Zerby Maranta non si era presentata a quella lezione con una tabula rasa al posto della mente: si era portata appresso le proprie conoscenze, le proprie convinzioni, e adesso le stava applicando via via che il discorso continuava e l'argomento prendeva forma. In qualche modo, Kedavra sentiva che quelle non erano le risposte che uno qualunque dei suoi studenti avrebbe potuto fornirle; in Zerby era evidente, più che in altri, quella commistione di Stato Originario e Stato Attuale che in altri era più celata, o addirittura negata. I suoi calcoli aritmantici sulla sua futura Pupilla si stavano rivelando coincidenti con la realtà delle cose, ma non era questo a stupirla. Se mai, la stupiva il fatto che avessero rivelato un'immagine infinitamente più semplice, bidimensionale, della complessità di Zerby, che in quel momento dimostrava quanto l'Aritmanzia stessa, per quanto complessa, si rivelasse comunque insufficiente a dipingere una persona nella sua interezza.
Poteva essere un concetto banale, ma dall'esperienza dell'Aritmante, ciò non valeva allo stesso modo con tutti.
La sua Pupilla non si limitava a sbrogliare i suoi quesiti, ma andava molto oltre. Era come se si trovassero entrambe su un torrente in piena che fosse possibile attraversare soltanto costruendo un percorso di rocce: la Preside aveva ben presto scoperto di non essere l'unica a poter posare quelle mattonelle. A dire la verità, anche lei camminava su quelle lasciate da Zerby, proprio come faceva l'altra; per avanzare, avevano bisogno dell'armonia delle loro menti.
-Se un Babbano si recasse nella nostra biblioteca e incontrasse uno dei libri della Sezione Probita, per esempio il Libro Saltellante o il Libro Dentato, potrebbe pensare di avere davanti qualcosa di vivo, non un semplice oggetto. Le cose, nel mondo dei Babbani, sono infatti inanimate, a meno che non venga immessa in esse l'elettricità. Noi, invece, sappiamo che uno di quei libri è esattamente come un computer: si muove, sembra avere una volontà propria, perché è animato dalla magia, come un aggeggio elettrico è animato dall'elettricità. Vi sono stati compiuti degli Incantesimi. Ovviamente esistono alcuni antichi manufatti che possiedono una magia propria, e possono essere considerati in un certo senso vivi; ma a parte queste eccezioni, tutto ciò che appare vivo nel mondo degli oggetti dei maghi è tale per via della magia. La stragrande maggioranza della magia viene compiuta per mezzo di una bacchetta. Capisci dove voglio arrivare?
Si strinse nelle spalle, giocherellando con il proprio catalizzatore.
-Se quasi tutto ciò che è magico è tale grazie agli Incantesimi compiuti da una bacchetta...
da dove deriva la magia della bacchetta?
Allargò gli occhi.
-Questo è il corrispondente magico dell'indovinello dell'uovo e della gallina, nonché uno dei più grandi misteri della bacchettologia, se non il più grande. Cosa rese magica la prima bacchetta che venne mai costruita? Fu magia accidentale? Fu qualche altra forma di magia, oggi inesistente?
Esisteva la magia prima delle bacchette? Certo, ovviamente esisteva. Abbiamo detto che la bacchetta è un catalizzatore, ma non bisogna dimenticare che si tratti comunque del punto di partenza di praticamente tutto ciò che di magico incontriamo ogni giorno. Le scale di Hogwarts si muovono perché i Fondatori hanno eseguito una serie di Incantesimi su di esse. Hogwarts risulta invisibile ai Babbani per lo stesso motivo. Hogwarts è protetta da un lungo elenco di Incantesimi che tutti i Presidi devono rinnovare periodicamente. Questa scuola è un luogo in cui si è concentrata così tanta magia nel corso di più di mille anni, che ormai può essere considerata magica di per sé. Ma è stata resa tale, probabilmente, da milioni di
queste.
Le mostrò la propria bacchetta.
-La bacchetta è uno di quei rari oggetti, nel mondo magico, a non essere resa magica da nulla. La bacchetta diventa magica nel momento in cui viene creata. Questo la rende qualcosa di unico. Diciamo quindi che se un Babbano vedesse una bacchetta sprizzare scintille e arrivasse a credere di trovarsi davanti a qualcosa di vivo,
avrebbe ragione.
Mosse il catalizzatore e sulla lavagna alle sue spalle comparvero alcune scritte argentate.
CITAZIONE
Aritmanzia delle Bacchette
Stato Attuale = Stato Originario + Contesto (=Incidenze/Variabili Aritmantiche/Variabili Contestuali, ecc.)
Resa di un Incantesimo = Propensione + Contesto
Si voltò a guardare quelle parole solo per un paio di secondi, prima di tornare a fissare Zerby.
