| Molti avrebbero detto che le giornate al castello si ripetevano secondo uno schema monotono e ripetitivo: colazione, lezioni, pranzo, lezioni, cena, coprifuoco, letto e il giorno dopo si ricominciava da capo. Eppure per Helen Minerva ogni giorno era totalmente diverso dal precedente. Tralasciando il vivo interesse per le lezioni che, seppur impegnative, la entusiasmavano e le rendevano impossibile annoiarsi, i suoi studi di approfondimento su tutti gli argomenti e i suoi occhi curiosi trovavano sempre qualcosa di nuovo o di interessante che catturava la sua attenzione. Quel giorno in particolare, la Grifondoro aveva deciso di passare per la sala Trofei prima di recarsi in Sala Grande per il suo rituale del tè, dovuto all'educazione nobiliare del lato purosangue della sua famiglia. Lo scopo era curiosare tra le varie targhe onorifiche attributi agli studenti brillanti che avevano segnato la vita del castello dalla sua fondazione ad ora. Dopo le varie interviste ai quadri, più o meno tediose, e la conclusione positiva della sua precedente ricerca - Merlino Gratias prima della loro vivace protesta per la quale ormai molti di essi facevano vedere esclusivamente le nuche - la Grifondoro aveva colto il potenziale della storia e della cultura magica che poteva racchiudere quel castello. Storia non sempre raccontata, o almeno non nel dettaglio a cui mirava lei. Così, dopo aver passato qualche giorno a raccogliere informazioni da vari libri, Storia della Magia in primis ma anche tomi racchiusi in Biblioteca, la Minerva aveva deciso chd era ora delle ricerche sul campo. Arrivata alla Sala, dopo le lezioni, armata di matita e taccuino, iniziò a prendere appunti passando da un trofeo all'altro. Nei suoi interessi vi erano: nome e cognome, anno, casata, motivo del riconoscimento. Tutte informazioni che poi avrebbe confrontato con dei registri o dei libri... Probabilmente avrebbe dovuto chiedere al signor Hamilton come reperire le informazioni, ma la partita a scacchi con il Custode era una problematica di cui si sarebbe occupata poi. Mentre passava da un trofeo all'altro, gli occhi scuri di Helen caddero su una figura intenta a ritrarre il paesaggio che si intravedeva dalla finestra. Persino Helen Minerva, solitaria nel castello e nel mondo magico, conosceva la giovane donna: Sugar Mandylon rampolla di una delle famiglie più note del mondo magico, ex Serpeverde, Auror, Cacciatrice, impiegata del ministero... Su quella strega giravano molte voci, portate anche da Giornali e Riviste, come il Settimanale eppure non avrebbe saputo dire su quale fare affidamento. Probabilmente a tutte e a nessuna. Curiosa di leggere qualcosa dietro la corazza evidente della strega e affascinata dal suo rapimento nel disegno, cosa che non si aspettava dalla tenacia, impetuosità e forza che aveva sempre mostrato sulla scopa al campo da Quidditch e probabilmente anche nella vita quotidiana, Helen Minerva si dimenticò del suo primo interesse e la osservò concentrarsi sul suo talento. Neanche gli starnuti della Grifondoro, dovuti alla rinite allergica di Merlino solo sa cosa, visto che la ragazza aveva sempre goduto di un'ottima salute, riscossero la giovane strega dalla sua opera. La sua figura sembrava uscita da un ritratto romantico: appariva mite, rilassata e concentrata allo stesso tempo.. un immagine serena a contrasto con ciò che la donna solitamente mostrava. Lo spezzarsi improvviso della punta della matita, un imprevisto nell'azione della giovane donna, causò la fuga di un'imprecazione dalle sue labbra risvegliando la Grifondoro stessa dalla sua ammirazione e mandando in frantumi l'immagine eterea della Mandylon. La Shadowheart, con la sua gelida compostezza e il suo passo silenzioso, si avvicinò quindi ad ella porgendole in un gesto silenzioso la sua matita. Avrebbe voluto che ella continuasse; avrebbe voluto vedere l'opera completa e scoprire come delle mani tanto forti potevano creare un dipinto così raffinato e delicato.
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