definito puro in assoluto. Il Sogno Anelito può avere origini anche da motivazioni negative.
Si tratta di una forte ambizione in grado di influenzare i nostri progetti futuri, difatti la sua caratteristica fondamentale è la sua intensità. Questa risulta proporzionale alla felicità che l'individuo sarebbe portato a percepire se riuscisse a realizzare il suo Sogno Anelito. Chi non vorrebbe provare un tale livello di soddisfazione, realizzazione e contentezza? La conoscenza del proprio Sogno Anelito può avere conseguenze straordinarie per l'individuo, arrivando a modificarne la Contingenza. Questa è influenzata da un numero di variabili incalcolabile, tra cui, appunto, i Sogni Aneliti che sono una parte di cui l'individuo può essere cosciente. La scoperta e la presa di coscienza di un Sogno Anelito può arrivare a scuotere l'individuo in modo determinante. Secondo l'Aritmanzia, siamo definiti dai Sogni Aneliti, e sulla possibilità di poterli scoprire si dibatte da lungo tempo. La Corrente Contestualizzante sostiene sia da considerare il desiderio classificato come Anelito, mentre altri dibattono l'eccessiva similitudine al procedimento per i Sogni Onirici, che quindi invaliderebbe i calcoli. Non sembrerebbe esistere una risposta che sia riconosciuta come valida a livello universale, sono davvero poche le persone che siano riuscite a compiere la Resa Aritmantica dei Sogni Aneliti. Si tratta di un concetto molto nascosto, personale, che talvolta può emergere solo grazie a strumenti quale lo Specchio delle Brame. -

Fece una pausa, ponderando sulle parole appena pronunciate e su quelle che avrebbe dovuto pronunciare per l'ultimo quesito posto da Madama Wolfe.

- Sarei propensa a rispondere sì. Come ho detto, la scoperta del Sogno Anelito può comportare conseguenze molto forti e sconvolgenti nell'individuo, e sarebbe probabile che, non riuscendo a realizzarlo, percepirebbe la sua vita possa come insoddisfacente. Una volta scoperto il Sogno Anelito non si torna indietro, non si tratta di un semplice desiderio o un capriccio che possiamo superare quando non sia realizzabile. Non sono certa si tratti di "saggezza" nel nascondergli il Sogno Anelito, dal momento che la realizzazione dello stesso dipende dall'individuo, dal suo impegno e dalle sue scelte, ma di sicuro può essere caritatevole se non ci siano le condizioni per poterlo realizzare. Ritengo sia comunque possibile vivere una vita perfettamente soddisfacente rimanendo all'oscuro del Sogno Anelito, mentre non considero possibile il contrario. -
 
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view post Posted on 27/2/2019, 00:38
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Un impercettibile cenno del capo seguì le parole di Sugar, la quale, osservando attentamente l'espressione materna, vi avrebbe potuto cogliere un lampo di trionfo che forse la figlia stessa avrebbe ricambiato. Lo sguardo di Kedavra si spostò sull'Assistente alla Cattedra, e la sua soddisfazione si accentuò. L'Aritmante non lo aveva mai nascosto a se stessa, e sospettava che anche Sugar, in fondo, lo sapesse: l'avrebbe riempita di orgoglio vedere la figlia calcare gli stessi passi della Wolfe, e l'avrebbe resa fiera vederle lavorare insieme. La Preside dovette frenarsi dall'immaginare le scoperte che avrebbero potuto compiere insieme, loro tre insieme a Zerby; era certa che le loro menti avrebbero potuto raggiungere vette inesplorate nella materia.
Ovviamente, la mente di Sugar doveva ancora essere messa alla prova; ma lei e l'Assistente Wolfe avevano già cominciato a testarla nel modo giusto.
Era bello vedere Aryanne di nuovo nell'Aula, anche se naturalmente non era la prima volta che lavorava tra quelle mura dopo la sua assunzione. Sugar sarebbe stata comunque la sua prima esperienza con un Pupillo. Forse Sugar non lo immaginava, ma quell'evento era importante anche per la giovane donna che le stava ponendo le sue acute domande di ripasso.

- Lascerò che sia Miss Wolfe a valutare i quesiti che ti ha posto.

Annunciò in tono garbato, chinando appena il capo in direzione di Aryanne.

- Ma le tue risposte si inseriscono bene nel nostro ragionamento. - accennò alla lavagna alle sue spalle, un gesto rivolto specialmente all'Assistente, che doveva recuperare il percorso mentale che Kedavra e Sugar avevano compiuto in sua assenza.

- "Istinto di sopravvivenza". In Aritmanzia tutto si definisce in base al suo grado di Contingenza, potremmo dire. Ogni istante di ogni situazione, secondo l'Aritmanzia, è altamente specifico; si tratta della combinazione unica e irripetibile di un numero inconcepibile, ma finito, di variabili. Miss Wolfe se ne ricorderà: abbiamo affrontato un discorso simile all'inizio del suo Corso Pupillo. In quest'ottica, Sugar, come classificheresti l'istinto di sopravvivenza? Dove si pone, tra un estremo di ampia comunanza tra ogni essere umano e uno di altissima specificità di un dato individuo, in una data situazione? E lei, Miss Wolfe, come semplificherebbe il concetto che ho appena espresso?

