Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

emotions and..., privata, matt

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mia salazar
view post Posted on 6/7/2015, 22:51




Pranzo, dovevo andare a pranzo. Ma cosa succederebbe se la tua compagna di stanza non ti avesse svegliato, avessi spaccato il minuto per non arrivare in ritardo a lezione rischiando l'osso del collo e arrivare trafelata in sala grande buttandoti direttamente con la grazia da elefante sulla panca? Un umore pessimo. Ecco spiegato il perché del mio umore tetro e un acidità superiore al normale, chiunque oggi avesse avuto la sfortuna di irritarmi come minimo si ritrovava con qualche ossa rotta. Seduta cercavo di gustarmi quel poco che era rimasto visto che avevo tardato ad arrivare in sala grande, guardando di mala voglia quelle che una volta -esattamente prima di essere triturate- erano fette do arrosto. Dalla stanchezza mi era passata la fame ma dovevo sforzarmi di mangiare era lo sprint finale prima delle vacanze estive, in poche parole dovevo resistere.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 10/7/2015, 14:46




La fame si faceva sentire, eccome se bussava alla porta del mio stomaco: era il momento di accontentarla; dopo essermi tutto ben preparato nel mio dormitorio, presi l'uscita della Sala Comune dei Serpeverde e mi avviai verso la sala grande, era ora di pranzo; o meglio, l'ora di pranzo effettiva forse era passata già da un po' ma quella sensazione di fame (e quei rumori addominali) erano arrivati solo ora e avevo assolutamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.

Dopo aver fatto il solito percorso, arrivai nella Sala Grande. Era davvero immensa, avrei dovuto farci l'abitudine, ma ero ancora un novizio, ogni volta che entravo mi sorprendeva sempre; ovviamente questa sorpresa era captabile solo al mio interno, mai e poi mai mi sarei sognato di manifestare agli altri il mio stupore per la magnificenza della Sala Grande... Far trasparire un'emozione? Giammai!

Nonostante l'ora, il luogo era piuttosto popolato e avanzai lentamente cercando un posto; ovviamente c'erano dei gruppetti, alcuni soliti, già visti, alcuni nuovi, solitamente coinvolgevano casate completamente diverse dalla mia e vedevo più che altro gruppi di Grifondoro e di Tassorosso. Qualche Serpe nei tavoli lontani fin quando, nella navata che andavo percorrendo, vidi una ragazza della mia stessa casa, praticamente ormai di fronte a me, che s'apprestava a consumare il suo pranzo. Perchè non sedersi lì? Mi bloccai un secondo, piantato in terra, la osservai, sembrava mangiare in maniera piuttosto svogliata, quasi come se fosse obbligata... Aveva di fronte a se delle splendide fette d'arrosto, come si può essere disgustati? Avevo una tale fame... Decisi dunque di avvicinarmi al posto di fronte a lei.

Salve, concasata. Chiedo scusa per il disturbo, mi chiedevo se potessi accomodarmi, e pranzare, qui di fronte a te. Oppure aspetti qualcuno?

Chiesi inclinando leggermente la testa e osservandola, aspettando una risposta; ovviamente se non avesse voluto mi sarei fatto da parte, ero una persona correttissima, mi ritenevo un Signore con la S maiuscola, attendevo di capire il suo responso.
 
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mia salazar
view post Posted on 10/7/2015, 21:11




Stavo ancora svogliatamente giocando col cibo ingerendo di tanto in tanto un boccone quando una voce sconosciuta mi ridestò dal torpore in cui stavo inesorabilmente cadendo. Alzai lentamente il capo per squadrare il nuovo arrivato che si era bellamente piazzato di fronte a me, inarcai il sopracciglio e con voce ed espressione prive di qualsiasi emozioni risposi a quello che era un auto invito.
<<siediti zitto e mangia, non aspetto nessuno>> la cordialità e la gentilezza non erano decisamente il mio forte, ero una persona diffidente e sarcastica per natura per cui non mi era facile relazionarmi con gli altri. Prima di posare nuovamente lo sguardo sul mio piatto, mangiare e filarsela a velocità della luce mi rivolsi sempre in tono poco amichevole -nemmeno me ne resi conto tant'era l'abitudine a farlo- a lui <<chi saresti di grazia?>> non attesi una sua qualsiasi risposta e tornai a spilucchiare le mie fette di arrosto.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 11/7/2015, 03:52




Dopo averle rivolto qualche sguardo (per pochi secondi), era arrivato dunque il momento della richiesta: sono sempre stato cortese, non da meno in quell'occasione, chiesi alla mia concasata se potessi accomodarmi di fronte a lei ma evidentemente scelsi una delle compagne peggiori; mi guardò, priva di emozioni, non che mi facese effetto, tenevo anche io un comportamento simile; inarcò il sopracciglio e quella mossa mi fece capire, o meglio, intuire qualcosa di quella che sarebbe potuta essere la sua reazione.

