Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

07.12.2023 - Ventiduesima Lezione di Trasfigurazione, Insegnante: Jace Steewood

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view post Posted on 31/12/2023, 14:14
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«Ice Queen»

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A seguito della lezione di Trasfigurazione, Nives sarebbe tornata all’interno dell’aula di Trasfigurazione un pomeriggio settimanale prima delle vacanze di Natale, per cimentarsi nella prova del Professor Stweewood.

«Buon pomeriggio Professor Steewood. Nives Ivanov, Corvonero. Vorrei cimentarmi nella prova per il compito se possibile.»

Avrebbe domandato, con il solito tono cordiale. Se quindi avesse ricevuto il permesso, si sarebbe preparata a svolgere quella prova, nella speranza di riuscire a portare qualche punto alla Casa Corvonero.
L’oggetto a lei assegnato sarebbe stato una sfera di vetro contenente piccoli fiocchi di neve scintillanti; la studentessa di Corvonero l’avrebbe poggiata davanti a sé, al centro di un banchetto. Una volta posizionata la sfera di vetro, Ivanov si sarebbe sistemata in piedi davanti a essa, infatti avrebbe tentato di svolgere la prova e lanciare Snufflifors l’incantesimo da quella posizione. L’incantesimo prevedeva la trasfigurazione dell’oggetto – quindi la sfera di vetro – in un topo.
Come prima cosa, Ivanov avrebbe osservato l’oggetto nella sua globalità, cercando di percepirne tutte le sfumature e caratteristiche. Mantenendo una Distanza tale, appunto, da riuscire a vedere bene il target della propria futura Trasfigurazione.
Fatto ciò, si sarebbe premurata di attenzionare la propria Postura. Avrebbe quindi sciolto i muscoli dei corpo, rilassandoli, e poi passo passo sarebbe passata a sistemarsi: avrebbe divaricato appena le gambe, tenendole salde ma non troppo, di modo da stare comoda e in equilibrio. Il bacino sarebbe rimasto rilassato e la colonna vertebrale dritta, a sostenere tutta la parte superiore del corpo. Il braccio sinistro sarebbe stato steso lungo il fianco, il destro invece leggermente piegato all’altezza del gomito per sostenere il Catalizzatore nella mano dominante. Le spalle sarebbero state dritte e così anche il collo, con il volto tenuto dritto a guardare davanti a sé. Non avrebbe dimenticato di respirare in modo continuo e regolare, durante tutto quel processo.
Se si fosse sentita sicura, sarebbe passata alla fase della Focalizzazione; come sempre Ivanov avrebbe cercato con tutte le sue forze di lasciare che ogni distrazione esterna si allontanasse dalla propria mente, si sarebbe estraniata quanto più possibile da tutte quelle parti di realtà che avrebbero rappresentato per lei un impiccio e un potenziale disturbo per la riuscita della sua prova. Si sarebbe concentrata unicamente sulla sfera davanti a sé, osservando la sua perfetta rotondità e la trasparenza del vetro del al quale si potevano scorgere i piccoli fiocchi di neve e i loro scintillanti giochi di colore. Nives li avrebbe osservati scivolare all’interno della sfera, registrandoli nella propria cornea per ricordarli e tenerli mente, movimenti compresi. Poi avrebbe ampliato leggermente la propria visione anche a tutto ciò che di prossimo vi stava intorno, come il banchetto per esempio, per avere una visione un po’ più di insieme senza andare a perdere tutti i dettagli notati.
