Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Courgette Flowers

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view post Posted on 10/10/2023, 17:27
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Non le era rimasto più niente, se non qualche parola scritta su un pezzo di carta che aveva frainteso e una miriade di oggetti che inutilmente aveva rinchiuso nel baule per poi riversarli sul letto quella domenica mattina, forse con rabbia, ma poi li aveva accarezzati lentamente e ne aveva inspirato l’odore a partire dalla camicia nera finendo con la cravatta, il primo oggetto che lei gli aveva rubato. E l’aveva indossata per un attimo, annodandola attorno al proprio collo, osservando i lembi ciondolare fino a sfiorarle il petto da sopra il vestito cremisi che le copriva ogni centimetro di pelle fino alle caviglie, ma poi l’aveva tolta quando il suo odore si era insinuato nel cervello e quella stretta dolorosa alla scatola cranica aveva preceduto la familiare fitta alle tempie e quindi, senza alcun ornamento con solo addosso il tessuto porporato aveva varcato i cancelli nell’orario consentito.
Era sempre una boccata d’aria più libera per Jessica evadere dalla noiosa routine che si era creata, il fine settimana – seppur ormai privo di impegni, ma soprattutto privo di lui – rimaneva sempre un dolore costante ma la libertà che era concessa agli studenti per qualche ora rendeva l’espansione toracica meno faticosa, almeno fino a quando non si era trovata davanti a quella porta scrutando con interesse l’interno della bottega la vetrina, desiderando di vedere l'Augurey che cauto le si era posato sulla spalla al Piediburro girare la testa verso di lei, sebbene le iridi avessero appurato che l’animale non fosse lì esposto sotto occhi giudicanti di chi non poteva capirlo. Ma l’aveva sentito per un attimo, l’artiglio delicato stringerle la spalla come quel giorno, silenzioso e apparentemente triste e aveva immaginato il suo becco premersi contro la guancia, come aveva fatto in passato, una carezza di cui Jessica non si sarebbe mai privata.
“Buongiorno” aveva preso coraggio passando accanto ad alcune gabbie imponendosi di sollevare lo sguardo anche se la paura di incrociare il sorriso che si era guadagnato un articolo intero sulla rivista per la quale un tempo lavorava, le faceva increspare la pelle. Ma se lo avesse trovato l’avrebbe delicatamente evitato, richiudendo metaforicamente il giornale come aveva fatto in sala comune, focalizzandosi sull’unica speranza che l’aveva spinta a rischiare al cinquanta per cento anche quel giorno. Come aveva fatto da Mielandia.
“Mi servirebbero due Bewitching pet premium, uno per barbagianni e uno per coniglio” avrebbe detto una volta raggiunto il bancone e sfogliato il listino, mantenendo le proprie iridi azzurre ancora sul bancone, l’unica nota positiva forse era sperare di essere la prima cliente di quel giorno.
 
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view post Posted on 17/10/2023, 22:06
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Ella distrugge per ricreare


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Erano state prime ore del giorno piuttosto soleggiate quelle che avevano accompagnato Morgana fino al Serraglio Stregato per l'apertura, di un sole pallido e freddo ma comunque luminoso abbastanza da ingannare gli amanti della stagione estiva che questa non fosse del tutto pronta a lasciare spazio a un autunno che, teoricamente, si sarebbe dovuto dire già più che inoltrato.
E in compagnia di quella stessa luce la scozzese aveva riempito ciotole e beverini svuotati durante la notte, si era premurata di controllare che tutti gli esemplari in attesa di adozione fossero puliti e non necessitassero di cure aggiuntive da parte propria e, infine, si era assicurata che ogni mensola fosse rifornita secondo i propri standard e non comparissero, quindi, vuoti tra una confezione e l'altra. La stessa cerea luminosità con cui aveva preso posto dietro il bancone in attesa dei primi clienti della giornata e che all'improvviso s'era oscurata.
Quando la Capitana di Serpevede aveva sollevato lo sguardo dal registro delle vendite e dei rifornimenti per puntarlo in direzione dell'ingresso, lì dove l'era parso che la campanella di rame appesa alla porta avesse tintinnato con più violenza rispetto agli altri giorni, non aveva incrociato subito quello di Jessica ma aveva sbattuto contro i suoi versanti rocciosi e scoscesi, contro la sua cima estremamente aguzza e tagliente, contro ciò – lei – che li aveva resi tanto inospitali. Per un momento l'aveva guardata come aveva fatto da Mielandia, se n'era potuta accorgere per via del formicolio allo stomaco che l'aveva scossa alla stessa maniera, ma esattamente come successo alla bottega dello zucchero finse d'essere in grado di scalarla, quella montagna.
«Buongiorno. - Indossò la maschera della professionalità e allungò distrattamente una copia del Catalogo in sua direzione come se non le costasse qualcosa interagire con lei.
Registrate mentalmente le sue richieste annuì appena e poi, estraendo un sacchetto di carta da sotto il bancone, si sporse verso la mensola dei mangimi per recuperare le due confezioni in questione e inserirle nella busta con il logo dell'emporio. - Sono 6 galeoni in tutto. - Merda. - Essendo la prima cliente della giornata ad averne spesi più di cinque puoi rompere la Jack-O'-Piñata appesa all'ingresso.» Rimandò il momento del pagamento e, dopo aver afferrato la mazza poco oltre la tendina del retrobottega, fece cenno alla strega di seguirla all'esterno... lì dove il via vai di persone l'avrebbe fatta desistere, una volta affidato a lei lo strumento, dal colpire accidentalmente la sottoscritta al posto della zucca, no?
Si tenne comunque a distanza, quando la vide impugnare la mazza.