Forse Sugar sarebbe stata in grado di semplificarlo da sola, e ovviamente non era importante l'ordine delle risposte.
La natura delle risposte, il loro contenuto... quelli erano invece fondamentali.

-Kedavra
 
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view post Posted on 2/3/2019, 15:08
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La testa di Sugar scattò da sua madre all'Assistente Wolfe, poi nuovamente a sua madre. Le stava mettendo in competizione? Stava includendo anche la Bibliotecaria nel suo Corso Pupillo? Come aveva osato? Aryanne Wolfe lo aveva già avuto il suo Corso, adesso era il turno di Sugar, nessuno poteva reclamare il suo diritto di non sapere da che parte girarsi con i ragionamenti. L'attenzione doveva essere su di lei, era Sugar la Pupilla in quel momento. Scoccò ad Aryanne un'occhiata gelosa e competitiva, le meningi che schizzavano alla velocità della luce nel tentativo di anticipare una risposta migliore e più completa che si guadagnasse la piena approvazione di sua madre senza lasciarne alcuna per Aryanne.
Dominò l'impulso di alzare la mano come quando si trovava a lezione, anche se avrebbe conferito una certa ufficialità al suo responso. Sarebbe stato stupido, c'erano solo loro tre presenti nell'aula, era ovvio che non esisteva un vero ordine di precedenza.

- Credo che si possa parlare di Istinto di Sopravvivenza sia nello Stato Attuale sia nello Stato Contingente. Si tratta di un concetto che risiede in ciascuno di noi ma che arriva a manifestarsi chiaramente in un momento preciso, fugace come da definizione dello Stato Attuale. Potrebbe essere una traccia dello Stato Originario, che quindi è raccolta nello Stato Contingente. Ogni istante in Aritmanzia è altamente specifico, irripetibile e unico, ma l'Istinto di Sopravvivenza potrebbe collocarsi al di là di questo orizzonte di momenti specifici, una sorta di sfondo che sia pronto ad emergere in situazioni particolari per esercitare una potente influenza sulle nostre azioni e sulle nostre scelte. -

Alzò il mento con aria fiera, ripensando al giudizio dato da Kedavra su quanto bene si incastrassero le sue precedenti risposte all'interno del ragionamento. Quindi proseguì ragionando sulla seconda parte della domanda. Non sarebbe stato facile dal momento che non era sicura di aver compreso pienamente gli estremi appena riportati.

- L'Istinto di Sopravvivenza è insito in ciascuno di noi, per questo motivo si può dire che sia comune ad ogni individuo. Al contempo, non emerge allo stesso modo: penso che in una situazione di particolare e uguale pericolo, due individui possano essere portati a reagire in maniera differente. Ricollegandomi all'esempio precedente della piramide Maya, se mi trovassi con un collega al di sopra della botola che si apre all'improvviso, io potrei essere portata a pensare immediatamente ad un incantesimo per salvarmi e non cadere, il mio collega può invece pensare di aver scoperto un passaggio segreto e quindi decide di lasciarsi cadere. In seguito, davanti ad un'esplosione imminente, io potrei pensare di ricorrere a qualche incantesimo che mi ripari dai detriti, mentre un'altra persona magari cercherebbe velocemente rifugio dietro a qualche colonna o statua. O ancora, se ci trovassimo davanti ad un ordigno in grado di scatenare una qualche maledizione e non fosse possibile contenerlo, alcuni potrebbero tentare la fuga mentre qualcuno potrebbe sopprimere l'Istinto di Sopravvivenza per portare l'ordigno più in profondità, dove possa scatenarsi causando meno danni possibili, ovvero sacrificarsi. -

Poco ma sicuro, Sugar non avrebbe mai scelto di portare un ordigno nelle profondità di una piramide Maya mentre tutti gli altri si davano alla fuga; probabilmente avrebbe imprecato lanciandolo dietro ai colleghi. Non sarebbe stato giusto morire da sola mentre gli altri si comportavano da vigliacchi.

- Direi che si può quindi parlare di un giusto mezzo tra i due estremi di ampia comunanza e altissima specificità. L'Istinto di Sopravvivenza è comune a tutti, ma può manifestarsi in maniera differente per ogni individuo. Non credo si possa parlare propriamente di riflessione in quanto agiamo per impulso quando si tratta di salvarci la vita. Tuttavia è possibile che anche l'Istinto di Sopravvivenza possa venire influenzato dalle nostre esperienze. Come ho detto nel secondo esempio, posso ricordarmi di aver appreso specifici incantesimi che in una situazione di pericolo possano salvarmi la vita. In questo senso, il mio addestramento influenza il mio Istinto di Sopravvivenza. -

Abbastanza soddisfatta di sé stessa, Sugar terminò il proprio discorso ed attese il giudizio di sua madre. Si trattenne a stento, di nuovo, dal volgere uno sguardo di rivalità e superiorità alla signorina Wolfe; era certa che non avrebbe mai saputo dare una risposta brillante come quella. Sarebbe stata Sugar la regina indiscussa di quel Corso Pupillo, Aryanne Wolfe non le avrebbe portato via quel trono.
Oh, come avrebbe desiderato rivolgerle una smorfia.
 