"Siediti, zitto e mangia, non aspetto nessuno".

Stavolta lo inarcai io il sopracciglio, continuando a fissarla perplesso per qualche secondo, con la delusione che si dipinse nel mio sguardo per la sua scortesia, soprattutto verso un compagno di casata; sospirai leggermente e presi posto, ringraziandola.

Grazie...

Dissi con tono seccato, molto ironico ovviamente, era ovvio che in esso si nascondessero delle rimostranze per ciò che era appena successo. La vidi rivolgere lo sguardo verso il suo piatto e così mi misi all'opera per il motivo per il quale mi trovavo nella Sala Grande, ovvero mangiare. Mi servii un po' di arrosto, alzai ancora lo sguardo, la ragazza era sempre 'attenta' sul suo piatto e, improvvisamente, arrivarono delle parole dalle mie orecchie, la voce era la sua, dunque mi fece una domanda, senza mai staccare le iridi dalla sua pietanza. Mi chiese chi fossi, in modo anche non troppo carino. Dopo aver tagliato e ingerito il primo pezzo di arrosto, deglutii lentamente, alzai lo sguardo per guardarla qualche secondo, arricciai le labbra, non sapevo se davvero risponderle o meno ma... Avrei dovuto tenere i nervi saldi; così come li tenevo durante i momenti smielati, evitando di mostrare il mio ribrezzo, così dovevo fare nei momenti un po' un più ruvidi, dove la missione era evitare di far emergere il mio nervoso; feci appello a tutte le mie forze di volontà per tenere la calma e guardai la compagnia, alzando appena gli occhi ma restando col capo rivolto al mio piatto.

Sono Matt Henderson, casata dei Serpeverde.

Evidenziai l'ultima parte col tono di voce, cercando di farle capire che ero un suo concasato, qualora non l'avesse visto dalla divisa o intuito; così, magari credeva di parlare con un Tassorosso qualunque, meglio specificare.

E tu chi sei, invece?
 
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mia salazar
view post Posted on 23/7/2015, 20:27




continuai a mangiare quello che restava delle fette di arrosto triturate nel piatto senza degnarlo di uno sguardo e così feci anche per il suo tono seccato intriso di ironia, non lo considerai affatto come se nemmeno avesse parlato.
poco dopo essermi versata del succo di zucca nel calice il ragazzo parlò di nuovo calcando volutamente la sua collocazione di casa, "come se non lo sapessi che era una serpe" continuai a rimuginare qualche secondo sul mio stesso pensiero prima di posare il mio sguardo su di lui, fissandolo ma senza in realtà farlo davvero ero come in trans, sguardo vuoto posato sulla figura del ragazzo di nome Matt seduto di fronte a me.
<<mi pare ovvio che sei un mio concasato>> -purtroppo avrei aggiunto, ma ho preferito evitare- <<altrimenti non saresti seduto qui, giusto no?!il mio nome è Mia Salazar>>
il mio nome di certo non era sconosciuto all'interno della scuola, mi ero fatta conoscere in determinate occasioni e dovevo ammettere che il risultato non era stato male dato che aveva portato alla formazione di quello che era una nuova idea di concepire la nostra società, Alaric... già il gruppo, il nostro gruppo. ma non ero così al centro dell'attenzione senza che ad ogni mio movimento gli altri ne fossero a conoscenza. in poche parole ero conosciuta come membro della squadri di quidditch di serpeverde e per essere una ragazzina al quanto...imprevedibile ecco! ma il tutto mi permetteva ugualmente di agire nell'ombra per passare inosservata. un connubio perfetto oserei dire.
reclinai la testa da un lato cambiando completamente espressione ma utilizzando sempre un tono duro quanto penetrante, due cose in netto contrasto che lasciavano a dosso un vago senso di inquietudine e confusione. non ero così facile da leggere e molto spesso -sempre- le mie azione erano del tutto imprevedibili.
<<tienilo bene a mente, forse ti sarà necessario ricordarlo...>> lasciai la frase ad aleggiare nell'aria se davvero era astuto e furbo sarebbe riuscito a capire il significato tra le righe. "in un modo o nell'altro, nel bene o nel male...lo ricordai fidati." con questo pensiero bevvi il succo che ancora avevo tra le mani.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 27/7/2015, 15:16