Alla descrizione della rottura della zucca da parte della cliente seguirà l'estrazione del premio.
 
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view post Posted on 19/10/2023, 10:46
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Non l’aveva visto il Catalogo che Morgana – sì proprio lei – aveva fatto scivolare accanto ad una delle sue mani bene aperte e appoggiate sulla superficie lucida e longilinea del bancone, ma l’aveva sentito grattare contro di esso, come se fosse carta vetrata. Ma non aveva perso tempo a sfogliarlo e perdersi nella scrittura – forse ordinata – di chiunque sia che elencava ogni prodotto accessibile e trovabile in quel negozio, seppure ne avesse sentito la necessità. Era rimasta ferma, con la testa ben sollevata e il mento sottile puntato leggermente verso il soffitto lasciando che il proprio sguardo scorresse appena oltre la spalla della Celebrian, in un punto non ben definito oltre a loro, dove Jessica non poteva vedere attraverso gli occhi della docente una sorta di felicità che non le apparteneva e dove, l’insegnante, non avrebbe potuto percepirne il dolore e la rabbia che le scaldavano il sangue. Aveva atteso in silenzio di essere servita, con quella cordialità imposta a chi gestiva – o collaborava – in un servizio a contatto con le persone, felice almeno al momento, di non essere più lei a doversi sottoporre alla tortura di distribuire sorrisi – perlopiù – falsi quando meno si voleva. Era una sensazione strana quella di Levante, che faceva a pugni tra l’incapacità di mantenere un posto di lavoro stabile e il potere di pretendere solo cortesia senza fare niente per meritarsela, esternando la propria gratitudine quando tutto ciò che aveva comprato fu semplicemente sistemato in un sacchetto di carta, che avrebbe presto ridotto a brandelli, davanti a lei. Solo allora seguì con lo sguardo i movimenti della Proprietaria, concedendosi un sorriso nel vederla afferrare la mazza, constatando quindi di essere la prima cliente di quel giorno. Una felicità fasulla, che per un secondo le si dipinse sul viso, destinata a sparire appena si ritrovò all’esterno del Serraglio, con la mazza ben stretta tra le dita della mancina intenta a fissare l’intaglio perfetto della zucca da distruggere. Fu tra le ombre dei ghirigori perfetti a perdersi con lo sguardo e ad osservare l’interno morbido che quella corazza arancione proteggeva, indecisa se rinunciare a distruggere anche quella o a virare bruscamente quel colpo e mirare verso il volto perfetto di Morgana, fregandosene dei passanti che sarebbero accorsi presso il suo corpo inerme condannando lei, che ancora colpevole teneva l’arma del delitto tra le mani.
Poi si era vista, per un attimo, mentre chiudeva gli occhi e divaricava le gambe per trovare il proprio equilibrio, aveva visto la propria faccia stampata lì sopra, tra un taglio e l’altro che squarciava l’arancione lucido ed era lì che aveva colpito, al centro del proprio volto imperfetto, sopra gli zigomi con quanta più forza avesse e solo dopo aprì gli occhi per ammirare il proprio operato, senza cercare tra i pezzi arancioni caduti incolpevoli ai propri piedi il desiderato premio. “La ringrazio, lascio i sei galeoni sul bancone” avrebbe pronunciato porgendo alla docente la mazza prima di rientrare al Serraglio e recuperare ciò che aveva acquistato, lasciando lì proprio dove poco prima il sacchetto di carta era stato appoggiato il saldo del conto.
 
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view post Posted on 3/11/2023, 21:18
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Ella distrugge per ricreare


