Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

emotions and..., privata, matt

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mia salazar
view post Posted on 17/9/2015, 22:48 by: mia salazar




Era andato in confusione ed a mandarcelo sono state le mie espressioni o meglio il cambio repentino e totalmente differente d'espressioni l'avevano sorpreso. Cosa potevo desiderare di meglio? Ero riuscita a fargli provare su di se il motivo per il quale la gente mi amava, il mio aspetto ingannava di per se ed io l'aiutavo con tutto ciò che era in mio potere fare, "l'abito non fa il monaco" ma sappiamo tutti quanto non sia vero questo detto, la società ci plasma a suo piacimento e ci etichetta. Avevo intuito che mi stesse analizzando, stava cercando di capire chi gli stava davanti ma come potrà certamente verificare da solo non è per niente facile date le mie mille sfaccettature, una cosa effettivamente poteva intuirla ero un diavolo travestito da angelo.
Sorrisi, pareva sincero da quanto sembrava illuminare il mio viso ma chi mi conosceva o chi aveva avuto a che fare con me almeno una volta sapeva che era falso, io non sorridevo mai. Cominciavano a mancargli le parole dopo la sua provocazione caduta, era snervato e potevo notarlo dal fatto che stava torturando il suo labbro. La conversazione procedeva bene avevo scelto di giocare al suo stesso gioco infittendo la conversazione provocandogli così un senso di smarrimento ma d'altronde sono imprevedibile lo salvai io stessa dal baratro in cui l'avevo spinto confondendogli le idee ancora di più per spingerlo, per invogliarlo a tentare di leggermi da diventare così ossessionato dalla figura del mio personaggio regolandogli un informazione personale come se mi fosse sfuggita. Scopo riuscito.
Rimasi vicina al suo viso tramutando la mia espressione in una che recita "ma non è ovvio?!" Prima di rispondere alla sua domanda.
<<si quella era l'idea ma il mio bel visino non ha espresso la crudeltà di quel luogo e mi hanno messo in porta>>
E sinceramente nemmeno mi importava più di tanto, stavo riuscendo in un ruolo che non pensavo mio quindi meglio così.
Tornai a sedere composta sulla panca facendo ricomparire un espressione neutra ma con un pizzico di malignità negli occhi <<adesso tocca a me parlare, facciamo un gioco... Quid por quod>> lascia cadere la frase nell'aria, gli avrei sottoposto una specie di questionario a cui avrebbe dovuto semplicemente rispondere brevemente ad alcune domande e dopodiché gli avrei rivelato un'altra piccola informazione su di me, accattivando maggiormente il suo istinto a Cercare la mia persona o ad indagare.
Dalla tracolla presi un foglio di pergamena con calamaio e piuma spostando tutto quello che avevo davanti sul tavolo per fare spazio e cominciai a scribacchiare le domande nel mentre rivolsi a lui la parola.
<<rispondi il più velocemente possibile senza pensarci troppo e vediamo cosa viene fuori. Un semplice test>>
Ammiccai in sua direzione quando feci scivolare sulla superficie del tavolo il foglio, lo avrei continuato a guardare anche quando si fosse messo a scrivere con della malizia sulle labbra e il male negli occhi.

1. MI SENTO REALIZZATO QUANDO RIESCO AD ESSERE
2. PER SENTIRMI A POSTO CON LA COSCIENZA DEVO
3. QUANDO SONO CON GLI AMICI
4. L'IMMAGINE CHE HO DI ME E'
5. QUANDO MI AFFIDANO UN INCARICO
6. IMPEGNO VOLENTIERI LE MIE FORZE PER
7. LA COSA CHE MAGGIORMENTE EVITO E'
8. COME MI COMPORTO DURANTE UNA LITE
9. COSA PENSO DI ME STESSO QUANDO GLI ALTRI NON MI CAPISCONO?


<<come avrai capito è basato sulla psicologia questo test>>
Quello che in realtà volevo dire con quelle parole era una cosa come "adesso riesci a comprendermi?" piccola, dolce e tenera satana.
 
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12 replies since 6/7/2015, 22:51   229 views
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