Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Journalistic conversations, Privata

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view post Posted on 3/2/2023, 17:08
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Quando gli occhi iniziarono a incrociarsi sulla pergamena, Sesy capì che era arrivato il momento di mettere una pausa in quella giornata lavorativa alla Gazzetta. Era pomeriggio inoltrato, ma non particolarmente tardi, quindi la stanchezza che la Capo-Redattrice avvertiva non derivava dal numero di ore che aveva dedicato al lavoro, bensì all'intensità con cui lo aveva fatto. Aveva scritto dei trafiletti, un editoriale e aveva abbozzato lo scheletro di un approfondimento sportivo che però avrebbe visto la luce sicuramente nel giro di alcuni giorni, quando Sesy avesse concluso tutte le ricerche preliminari e le interviste.
Iniziò a mettere ordine sulla scrivania del suo ufficio, facendo attenzione a lasciare in bella vista la sua nuovissima boccetta di inchiostro a forma di Drago, uno dei suoi acquisti più recenti da Scribbulus, poi tirò fuori dal cassetto una barretta di cioccolato fondente che veniva dalle sue scorte di Mielandia, ne spezzò un quadratino e lo mangiò facendolo sciogliere in bocca. Divino, come sempre era il conforto del cioccolato. Infine, uscì dalla stanza.
Fuori vi era la grande sala della redazione, con i cubicoli e le scrivanie dei giornalisti che affollavano ogni giorno il giornale, cuore pulsante dell'informazione magica. Si fermò a pensare a quanto fosse importante per l'intera Comunità il lavoro da loro svolto ogni giorno, lavoro che raggiungeva quotidianamente le mani di ogni singolo mago e ogni singola strega che si informava sulla vita del Mondo Magico Britannico. Che responsabilità! Ognuno dei giornalisti era consapevole di ciò? Come vedevano se stessi nei confronti del loro pubblico? Sarebbe servita una bella riunione di redazione per ottenere delle risposte precise e, prima o poi, ne avrebbe organizzata una di quel genere, diversa dalle solite incentrate sul lavoro che si svolgevano a cadenze regolari. Sul momento però Sesy decise di sondare la questione in modo informale. Dopo aver individuato alcuni dei giornalisti presenti in quel momento, i suoi occhi caddero su Berg.
"Erick potresti venire un momento nel mio ufficio?"
Gli chiese con il suo solito fare cordiale, per poi voltarsi e dare per scontato che la risposta sarebbe stata affermativa, precedendolo verso il proprio ufficio. Una volta dentro si sedette alla scrivania e attese che il mago facesse lo stesso prendendo possesso della sedia al lato opposto.
"Prego accomodati, vorrei farti qualche domanda sul tuo lavoro qui in redazione. Per iniziare, ti piace? Ti trovi bene?"
Iniziò subito, ma in modo soft, senza andare al sodo delle sue domande sulla responsabilità e l'importanza di essere un giornalista, del resto Sesy non voleva certo intimorirlo! Anzi, per evitare del tutto questo rischio aggiunse un: "Gradisci una tazza di tè?"
Il tè era sempre una buona idea, Sesy ne era fermamente convinta.
 
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view post Posted on 5/2/2023, 18:56
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Ero assorto nei miei pensieri, ultimamente avevo ingranato la marcia e i miei articoli iniziavano ad essere apprezzati al pari di quelli degli altri, certo la forma lasciava ancor un po' desiderare, ma piano piano migliorava anche quella. Stavo appuntando qualche idea relativa al nuovo incarico che per cui mi ero proposto volontario ovvero le pubblicità, rinnovare un qualcosa di già rodato e renderlo più appetibile agli occhi di chi lo utilizzava non era cosa da poco, ci voleva tempo e dedizione soprattutto perchè non avevo intenzione di dire ogni cosa mi passasse per la mente nella speranze di incappare casualmente in quella giusta, volevo dare il mio contributo e dimostrare quanto tenessi a migliorare e dare il mio contributo perciò pensavo attentamente alle mie idee scartando quelle, a mio avviso, stupide o inadatte, come testimoniato dalle innumerevoli parole cancellate sul mio taccuino.
Fu proprio mentre cancellavo l'ennesima idea che sentii fare il mio nome da niente di meno che la Caporedattrice in persona

Per Odino cosa ho combinato questa volta?

Ero abbastanza certo di non aver fatto casini, ultimamente non si poteva dire che non tendessi all'autodistruzione perciò tuto poteva essere, ma ero abbastanza sicuro che per quanto riguardava la Gazzetta ero ancora immacolato, almeno per il momento.
Cercai di dare risposta immediata mentre nella mia mente cercavo di ipotizzare quale motivo spingesse la responsabile di Corvonero a richiamarmi nel suo ufficio, ma purtroppo più tentavo di dare una risposta e più le congetture si facevano assurde.