Che dire, ero forse sfortunato? Non avevo fatto incontri gradevolissimi, a scuola, fino a quel momento e oltre ai ragazzi delle altre Casate ci si mettevano pure i concasati? Ero senza speranza. Non mi degnò nemmeno di uno sguardo, quando aveva aperto bocca era quasi per schifarmi. Intanto continuai ad assaggiare pian piano il mio arrosto, provando per lo meno a gustarmelo vista la ragazza con cui avevo deciso di consumare il mio pasto. Improvvisamente, tornò a fissarmi; lo feci anche io, continuai a masticare ma la guardavo, in maniera molto disinteressata, aspettati che aprisse bocca ed eccola. Era ovvio che fossi un concasato, altrimenti non sarei seduto lì; si presentò poi, il suo nome è Mia Salazar.

Sì sì, ma sempre meglio specificare. Non c'è nulla di cui vergognarsi nel dirlo, anzi. Piacere di conoscerti, Mia...

Le ultime parole le dissi in maniera molto rallentata, quasi forzate. Un piacere conoscerla? Beh, vista la maniera in cui mi aveva accolto non proprio. Non avevo mai sentito parlare di lei, sarà che ero nuovo ma non sapevo assolutamente se fosse una conosciuta nella scuola o meno. Fino a quel momento sapevo che si trattava di una Concasata, non avevo idea di cosa potesse occuparsi o di cosa potesse aver fatto. Altro pezzo di arrosto, dopo aver deglutito l'altro, e ripresi a guardarla, aspettando le sue prossime parole che furono dette in riferimento al suo nome. Avrei infatti dovuto tenerlo bene a mente, mi sarebbe stato forse necessario ricordarlo. Il mio sguardo divenne stranito, alzai appena il sopracciglio e inclinai leggermente la testa, ero piuttosto perplesso.

Sì? Perchè dovrebbe esserlo?

Chiesi incuriosito prendendo distrattamente un altro pezzo di arrosto. Ero curioso in fondo di scoprire di più su tal Mia Salazar. Non mi aveva fatto una buona impressione ma mi lasciò confuso, dovevo scoprirne di più.
 
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mia salazar
view post Posted on 30/7/2015, 19:47




Sventolai la mano come per scacciare qualcosa con un espressione del tutto ovvia, a me non importava se la persona che mi stava davanti era una serpe o meno... Il marcio era ovunque e non perché qualcuno era della mia stessa casa avrebbe avuto un trattamento migliore. Io sono così e basta!
<<serpe o meno non fa differenza e non sforzarti troppo, nemmeno per me è un piacere conoscerti>>
La sua faccia era appagante mi guardava perplesso nemmeno avesse visto un alieno, in qualche modo dovevo aver attirato la sua attenzione verso di me. Bene...si comincia.
Ognuno aveva la propria reputazione a scuola, chi più chi meno ma si cercava ugualmente di preservarla intatta come senza macchia. La mia beh che dire, era leggermente particolare a detta degli altri. Per esempio... Dover tenere un certo comportamento sgarbato, arrogante, stronzo e con un pizzico di crudeltà e cattiveria. Perché si io, "la piccola, dolce e tenera satana" ero ricordata soprattutto per i miei modi poco ortodossi e quasi brutali ma quello che mi premeva era di mantenermi su questa linea dato che mi divertiva un mondo. Guardare i volti delle persone che al mio passaggio pregavano per scampare da un insulto pungente e sarcastico, tornado Salazar mi aveva definito qualcuno di imprecisato -non era degno di nota evidentemente- da non ricordarmi nemmeno il nome.
Rimasi a fissarlo qualche attimo per poi riprendere la dove ero rimasta a mangiare apparendo totalmente disinteressata e quasi annoiata.
<<si, perché non lo sai?!>> altra cosa che adoravo un mondo era portare all'esasperazione il prossimo. Si prima o poi avrebbe capito chi aveva di fronte.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 1/8/2015, 17:28