-Esaurite le nostre premesse, ci manca un solo anello per congiungerle a come l'Aritmanzia possa avere qualcosa a che fare con le bacchette. Le bacchette sono, in qualche modo, vive. Hanno alcune cose in comune con un essere vivente: hanno ricordi, per esempio, capacità di adattamento, volontà di sopravvivere, una qualche modalità di riconoscimento delle persone e delle circostanze che hanno intorno, esprimono preferenze, possono essere danneggiate -- morire -- in modo irreparabile, e molto altro. Hanno qualcosa in meno rispetto a un essere vivente: non sono praticamente in grado di muoversi, non respirano, non hanno esigenze fisiologiche, non possono morire di vecchiaia... non
parlano. Mmm.
Di nuovo, si puntellò il dito sul labbro inferiore.
-No, nessuno di noi ha mai sentito parlare la propria bacchetta. Eppure... eppure ho visto persone che ci parlano. Anche io, in alcuni situazioni, mi sono ritrovata a rivolgere alla mia bacchetta alcune parole di incoraggiamento, che sia stato per esortarmi o per trarre forza. Sicuramente sono molti i maghi che umanizzano i propri catalizzatori, specie quelli che si sono trovati in situazioni in cui la loro salvezza dipendeva proprio da questo strumento magico. Sappiamo che è più di una semplice arma, non è vero? Il suo utilizzo a fini offensivi o difensivi è secondario. Prima di tutto, la bacchetta accompagna il mago dagli undici anni in poi. Lo aiuta a fare tutto, lo fa esprimere, gli rende la vita più facile. Nelle emergenze sì, si rivela fondamentale come protezione. Molti di noi parlano alla nostra bacchetta, senza aspettarsi che risponda a parole. Ci aspettiamo un altro tipo di risposta, non è così? Anche se può sembrare sciocco, anche se a volte lo facciamo senza un vero motivo, come per scaramanzia.
Abbassò lo sguardo sul suo catalizzatore. Aveva colto, di sfuggita, le considerazioni che Zerby aveva fatto sul proprio, trovandole simili alle sue.
-Le persone che per caso si rivolgono alla propria bacchetta si aspettano che quelle parole di incoraggiamento ne migliorino la performance. Un po' come quei fantini che parlano nell'orecchio del cavallo prima di una gara. Naturalmente, a volte accade davvero che il risultato migliori, altre volte no... il che rende poco probabile che questi "rituali" siano effettivamente collegati all'esito. Perciò è del tutto inutile parlare alle proprie bacchette? Abbiamo detto che le bacchette non parlano, ma non è questa la domanda da porsi. Ciò su cui vorrei che riflettessi è...
le bacchette ascoltano? - si passò la lingua sulle labbra -Ad oggi non esistono prove che rivolgersi alle bacchette porti dei veri e propri risultati. Una bacchetta a cui si dice "avanti, vecchia mia" prima di lanciare l'Incantesimo avrà la stessa resa della medesima bacchetta a cui non si è detto nulla. Tuttavia... un momento, abbiamo detto "Incantesimo". La maggior parte della magia intenzionale, in effetti, viene prodotta da un movimento preciso, una predisposizione magica e psicologica e...
una formula.
Si ripose la bacchetta in tasca e incrociò le dita delle mani.
-Ti sei mai chiesta a cosa serva questa formula? Non possiamo addentrarci in queste tematiche, anche perché né io né probabilmente alcun mago o strega attualmente in vita potrà essere tanto competente da dare una risposta. Sta di fatto che un buon 95% degli Incantesimi esistenti non funziona se non è accompagnato da una precisa formula. Può essere un azzardo dire che le bacchette ascoltino la formula e catalizzino la magia nella forma adeguata e probabilmente non è corretto. Ciò che ci interessa, però, è che la formula non debba necessariamente essere esplicitata a voce: quasi tutti gli Incantesimi possono infatti essere scagliati in maniera non-Verbale. Proviamo un attimo, per assurdo, a supporre che le bacchette ascoltino le formule. Per quale motivo l'Incantesimo riesce comunque anche se la formula è non-Verbale?
Scosse lentamente la testa.