Certo, arrivo subito!

Tono chiaro e deciso, non vi era ne servilismo ne timore, i dubbi che si affollavano nella mia mente rimanevano confinati nella mia scatola cranica, il rispetto che provavo nei confronti della Caporedattrice, dell'insegnante, dell'avversaria sul campo e della persona che avevo di fronte era tale che sarebbe stato irrispettosa una risposta sottovoce guardando a terra per l'imbarazzo perciò la seguii a schiena dritta e testa alta pronto a scoprire il motivo dietro a quell'invito.

Con permesso...

Una volta dentro il suo ufficio attesi un qualunque cenno o parola che mi indicasse cosa fare, fui immediatamente accontentato e mi sedetti al lato opposto della sua scrivania. Per un istante osservai l'ambiente circostante: sul muro vi erano ritagli di giornale, probabilmente articoli sensazionali che avevano dato lustro alla redazione, alcune immagini della Caporedattrice insieme ad importanti personaggi di spicco e una serie di oggetti utili alla stesura degli articoli il tutto incorniciato da numerosi fogli all'interno dei quali vi erano di certo bozze e idee provenienti da ognuno di noi e probabilmente anche suoi.
Rimasi sorpreso dalla domanda, non era nulla di strano ma di solito un inizio simile presagiva due possibilità: licenziamento o promozione e visto che la seconda era una cosa che non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello la prima possibilità iniziò a farsi strada facendo si che la fronte mi si corrucciase per qualche istante, il tempo necessario per convincere me stesso che era inutile farsi paranoie, avrei scoperto a breve il fine di quella chiacchierata quindi era inutile preoccuparsi, eventuali decisioni era già state prese e quindi decisi di rilassarmi e rispondere semplicemente alle domande.

Devo ammettere che per me è iniziato tutto più come una sfida che per passione, volevo mettermi alla prova, vedere se potevo realmente far parte di questo mondo, dell'informazione, della verità detta tramite le parole, ma devo ammettere che tutti qui sono stati fantastici, mi hanno aiutato, consigliato e fatto sentire di famiglia. Posso tranquillamente dire che ciò che è iniziato per una pura sfida a me stesso si sta lentamente trasformando in passione, so che non si direbbe visto il mio esiguo numero di articoli, ma le assicuro in ogni articolo metto tutto me stesso senza risparmiarmi.

Il mio tono era disteso, rispettoso e sincero, quel luogo mi aveva sorpreso, pensavo di trovare informazioni nascoste o verità modificate e invece avevo trovato solo una grande abilità nel raccontare l'esatta verità ma in un tono e con modi che potessero essere accolti da tutti e questo mi aveva davvero sbalordito e contagiato fin nel profondo.

Molto volentieri Caporedattrice, grazie!

Adoravo il tè, in verità lo amavo freddo, ma se dovevo scegliere tra le migliaia di bevande calde esistenti probabilmente anche in questo caso avrebbe vinto il tè. Ne apprezzavo ogni sfumatura e tipologia, da quelli più forti ai più fruttati, non disdegnavo mai una buona tazza di tè e di certo non lo avrei fatto nemmeno in quel momento formale/informale/strano/assolutamente normale/non ne ho assolutamente idea vediamo come va. Dopo aver ringraziato nuovamente avrei atteso che l'insegnante desse il primo sorso per poi assaporare io stesso la bevanda calda che per qualche motivo mi ricordò un sapore già sperimentato, forse a casa, non me lo ricordavo, ad ogni modo quella sensazione e quel tepore mi rilassarono a tal punto da farmi dimenticare con chi stavo parlando dando voce ai miei pensieri.

E invece lei come sta? Deve essere davvero impegnativo stare dietro a tutto e tutti...

Nel momento stesso in cui formulai la frase fui scosso da un'improvvisa rigidità come se un incantesimo della pastoia mi avesse appena colpito; ma come mi era saltato in mente di chiedere una cosa simile al mio capo come fosse una persona qualunque? Evidentemente a disagio, anche se cercavo di mascherarlo, abbozzai un sorriso come se avessi appena fatto la cosa più normale del mondo maledicendo l'esatto momento in cui mi ero seduto su quella sedia.
 