Avrebbe continuato a mantenere alta l’attenzione sull’oggetto, per aumentare la propria Concentrazione. Avrebbe desiderato con tutta sé stessa di riuscire nell’intento di quell’incantesimo, cercando di liberare per bene la mente, pur rimanendo calamitata con lo sguardo sul proprio target nella sua più totale interezza, movimenti appena percettibili compresi. Allora, sarebbe passata alla fase di Conoscenza, che sarebbe stata piuttosto ostica da completare. Come prima cosa avrebbe cercato di “scomporre” mentalmente l’oggetto davanti a sé, quindi la sfera di vetro da ciò che lo conteneva, la base su cui si posava, il liquido interno denso che a occhio nudo risultava impercettibile, ogni singolo fiocco di neve che transitava all’interno di quella sfera, unico e solitario seppur vicino a tutti gli altri. Avrebbe cercato di scomporre, passo passo, mentalmente ogni singola parte della sfera che stava osservando tanto, dopodiché per le successive fasi di Fusione e Trasformazione, avrebbe fatto come in precedenza per altri incantesimi. Il trucco che lei utilizzava era quello di immaginare l’oggetto davanti a sé come composto da tanti minuscoli quadrotti che andavano a comporre l’oggetto; quadrotti che lei avrebbe potuto plasmare e riordinare quasi a proprio piacimento, la Fusione quindi prevedeva che il Flusso Magico Trasfigurativo permeasse e penetrasse l’oggetto target della studentessa di Corvonero. Un vero e proprio flusso che investiva l’oggetto, al di fuori, con e dentro di esso, in un modo che diventava difficile da spiegare, ma che Nives avrebbe cercato di immaginare e visualizzare nella propria mente. Se questo fosse avvenuto, la sfera di vetro di Ivanov sarebbe a un certo punto stata abbastanza carica di magia da permettere la sua Trasformazione, di conseguenza non nello stesso punto in cui ora si posava sul banchetto la sfera di vetro ci sarebbe stato un topo. A quel punto sarebbe stato necessario approfondire al meglio Perfezionamento Ontologico, attraverso anche il meccanismo Inside-Out, così da portelo effettivamente applicare per la buona riuscita di quella prova. Ivanov quindi avrebbe immaginato l’oggetto cambiare, dentro e fuori, completamente permeato dal flusso magico. Non bastava infatti immaginare solo l’esterno, Ivanov avrebbe dovuto concentrarsi anche su tutto ciò che non sarebbe stato visibile. Dentro e fuori. Avrebbe calcolato tutti gli elementi interni che sarebbero andati a costituire l’essenza della creatura, quindi tutti gli organi vitali, le ossa, le vene e le arterie e il sangue che vi sarebbe scorso dentro. Nives avrebbe quindi cercato di immaginarlo, immaginando le varie posizioni precise come il cervello all’intero della scatola cranica oppure i polmoni e il cuore all’interno delle gabbia toracica e così via. Il topo non sarebbe stato invero troppo grande, con una piccola testolina triangolare, un naso rosa, tanti baffetti che spuntavo sull’estremità del muso, il suo manto corto e fitto sui toni del grigio, gli occhietti vispi, la lunga coda rosata e il suo squittire acuto. Avrebbe cercato di visualizzarlo, vederlo mutare, dentro e fuori nella sua interezza.
L’ultima parte sarebbe stata quella dell’Animazione, e quindi il Flusso Magico Trasfigurativo che prendeva vita e faceva sì che il topo risultasse come reale, capace di fare tutto ciò che un qualsiasi topo sarebbe stato in grado di fare come arricciare il naso, zampettare, squittire, grattarsi le orecchie e muovere agilmente la propria lunga coda. Distinguerlo da un qualsiasi altro topo non sarebbe stato possibile, nella sua mente.
Infine, avrebbe dovuto concentrarsi per garantire una buona riuscita dell’incantesimo, pertanto avrebbe indirizzato la fedele bacchetta verso il proprio bersaglio cercando di rimanere nella parte più ampia e comprensiva del tutto, avrebbe quindi cercato di muovere la mano e il polso con naturale scioltezza eppure precisione. Avrebbe quindi scandito con attenzione la formula magica:

