| Lara stava iniziando a fare i conti con il suo costante essere in ritardo: da quando si era trasferita ad Hogwarts all'età di undici anni, i suoi ritardi si erano affievoliti notevolmente. Era passata dall'arrivare sul filo del rasoio ad ogni lezione al presentarsi in aula addirittura cinque minuti prima dell'inizio del discorso del professore; arrivava - quasi - sempre puntuale in Sala Grande per il pranzo e la cena - la colazione al mattino era sempre un mistero, visto che adorava terribilmente dormire - e riusciva a fare tutti i compiti in tempo senza ridursi all'ultimo minuto della sera prima della consegna. Era migliorata, ed era fiera di poterselo dire da sola, ma ogni tanto capitava che qualche impegno sfuggisse dal suo ossessivo controllo. L'incontro con Desmond da Scribbulus fu uno di quelli. Aveva passato tutta la mattina a ripetersi nella testa l'orario in cui avrebbero dovuto incontrarsi: lo aveva persino segnato sul suo blocco appunti, in un piccolissimo spazietto lasciato vuoto dalle sue mappe mentali che - sperava - l'avrebbero aiutata a rispondere alle domande dei professori agli esami; eppure, quando era entrata in biblioteca era caduta in un vortice di informazioni, scadenze e ansia che l'avevano completamente estraniata dalla realtà. Aveva persino saltato il pranzo, quel sabato, rendendosi conto di essere terribilmente in ritardo - almeno per i criteri di Desmond Tarabay. Aveva quindi raccattato tutto in fretta e furia nella sua borsa, per poi dirigersi verso Londra insieme agli altri malcapitati che non potevano smaterializzarsi da un posto all'altro a loro piacimento. Aveva percorso Diagon Alley quasi correndo, cercando di farsi strada tra i vari passanti senza urtare troppo nessuno, e si era ritrovata al negozio di cancelleria in un battibaleno. Entrò prendendo fiato, stringendosi nel cappotto verde scuro mentre si legava i capelli in una crocchia: non pioveva, fortunatamente, ma il tempo grigio e umido aveva il potere di farla sentire come se fosse appena uscita dalla doccia, bagnaticcia e in perenne disordine. "Buondì, Miss Corbirock! Come sta? - sorrise alla cordiale donna dietro il bancone, avvicinandosi senza guardarsi troppo intorno per paura di finire nuovamente a comprare l'intero negozio - Sono qui per incontrare Desmond al Crogiolo, posso salire?" Dopo aver ricevuto il permesso della proprietaria, percorse la scaletta a chiocciola entrando di nuovo in quel luogo che profumava d'arte, chiedendosi per quale motivo non lo frequentasse assiduamente. Era effettivamente troppo tempo che non ci metteva piede nonostante la sua iscrizione al Club Artistico e Letterario, molto probabilmente dalle vacanze natalizie, quando aveva partecipato alla battaglia d'inchiostri. Si beò del tipico odore della cancelleria, socchiudendo per un secondo gli occhi prima di riaprirli e fissarli sulla figura di Desmond: erano da soli, quel pomeriggio, e questa novità la fece sorridere. Avrebbero potuto parlare tranquillamente di tutto ciò che volevano: chissà, magari stava bollendo proprio un pomeriggio di arte e gossip - in fondo anche il Tarabay era un giornalista del Settimanale delle Streghe, avrebbe potuto negare quanto voleva la sua passione per i pettegolezzi, la Wilson conosceva ugualmente la verità. "Spero di non averti fatto aspettare troppo. - si avvicinò al ragazzo con un sorriso sul volto, poggiando a terra la sua borsa per poi accomodarsi in una delle poltroncine a disposizione, lasciandosi sprofondare sullo schienale in maniera ben poco posata - Potrei inventarmi qualsiasi scusa, ma in realtà il ripasso di Pozioni mi ha distolto completamente dalla realtà, scusami. Credo di star diventando pazza: si può impazzire per il troppo studio? Il mio cervello non è abituato." Desmond era una di quelle poche persone che aveva la capacità di metterla completamente a suo agio, perciò non si stupì troppo quando le parole uscirono dalla sua bocca in maniera totalmente spontanea, irrompendo come un fiume in piena. "Allora, come stai?" Gli rivolse un sorriso, alzandosi leggermente solo per togliersi il cappotto e rimanere con la sola felpa color arancio e i jeans larghi sulle gambe. Si riaccomodò sulla poltrona, sorridendo a Desmond e pronta a conoscere le novità del giorno.
|