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view post Posted on 8/3/2019, 13:29
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Annuì, ascoltando la prima risposta di Sugar alle domande di ripasso che le aveva posto. La Pupilla era stata precisa e si era dimostrata preparata, proprio come ci si sarebbe aspettati da un’aspirante Aritmante del suo rango. Essere scelti per seguire un percorso con Kedavra era un onore del quale era necessario dimostrarsi degni e, per ciò che Aryanne aveva potuto vedere fino a quel momento, la giovane Mandylion lo era.
La seconda domanda, forse più astratta e di certo più complessa, poiché non richiedeva una risposta che fosse contenuta in una serie di concetti già esplicati a lezione, conteneva in sé un terzetto di micro-quesiti che la Wolfe valutò attentamente. I primi due prevedevano risposte più oggettive, mentre il terzo portava con sé una richiesta di motivazioni ben più personali da parte della Serpeverde. Aryanne abbassò lo sguardo per un momento, prima di rialzarlo sulla studentessa dopo una breve riflessione.

– Molto bene, brava! Non c’era una risposta ben definita all’ultima domanda, perché ho chiesto un tuo parere. Però vorrei solo proporti uno spunto di riflessione, piuttosto che una correzione: sarebbe aritmanticamente molto interessante assistere alle svolte che la vita di un soggetto aritmantico prenderebbe, dopo la rivelazione del Sogno Anelito. Pur di fronte all’impossibilità di realizzarlo, egli sarebbe portato - inconsciamente o meno - a modificare il proprio comportamento pur di provare almeno ad avvicinarsi al raggiungimento di quella che egli vede come la massima felicità. E poiché l’Aritmanzia ruota tutta intorno all’individuo, per chi la studia sarebbe di enorme valore aritmantico anche un fallimento, poiché esso scatenerebbe nel soggetto una serie di cambiamenti e conseguenze che costituirebbero di per sé oggetto di studio e osservazione, senza bisogno che il Sogno Anelito venga effettivamente realizzato. Oltre a questo, anche comparare i comportamenti mantenuti dal soggetto fino alla rivelazione del Sogno Anelito con quelli assunti dopo la sua scoperta costituisce uno spunto d’indagine di enorme interesse per chiunque voglia studiare il soggetto aritmantico.

Seduta sulla sedia accanto alla cattedra, poteva dirsi ben soddisfatta. Ascoltò dunque la successiva domanda di Kedavra e, quando venne chiamata in causa, inarcò le sopracciglia e si preparò a rispondere.

– Uhm, credo di essere quasi del tutto d’accordo con Sugar. “Quasi”, perché sarei più propensa a classificare l’istinto di sopravvivenza come “di ampia comunanza”, senza vie di mezzo. Semplificando il concetto, direi che l’istinto di sopravvivenza è comune a ognuno di noi tanto quanto i cinque sensi fondamentali. La soggettività insita nei metodi con i quali una persona decide di applicare il proprio istinto di sopravvivenza è basata sulla preparazione - che incide nelle metodologie che vengono applicate per sopravvivere - e l’indole del soggetto - che deciderà se reagire con una fuga o un contrattacco, per esempio - proprio come la risposta agli stimoli sensoriali che riceviamo dai nostri cinque sensi. Ciò che vediamo, sentiamo, gustiamo, tocchiamo e udiamo è comune a ognuno di noi, ma la nostra reazione varia sulla base di ciò che abbiamo vissuto, che a sua volta ha contribuito a formare la nostra indole. In caso dovessimo trovarci in una situazione dove l’istinto di sopravvivenza prende il comando, lo scopo comune di ogni soggetto coinvolto sarebbe sì sopravvivere, ma ognuno lo farebbe a modo proprio, esattamente come gustando un bicchiere di succo di zucca c’è chi potrà trovarlo nauseante e chi delizioso. La reazione allo stimolo è diversa, ma la base - ovvero il senso del gusto - è comune. Proprio come nel caso dell’istinto di sopravvivenza.

Aggrottò le sopracciglia, rivolgendo uno sguardo dubbioso a Kedavra. Non era mai stata brava a semplificare le cose - piuttosto il contrario, in effetti - ma l’atmosfera del Corso Pupillo era elettrizzante e ispirante. Non temeva dunque di essere rimproverata per aver sbagliato la risposta, ma era piuttosto curiosa di sapere cosa sarebbe scaturito nell’interessante dibattito in corso in seguito alle sue considerazioni. Cos’avesse in serbo la Mandylion per la sua quinta Pupilla, poi, era tutto da vedere e Aryanne non stava nella pelle.
Osservò la Penna Prendiappunti tutta intenta a vergare sulla pergamena le parole che saettavano da una bocca all’altra; le rivolse un lieve cenno d’approvazione quando stampò un piccolo punto circolare in fondo al discorso appena trascritto.
 
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