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view post Posted on 27/2/2023, 18:45
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Dal piglio corrucciato che si dipinse sul volto del giornalista, Sesy comprese che quella chiamata fosse stata troppo improvvisa e che dunque il suo proposito di non intimorire fallì, almeno per quel frangente. Però era abbastanza sicura che iniziando a parlare il signor Berg si sarebbe sciolto, comprendendo la semplice curiosità che era stata il motore di quell'incontro. La Capo-Redattrice glielo avrebbe fatto comprendere presto, infatti, man mano che lo sentiva parlare di come tutto fosse iniziato come una sfida e poi fosse diventato più simile a una passione vera e propria, annuiva con interesse, mantenendo un'espressione rilassata.
Versò il tè, grazie al quale il profumo di limone si sparse per l'ufficio, quindi avvicinò una tazza al mago, per poi prenderne una per sé, dalla quale bevve pochi sorsi.
"Da sfida a passione, dunque."
Commentò lei, riflettendo su quelle parole per prenderne consapevolezza come se fosse stata lei a viverle e cercando di immaginarne il passaggio che, tutto sommato, non le era così estraneo. Un nuovo lavoro rappresenta sempre una sfida e lo era stato anche per lei quando, tanto tempo prima, da semplice studentessa curiosa di approcciarsi a un lavoro vero, si era immersa in quel mondo, piena di sogni e aspettative. Assaporò il gusto che il tè le aveva lasciato sul palato e poi proseguì.
"E vice-versa, spero. Perché questo è un lavoro pieno di sfide, che ne nasconde di continue dietro ogni angolo. Per esempio, c'è una sfida che ti piacerebbe affrontare, giornalisticamente parlando?"
Lo chiese con estremo interesse, mentre teneva gli occhi puntati su Berg e le mani attorno alla tazza di tè caldo. Anche chi lavorava con pochi articoli per volta poteva sviluppare dei progetti personali in proposito, relativamente ad argomenti da trattare, obiettivi da raggiungere, capacità da accrescere, aspetti da migliorare. Averne significava essere ben motivato e aver ben chiaro il proprio ruolo.
Sorrise di rimando quando Berg si rivolse a lei con quella domanda: era strano che qualcuno le chiedesse qualcosa del genere, ma non spiacevole.
"Impegnativo, ma gratificante. La parte difficile riguarda il non dare per scontato ciò che si ha: provo sempre a guardarmi indietro, realizzando ciò che ho costruito, ma senza pensare di essere arrivata alla mia destinazione. Sono sempre presenti margini di miglioramento ed è necessario saperli scovare."
Ed era proprio ciò che stava facendo parlando con lui proprio in quel momento. Partire dalla sua redazione, dalle risorse che aveva a disposizione per ampliare quella che era la sua idea in merito, migliorarla, adattarla alla realtà e vedere se da ciò sarebbe potuto nascere qualcosa di utile e fruttuoso per l'intero giornale.
Si trattava di un ragionamento che in quel periodo stava provando ad applicare su diversi aspetti della sua vita che, in tutte le loro sfumature, riguardavano proprio l'obiettivo di migliorarsi, evitando di fossilizzarsi su una posizione che non combaciava più con la realtà. Questo perché aveva temuto di essere effettivamente incappata in tale rischio, in alcuni ambiti della sua vita, e il fatto di essersene resa conto le stava dando modo di riconsiderare differenti aspetti.
"Credo... che valga per ogni aspetto dell'esistenza."
Rifletté con aria un po' pensierosa, mentre il suo sguardo cadeva per pochi secondi dentro la tazza calda, per poi tornare a risollevarsi prontamente verso il suo interlocutore, che continuava ad avere tutta la sua attenzione, nonostante i pensieri che ogni tanto le passavano per la testa e la rapivano dal mondo reale per frazioni millesimali di secondo.
 
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view post Posted on 11/3/2023, 12:31
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Ancora non avevo ben compreso il motivo della mia presenza lì, ma dal mio modo di muovermi e da come mi guardavo intorno di tanto in tanto era abbastanza chiaro che dentro di me vi fossero molte domande senza risposta e che la questione iniziasse a preoccuparmi. Nonostante il vorticare di punti interrogativi feci appello a tutto il mio autocontrollo, feci un bel respiro e mi calmai e ,come se dovessi lanciare un incantesimo, svuotai la mia mente da ogni dubbio ricercando una sorta di calma e pace interiore.

Si esatto! All'inizio mettevo tutto me stesso negli articoli solo per vedere cosa riuscivo a fare, per migliorarmi se potevo e per carpire la difficile arte delle parole. Ora però a quella voglia di mettermi alla prova si è aggiunta la passione nel ricercare informazioni nei libri, nei giornali, nel parlare con persone, anche importanti, che attraverso le mie parole scritte vogliono lasciare un messaggio importante e per questo devo essere bravo a fare le domande giuste. Tutto questo mi affascina davvero molto, sono agli inizi, commetto errori continuamente, ma posso dire di aver trovato qualcosa che non pensavo quando sono partito e ne sono felice.

