Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Smells like teen spirit, Privata

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J. F.
view post Posted on 14/11/2013, 04:23 by: J. F.
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Jelonek non si mosse. Rimase appoggiato al muro, gli occhi fissi su di lei. Osservava il leggero rincorrersi dei suoi pensieri, la grazia controllata dei suoi movimenti; una delicatezza che nascondeva in realtà l'incertezza, il dubbio, ma non li nascondeva bene, almeno non a lui. Il sospetto che Evey glieli stesse mostrando volontariamente era più che fondato.
Notò come i venti della sua mente lottassero per trascinarla via da quei ricordi tormentati, da quelle promesse di un futuro sempre più vero, sempre più funereo, in una parola, via da lui; ma vide anche come nonostante tutto lei si stesse avvicinando, come le sue sinapsi fossero dominate più dalla voglia di fugare ogni apprensione, ogni riserva che lo riguardava, piuttosto che compiere un taglio netto per salvaguardarsi.
Una come lei non aveva più voglia di restare a galla. Forse, quando si erano trovati davvero al Lago Nero con l'acqua sotto il mento, era ancora troppo presto. Forse aveva dovuto passare qualche notte assillata da quella titubanza, contesa in quel duello tra essere e potere, prima di comprendere.
Forse non vuole lasciarsi andare, forse non è mai stato questo. Forse sta solo cercando qualcuno a cui aggrapparsi.
(Forse? E' il motivo per cui sei qui. )

-Lo so esattamente? Potrei avere mentito anche su questo- inarcò appena un sopracciglio, ma il tono era indulgente -Potrei essere solo un semplice Occlumante con un buon intuito e l'accesso a informazioni riservate degli Auror-

Si strinse nelle spalle. Sul suo viso aleggiava una strana espressione: a seconda del momento, sembrava possibile cogliere una piega divertita ai lati degli occhi, un brillio curioso, un movimento giocoso della lingua da dietro le labbra.
Ponderò il suo quesito, che emergeva dalla tempesta elettrica perché gli era stato dato fiato e voce. Era la domanda gemella di quella che le aveva posto tempo prima, quando non era pronta. Qualcosa era cambiato, qualcosa cambiava sempre. Eppure, non era ancora il momento.
Avere dei ripensamenti, quando si trattava di lui, era la cosa migliore che si potesse fare e non l'avrebbe certo biasimata per questo.

(Distrusting me was the wisest thing you have done.)



-Ho incontrato te- ribatté, e quella voce non nascondeva nulla. Era una risposta -E ho visto. Quello che sei. Quello che hai passato. Se credi che accomuni molte persone in questa scuola, ti sbagli-

Le sue labbra si strinsero. Dunque, l'ombra di un sorriso rassegnato fu più evidente, ma non ancora scontata.

-Non ti chiederei mai di fidarti di me. Non ti chiederei mai niente che tu non voglia fare-

Estrasse la mano destra dalla tasca e indicò vagamente il corridoio.

-Con quello che sai di me, tu potresti denunciarmi. Anche ora. Mi chiuderebbero in un buco e getterebbero la chiave. Non farei più del male a nessuno-

Si grattò la spruzzata di barba tra mento e collo.

-Quella sarebbe la cosa giusta da fare, Evey-

Tornò ad appoggiarsi con le spalle al muro, la mano di nuovo abbandonata sul vecchio pastrano. L'azzurro cenere dei suoi occhi rimaneva fermo su Evey, pronto ad accogliere la sua decisione.

J. F.
 
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