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L'Arresto Momentum con cui aveva prontamente evitato che i pezzi della zucca colpita da Jessica finissero in faccia ai passanti non aveva salvato solamente questi ultimi ma anche la proprietaria del Serraglio Stregato che, dall'ingresso, non era riuscita a fare a meno di constatare come la violenza utilizzata dalla Corvonero per rompere l'ortaggio sarebbe stata perfettamente in grado di spedirla al San Mungo. Che avesse immaginato o meno il proprio volto sulla superficie intagliata appesa all'ingresso Morgana era stata capace di percepire la frustrazione delle sue movenze a pressarle le tempie e quando l'aveva vista rientrare per saldare quanto dovuto l'era servito qualche secondo per realizzare di non essere stata colpita.
Non fisicamente almeno.
Aveva appellato il biglietto contenente il premio del giorno, quello che sarebbe spettato alla studentessa se le fosse interessato – data la fretta con cui si era diretta all'interno per ritirare i suoi acquisti –, e quando l'aveva raggiunta, posizionandosi dietro al bancone, lo aveva fatto leggendo il contenuto della piccola pergamena per comunicarle l'eventuale omaggio o buono guadagnato. «Una Zuccasa. - Decretò poggiando nuovamente la mazza nel retrobottega e sperando di aver attirato la sua attenzione quel tanto che le sarebbe stato sufficiente per recuperare l'habitat vinto e consegnarglielo. Ne afferrò uno dalla mensola sulla quale erano stati sistemati in bella vista per la ricorrenza del mese e lo aggiunse a quanto precedentemente riposto nel sacchetto prima che lo afferrasse per portarselo via. - Ciò che hai vinto.» Specificò come se non fosse stato chiaro dal contesto.
Non la trattenne oltre, assecondando la sua evidente e fremente voglia di mettere piede fuori dall'emporio, e registrò l'acquisto e la vincita evitando di seguirla con lo sguardo sino alla porta.
 
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view post Posted on 4/11/2023, 01:35
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L’ Arresto Momentum della Celebrian era stata una delle cause che aveva fatto quasi scappare Jessica dal negozio, ma non la causa. Il principale motivo per cui aveva evitato di voler scoprire il premio scritto nel biglietto che la Proprietaria aveva appellato prima di raggiungere il bancone era la rabbia repressa che aveva scaturito il colpo alla zucca. Sarebbe stato facile ammettere in una bugia quanto avesse immaginato o voluto che tra i ritagli avesse visto – anche solo per un momento – il volto di Morgana, ma Jessica non era incline al mentire solo per causare una sofferenza o un timore verso di lei. Aveva quindi aumentato il passo cercando di raggiungere la soglia del Serraglio e di farlo prima che la voce dell’insegnate la raggiungesse, ma aveva fallito ancora e, scoprendo il premio inspirò stringendo con forza la maniglia della porta, indecisa se fingere – di spalle nessuno avrebbe visto la menzogna – o snocciolare parte della verità. “Ne ho già una – che fosse smangiucchiata e che ormai la forma ricordasse ben poco di quella originale poco importava – può darla a qualche animale qui ancora non adottato o venderla a qualche altro cliente” propose senza voltarsi. Svelando senza farlo l’implicito motivo, ma non il principale, che l’aveva spinta lì: aumentare il rancore verso sé e sfogare almeno in parte la rabbia che la stava logorando. Eppure c’era quel qualcosa che la bloccava, la motivazione reale che la spingeva a recarsi in luoghi dove sapeva che l’avrebbe incontrata. Posti diversi rispetto agli spalti, conscia che nemmeno lei lì l’avrebbe raggiunta, ma luoghi dove credeva che con un po’ di pazienza un ritaglio per entrambe lo avrebbe trovato, sebbene anche quel giorno la voglia di andarsene a piangere in solitudine altrove fosse alta. L’aveva immaginata con lui, quasi aveva sentito i loro respiri durante i propri incubi che rimanevano tali ed aveva sempre avuto paura nel parlare per scoprire che ciò che fosse nella sua testa rispecchiasse anche la realtà. E per un attimo aveva ancora pensato di farlo, andarsene illudendo ad una possibile visita o un confronto, o farlo senza dire nulla, chiudersi la porta alle spalle e fare finta che niente potesse nella realtà accadere, ma era arrivato il limite, il baratro che temeva la stava risucchiando e, per quanto non si sentisse lo sguardo puntato addosso la sua gola bruciava per l’impellenza di parlare.
“Ho immaginato che ci fosse la mia faccia sopra la zucca, ma non credevo di poterla colpire così forte” esordì dandole ancora le spalle, non aveva intenzione di mostrare le proprie fragilità a lei ma era certa che esse potessero trapelare dal tremore della voce, così vicino ad un attacco isterico. E le strinse ancora di più le dita sul pomello della porta, sentì il palmo bruciare e le nocche formicolare. Il cuore martellò per un istante dentro il suo petto consapevole che, dopo quella giustificazione non richiesta fermarsi era impossibile. L’aveva odiata per un po’ e non poteva negarlo, aveva cercato di scaricare a qualcuno di diverso da lei quelle che reputava come proprie colpe e lo aveva fatto finché il proprio riflesso nello specchio non aveva iniziato a disgustarla, come se tutta quella rabbia avesse contribuito a vedersi più brutta e meno innocente, più simile a quella persona che, anziché ammettere uno sbaglio era disposta a screditare chiunque.
“Qualsiasi cosa ci sia stata o ci sia con Xavier non ho niente contro di lei adesso – e lo specificò, il tempo attuale, lasciando intendere che ci era arrivata dopo a quella conclusione – non era lei a non doverlo baciare, ma sarebbe stato lui a doverlo rifiutare. E forse, anzi sicuramente, io avrei dovuto comprendere il pentimento in ciò che ha fatto anziché lasciarlo” inspirò sgranando le palpebre sentendosi una stupida per quello che aveva fatto e per ciò che aveva detto, incapace di andarsene ma anche di restare.
 
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