La vidi sventolare la mano con la coda dell'occhio mentre addentavo un po' della mia cena; quella ragazza si stava dimostrando di un'antipatia unica, ma ci stava: mi mancava ancora la Concasata 'simpaticona'. Erano da prendere con le pinze certe persone, bisognava valutare in maniera quanto più attenta se potessero un giorno tornare utile e se dunque potesse essere interessante mantenere, per quanto possibile, un buon rapporto con loro. Di certo la situazione non era delle più rosee, tutt'altro. A quanto pare per lei non era un piacere far la mia conoscenza, nonostante io non mi fossi espresso nei suoi confronti. Avventata, la ragazza. Perchè un atteggiamento del genere? Ne avevo viste tante di situazioni simili, le cause scatenanti di un comportamento come questo potevano andar ricercate nel passato di quella ragazza, sicuramente. Quindi iniziai il mio rapidissimo percorso cerebrale che avrebbe fatto intercorrere qualche istante dalla sua affermazione fino alla mia risposta. Tornando a bomba, probabilmente nella sua infanzia doveva esserci stato un qualche evento (o più d'uno) che l'avesse portata a diventar così: rifiuto da parte degli altri, dei semplici atti di bullismo, un'infanzia vissuta in famiglia in maniera poco felice. Parecchie erano le ipotesi, tutte papabili, ero quasi certo potesse essere una di quelle che l'avesse portata ad avere il mondo contro. Almeno, così mi parve, difficile che le stessi antipatico così, a pelle... Ma poteva essere.

E chi si sforza? Ad ogni modo, non mi sembra di aver detto che non sia un piacere conoscerti, nonostante avessi ben capito sin dall'inizio che per te, di certo, un piacere non è.

Lentamente ed in maniera a dir poco glaciale risposi alle sue parole, osservandola ed alzando il sopracciglio. Decisi di tenermi su un livello piuttosto soft, almeno momentaneamente. Dovevo studiarla, dovevo capire appunto se potesse tornarmi davvero utile in futuro, calcolatore fin nel midollo. Altrimenti, litigata furiosa?

Non sembrò di certo la persona più gentile del mondo, anzi, evidentemente non lo era, aveva uno strano modo di porsi alle persone; possibile che potesse avere delle amicizie? Che domanda stupida, ma certo che le aveva. Anzi, sono le persone così ad attirare più accoliti, figurarsi se non aveva qualche subdolo Concasato (o non) che non le era affine. Continuai a mangiare, dunque, mettendo nello stomaco qualche altro boccone di quella pietanza che si avviava ormai verso le conclusione. Le cose, intanto, si fecero più interessanti: dopo avermi consigliato di tenere a mente il suo nome poichè mi poteva necessitare, le chiesi il motivo per il quale avrei dovuto farlo; non ero ancora molto inserito in ambiente scolastico, dunque non sapevo di che nomea poteva godere tal Mia Salazar, se avesse una particolare fama o che altro. Ingerii un altro pezzo d'arrosto e la guardai scuotendo la testa, dopo la sua domanda; deglutii e dunque le rivolsi la parola.

No, non ne ho idea. Dimmelo tu.

Chissà, magari la mia risposta l'avrebbe potuta mal intepretare, l'avrebbe potuta prendere male, come un segno irrispettoso, ma oltre al fatto che la ragazza nulla aveva fatto per meritarsi il mio rispetto, c'era da dire che le mie frasi furono totalmente innocenti, non avevo idea di qual 'peso' potesse avere all'interno della scuola. A lei la spiegazione.
 