«Snufflifors

Il tono sarebbe stato sicuro, deciso sebbene calmo e ponderato.
 
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view post Posted on 31/12/2023, 22:03
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Nuit de Serpentard

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Tremendo è l'abisso di Acheronte e inesorabile la sua discesa: perché chi vi precipita è legge che più non risalga

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Dall'inizio della scuola si era impegnata poco o niente e desiderosa di mostrarsi per quello che valeva, soprattutto dopo aver partecipato al Corso Estivo del Professore si era recata in aula per svolgere la prova e cercare di riconfermare la sua bravura in quella materia.
Qualunque sarebbe stato il voto Ècate poteva dirsi soddisfatta anche solo per essere uscita dai sotterranei e averci provato.
Entrata in aula avrebbe salutato il docente e si sarebbe preparata per portarsi a casa l'esperienza e la valutazione.
"Buongiorno Professor Steewood, vorrei tentare la prova se possibile. Ècate Acy di Serpeverde."
Si sarebbe dunque avvicinata al banchetto, e presa la fedele compagna in legno chiaro d'abete si sarebbe permessa di osservare quanto poteva il piccolo pacchettino bianco che il docente aveva posizionato al centro del banco davanti a sé. La carta bianca fasciava completamente quel quadratino solido impreziosito da un fiocco rosso scarlatto. L'avrebbe osservato il più possibile per cercare di captare ogni dettaglio utile a quella Trasfigurazione.
I suoi occhi giada avrebbero cercato di studiare ed osservare al meglio quanto c'era davanti a lei, distante abbastanza dai lati del banco.
Avrebbe poi spostato il proprio corpo indietro di un passo, e poi di un altro in modo che quell'oggetto candido fosse a una distanza corretta e mantenendo il suo banchetto davanti di lei. Il docente più volte aveva ricordato come fosse importante che in ogni trasfigurazione ci si trovasse ad una adeguata Distanza dall'oggetto per poterne osservare ogni punto e non tralasciare nulla. Nemmeno il dettaglio più millesimale. Avrebbe concentrato completamente il suo sguardo sul pacchetto, sui due angoli del pacchetto che poteva osservare, per sua sfortuna gli altri quattro erano nascosti alla sua vista ma avrebbe provato a immaginarli ugualmente facendo un copia-incolla delle due facce non nascoste. Il fatto che fosse un oggetto inanimato le permetteva di avere una visuale più accurata e infatti avrebbe posto attenzione a tutto. Quanto distante da lei era? Avrebbe cercato di darsi la risposta quanto più completa possibile e nel frattempo avrebbe cercato di cambiare la propria posizione per castare al meglio quell'incantesimo che avrebbe trasformato -se lanciato correttamente- quel pacchettino nell'animaletto mostrato a lezione: un topolino. La precisione e l'attenzione durante il lancio degli incantesimi avrebbero dovuto essere altissime. Non avrebbe prestato minimamente attenzione al docente o ai movimenti esterni e lontani dalla sua cupola di interesse preferendo inquadrare al meglio le sue e sentire l'energia e il proprio Potenziale Magico ribollire in lei.
Avrebbe iniziato a curare la Postura, cercando di posizionarsi come al suo solito, quella ricerca sarebbe durata qualche minuto, il giusto per la studentessa, anche se a un occhio esterno avrebbe potuto sembrare parecchio tempo, i movimenti sarebbero stati rapidi ma cadenzati, la casualità non faceva per la Serpeverde.
Sarebbe rimasta in piedi dunque la sua prima attenzione sarebbero stati i piedi, la colonna portante della postura: essi si sarebbero poggiati morbidi sul pavimento dell'aula, distanziati l'uno dall'altro di circa una quindicina di centimetri, con le punte rivolte in avanti: parallele. Il piede destro, quello dominante, sarebbe stato spostato in avanti permettendo al piede rimasto indietro, il sinistro di fare da sostegno, sarebbe potuto sembrare un passo il suo ma, in realtà, sarebbe rimasta ferma nella propria postazione, in quell'esatta posizione avrebbe regalato all'intero corpo più stabilità e al contempo scioltezza nei movimenti. Era importante che i suoi piedi rimanessero ancorati al suolo, per evitare perdite d'equilibrio o spostamenti quando avrebbe lanciato l'incantesimo, il corpo avrebbe dovuto rimanere flessibile ma ben saldo nell'ubicazione. Successivamente sarebbe passata alle ginocchia piegandole leggermente in una posa comoda per abbassare il proprio baricentro di poco e aumentare la stabilità, si sarebbe assicurata che il peso del corpo fosse ben distribuito sulle gambe. Nonostante non fossero fondamentali in quel momento avrebbe curato anche le spalle, cercando di rilassarle e di non inarcare la schiena, il movimento del braccio avrebbe dovuto essere impeccabile e le spalle rilassate e morbide avrebbero solo che aiutato.
