Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Royal, Privata - M. C.

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view post Posted on 6/11/2023, 00:00
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Sabato. Da Ollivander era di turno l’Apprendista, quindi Caledon aveva ben deciso di assentarsi dalla bottega di famiglia e lasciare che fosse Lex ad occuparsi dei clienti. Almeno l’avrebbe tenuto lontano dal retrobottega, dove a lui non era ancora permesso fabbricare personalmente delle bacchette magiche, mentre Lex invece aveva quotidianamente la possibilità di apprendere il lavoro della sua famiglia. Dopo aver lasciato a lui anche il bancone frontale di Ollivander, Caledon gli aveva augurato silenziosamente di dover servire solo maghi bambini per il resto della giornata, alle prese con la loro prima bacchetta e, dunque, con un’alta possibilità che Lex avesse parecchio da fare a risistemare il negozio dopo quelle piccole catastrofi.
Con un sorrisetto soddisfatto, Caledon arrivò dal Serraglio Stregato con l’intenzione di approfittare di quel sabato per, in ordine, cercare di mettere Lex nei casini e acquistare finalmente un animale postino che fosse di sua esclusiva proprietà, in modo che sua madre non potesse tenere sotto controllo la sua corrispondenza o imbattersi per sbaglio nelle porcate che sapeva avrebbe scritto a Sugar.

– Prof, buongiorno.

Sì annunciò, salutando quasi cordialmente una delle poche insegnanti che lui riteneva degne di Hogwarts. Aveva assillato Desmond sul corso pupillo (e ne era stato invidioso fino a quando non era stato scelto a sua volta per Erbologia) e Babbanologia restava una delle poche lezioni a cui Caledon aveva piacere di partecipare attivamente, perché vi riconosceva un potenziale enorme. Quel beota di Desmond, però, non si era mai sbilanciato sulle conoscenze esclusive che aveva appreso durante il corso. Rivedere la professoressa Celebrian gli fece tornare in mente la cosa, insieme all’intenzione di tornare ad assillare Desmond fino a quando non avesse condiviso con lui i dettagli. Lo avrebbe fatto quella sera stessa di ritorno nella Sala Comune di Corvonero. Prima, però, aveva dell’altro di cui occuparsi e sarebbe stata la prof a poterlo aiutare e non il pupillo.

– Devo acquistare un gufo. Un gufo reale.

Esordì, guardandosi poi rapidamente intorno.

– Scelga lei l’esemplare: basta che non si faccia rubare le lettere dagli altri o cose simili.

Scrollò le spalle, preferendo di gran lunga affidare quella scelta a chi se ne intendeva molto più di lui: il suo gufo avrebbe dovuto essere efficiente, non bello. Lui, poi, non ave a grande simpatia per gli animali, di cui il numero tredici a Hogsmeade era invece pieno. Da bambino aveva tentato di uccidere almeno due volte lo stupido pipistrello che svolazzava per casa, senza però riuscirci. Forse, però, il suo nuovo gufo reale avrebbe potuto chiudere quella questione al posto suo.
 
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view post Posted on 14/11/2023, 15:27
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Ella distrugge per ricreare