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mia salazar
view post Posted on 5/8/2015, 20:40




Spostai il piatto che avevo davanti un po' più in la in modo da potermi appoggiare al tavolo, il braccio sinistro che stavo utilizzando per sorreggere la testa inclinata nel medesimo lato che lo guardava senza espressione alcuna.
<<abitudine, le persone o mi amano o mi odiano. Niente via di mezzo, non mi piace.>>
Non ne aveva idea, bingo! Le persone che ancora non mi conoscevano -ma presto ne avrebbero avuto la fortuna/sfortuna, dipende da che prospettiva lo si guardava- era più facile manovrarle. Rimanendo ferma in quella posizione che avevo assunto in maniera quasi statica risposi sovvenendo alla sua curiosità che io stessa gli avevo rifilato.
<<beh dipende. Piccola, dolce e tenera satana o tornado Salazar per i più, prova a chiedere in giro. Sono davvero curiosa di sapere cosa ti possono rispondere>>
Sorrisino spontaneo sorse sul mio volto nel pronunciare quei due soprannomi, soprattutto se rimembravo le persone che me li avevano affibbiati. Ah si, bei tempi! Detto così sembravo una vecchia ma poco importava, la pensavo così andavo fiera del mio modo di essere. L'unico che conoscevo ma altrettanto l'unico che mi dava realmente soddisfazione.
<<sono anche il secondo portiere della squadra, questo dovresti saperlo...>> lasciai la frase sospesa in aria volutamente, ormai poco o nulla poteva scalfire la mia corazza e qualsiasi cosa che avesse detto non sarebbe stata nuova per me. Nel bene o nel male.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 6/8/2015, 21:02




Continuai con la mia cena che ormai volgeva al termine, mi ero abbastanza ingozzato di arrosto e avrei anche potuto finirla lì. D'altronde non era il caso di esagerare (come ero solito fare), non volevo dare una brutta impressione di me ad una persone che già mi schifava di suo. Non che me ne importasse qualcosa di ciò che poteva pensare Mia Salazar, ma ci tenevo all'immagine. Disse di essere abituata a pensare così delle persone, difatti le stesse o l'amavano o la odiavano, niente via di mezzo. Alzai il volto dal mio piatto per osservare lei ed alzai un sopracciglio. Ascoltai attentamente le sue parole e le elaborai un poco; dunque annuii, non propriamente convinto.

Immagino abbondino le seconde.

Dissi leggermente ironico riferendomi chiaramente alle persone che la odiano; se si poneva così, immotivatamente, con tutti di sicuro c'era poco da fare per essere amata e certamente nemmeno le interessava, anzi, credevo lo facesse proprio apposta. Io andavo conoscendola, dove l'avrei inserita? Di certo non potevo dire di odiarla, questa infatti è una parola molto grossa della quale si abusa, così come della parola amore. Ingurgitai l'ultimo pezzo di arrosto, mi pulii con un fazzoletto e spostai il piatto. Dunque posai pur io le braccia sul tavolo, mettendole conserte ed osservando con sguardo freddo e distaccato Mia, non perchè fosse lei, ma perchè era il mio solito apatico sguardo. Dunque continuò a parlare la Concasata, dicendo di essere una piccola, dolce e tenera satana, o chiamata anche tornado Salazar, mi sarebbe bastato chiedere in giro... Era curiosa di sapere cosa mi avrebbero risposto. La osservai, dritta negli occhi, studiandola un po'. Era chiaro che questo suo comportamento scaturisse da qualche evento passato, magari molto triste per lei, che l'ha portata a fregarsene del prossimo ed essere irreprensibilmente acida con chiunque. Provai un po' ad analizzarla, a carpire qualche informazione, ma più passava il tempo più ero certo si trattasse di una corazza, uno scudo creato ad hoc. Potevo anche sbagliarmi, ovviamente.

Proverò a domandare, se ne capiterà l'occasione.

Affermai in maniera piuttosto disinteressata, quasi facendo passare la cosa in secondo piano come se effettivamente poco mi interessasse sapere robe sul suo conto o cosa pensasse la gente di lei. Ma cercai comunque di essere il più cortese possibile, non mi comportavo esattamente a seconda di come si comportavano gli altri, io avevo il mio atteggiamento, il mio essere, il mio charme e il mio savoir faire, mi reputavo un Signore sempre e comunque e nella mia cortesia cercavo di non perdere mai occasione di dimostrarlo. Continuò ancora, dicendo di essere il secondo portiere della squadra di Quidditch dei Serpeverde. Notizia interessante, quella. Prima o poi mi sarei interessato per entrare nella squadra di Casata e il ruolo da lei ricoperto era uno dei due da me puntati. Mi sistemai meglio seduto e aprii bene le orecchie, ascoltando le sue parole. Mi avvicinai leggermente al tavolo, come a infittire la conversazione.