Durante ogni singolo passaggio però, avrebbe comunque fatto in modo di non abbandonare il lavoro fatto precedentemente, ricordandosi di tanto in tanto di assicurarsi che la posizione assunta fosse mantenuta in maniera corretta. Non avrebbe dimenticato il collo cercando di rilassarlo al meglio e non fargli sentire il peso della testa. Avrebbe cercato di mantenere il petto nella solita posizione, il respiro comunque avrebbe incominciato a farla rilassare e concentrare al contempo. Il braccio dominante, a differenza del sinistro lasciato morbido sul fianco, sarebbe stato ben sollevato dal fianco per essere portato a stendersi in avanti avrebbe infatti cercato di formare una linea retta precisa, morbida e definita allo stesso tempo, esattamente perpendicolare al suo tronco. Il capo avrebbe formato una linea continua con la schiena nel mentre l'ex Caposcuola avrebbe mantenuto gli occhi fissi sull'oggetto, non mancando di osservarlo al meglio. Le iridi color giada si sarebbero scurite leggermente dato lo sguardo fisso e a tratti impenetrabile, riflesso nella pupilla si sarebbe potuto notare il bianco dato dal quadratino incartato. Nonostante quest'ultimo passaggio però i muscoli facciali sarebbero rimasti rilassati, la paura non aveva mai fatto parte di lei, e sulle sue labbra si sarebbe potuto scorgere l'ombra di un sorriso.
La sua postura sarebbe sembrata naturale nonostante il procedimento -quasi complesso- per ottenerlo, si era infatti ricordata per tutto il tempo di non trovarsi nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure o in quella di Incantesimi ma in quella di Trasfigurazione e quindi la posizione assunta avrebbe dovuto essere leggermente diversa. Non d'attacco.
Terminata anche la seconda fase avrebbe puntato sulla Focalizzazione del pacchetto regalo, lo sguardo fisso su di esso l'avrebbe aiutata a captare ogni minimo particolare e cercare di immagazzinarli nella propria mente. Ormai l'aveva imparato: bisognava osservare e capire e solo successivamente cambiare.
Senza un'attenta osservazione anche ogni passo minuzioso sarebbe risultato poco veritiero e non adeguato.
La scatola bianca posta dinnanzi a lei era esattamente al centro del banco e quindi, per logica, distante in equal modo da tutti i lati esterni del banco: quello a sinistra misurava la stessa distanza del destro e ancora quello (in linea d'aria) sopra la medesima lontananza da quello sotto, più vicino a lei. La struttura che teneva rialzato l'oggetto era distante due passi da lei, due passi di Acy e quindi -considerando che si trovasse al centro- poco più di due passi e mezzo da lei. L'oggetto creava una leggera ombra grigio scuro sul banco bianco dovuta alla luce che dalle finestre raggiungeva l'oggetto ma si scontrava con il primo lato visibile: quello davanti alla verde-argento. Un piccolo quadratino grigio infatti si sarebbe trovato tra la scatola e il lato destro, quello a cui i suoi occhi non avevano pienamente accesso. Avrebbe cercato di richiamare a sé il colore di quell'oggetto: la carta che racchiudeva la scatola era bianca, colore della neve e per nulla rovinata, in aggiunta ogni lato al centro aveva fatto i conti con il passaggio di un nastro rosso morbido colore del sangue. Il nastro abbracciava il perimetro dell'oggetto e nella parte alta si chiudeva in un fiocco con otto asole molto piccole.
Le sembrava di averle contate bene.
Avrebbe cercato di capire anche la loro grandezza, sia quella della scatola che quella del fiocco, e si sarebbe concentrata su di essa in modo più importante. Quello era il classico regalo di Natale che avrebbe potuto ricevere sotto all'albero, richiamando a sé la grandezza dei vari pacchettini ricevuti negli altri avrebbe cercato di capire quale fosse la dimensione corretta dell'oggetto. Piccolo com'era avrebbe potuto essere il contenitore di un paio di orecchini, o ancora di una collana. Sembrava potesse contenere anche un orologio da taschino. Avrebbe cercato di imprimere al meglio nella sua mente tutto ciò che i suoi occhi captavano, avrebbe raccolto quante più informazioni poteva. Dopo aver osservato con cura il pacchetto sarebbe passata all'ambiente analizzandolo al meglio: il suo banco era sgombro, la bacchetta era nella sua mano destra e puntata verso l'oggetto davanti a sé e nessuno sembrava essere nei paraggi per disturbare il suo lavoro. Splendido.
Sarebbe stata particolarmente attenta a prevenire qualsiasi ostacolo tra lei e la realizzazione dell'incanto.
