Si mise a spalare la neve nei contorni dell'ingresso di Zonko. Dopo aver liberato una buona porzione dell'ingresso, sarebbe passato alle vetrine. Lo scopo era quello di livellare la neve, distribuendola in maniera ottimale e funzionale, così da evitare di svuotare una zona di High Street e ostruire un'altra parte della strada. Se avesse avuto voglia, cosa che quel sabato noioso era lontana anni luce da lui, avrebbe cercato di compattare la neve con l'uso della magia, studiando con la Trasfigurazione qualche modo grazioso ed elegante per adagiare la neve davanti alle abitazioni e ai negozi. Ci avrebbe pensato meglio tra un po'.
“Professor Steewood!”
Saltò sul posto. Non si aspettava di essere richiamato nel mondo della realtà mentre, a occhi aperti, sognava un mondo costituito da statue di neve, persone di neve, animali di neve, piante di neve. In quello scatto rigido, la sciarpa che lo avvolgeva cominciò ad allentarsi, e il berretto color mattone sembrava volare via assieme al turbinio di pensieri che, prima di quel momento, lo stavano raccogliendo a sé.
Scrutò la figura. Una giovane strega, sicuramente una sua alunna, lo aveva chiamato in maniera istituzionale. Sì, sicuramente era una sua studentessa, ma era così imbacuccata che vedeva praticamente gli occhi. E, per quanto fosse capace a riconoscere i volti, non poteva riuscirci senza qualche indizio. Forse complice il fatto che avesse una faccia mezza confusa circa l'identità di colei che gli stava dando a parlare. Così la studentessa - almeno credeva - abbassò di poco la sciarpa per farsi riconoscere.
«Aaah.», bofonchiò, con le labbra coperte dalla sciarpa. «Wilson, è lei! Salve, buongiorno, ben ritrovata a Hogsmeade».
Che fosse lui spiritato o fosse la neve a renderlo tale, era un mistero. A ogni modo, la serie di saluti cercavano di coprire la magra figura che aveva fatto nel commentare e confermare il fatto che non avesse capito, in principio, con chi stesse avendo il piacere di parlare.
Infilzò la pala sul cumulo di neve, così da dare la giusta attenzione all'interlocutrice.
«Sono capitato per caso e ho voluto aiutare. Sa, stamattina un freddo pungente anche dentro casa! Penso che giusto stanotte sarà giunta tutta questa neve, perché prima non mi sembrava così tragica la situazione».
O, forse proprio perché non se n'era accorto, aveva totalmente perso la concezione del tempo e dello spazio. Probabile, visto com'era fatto.
«Perfino la sindaca ha chiesto una mano ai passanti per riorganizzare la neve e liberare gli accessi alle abitazioni e ai negozi. Promette anche una ricompensa simbolica di cinque galeoni, probabilmente come consiglio di berci una buona cioccolata calda dopo tutto il tempo passato fuori a spalare. Certo, può unirsi! Siamo io e…».
Si voltò e non trovò più l'addetta con cui aveva avuto a che fare. Con buone probabilità se n'era andata verso qualche altro negozio, accorgendosi che lui si stava occupando di liberare la facciata di Zonko e ci riusciva dandosi forza con canzonette da lui inventate.
«Guardi, qui ho liberato l'ingresso e una vetrina. Stavo pensando di procedere con la neve attorno al negozio».
Le lasciò libertà di agire, mentre riprendeva la pala e proseguiva nella sua avventura in mezzo alla neve. Si impegnò, a quel punto, a spostare l'altra neve, così da rendere più presentabile la facciata del negoazio. Nel frattempo, riprendeva il motivetto quasi solo con le labbra, con un filo di fiato:
«
C'era un contadino che aveva un Kneazleino di nome Billywino!».
Appena ebbe concluso di spalare la neve, le rotelle iniziarono a girare, fino al punto in cui si rese conto che aveva visto qualcosa con la coda dell'occhio mentre passava la zona residenziale.
«Io qui ho quasi finito. Come procede a lei? Ho anche visto che al civico trenta di High Street c'è una pista di pattinaggio. Be', credo entro i confini della legalità, visto che non sono intervenute le forze dell'ordine. Cioè, io da Auror non so nulla».
Realizzò fino a quel momento che lui faceva parte delle cosiddette forze dell'ordine, solo che non era un Ispettore - o meglio, lo era stato temporaneamente in eventi assai curiosi - e non era a conosceva di eventuali mandati che potessero chiudere la pista di pattinaggio. Per un attimo, si era sentito un civile, come quando aveva quindici anni.
«Comunque, dicevo, se vuole, possiamo farci un salto. Sono curioso!».
Lanciò il Bolide a Lara, nella speranza che lo assecondasse in quella proposta.
J.