Non ne ero a conoscenza, ma grazie dell'informazione. In futuro mi avvicinerò anche io al Quidditch e sono due i ruoli che principalmente m'interessano: Cacciatore... O Portiere.

Conclusi con un pizzico di velato ammonimento verso la ragazza, come se volessi avvisarla che un giorno si sarebbe potuta trovare un rivale in più all'interno del campo da Quidditch. Era una vera e propria passione per me ma sarei entrato quando mi sarei sentito pronto. Non sapevo esattamente quando, ma avrei valutato, non ero tipo che faceva le cose a caso. C'è da dire che puntavo maggiormente ad essere un Cacciatore, più che Portiere, ma questo lei non lo sapeva. Erano comunque due ruoli interessanti. Decisi di condividere quella mia intenzione con lei, sia perchè non avrebbe comportato nessuno svantaggio o scompenso per me, sia per il fatto che volevo farle sentire un minimo di pressione addosso, a discapito di ciò che comunque gliene potesse fregare. Sempre meglio precisare.
 
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mia salazar
view post Posted on 20/8/2015, 22:45




Lo guardai puntando gli occhi nei suoi e feci la mia adorabile faccia da angioletto che incantava più delle persone di questa scuola, gli occhi da cucciolo e il faccino angelico si erano rivelati davvero utili per abbindolare le persone e giocarci a mio piacimento.

<<invece no>> sorridendo allusiva al suo commento riguardante al fatto che fossero più le persone che mi odiavano rispetto alle altre.
<<e comunque non me ne sarebbe importato niente, vedi?! Sia che mi amino sia che mi odino sono sempre nei loro pensieri>> ed era vero, sarei stata una gioia per i primi e un tormento per i secondi ma lo scopo restava il medesimo in entrambi i casi. Penetrare nella mente di una persona.
Avrebbe provato a domandare davvero in giro sul mio conto? Non saprei dirlo. Solo una cosa sapevo, che non mi interessava, una frase di circostanza detta perché... Beh si faceva cosi no?!
Lo vidi avvicinarsi come ad infittire la conversazione o renderla se fosse stato possibile più privata in maniera tale che potessi ascoltare io soltanto. Non mi mossi di un centimetro dalla mia postazione. era un avviso questo? Una minaccia?
Non aveva importanza che lui puntasse anche al ruolo che io ricoprivo -anche se solo come riserva- non mi sarei mai fatta soffiare il posto che tanto mi ero sudata nonostante non ero propriamente partita con l'intento di difendere gli anelli, anzi, ero andata ai provini con una candidatura da battitore.
<<libero di provarci, non ha nessuna valenza per la mia statistica.>>
Stavolta anch'io mi avvicinai appoggiando entrambi i palmi sul tavolo e portando il mio viso ad una distanza ravvicinata dal suo.
<<un vero peccato non aver dimostrato tutta la grinta che possiedo al provino, sarei stata una battitrice davvero crudele con una mazza in mano. Un peccato davvero non poter disarcionare gli avversari sfracassandogli la testa>>
Feci un sospiro accompagnato da un finto sguardo nostalgico come a ricordare un momento passato davvero felice ma ormai per l'appunto... Passato.
Per poter fargli sentire un minimo di pressione o ansia in campo avrei anche potuto valutare l'idea di aiutare con ogni mezzo Adrien, nonostante sia il mio acerrimo rivale in campo. Beh prima o poi con un costante impegno avrei avuto anch'io la mia occasione.
 
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Matt Henderson
view post Posted on 31/8/2015, 07:33




Il suo viso si trasformò improvvisamente. Quella che classificai come un diavolo, una persona davvero antipatica e cattiva, mostrò improvvisamente nei miei confronti un viso a dir poco angelico, una faccia dolce con un sorrisino ancor più mieloso. Rimasi sorpreso, strabuzzai leggermente gli occhi manifestando in maniera non troppo marcata la mia sorpresa nel vedere in lei un'espressione simile. Che fosse impossessata da chissà quale spirito? Non era possibile che, dopo tutta l'acidità mostrata, divenisse improvvisamente così mansueta. Non sapevo come reagire, mi trovai abbastanza a disagio, bloccato, quasi soggiogato dal quel volto, tendendo a credere che quella repulsione mostrata in precedenza fosse uno scudo e che in realtà Mia Salazar fosse realmente una dolce e tenera ragazza. Ma se fosse il contrario? Ero in subbuglio.