Fui estremamente, forse anche troppo, genuino e sincero. Sentivo in me l'emozione crescere mentre parlavo di quella piccola passione che stava piano piano prendendo forma, parola dopo parola e intervista dopo intervista.

Sfide?

Pensai qualche istante a quella parola, all'inizio pensavo che lo sport fosse il mio possibile futuro focus, poi trovai interessante anche l'intervistare personalità legate ad eventi e festività, ma più scrivevo e più capivo che rimanendo alla luce del sole non sarei cresciuto, non avrei incontrato vere sfide intervistando giocatori e Presidenti di associazioni benefiche o culturali.

Penso che la sfida più grande per me sarebbe quella di inoltrarmi nei bassifondi, in luoghi come Notturn Alley, la dove le persone non amano essere messe in luce, ma dove, a mio avviso, vi è più bisogno di attenzioni e di speranza. Credo che quella parte della città sia stata abbandonata a sé stessa e col tempo si sia cercato di dimenticarla, ma così facendo si è solo data la possibilità a chi vi risiede con mal intenti ad agire ancor più in modo sbagliato ed efferato, liberi da giudizi e da regole. Penso che avere qualcuno che ascolti e che scriva di quel posto e di chi lo abita potrebbe seriamente portare ad un cambiamento, magari non subito, di certo non in modo facile, ma con il tempo di certo si. In più se devo parlare di sfide, quale miglior sfida per un giornalista di questa?

Nei miei occhi riuscivo a percepire la scintilla della passione, della volontà di fare un qualcosa che realmente mi avrebbe portato a mettermi in discussione, a fallire ed ad imparare e forse, un giorno, ad avere successo. Fino ad allora avrei potuto sperimentare quel tipo di giornalismo che si nasconde dietro le belle notizie, quello che richiede una ferrea volontà di andare contro, anzi, in direzione di un torrente ostile cercando di catturare piccoli e veloci pesci che nella corrente si nascondono e soprattutto mi spingeva la necessità di scrivere la verità, qualunque essa fosse.

Grazie a quei pensieri ogni mio dubbio sulla presenza in quell'ufficio fu scaraventata lontano, in più quando la Redattrice rispose a quella mia domanda azzardata mi sentii in qualche modo ancor più sollevato.
Ascoltai con attenzione ogni parola, felice che si fosse aperta, anche e solo in superficie, con qualcuno come me, con il quale aveva un rapporto tanto lontano da quello definibile di amicizia.

Sono convinto che guardare al futuro non dimenticandosi da dove si è partiti, dei fallimenti, degli sbagli, ma anche dei successi sia l'unico modo per crescere. Indipendentemente da quanto abili si possa essere è imperativo migliorare, anche di poco, ma ogni giorno rispetto al sé stesso del giorno prima. Io personalmente guardo chi è più abile e cerco di coglierne i segreti, ma poi mi concentro su di me e cerco di crescere a modo mio, alla mia velocità, ma ogni giorno po' di più, e sentendo e vedendo lei evidentemente è la strada giusta per raggiungere i propri obbiettivi. La ringrazio per essere stata così gentile da rispondermi.

Le sorrisi, spontaneamente e forse, ancora una volta, troppo amichevolmente, ma fu inevitabile, ero davvero felice di aver sentito quelle parole tanto affini al mio pensiero. Finché si ragiona da soli si è sempre convinti di far bene, anche se in fondo vi è sempre un dubbio sul fatto che si stia, realmente o meno, facendo la cosa giusta. Quando però ci si confrontava con qualcuno, proprio in quel momento nascevano domande e possibilità di crescita inimmaginabili.

Bevvi un grosso sorso della bevanda calda, me lo gustai a pieno e mi feci invadere da quel tepore lasciando che ogni parte di me si rilassasse mentre si diffondeva in tutto il mio petto.

Non posso che essere d'accordo con lei, la scoperta, la volontà di rispondere alle proprie domande o a quelle degli altri e il desiderio di trarre qualcosa da ogni azione, ogni lettura e ogni esperienza è ciò che da semplici maghi e streghe ha trasformato alcuni di noi in esempi, in persone da seguire e ammirare e dalle quali prendere spunto. Non so se ci riuscirò mai, ma spero un giorno di lasciare un segno tangibile del mio passaggio, ma non per diventare famoso o essere intervistato da un giovane giornalista come sono io ora, ma perché con il mio impegno e la mia dedizione sono cresciuto senza sosta facendo del mio meglio fino all'ultimo giorno. Non so se sia un modo giusto o sbagliato di vivere, ma per il momento è questo il mio modo di affrontare la vita, ora bisogna solo capire dove mi porterà!