Dopo aver controllato attentamente sarebbe passata ad un' altra fase, quella caratterizzata dalla Concentrazione.
Gli occhi verdi erano ritornati sull'oggetto in una rappresentazione simile di quello che era stato in antecedenza durante la sua ricerca della postura perfetta. Per questo si sarebbe occupata di preparare anche la sua mente e dunque la sua concentrazione in merito, prendendosi il giusto tempo per isolarsi completamente dall'ambiente circostante e ripetere mentalmente la formula corretta. C'era solo lei, nessun professore ad osservarla e nessun compagno avrebbe interrotto quella bolla per esercitarsi anche lui, solo lei e quel pacchettino che Jace aveva messo davanti a lei. Lei e lui.
Avrebbe continuato a fissare con determinazione ciò che si presentava davanti ai suoi occhi sollevati, senza chiudere gli occhi, cercando di eliminare a poco a poco tutti i pensieri che le affollavano la mente lasciandola sgombra da ogni preoccupazione o paura. Non avrebbe potuto sbagliare e sarebbe andato tutto secondo i suoi piani. Avrebbe continuato fino a quando la spillata non fosse stata sicura che all’interno della sua scatola cranica fosse rimasto un solo ed unico pensiero, quello più importante di tutti: castare correttamente l’incantesimo sul pacchettino per Trasformarlo. Ogni rumore in sottofondo avrebbe cercato di eliminarlo, ogni movimento, a parte i suoi, non sarebbe esistito. Avrebbe anche tentato di non respirate alzando le spalle e gonfiando il petto, di utilizzare invece il diaframma e prestare particolare attenzione anche alla propria respirazione.
Grazie alla fase precedente la diciassettenne avrebbe avuto chiara la situazione dinnanzi a sé e tutte le particolarità che aveva cercato di assimilare e conoscere, proprio quest'ultima parola sarebbe stata la chiave per la successiva fase (frammentata in altre tre fasi): la Conoscenza.
Nonostante la difficoltà di quell'esercizio non si sarebbe persa d'animo e concentrandosi sul suo lavoro avrebbe iniziato attraverso la Scomposizione a frammentare ogni pezzo della scatola seguendo passaggio per passaggio tutto quello che aveva visualizzato nella Focalizzazione. Sarebbe partita dall'alto e avrebbe iniziato a togliere, nella sua mente, il fiocco rosso scarlatto in modo astratto, dipoi avrebbe continuato scartando l'involucro bianco latte e lasciando solo il corpo della scatola, in quel momento avrebbe staccato -sempre in maniera immaginaria- un lato per volta partendo dal quadrato in alto e che fungeva da tappo, continuando con quello davanti alla Serpeverde e terminando con gli altri quattro, uno per volta. Sei quadrati della stessa misura che posizionati distanti dagli altri sul banco avrebbe cercato di scomporre ancora di più fino a lasciare minuscole tracce dell'involucro, del fiocco e del cubo. Quella fase era qualcosa che le permetteva di agire dall'interno.
Una volta disfatto il tutto sarebbe passata alle due fasi insieme Fusione e Trasformazione. Lanciando l'incantesimo avrebbe permesso al Flusso Magico Trasfigurativo di fuoriuscire dalla propria bacchetta e inoltre gli avrebbe permesso di agire sui pezzetti appena scomposti. Quest'ultimi sarebbero risultati saturi di Energia Magica Trasfigurativa e il FMT avrebbe permesso all’EMT, di raggiungerla e di aggregarsi a lei, quasi fondendosi. Tramite questo processo la magia sarebbe fuoriuscita dall'oggetto incantato e gli avrebbe permesso di rendere come l'obiettivo che Acy si era prefissata e che costituiva l'oggetto finale di quella prova. Una bolla immaginaria si sarebbe creata contenendo l'oggetto e coprendolo fino a trasformazione finita. Per ottenere quello che il Perfezionamento Ontologico Inside-Out richiedeva c'era bisogno che l'oggetto ne fosse intriso non solo esteriormente ma anche interiormente.
Grazie a quel sistema avrebbe immaginato di veder mutare la struttura dell'oggetto preso in esame, Ècate avrebbe concentrato tutta sé stessa nell'anatomia del roditore facendo uso di tutte le informazioni che il Professore -al termine della lezione- aveva spiegato loro. Avrebbe dovuto e voluto trasformare quel pacchettino in un topo, un topolino da compagnia, uno di quelli che era solita vedere nelle gabbiette del Serraglio Stregato. Ogni minuscolo pezzettino scomposto sarebbe stato pregno di Energia Magica Trasfigurativa e per questo avrebbe iniziato a cambiare forma, a fondersi e a creare un blocco unico in grado poi di trasformarsi nella creatura desiderata. Avrebbe iniziato ad immaginare fin da subito le zampette lunghe, poggiate sul banco e ben distanziate (dal corpo) tra loro di colore rosa. Ogni zampetta muscolosa, avrebbe