Dopo la mia affermazione, in cui allusi al fatto che probabilmente in tanti la odiavano e pochi la amavano, la ragazza, con quel sorrisino, rispose negativamente. Forse per il fatto che in realtà si trattasse di una ragazza che bisognava saper prendere? Una che dentro quella corteccia era una vera e propria dolcezza? Questa sua affermazione aiutò a rafforzare la mia sorprendente tesi, ovviamente ci sarebbero volute delle verifiche. Poi dimostrò di essere un tantino egocentrica Mia, vista la sua successiva affermazione in cui disse che non le importava comunque nulla, tanto sarebbe stata in ogni modo dei pensieri altrui. Affermazione strana e in un certo senso anche macabra. Dove voleva andare a parare quel dolce ma diabolico angelo che mi trovavo davanti? Dovetti prestar molta cautela, non dovevo sbagliare una mossa, iniziai a capire il tipo di personaggio che avevo davanti, per quanto indecifrabile, poteva sicuramente essere pericoloso. Decisi di rispondere molto vagamento, tentando quanto più possibile di nascondere la mia insicurezza dovuta agli strani pensieri che erano sorti poco prima.

Se lo dici tu...

Provai comunque a mantenere la mia calma e la mia proverbiale flemma, la osservai e incrociai le braccia ponendole delicatamente sul tavolo. Il mio studio sulla Concasata si fece sempre più intensificato; avrei dovuto chiedere a qualcuno della mia Casata maggiori informazioni su tal Mia Salazar... Ci sarebbe stato da prendere le distanze e le dovute precauzioni o semplicemente era un fuoco di paglia, una che parlava e parlava senza mai concludere nulla? Difficile dirlo, mi sarei comunque dovuto informare.

Dopo le mie frasi sul Quidditch, in cui provai a testare le sue sicurezze, la ragazza non mosse un capello, mi disse di farlo tranquillamente, non gliene sarebbe importato. Nulla da fare, provocazione non andata a buon fine. Mi morsi leggermente il labbro, snervato da quel piccolo fallimento, cercai dunque di mettere in ordine i pensieri e prendere controllo della situazione. Alla fine la mia non era una vera minaccia, volevo in realtà fare il cacciatore e il ruolo di portiere sarebbe stato un mero ripiego. Sospirai appena, cosa potevo dire? Non potevo star zitto, la ragazza avrebbe potuto prendere il sopravvento su di me. Dopo la sua frase sulla statistica feci semplicemente un cenno col capo, probabilmente ci azzeccava poco, ma non sapevo che dire. Anche lei improvvisamente si mise di fronte a me, in un certo senso più vicina, vogliosa di infittire la conversazione nello stesso modo in cui lo feci prima io con lei. Mi irrigidii, aspettandomi qualunque cosa, avrebbe potuto lanciarmi un pugno, sputarmi, fare una carezza, non c'erano limiti. Ma prima di poter crollare, fu proprio lei a salvarmi, continuando, dopo pochi istanti, il suo pensiero precedente. Rivelò di voler, in realtà, essere una battitrice, non un portiere. Era il suo sogno, in pratica, sarebbe stata crudele con una mazza in mano e si rammarica di non aver potuto dimostrare tutta la sua grinta al provino, disarcionando gli avversari con un bel bolide e magari sfracassandogli la testa.

Diamine.

Pensai, attonito dalle sue parole. Era possibile che un tale viso dai lineamenti così dolci e angelici potesse nascondere un animo di una bestia, così diabolico e cattivo? Non potevo credere ai miei occhi. Non ero uno che si sorprendeva facilmente, in genere, eppure quella ragazza stava sconvolgendo il mio animo più interiore. Era davvero difficile dover trattenere ogni reazione in modo da non manifestare nulla all'esterno Dunque, provai a far conversazione, a capire qualcosa in più su di lei.

Ah, volevi fare la battitrice? E come mai alla fine sei diventata portiere? Perchè non hai potuto dimostrare quanto potevi valere con una mazza in mano?