Ancora una volta sorrisi, ma forse più a me stesso che a chi avevo di fronte, era come se mi fossi appena fatto un augurio da solo. Forse era un po' infantile, come un bambino che sogna di diventare un medimago o un allevatore di draghi, ma in fondo cos'era la vita senza sogni.

E lei invece ha sempre sognato di fare questo lavoro o come per me è stata una casualità, per così dire?

I miei occhi erano in quelli di lei, realmente curiosi di sapere di più di quella strega che ormai conoscevo da anni, ma della quale in realtà non sapevo nulla.
 
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view post Posted on 2/8/2023, 14:43
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Sesy, mentre ascoltava le parole del giornalista, rifletteva su come fosse rassicurante sentirgliele pronunciare con tale entusiasmo. Aveva richiesto quell'incontro proprio per quel motivo, anche se Berg non lo sapeva, e man mano che parlavano sembrava che la Capo-Redattrice potesse stare tranquilla relativamente alle buone intenzioni di uno degli ultimi arrivati in redazione. Era consapevole del fatto che avrebbe potuto incappare in errori lungo il percorso, ma sembrava anche convinto di poterli superare grazie alla sua volontà, prendendoli come un vero e proprio percorso di crescita. Sesy annuì, sorseggiò dell'altro tè e poi sorrise mentre gli sentì nominare i bassifondi, citando Notturne Alley e le persone che vi vorticavano attorno.
"Questo è un tema che interessa molto anche me. Chissà, prima o poi potremmo pensare a un reportage che ne parli; sicuramente attirerebbe molta curiosità, come tutto ciò che solitamente non è ben visto dai più, ma che potrebbe anche essere rivalorizzato."
Per lungo tempo Sesy era stata affascinata da quelle tematiche, tanto che quando era ancora una nuova leva della Gazzetta si era segretamente detta che uno dei suoi obiettivi da giornalista spericolata e avventuriera sarebbe stato quello di intervistare un mangiamorte. Ai tempi si era anche divertita a immaginare fantasiosamente come sarebbe stato, pensando anche che qualcuno avrebbe potuto persino complimentarsi con lei per quella coraggiosa impresa... sogni da adolescente! Ora si sarebbe tenuta ben lontana da questo questo genere di incontri ravvicinati del terzo tipo, ma ciò non significava non poter indagare un po' su certi luoghi che solitamente erano associati al "non raccomandabile", al fine di farli conoscere e magari svecchiarne la fama.
"È proprio il genere di sfide a cui dovremmo puntare tutti."
Confermò Sesy, riflettendo su come delle nuove idee potevano venir fuori in modo così tranquillo, a volte, con una chiacchierata e senza bisogno di spremersi chissà quanto le meningi. Era il potere del confronto, della condivisione e della contaminazione. Era il modo giusto per crescere tutti insieme, poco per volta, come diceva Berg. Fece spallucce quando venne ringraziata, non credeva di aver fatto qualcosa di eclatante. E si convinse sempre di più di come Erick fosse in linea con i principi della Gazzetta man mano che continuava a parlare di dedizione, impegno e di segni tangibili da lasciare: tutta quella motivazione era rinvigorente e la strega sicuramente se ne sarebbe ricordata in futuro, perché esistevano sempre dei momenti di sconforto durante i quali bisognava ricordarsi di tutto ciò che di positivo c'era nello svolgimento di un dato lavoro, ovvero la meta finale, lo scopo da raggiungere.
"Ammetto di averti chiamata qui proprio per farmi un'idea di quali fossero la tua consapevolezza e in generale i tuoi propositi nei confronti di questo lavoro. Non perché dubitassi di te nello specifico, consideralo più... un'indagine a campione. Non temere, non era una sorta di controllo formale. E anche se lo fosse stato lo avresti superato in pieno."
Alla fine si decise a svelare il motivo di quella chiacchierata, per una questione di onestà e trasparenza. Sesy non avrebbe mai voluto che il giornalista si perdesse più di tanto a riflettere sulle motivazioni che potevano essersi trovate dietro quel colloquio, dunque per evitare inutili distrazioni era giusto che fosse lei stessa a tranquillizzarlo. Solo a questo puntò sentì di poter rispondere con massima tranquillità alla successiva domanda. Alzò il sopracciglio destro con un sorriso sghembo.
"Casualità? Credo che sia molto difficile diventare Capo-Redattrice di un giornale a tiratura nazionale per casualità."
Ci scherzò su, ma poi tornò seria immaginando cosa avesse voluto dire Erick con quella domanda.
"Quando sono entrata in questa redazione per la prima volta ero molto giovane, non avevo conseguito neanche i G.U.F.O.! Però ci vedevo una buona opportunità di carriera e il fatto - o la casualità - che la mia professoressa preferita, che insegnava proprio Difesa Contro le Arti Oscure, fosse la Capo-Redattrice dei tempi, mi diede la spinta giusta per provarci."
Sesy fece una pausa ripensando a quei tempi con un po' di nostalgia, dato che era passato molto tempo da allora.
"Ero troppo giovane per capire cosa volesse dire seriamente fare la giornalista, ma questa consapevolezza è cresciuta pian piano dentro di me. Fin quando non ho deciso di provare a diventare Capo-Redattrice, con un'ottica decisamente ben diversa rispetto al passato. Non me ne sono mai pentita."
Dunque no, non esistevano casualità per lei in quell'ambito e in generale in nessuno che riguardasse i lavori che svolgeva con assiduità. Si era trattato sempre di sue specifiche scelte e lei non era mai stata una tipa che sceglieva qualcosa solo per il gusto di provarlo.
 