avuto delle piccole dita artigliate, per la precisione quattro anch'esse di colore rosa, che estendendosi verso i talloni avrebbero iniziato a risultare piene di peluria marroncina. Risalendo su per il piccolo corpicino dell'animale Acy avrebbe incontrato il ventre, soffice e biancastro e una peluria più corta rispetto a quella presente sulla schiena del roditore. Scendendo verso il basso dalla schiena avrebbe incontrato la curva che permetteva a ogni organo interno di rimanere al sicuro all'interno del corpo del topo. Avrebbe immaginato un topo maschio quindi i testicoli, come sistema riproduttivo, avrebbero preso forma all'interno del corpicino del roditore seguiti poi dai reni, situati nella cavità addominale e dalla vescica e dall'uretra entrambe situate dove si ricordava che fossero.
Risalendo verso il piccolo collo del roditore avrebbe incontrato la folta peluria anch'essa bianca e l'esofago, un tubo che permetteva al topolino di cibarsi attraverso la bocca, di trasportare tutto il cibo verso lo stomaco e terminare attraverso l'intestino la digestione. L'intestino poi la serpe l'avrebbe paragonato al proprio, solo in miniatura, e quindi avrebbe descritto tutta la linea lunga e arrotolata su sé stessa. Dipoi non contenta avrebbe immaginato anche l'intestino crasso, cercando di paragonarlo a tanti piccoli chicchi d'uva messi insieme e legati tra loro. Proseguendo verso l'alto avrebbe tentato di visualizzare mentalmente i due polmoni del roditore, tutte e due protetti e chiusi all'interno della gabbia toracica. Vicino ad essi si sarebbe trovato il cuore e le sue relative vene e arterie che lo componevano e davano la vita alla creatura con ogni piccolo battito. Avrebbe immaginato di sentirlo suonare all'interno del torace e coperto dalla sottile e morbida peluria. Al termine sarebbe risalita sulla testa: il colore sarebbe stato più chiaro in quel punto ottenendo un marroncino caldo, il cranio (che racchiudeva e proteggeva il sistema nervoso e quindi il cervello), il muso, di forma appuntita e che dava modo alle vibrisse, quei lunghi baffi caratteristici, di svilupparsi verso il basso e quindi verso il banco, i due occhietti piccoli e lucidi neri come la pece, avrebbero dovuto far capolino appena sopra il naso rosato e caratterizzato dalla presenza di due naricette. Le due orecchie rosate e ricoperte da peluria marrone, di forma leggermente ovale, avrebbero dovuto spuntare ai lati del cranio. Al termine la coda sottile, sul lato posteriore della creatura, avrebbe preso forma allungandosi di un dito e mezzo e donando maggiore stabilità all'animale. Il topolino immaginato da Ècate sarebbe stato grande sette centimetri, non di più e non di meno. Attraverso l'Animazione la Battitrice avrebbe immaginato le piccole orecchie del topino muoversi lentamente in simbiosi per captare ogni rumore presente nella stanza, il nasino arricciarsi di poco verso l'alto e le zampine superiori avrebbero potuto sollevarsi verso l'alto ponendo il corpo dell'animale verso l'alto, verso il soffitto. Le zampine davanti avrebbero potuto essere portate dalla piccola bocca forse per essere pulite. La coda sarebbe servita a garantirgli l'equilibrio adatto secondo il baricentro. Avrebbe dunque potuto respirare, muovere ogni singola parte del corpo e permettere agli organi interni di svolgere le proprie funzioni, l'EMT sarebbe servita a rendere possibile tutto questo animando il roditore. Avrebbe potuto anche far scivolare le proprie zampette sul banco lucido e bianco per cercare del cibo.
Sfruttando al massimo la sua concentrazione avrebbe tentato di curare l'ultimo aspetto importante prima di pronunciare la Formula: la Precisione.
Con il caster puntato sul baricentro del pacchetto, avrebbe iniziato a condurre il movimento con presa salda e cercando di mantenere il polso il più fermo possibile. Cercando di condurre movimenti precisi e morbidi avrebbe iniziato a disegnare il movimento da compiere, pronunciando allo stesso tempo la formula necessaria.
Avrebbe iniziato dettando i movimenti del polso affinché questi corrispondessero alla formula.
"Snufflifors"
L'avrebbe pronunciato con voce decisa e non tremolante cercando di scandire il più possibile le lettere iniziando e concludendo il movimento del polso in contemporanea all'inizio e alla fine della formula sarebbe dunque tornata con la bacchetta sul baricentro del pacchettino regalo bianco dando modo al proprio Flusso Magico Trasfigurativo di colpire esattamente la parte designata da lei stessa.
Avrebbe tentato di castare l'incantesimo e poi ringraziando avrebbe atteso il responso.
 
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