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Le aveva portate al Serraglio, quelle rose bianche, certa che in propria assenza avrebbe potuto contare sull’Aiutante per scampare alla dipartita cui sarebbero inevitabilmente andate incontro se le avesse lasciate al numero venti in balia degli artigli di Sgàile e Dalì. Il primo, in tutta la lunga e informe massa di pelo striato di rosso che lo contraddistingueva, sonnecchiava rumorosamente sulla poltrona che Morgana sembrava non avere mai diritto di occupare e il volatile, come sempre, aveva occupato il grande Nido a Lacrima sospeso sul bancone per scrutare dall’alto, con i suoi grandi occhi giallognoli, ogni cliente in ingresso.
Di tanto in tanto, con il respiro del felino a farsi più pesante, l’Augurey le aveva rivolto un'occhiata di traverso come a chiederle d’interrompere quella che per il suo udito doveva essere una tortura ed era trascorsa così, la prima parte della mattinata: con la Babbanologa poggiata alla superficie in ebano e intenta a trascinare lo sguardo sull’attaccatura di ognuno dei petali che le erano stati recapitati a casa in attesa di vederli cadere – di vederli piangere cremisi sul loro sfondo pallido –, l’indifferenza del Maine Coon e l’aria giudicante del pennuto... non più dovuta al fatto che avesse concesso al suo coinquilino animale di minare il silenzio di cui voleva evidentemente bearsi ma ai pensieri che la conosceva a sufficienza da riuscire a leggerle tra i lineamenti.
Era un continuo perdersi nel nulla, Morgana, in quel periodo. Un nulla fatto di cicatrici sulla schiena e Howlite rubata, di confessioni – non troppe – ansimate quasi senza fiato e quelli che sarebbero dovuti essere rimpianti ma si mascheravano abilmente da inni alla libertà, di odio – verso se stessi e verso l’altro – e di tristezza. Di pensieri, troppi, e di baci, non abbastanza.
Di caducità, molta, inevitabile, e di consapevolezza, poca.
Il trillo della campanella appesa all’ingresso le aveva attraversato i timpani come un eco, era stato il gatto a permetterle davvero di accorgersi del più grande dei Fedoryen a pochi passi dal bancone: v’era balzato sopra rischiando di far cadere il vaso a mosaico raffigurante alcune costellazioni. Una in particolare.
«Gluais! - Mormorò in gaelico per far scendere l’animale e potersi dedicare allo studente senza impicci. - Caledon, benvenuto.» Nascondere la mezza curva delle labbra con cui si trovò ad accoglierlo sarebbe stato impossibile (ancora non sapeva che da lì a una settimana le avrebbe fatto venir voglia di aizzargli contro tutte le creature dell’emporio): c’era qualcosa, in Caledon Fedoryen, sicuramente legato al ruolo che lei aveva avuto nel trasporto di sua madre in travaglio, che le aveva sempre fatto credere di poter essere qualcuno, per lui.
Di volerlo essere anche in silenzio, anche nell’ombra. Come quando gli aveva regalato le Bolle Bollenti da Mielandia.
La richiesta del Corvonero fu precisa e la Proprietaria, annuendo, superò il bancone e gli fece cenno di seguirla verso le voliere, Morgana sapeva perfettamente quale Gufo Reale avrebbe fatto al caso suo… lo stesso di cui era solita servirsi di tanto in tanto, che nessuno aveva mai considerato di adottare e che forse, per il rapporto instaurato con la strega, aveva cominciato a rendersi inavvicinabile per evitarlo. Quel giorno, però, non glielo avrebbe permesso.
«Valle del fiume Rhumel, Algeria. Un maschio, apertura alare di circa un metro e ottanta. - Gli indicò un esemplare maschio all’interno di una Voliera Prestige, alto circa settanta centimetri e col piumaggio più tendente al nero che al solito bruno; gli occhi, particolarmente aranciati, erano sormontati da due ciuffi di piume severi. - È qui da prima che prendessi in gestione il Serraglio Stregato, non mi ha mai delusa e sono certa che non lo farà con te. - Più una raccomandazione al volatile che una promessa al ragazzo.
Con un rapido gesto della nove pollici appellò, poi, una delle copie del Catalogo sistemate sul bancone e la allungò in sua direzione. - La sua adozione costa 13 galeoni. - Lo informò prima di metterlo al corrente di tutte le promozioni attive. - Sappi che acquistando un habitat e almeno una confezione di cibo potrai, grazie all'offerta Genitore Responsabile, scegliere un omaggio dal valore massimo di 6 galeoni dalla sezione Giochi e Vestiti e che con una spesa di almeno 10 galeoni verrai inserito nella lista dei clienti che potranno accedere all'Offerta Mensile nei primi dieci giorni di dicembre. C’è proprio una Voliera Prestige in palio, questo mese! - Avrebbe potuto riscattarla a metà prezzo da lì a qualche settimana, se nel frattempo avesse avuto un altro posto in cui sistemare in sicurezza l’animale. - È la tua prima adozione, giusto?» Gli spettava un buono da Mielandia, nel caso.
Quindi aprì la sistemazione del gufo per permettergli di zompettare fuori e avvicinarsi a Caledon, cosa che fece dopo aver chiesto conferma con uno sguardo alla Babbanologa e aver ricevuto un perentorio cenno del capo. Non un permesso, una richiesta.
 
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view post Posted on 17/2/2024, 18:30
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Glua-che? Di Morgana Celebrian aveva sempre pensato fosse la professoressa migliore della scuola, quindi non ci provò nemmeno a trattenere la smorfia delusa e schifata quando lei lo battezzò con un nome diverso. A quanto pareva, doveva aggiungere anche la Babbanologa tra la massa di rincoglioniti che occupava Hogwarts.

– No, sono Caledon, prof. Ahh, ce l’aveva con l’uccello.