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view post Posted on 28/10/2023, 21:24
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Rimasi sollevato nell'ascoltare quella risposta, spesso quando si parla con i superiori, o con chi ha più esperienza in quel campo, si rischia di nominare l'ovvio o magari sottolineare un qualcosa con più enfasi del necessario, dopotutto gli occhi di un bambino si stupiscono per un pennarello, quelli di un adulto, purtroppo, spesso nemmeno per un arcobaleno.

È proprio quello che penso, e in più credo che puntare un riflettore la dove le ombre sono all'ordine del giorno potrebbe davvero rendere la vita difficile a molti piccoli criminali...

...Costringendoli così a chiedere aiuto a qualcuno che vive alla luce del sole per far si che l'oscurità di cui si serve possa crescere indisturbata sotto gli occhi di tutti...

Sono pienamente d'accordo con lei e chissà magari un giorno, quando avrò accumulato più esperienza, potrà mandarmici e scopriremo cosa accadrà, fino ad allora ce la metterò tutta per migliorare.

Ero davvero convinto di quelle parole, secondi fini a parte la Gazzetta era davvero un luogo che mi stimolava che mi costringeva ad osservare con occhi critici e ad essere aperto ad ogni possibilità, ad ogni notizia perché ognuna poteva nascondere un risvolto interessante o una persona che mi avrebbe insegnato qualcosa di unico.

Spesso penso che gli intervistati siano in realtà un mezzo per soddisfare la nostra curiosità, dietro ad ogni indagine e articolo in realtà soddisfiamo una nostra curiosità adattandola al pubblico. Inizio a pensare che l'essere un cronista sia per me una scusa per espandere i miei orizzonti e nel farlo spero di espandere anche quelli degli altri.

Sorrisi ingenuo, come un bambino che realizza ce una caramella è buona; osservai la scrittrice davanti a me e con gli occhi di chi ha compreso qualcosa di importante aprii la mia mente a lei

Credo di aver appena capito cosa mi stimola ad essere un cronista... La curiosità

Questa volta l sorriso fu ancora più grande, raccolsi quella scoperta di me stesso, una cosa forse banale, ma alla quale non avevo mai dato importanza, fino a quel momento non mi ero mai fermato realmente ad analizzare il perché di quella mia passione crescente, credevo di conoscere la risposta, ma ora sapevo che ciò che pensavo prima era solo un incentivo ad un esigenza mentale, alla fame di sapere della mia mente.
Tornai ad ascoltarla e mi sentii sollevato dalle sue parole

La ringrazio davvero molto per le sue parole, ammetto di essere stato un po' preoccupato anche se non sapevo bene il perché, e sono felice di aver superato questo non-test

Ancora una volta un grosso sorriso si stagliò sul mio volto, quel mio segno distintivo era spesso visibile sul mio volto quando mi trovavo a mio agio con qualcuno cosa che non avrei mai creduto possibile con Sesy, non perché fosse una cattiva persona, anzi, semplicemente perché mai avrei pensato di parlarle così liberamente come in questo momento, quasi come ad una amica solo di qualche anno più grande.

