Dopo le dovute presentazioni, la classe era stata sottoposta ad un ripasso sommario dei temi più importanti affrontati durante le ultime lezioni. Non si trattava di nozioni difficili (era risaputo che l’Erbologia fosse una disciplina più pratica che teorica), ma era opportuno richiamarle alla mente per capire il motivo di alcuni procedimenti. Solo tre studenti si fecero avanti, ma le risposte che diedero toccavano tutti i punti essenziali che il docente voleva evidenziare.
«
Signorina Shadowheart, direi un buon inizio! Giusto ricordare che le radici delle ninfee sono attaccate al fondale, ma il fiore galleggia in superficie. Ottimo il riferimento agli usi pozionistici dell’Algabranchia e all’Acquaviola: sono sempre in pochi che lo ricordano. Per il resto, mi aspettavo qualche dettaglio in più e qualche imprecisione in meno, però assegno
25 punti a Grifondoro per le sue due risposte.
Signorino Harvey, grazie per il suo approfondimento su alcune classificazioni delle Piante Acquatiche, tuttavia sono distinzioni, quelle da lei elencate, che, almeno per ora, non sono state affrontate e che non affronteremo oggi. Scorgo comunque uno sguardo da erbologo che la invito ad aguzzare, per cui assegno
10 punti a Serpeverde, anche per la domanda molto intelligente che ha posto – rispondo a breve –.
Caposcuola Chèvert, senz’altro due ottimi interventi, espressi con linguaggio tecnico e ben ragionati. Un piccolo errore nella prima risposta: il Giglio d’Acqua (che vedremo a breve) ha eccome le radici ancorate al suolo, come le ninfee. Una precisazione in merito al Metodo Base di Cura, invece: è vero che, nelle sue linee generali, è meno efficace su alcune Piante rispetto che su altre, ma chiaramente può essere adattato a seconda della Pianta che si intende trattare. Anzi, viene fatto di continuo, e lei lo ha appena fatto con l’Algabranchia. A questo proposito, ha avuto alcune intuizioni notevoli, come il ricorso a un fertilizzante liquido per la fase di Fertilizzazione, ma anche qui ci torniamo a breve. Complimenti, fa guadagnare
50 punti a Serpeverde!».
Rivolse un cenno di plauso ai tre allievi intervenuti, fermandosi su Orion.
«Come avevo accennato anche nell’ultima lezione, la classificazione dell’Algabranchia è oggetto di dispute erbologiche. Per questo avevo elogiato la sua domanda: tocca, in effetti, un nodo cruciale dell’Erbologia delle Piante Acquatiche. Lo vediamo subito, entrando nel vivo della lezione».
Fece una pausa ritornando nel punto in cui tutte quante potevano osservarlo e ascoltarlo bene.
«La lezione di oggi avrà come argomento specifico le
Piante Acquatiche e l’Algabranchia in particolare e nell’ultima parte si riallaccerà a quanto fatto durante la scorsa lezione riprendendo le Procedure di Risanamento. Come vedete, siete circondati da Piante Acquatiche; nello specifico, nelle vasche davanti a voi avete diversi esemplari in fase di germoglio: Algabranchia, Giglio d’Acqua, laminaria, ceratofillo. Cominciamo con la prima, senza dubbio la più complessa e difficile, ma che ci permette senz’altro di attraversare questa categoria dell’Erbologia della Classificazione. Non affannatevi troppo a prendere appunti: trovate tutte queste informazioni in
Magiche Piante Acquatiche dei Loch delle Highlands di Hadrian Whittle e in
Magiche Piante Acquatiche del Mediterraneo dello stesso autore».
L’insegnante spinse una vasca davanti a sé, mostrando la magnifica piantagione di Algabranchia che coltivava nella serra numero quattro. Era proprio da quel rigoglioso prato che erano stati ricavati i singoli esemplari che le studenti avevano a disposizione davanti a loro. Arrotolandosi le maniche, l’erbologo infilò un braccio sott’acqua, per indicare le varie parti della Pianta man mano che spiegava.
«Questa qui davanti a me è una
piantagione di Algabranchia. Si tratta senza dubbio di un
Organismo Erbologico Vegetale (in altre parole, una Pianta) che come potete vedere si struttura in questo modo: il
rizoide (la parte più bassa, che àncora l’Organismo al substrato), lo
stipite (una specie di tronco che ha funzione di sostegno) e la
lamina (la parte verde, che possiamo immaginare come le foglie). Nel caso dell’Algabranchia la lamina è proprio la parte filamentosa che rassomiglia a un viscido mucchio di code di ratto grigio-verdi e che si ingerisce per beneficiare degli effetti di questa specie. L’intero corpo dell’Algabranchia prende il nome di
tallo. Ma partiamo con le prime questioni: l’Algabranchia è una Pianta o un’Alga?».