Realizzò che l’allarme fosse rientrato mentre parlava e la sua solita espressione austera e contrita si ammorbidì per un istante di sollievo: se pure la Babbanologa si fosse rivelata fuori di testa come già tanta gente a Hogwarts, probabilmente sarebbe stato il punto definitivo che lo avrebbe portato a emigrare a Durmstrang.
Invece, Morgana Celebrian non lo deluse, soprattutto quando gli presentò un rapace enorme, maestoso e anche un po’ intimidatorio. Mentre la titolare glielo presentava con professionalità senza che lui ci capisse in realtà molto, Caledon si prese qualche momento per ammirare il rapace più da vicino.

– Che bestia! Aggiudicato.

Approvò con un raro entusiasmo e qualche cenno del capo, quindi riprese ad ascoltare la titolare, ma continuò a lanciare qualche occhiata al rapace: in volo doveva essere davvero enorme. Probabilmente avrebbe predato anche qualche animale del numero tredici, se lui avesse mai deciso di spedire qualcosa a sua madre.

– Primo animale, sì. Come lo chiamiamo?

Annuì e rigirò la faccenda alla titolare del negozio. Lui non aveva fantasia né con i nomi, né con la cura per un altro essere vivente che non fosse lui stesso. Si fidava però della mente e del senso pratico della professoressa, soprattutto dopo la scelta azzeccata fatta nella selezione di un volatile che andasse bene per lui, quindi non avrebbe avuto problemi a fidarsi di lei anche per il battesimo di quell’enorme bestia dei cieli. Nel frattempo, si frugò nelle tasche e rese i galeoni dovuti alla titolare, per poi tornare a osservare il volatile da vicino, che sembrava incazzato quanto lui la maggior parte del tempo. Sarebbe stato un postino affidabile, sì.
 
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view post Posted on 2/3/2024, 01:13
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C'era stato un momento in cui il sopracciglio destro della Babbanologa s'era inarcato con fare confuso, lo sguardo aveva agganciato quello del ragazzo e i lineamenti s'erano distesi, come pareva essere successo ai suoi, non appena il malinteso dovuto all'espressione utilizzata dalla strega era stato chiarito con un lieve scuotere del capo da parte propria e quella che avrebbe dovuto ricordare una mezza risata.
Le piaceva la maniera con cui Caledon, pur mantenendo il registro normalmente previsto dal rapporto studente-docente – del quale, forse, lei avrebbe addirittura fatto a meno –, le si rivolgeva: estremamente spontanea e animata. «Con il gatto. - Lo aveva corretto, accennando con il capo all'ingombrante Maine Coon che nel frattempo s'era acciambellato sulla piccola poltrona dietro il bancone. - I rimproveri sembra comprenderli soltanto in Gaelico.» Aveva alzato gli occhi al cielo, facendogli intendere come il felino fosse talmente cocciuto da dovergli parlare in un'altra lingua per rimetterlo in riga, poi s'era dedicata alla sua richiesta.
La reazione del volatile era stata positiva, così come quella del Corvonero, e Morgana non poté che dirsi entusiasta nel vederli approcciarsi l'uno all'altro mentre compilava il registro delle adozioni e lo metteva al corrente di tutte le promozioni attive. Interessato unicamente all'animale, il più grande dei Fedoryen non prese in considerazione nessun acquisto extra e, in assenza di sacchetti in cui farlo scivolare, la Proprietaria porse il Buono sconto di Mielandia direttamente a lui. Sul retro del talloncino turchese avrebbe trovato tutte le specifiche sul suo utilizzo.
Fu allora, con la mano ferma a mezz'aria, che dovette accertarsi di aver sentito bene: una parte di sé si ritrovò a credere che lo studente non ritenesse la scelta del nome particolarmente importante, per affidarla a un'estranea, un'altra volle pensare che non lo avesse fatto con così tanta leggerezza, di rivolgersi proprio alla strega che aveva davanti.
«Mmh, Hermes come ti suona? - Quel coinvolgimento la esaltò a tal punto da farle spezzare per prima la formalità. - Nella mitologia greca babbana... - Cominciò a dire, immaginando che la storia dietro a quel nome potesse essergli sconosciuta. - ...il messaggero degli dèi si chiamava così.» Erano tante altre le particolarità sulla sua figura, come quella che riguardava il suo ruolo negl'inferi, ma lasciò a lui, sempre che gli fosse interessato effettuare una ricerca, occasione di scoprirle.
A quel punto recuperò i galeoni dal bancone, riponendoli in cassa come se essere complice di una scelta così significativa non le avesse in qualche modo svoltato la giornata, e restò in attesa di eventuali richieste aggiuntive in assenza delle quali avrebbe ringraziato Caledon per la visita augurandogli, poi, un buon rientro al castello.
 
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