Un passo alla volta, un metro alla volta... Spesso si sa solo la direzione da seguire, ma non la destinazione, ne si diventa consapevoli un po' alla volta o magari una svolta improvvisa ci mette davanti al nostro destino. Penso sia il modo migliore per raggiungere un sogno, anche se non lo si conosce ancora, in modo naturale, senza invidia o accanimento, solo con impegno e dedizione il tutto sostenuto dalla passione. Spero davvero di riuscire come lei a percorrere la mia strada e magari, un giorno, a vedere dove mi porterà.

Sentivo risuonare dentro di me ogni singola parola appena pronunciata e, allo stesso tempo, percepivo quanta forza c'era dietro quelle della professoressa, sentivo come fosse consapevole che la sua posizione non era data dalla fortuna, ma se l'era guadagnata con il sudore della fronte e litri di inchiostro e centinaia di piume e pergamene, percepivo chiaramente la sua forza e la dedizione al suo lavoro e per questo, in quel preciso istante, iniziai ad ammirarla. Conoscevo già la Riddle come professoressa, ma quel rapporto era molto diverso, fatto di un rispetto dovuto e in parte imposto, da studente comprendevo la sua abilità, la sua bravura nell'insegnamento, ma non più di questo, mentre ora la rispettavo come persona e come professionista per le parole e i pensieri che aveva condiviso con me e per quella passione che ci accumunava e per il modo in cui la mostrava.

Se posso permettermi, sono davvero felice di essere stato chiamato per quest'indagine a campione, la ringrazio davvero molto per avermi dato il modo di capire di più su questa mia passione e su chi, tramite essa, ha raggiunti grandi traguardi, lo stesso che spero di fare anche io in futuro...
 
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view post Posted on 14/1/2024, 14:58
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"Affare fatto"
Confermò Sesy, come facendo una vera e propria promessa al cronista riguardo alla possibilità di mandarlo a indagare in quei luoghi apparentemente oscuri, poco raccomandabili e per questo motivo ricchi di un mistero in grado di affascinare. Poteva già guardare avanti e immaginare il lavoro da fare, i luoghi da visitare, le persone da intervistare, tra sospetto e desiderio di conoscenza. Cosa c'era di più elettrizzante? E qual era il lavoro che più di tutti consentiva di andare a indagare dove nessun altro si sarebbe recato, se non quello del cronista? La Capo-Redattrice sorrise ancora.
"Cosa sarebbe un giornalista senza curiosità? Un semplice ficcanaso, credo".
Rifletté Sesy sulle prime, quando Erick pensò a come quel desiderio per certi versi fosse il motore del loro lavoro e alla fine venisse in un certo senso manipolato per presentarlo al pubblico in una veste diversa, infiocchettata, sotto forma di articolo, elegante e alla fine in grado di svelare verità alle volte stupefacenti. Però sì, per la stragrande maggioranza dei casi sembrava che tutto iniziasse proprio grazie a quella piccola e quasi ingenua scintilla di curiosità, che alla lunga poteva trasformarsi persino in una fiammata di pura sfacciataggine mista a insubordinazione.
Sesy osservò quasi divertita, in senso positivo, la nascita di quel sorriso sul viso di Erick, nato dall'improvvisa consapevolezza che fosse stata proprio la sua curiosità ad averlo condotto fin lì.
"Sono contenta per te, è una consapevolezza importante quella che hai appena raggiunto! E a questo punto posso dirti che, dunque, abbiamo qualcosa in comune! Mi verrebbe da dire quanto sia incredibile, ma a pensarci bene credo che sia assolutamente normale."
E questa volta si lasciò andare a una risata mite. Quella conversazione la stava rilassando parecchio e si scoprì felice di aver trovato qualcuno con cui fosse piacevole scambiare quattro chiacchiere, seppur tutto per il momento vorticasse ancora attorno al lavoro, sebbene in maniera più leggera. E ora che aveva davanti un collega decisamente sorridente, Sesy si dichiarò segretamente felice di essere riuscita a strappare un po' di leggerezza anche a lui.
Finì il suo tè mentre ascoltava il resto del discorso di Erick tutto incentrato su destinazione, destino, sogni da raggiungere e passioni.
"Stai già percorrendo la tua strada, quindi azzardo alla possibilità che tu possa intravedere alcuni dei passaggi più cruciali che ti attenderanno anche adesso. Devi solo decidere se coglierli oppure rimandarli".
Certe volte si pensava al futuro come qualcosa di astratto e ancora lontano, invece Sesy era ormai consapevole del fatto che proprio il presente rappresentasse i mattoncini da cui quello nasceva. Le redini del destino erano nelle loro mani, lo erano sempre state. Le ultime parole di Erick sembrarono darle conferma di questi pensieri: era bastato poco per far avvenire qualcosa di inatteso, nuovo, possibilmente poco probabile in altre circostanze, ma era comunque avvenuto e adesso si ritrovava davanti un collega che si dichiarava felice e che sembrava aver ottenuto uno stimolo maggiore per guardare il suo futuro con maggiore sicurezza.
"E io ringrazio te per questo momento di confronto, Erick. Ne ho tratto beneficio a mia volta. Per la prossima volta, però, ho un favore da chiederti: chiamami Sesy, non sono più una tua professoressa, e anche come Capo-Redattrice andrà bene una minore formalità".
Una barriera invisibile diventava meno spessa e quel confronto aveva rincuorato la strega su più fronti: alla fine poteva dirsi soddisfatta della sua scelta iniziale.
 