I gessi incantati di cui disponeva in quel momento tracciarono nell’aria un’equazione fondamentale, in parte già apparsa nelle precedenti lezioni.
CITAZIONE
Organismo Erbologico -> Piante + Funghi
Piante -> Piante Acquatiche + Piante Terrestri
Piante -> Piante + Alberi + Alghe (solo Piante Acquatiche)
«Definiamo prima che cos’è un’Alga.
Le Alghe sono un sottogruppo degli Organismi Erbologici Vegetali Acquatici (Piante Acquatiche). Questo significa che all’interno del macrogruppo delle Piante Acquatiche, alcune specie si distinguono perché presentano delle caratteristiche particolari. A differenza delle Piante propriamente dette (come la cicoria, la digitale o il Geranio Zannuto),
le Alghe non producono fiori e frutti, non hanno delle vere e proprie radici con cui assorbire nutrienti e più in generale non hanno tessuti di conduzione di acqua e altre sostanze nutritizie. Ciò accade perché
queste medesime sostanze vengono assorbite direttamente attraverso il loro corpo, detto tallo. La struttura erbologica delle Alghe è infatti proprio quella che vi ho appena descritto per l’Algabranchia: tallo (l’intero corpo dell’Alga), il rizoide (adesione al substrato, ma non assorbimento dei nutrienti), stipite (sostegno della lamina), lamina (principale luogo di assorbimento dei nutrienti). Tenendo presente queste definizioni e il comportamento dell’Algabranchia, possiamo dire che
l’Algabranchia è precisamente un’Alga. Attenzione:
non è sbagliato dire che l’Algabranchia è una Pianta (Acquatica), ma la sua definizione più specifica è quella di Alga. Anche se… alcuni studi pubblicati di recente e facenti capo all’erbologo Andrea Forti sembrano mostrare che il rizoide dell’Algabranchia, in certe circostanze, assorba nutrienti dal terreno. Tranquille, per ora non approfondiremo questo aspetto».
Si interruppe momentaneamente per richiamare alla memoria una delle distinzioni fondamentali dell’Erbologia, anche questa visualizzata attraverso i gessi incantati.
CITAZIONE
Classificazione Erbologica
Organismo Magico: Ogni Organismo Erbologico (Vegetale o Fungino) che mostri proprietà magiche palesi e innegabili.
Organismo con Proprietà Magiche: Ogni Organismo Erbologico (Vegetale o Fungino) che possegga proprietà magiche non palesi.
Organismo Non Magico: Ogni Organismo Erbologico (Vegetale o Fungino) privo di qualsiasi proprietà magica propria.
«Come accennavo anche durante la scorsa lezione, l’Algabranchia non trova una Classificazione Erbologica unanime. Per la maggior parte degli erbologi
l'Algabranchia è una Pianta (o un’Alga) Magica perché è sconosciuta ai Babbani e perché il suo effetto più noto corrisponde a una proprietà magica palese e innegabile. Per altri, invece, si tratterebbe di una Pianta con Proprietà Magiche, perché all’apparenza non mostra proprietà magiche palesi e innegabili, e sprigiona i suoi poteri solo quando ingerita oppure solo quado usata come ingrediente pozionistico, che sia la composizione dell’Acquaviola o del Tonico all’Algabranchia.
Personalmente, sono della prima scuola, dunque in questa sede la tratteremo come un Organismo Magico, ma mi sembrava giusto presentarvi entrambe le teorie».
Spiegò, convinto che fosse più importante allenare il pensiero critico piuttosto che limitarsi a fornire categorie preconfezionate.
«Abbiamo dunque detto che
l’Algabranchia è un’Alga Magica. Quando ingerita da un mago o una strega, determina una serie di cambiamenti nel loro corpo che lo adattano alla vita subacquea: la
comparsa di branchie, nella forma di tue tagli ai lati del collo, consentendogli di respirare; la
comparsa di palmature tra le dita delle mani e dei piedi (che si allungano fino a sembrare delle pinne), che gli permettono di muoversi in acqua con maggiore facilità; la
scomparsa del bisogno di sbattere le palpebre; la
capacità di adattarsi alle basse temperature delle acque, che anzi vengono percepite come piacevolmente rinfrescanti. La durata di questi effetti è vivacemente dibattuta tra gli erbologi; al momento, la teoria più consolidata è che
duri un’ora e un quarto in acqua dolce, e un’ora in acqua salata».
Procedendo con la lezione, emergeva tutta l’eccezionalità di quella Pianta Acquatica. Alla luce delle dispute sulla classificazione e sui suoi effetti, non erano molte le certezze sulla sua natura, ma per il docente questo non rappresentava che un punto di partenza per ricerche future. A questo proposito era utile offrire una panoramica storica dell’interesse erbologico verso l’Algabranchia.