-Ci sono molte differenze tra una bacchetta e un essere umano. Ma ci sono anche molte somiglianze. Credere che parlare alla propria bacchetta possa servire a qualcosa è un po' da folli. Inoltre, parleremmo nella nostra lingua. Chi ci assicura che la bacchetta capisca l'inglese? Perché non il russo, il turco, l'islandese? Potresti dire che una bacchetta fabbricata in Inghilterra dovrebbe parlare inglese, ma chiunque conosca un minimo di bacchettologia dovrebbe dissentire. Non tutti i legni delle bacchette vendute da Olivander sono di provenienza inglese. E le anime? Esistono pochissime specie di draghi che siano autoctone inglesi; quanto a unicorni e fenici, sono rari in tutto il mondo. Legni e anime provengono da tutto il globo. Sarebbe un po' come assemblare un essere umano: magari il corpo e la maggior parte degli organi vengono presi dallo stesso posto, e il cervello invece proviene da un luogo completamente diverso, e noi parliamo, capiamo con il cervello, non certo con lo scheletro. Quindi no, è assurdo credere che si possa parlare ed essere capiti da una bacchetta le cui parti possono provenire da qualunque posto al mondo. Se le bacchette disponessero di un apparato per comprendere una lingua, sarebbe la loro lingua di provenienza, non è così?
Si lasciò andare a un cauto sorrisetto.
-Qui, però, incontriamo qualcosa di strano. Tornando alle formule, non possiamo fare a meno di notare che... be', sono le stesse in tutto il mondo. La maggior parte delle formule richiamano il latino, altre sono combinazioni di lettere senza alcuna chiara provenienza, esistono Maledizioni in aramaico, ma... qualunque popolo magico sulla faccia della Terra usa sempre le stesse. Le formule non vengono "tradotte". E una bacchetta fabbricata in Cina catalizza lo stesso, identico tipo di magia di una bacchetta fabbricata in Irlanda, se messa di fronte alla stessa formula.
La Preside fece una pausa, inclinando la testa da un lato.
-Non trovi che questo sia... particolare? Può essere in qualche modo legato alla natura stessa delle bacchette?
Lasciò la domanda in sospeso per una trentina di secondi. Quindi, riprese la parola.
-Le origini dell'Aritmanzia sono antiche quanto le origini della magia stessa. Le prime testimonianze dell'utilizzo dell'Aritmanzia risalgono alla stessa epoca in cui si hanno le prime testimonianze della magia. Alcuni studiosi hanno cominciato a elaborare una teoria al riguardo, una teoria che ora è considerata quasi un dato di fatto, almeno negli ambienti in cui si studia Aritmanzia. - sospirò -Anno 1774. Hodir Arcanum, Aritmante belga, dopo molte ricerche pubblica
Il linguaggio delle bacchette, a oggi il testo fondamentale di Aritmanzia delle Bacchette e uno dei più importanti libri di bacchettologia attualmente in circolazione. Il concetto essenziale di questo studio può essere riassunto nella prima frase del libro stesso.
La mano di Kedavra era già sulla copertina consunta di uno dei volumi sulla cattedra. Lo prese, aprendone le pagine ingiallite, sfogliandole fino ad arrivare al primo capitolo. A quel punto, lesse ad alta voce.
-"
Il linguaggio delle bacchette è un linguaggio aritmantico."
Tornò a sollevare lo sguardo su Zerby, aspettando che la ragazza cominciasse a prendere in seria considerazione l'idea.
-Arcanum si è posto tutte le nostre domande, giungendo ad alcune straordinarie risposte. Sì, le bacchette sono in grado di comprenderci, se parliamo loro nella lingua giusta. No, non è un tipo di comprensione simile a quella umana: include contemporaneamente parole, gesti e pensieri, ma soprattutto
numeri. Sì, le formule magiche sono universali perché le formule Aritmantiche sono universali. Sì, è probabile, anche se non certo, che le formule, gli Incantesimi, le bacchette abbiano tutti una radice storica in comune, e quella radice può essere l'Aritmanzia. Possiamo dire questo perché esiste un modo per utilizzare -- sì, hai sentito bene!
Utilizzare -- l'Aritmanzia per influenzare la resa delle bacchette. E questo modo è, in un certo senso, simile al parlare alla bacchetta, come alcuni di noi fanno ingenuamente, senza pensare. Questo modo è l'Aritmanzia delle Bacchette, una delle applicazioni più pratiche -- se non la più pratica -- dell'Aritmanzia Avanzata.
Riprese fiato, alzando appena il mento. Era emozionata all'idea di cominciare. Indicò la lavagna.
-Immagino che tu abbia molte domande. Per il momento, rimandiamole: abbiamo tantissimo lavoro da fare. Piuttosto, alla luce di queste conoscenze, prova tu a trovare una risposta a questo quesito. Nello schema che ho scritto, la parola "contesto" ti sarà saltata immediatamente all'occhio. Perché ho voluto renderla evidente? Prendi la seconda riga, che è forse quella più evidente. Abbiamo la resa di un Incantesimo, abbiamo la Propensione che sappiamo come calcolare.
Che cos'ha il Contesto di diverso dagli altri elementi? Se vogliamo servirci dell'Aritmanzia delle Bacchette per migliorare la nostra resa, su cosa dobbiamo agire? Quale sarà il problema più grande che incontreremo?-Kedavra