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view post Posted on 20/3/2024, 11:19
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Sorrisi a quell'affermazione, a quella sorta di patto-promessa che un giorno, quando fossi stato pronto, mi avrebbe portato in quei luoghi in cui molti non vogliono andare e in cui pochi hanno la fortuna di indagare. Mi immaginavo già intento a compiere chissà quale pedinamento in uno stretto vicolo o ad entrare in un losco magazzino o intervistare un brutto ceffo, tutte cose che mi portarono a loro volta a fantasticare ancora e probabilmente molto oltre le competenze di un semplice cronista, ad ogni modo ne fui sinceramente felice, era come aver aperto una porta dal quale potevo vedere infinite possibilità ce presto o tardi avrei potuto cogliere.
Annuii a quell'affermazione anche se dentro di me pensai che in effetti eravamo un po' ficcanaso, ma in modo costruttivo e mai invadente o irrispettoso, semplicemente cercavamo la verità e non ci fermavamo al primo ostacolo o no
Avere qualcosa in comune con chi aveva fatto di una passione un lavoro e vice-versa mi stimolava ancor di più, ero sulla buona strada e saperlo mi rendeva colmo di orgoglio.

Ne sono convinto anche io, certe volte abbiamo le risposte davanti agli occhi, ma solo quando diciamo ciò che sentiamo a voce alta riusciamo a dare un nome e una spiegazione a tutto ciò che abbiamo dentro, in caso contrario potrebbero volerci anni per arrivare alla stessa conclusione.
Quindi anche lei, dopo tanto tempo riesce ancora a mettere curiosità in ciò che fa? Sa è bello saperlo, con il tempo si rischia di perdere la bussola e farsi prendere dagli impegni, sapere che per lei non è così è davvero una carica di entusiasmo!


Si, vedermi in piena non era una cosa rara, ma dopo poco che mi si conosceva si capiva la differenza tra la mia indole, semplice e diretta, e quelle volte, più rare, in cui ero preso da discorso e dalla persona con cui lo stavo affrontando, in quelle occasioni non era solo la mia voce o il mio corpo a parlare, ma i miei occhi, colmi di quella luce chiamata passione o gioia o, in alcuni casi, tristezza.

Spero solo di vederli ed essere pronto a coglierli!

Spesso mi era capitato di non scorgere una possibilità dove invece c'era, e questo per mia distrazione o impreparazione, altre volte, invece, avevo colto l'attimo, ma non ero stato in grado di farlo mio ed era una cosa che non avrei permesso nuovamente, da tempo lavoravo su me stesso proprio con questo fine.
Sentire quelle parole stamparono un sorriso felice sul mio volto, le accolsi e le feci mie capendo quanto importante fosse stato quel momento non solo per me e soprattutto non dando per scontato quello che era appena accaduto, la fiducia che mi era stata data e che non avrei tradito.

D'accordo... Sesy

Dirlo a voce alta mi fece davvero strano, dopo tutto era stata una mia Professoressa prima di essere la mia boss e questo le valeva ogni possibile rispetto, ma forse non era dandole del lei che lo dimostravo, forse lo avrei fatto in modo migliore dando tutto in quella passione che ci accomunava.

Posso chiederti anche io un favore? La prossima volta avvertimi che non è un test o non vuoi licenziarmi

Uno sguardo divertito, ma allo stesso tempo sincero fece capolino dimostrando quanto quella chiamata improvvisa mi avesse preoccupato e avesse reso la prima parte di quella piacevolissima chiacchierata un po' tesa.

Alla prossima volta allora. Grazie ancora e buona giornata!

Sistemai la tazzina di tè e mi diressi verso la mia scrivania chiudendo la porta dell'ufficio di Sesy alle mie spalle. Un profondo sospiro mi fece interiorizzare ciò che era avvenuto in quei pochi minuti e mi fece ripartire più carico che mai verso i miei appunti, ora più che mai avevo un obbiettivo in mente: raggiungere quella porta e oltrepassarla.
 
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