Chiesi curioso, essendo anche fiducioso sul fatto che una risposta avrebbe forse potuto portarmi a nuove deduzioni e scoperte su quella persona, su Mia Salazar. La particolarissima Mia Salazar, una ragazza che non finiva di sorprendermi ma che anzi, in un certo senso mi preoccupava sempre più. Ci sarebbe stato da prenderla sul serio o era semplicemente una cantastorie?
 
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mia salazar
view post Posted on 17/9/2015, 22:48




Era andato in confusione ed a mandarcelo sono state le mie espressioni o meglio il cambio repentino e totalmente differente d'espressioni l'avevano sorpreso. Cosa potevo desiderare di meglio? Ero riuscita a fargli provare su di se il motivo per il quale la gente mi amava, il mio aspetto ingannava di per se ed io l'aiutavo con tutto ciò che era in mio potere fare, "l'abito non fa il monaco" ma sappiamo tutti quanto non sia vero questo detto, la società ci plasma a suo piacimento e ci etichetta. Avevo intuito che mi stesse analizzando, stava cercando di capire chi gli stava davanti ma come potrà certamente verificare da solo non è per niente facile date le mie mille sfaccettature, una cosa effettivamente poteva intuirla ero un diavolo travestito da angelo.
Sorrisi, pareva sincero da quanto sembrava illuminare il mio viso ma chi mi conosceva o chi aveva avuto a che fare con me almeno una volta sapeva che era falso, io non sorridevo mai. Cominciavano a mancargli le parole dopo la sua provocazione caduta, era snervato e potevo notarlo dal fatto che stava torturando il suo labbro. La conversazione procedeva bene avevo scelto di giocare al suo stesso gioco infittendo la conversazione provocandogli così un senso di smarrimento ma d'altronde sono imprevedibile lo salvai io stessa dal baratro in cui l'avevo spinto confondendogli le idee ancora di più per spingerlo, per invogliarlo a tentare di leggermi da diventare così ossessionato dalla figura del mio personaggio regolandogli un informazione personale come se mi fosse sfuggita. Scopo riuscito.
Rimasi vicina al suo viso tramutando la mia espressione in una che recita "ma non è ovvio?!" Prima di rispondere alla sua domanda.
<<si quella era l'idea ma il mio bel visino non ha espresso la crudeltà di quel luogo e mi hanno messo in porta>>
E sinceramente nemmeno mi importava più di tanto, stavo riuscendo in un ruolo che non pensavo mio quindi meglio così.
Tornai a sedere composta sulla panca facendo ricomparire un espressione neutra ma con un pizzico di malignità negli occhi <<adesso tocca a me parlare, facciamo un gioco... Quid por quod>> lascia cadere la frase nell'aria, gli avrei sottoposto una specie di questionario a cui avrebbe dovuto semplicemente rispondere brevemente ad alcune domande e dopodiché gli avrei rivelato un'altra piccola informazione su di me, accattivando maggiormente il suo istinto a Cercare la mia persona o ad indagare.
Dalla tracolla presi un foglio di pergamena con calamaio e piuma spostando tutto quello che avevo davanti sul tavolo per fare spazio e cominciai a scribacchiare le domande nel mentre rivolsi a lui la parola.
<<rispondi il più velocemente possibile senza pensarci troppo e vediamo cosa viene fuori. Un semplice test>>
Ammiccai in sua direzione quando feci scivolare sulla superficie del tavolo il foglio, lo avrei continuato a guardare anche quando si fosse messo a scrivere con della malizia sulle labbra e il male negli occhi.

1. MI SENTO REALIZZATO QUANDO RIESCO AD ESSERE
2. PER SENTIRMI A POSTO CON LA COSCIENZA DEVO
3. QUANDO SONO CON GLI AMICI
4. L'IMMAGINE CHE HO DI ME E'
5. QUANDO MI AFFIDANO UN INCARICO
6. IMPEGNO VOLENTIERI LE MIE FORZE PER
7. LA COSA CHE MAGGIORMENTE EVITO E'
8. COME MI COMPORTO DURANTE UNA LITE
9. COSA PENSO DI ME STESSO QUANDO GLI ALTRI NON MI CAPISCONO?


<<come avrai capito è basato sulla psicologia questo test>>
Quello che in realtà volevo dire con quelle parole era una cosa come "adesso riesci a comprendermi?" piccola, dolce e tenera satana.
 
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