«La scoperta dell’Algabranchia ha una storia molto curiosa alle spalle. La prima notizia che abbiamo di questa Pianta Magica risale infatti a fine Seicento, quando l’erbologa
Elladora Ketteridge (1656-1729) ne ingerì una porzione e cominciò a soffocare, salvandosi ficcando casualmente la testa dentro un secchio pieno d’acqua. È un fatto molto importante perché vi dà una lezione fondamentale sull’uso dell’Algabranchia:
una volta assunta, bisogna immediatamente gettarsi in acqua (basterebbe soltanto il capo fino al collo compreso), pena la morte per soffocamento. Detto questo, la prima trattazione completa e sistematica dell’Algabranchia di cui disponiamo compare un secolo dopo e si deve all’erbologo
Beaumont Marjoribanks (1742-1845). Nonostante la scoperta di Ketteridge, è lui – in parte a torto, in verità – che viene tradizionalmente visto come lo scopritore dell’Algabranchia. A Marjoribanks va comunque il merito di aver riconosciuto
l’Algabranchia come nativa del mar Mediterraneo, le cui temperature favoriscono la crescita di estese piantagioni. Per questa ragione non troverete esemplari di Algabranchia comune nel Lago Nero, ma… alcuni anni fa, un articolo anonimo della rivista specialistica «ErbolOggi», ha segnalato la presenza, seppur rara, di una varietà di Algabranchia proprio a ridosso delle coste del Lago Nero. Temo tuttavia di non poter aggiungere altro, però: io non sono riuscito a trovarla.
Su quella nota sconsolata si interruppe la sua lunga spiegazione. Aveva impartito molte notizioni ed era giusto lasciare alla classe il tempo di elaborarle. Estrasse le mani dall’acqua asciugandosele sul grembiule, e si mise a circolare di nuovo tra i banchi.
«Ci fermiamo un attimo. Ci sono domande sulle cose dette finora? Nel frattempo, mi piacerebbe che
metteste le mani in acqua per prendere dimestichezza con le Piante contenute nelle vasche davanti a voi. Osservatele, toccatele, studiatele. Chiedo poi a qualcuno di voi di
fare una descrizione delle tre specie che non ho trattato, ovvero del ceratofillo, del Giglio d’Acqua e della laminaria. Come sono fatte? Quali sono le loro specificità? Qual è la loro classificazione? Hanno delle proprietà o poteri magici particolari? Insomma, una descrizione erbologica, che provi a tenere conto dell’Erbologia della Classificazione e di altre questioni viste finora.
In particolare, chi di voi sa perché consideriamo il Giglio d'Acqua una Pianta Magica? Anche stavolta fino a trenta punti i palio. Le più coraggiose di voi invece possono rispondere anche a queste domande:
facendo riferimento agli appunti dell’ultima lezione, che tipo di Pianta Acquatica è l’Algabranchia? E ancora, come può essere usata in un Duello Magico?».
//Indicazioni:
-La Lezione è cominciata a tutti gli effetti. Non potete più descrivere il vostro “ingresso in classe”, cioè il raggiungimento del gruppo in ascolto del professore. Chi lo farà verrà considerato in ritardo, quindi punito con una sottrazione di punti.
-Tutti quanti potete rispondere a tutte le domande, purché lo facciate nello stesso post. Dopo aver pubblicato un post contenente una o più risposte, non è consentito modificare e/o ripostare per aggiungere nuovi elementi alla propria risposta (ma solo per dire che si ascoltano le altre risposte, si prendono appunti, etc). È consigliato vivamente indicare la domanda a cui intendete rispondere.
-È concesso ripetere definizioni già date (es. «Le Piante Acquatiche sono una sottogruppo delle Piante studiate dall'Erbologia»), ma non sono ammessi esempi di Piante già citate nelle risposte dei compagni precedenti. Sarà a discrezione dell’Insegnante definire eventuali copiature, che saranno punite con una sottrazione di punti.
-Per rispondere alla domanda dovete alzare la mano, potendo autodeterminare che l’Insegnante vi dia l’okay per parlare. Non è obbligatorio presentarsi con nome, cognome e Casa d’appartenenza (l'Insegnante li ricorda).
-Modifiche e cancellazioni di post sono severamente vietate. I post modificati saranno invalidati e puniti con una sottrazione di punti. Quelli cancellati puniti con una sottrazione di punti più alta. È concesso segnalarmi via Gufo queste eventuali trasgressioni allegando screen probatori.
-Quando non chiaramente desumibile dal contesto, la declinazione al femminile è sovraestesa, in alternanza alla sovraestensione del maschile.