Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Stronger, Resistenza e forza fisica I (Condizione di innesco per: Resistenza e forza fisica II)

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view post Posted on 3/12/2020, 16:24
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Quel giovedì pomeriggio di iniziò dicembre l’aria attorno al a Castello di Hogwarts era gelida. Insieme alla compagna bronzo-blu aveva deciso di allenarsi, con lo scopo di incrementare la loro forza fisica e resistenza, così da poter arrivare alle prossime partite e allenamenti in forma smagliante.
La russa scendeva verso il campo a passo spedito, il mantello ondeggiava avanti e indietro seguendo il movimento meccanico delle braccia della strega.

Per prima cosa raggiunse lo spogliatoio, a quanto pareva l'altra Corva non era ancora arrivata. Poco male, Nives l'avrebbe aspettata direttamente sul campo, con gesto veloce si tolse mantello, l'avrebbe solo intralciata durante l'allenamento. Sistemò i lunghi capelli ondulati in una stretta treccia che le ricadeva sulla schiena, un volta pronta uscì dallo spogliatoio e in pochi secondi si ritrovò a camminare sulla base dell'ovale dove si disputavano tutte le partite.
Il campo da Quidditch da terra sembrava ancora più enorme, lanciò uno sguardo agli anelli che si sviluppavano verso il cielo, da dove si trovava lei sembravano molto più alti che in volo.

Inspira, espira.

In attesa che la compagna di casa la raggiungesse per allenarsi insieme a lei, Nives decise di scaldarsi un po’ i muscoli, almeno non avrebbe rischiato di stirarli durante l’allenamento vero e proprio. Divaricò leggermente le gambe, posizionandole perpendicolarmente alle spalle. Aprì le braccia e cominciò ad inspirare ed espirare profondamente, seguendo il ritmo del suo respiro lento e regolare portava il braccio sinistro sino alla gamba destra e viceversa.

Inspira, espira

finito il primo esercizio di riscaldamento la russa si posizionò a terra. Il terreno sotto di lei era umido e freddo, ma cercò di non badarci troppo, portò la gamba destra dietro e allungò la sinistra davanti a sé chinandosi su sé stessa raggiungendo con la mano il piede. Rimase in posizione quindici secondi e poi passò all'altra gamba, sempre per quindici secondi.

Inspira, espira.

Incrociò le gambe e drizzò il busto come se fosse appoggiata a una colonna di pietra, unì le mani e le portò in alto allungandole verso il cielo scuro sopra di lei. Ondeggiò un po' a destra e un po' a sinistra mantenendo la posizione e poi lasciò che i muscoli tornassero a rilassarsi.
Si guardò intorno, di lì a poco avrebbe dovuto farsi viva Jessica.
 
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La rossa stava camminando a passo spedito verso il campo da Quiddicth stringendosi nel suo mantello, ringraziò mentalmente Rowena per aver evitato che quel giorno piovesse, non che alla cacciatrice disturbassero così tanto quelle goccioline ma dopo il primo allenamento aveva testato con la sua stessa pelle che il tempo avverso rendeva le cose più difficili.
La mantella le scivolò delicatamente dalle spalle e Jessica la ripose ordinatamente all'interno dello spogliatoio con le mani prese i cappelli e li annodò tra loro formando una crocchia morbida, i pochi ciuffi davanti agli occhi non le avrebbero dato poi così tanto fastidio.
Scrutò il campo alla ricerca di Nives, sapeva che l'avrebbe trovata già lì, senza troppa fatica la raggiunse"Tutto bene?" chiese piazzandosi in piedi davanti a lei.
La rossa piegò la gamba sinistra e portò il piede all'altezza del sedere, con la mano destra afferrò la caviglia dell'arto piegato facendo attenzione a non perdere l'equilibrio
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci"
Finita la conta mentale rimise giù la gamba e passò alla gamba destra, il braccio sinistro - quello dominante- aveva leggermente più forza motivo per cui la rossa estese il braccio destro all'infuori parallelamente al terreno, ciò avrebbe facilitato il mantenimento dell'equilibrio
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci"
Finita la prima parte del riscaldamento la giovane si seddette per terra, il freddo del suolo le fece venire i brividi, allungò le gambe davanti a lei e con la schiena si piegò in avanti cercando con le mani di raggiungere le caviglie
"Fuori l'aria, dentro l'aria"
Piegò le ginocchia cercando di mantenere una distanza tale dal petto di modo che l'esercizio successivo fosse possibile "Allora cosa hai in mente" chiese incuriosita mentre incrociando le braccia incrociate appoggiò la schiena a terra, contraendo gli addominali alzò la schiena fino a tornare con il busto eretto
Giù, su, giù su, giù su... Forza Jessica
 
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Una manciata di minuti più tardi Nives sentì la porta dello spogliatoio chiudersi e poco dopo spuntò la ragazza dai capelli rossi. – Io sto bene. – rispose alla domanda di lei, che intanto si era posizionata proprio davanti alla corva e aveva cominciato a scaldare i muscoli – Tu tutto bene? -.
La russa intanto continuava a ripetere gli esercizi e sentiva i muscoli farsi sempre più caldi e pronti per l’allenamento, che sarebbe stato più divertente visto che non era sola ma in buona compagnia.

Inspira, espira.


Portò le braccia dietro la schiena e unì le mani all’altezza delle scapole tirandole, rimase in posizione per dieci secondi e poi ripeté l’esercizio invertendo le braccia. Nonostante le basse temperatura la strega si stava abituando al clima e non sentiva più così freddo come quando era arrivata sul campo.
iniziò a roteare lentamente il collo per sgranchirlo, le ore e ore di studio si sentivano tutte. Prese il capo con la mano destra e lo tirò verso la sua direzione. Dieci secondi. Cambiò lato e fece lo stesso con la sinistra. Altri dieci secondi. Roteò nuovamente il collo un’ultima volta.

Inspira, espira.

La concasata le domandò cosa avesse in mente di fare, espirò fuori lentamente prima di rispondere alla ragazza, Nives ci pensò su un attimo portandosi il piede destro all’altezza del gluteo – Per prima cosa pensavo di fare un paio di giri del campo, per scaldarci ancora un po’. – due giri sarebbero stati più che sufficienti viste le sue grandi dimensioni – e poi potremmo fare un po’ di addominali e qualche piegamento. – cercava di non sbilanciarsi dalla sua posizione e dopo pochi secondi prese il piede sinistro e tirò su anche quello sempre all’altezza del gluteo.

Inspira, espira.

Unì le gambe e si abbassò lentamente fino a prendersi le caviglie sottili con le mani. Nella mente contava i secondi in cui avrebbe dovuto mantenere la posa, una volta terminati si rialzava e scuoteva il corpo per rilassare i muscoli. - Comunque accetto suggerimenti. - disse sfoderano un sorriso all'amica, se avesse avuto qualsiasi idea o esercizio per l'allenamento Nives lo avrebbe accolto più che volentieri.

Inspira, espira.

Cominciò a fare una piccola corsa sul posto, la sua treccia ondeggiava di qua e là ad ogni saltello della ragazza. Il suo respiro si fece più corto e il battito cardiaco più frequente.
– Allora, sei pronta? – domando continuando a muoversi, appena anche la rossa fosse stata pronta sarebbero partite per il primo giro di campo.
 
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"Sto bene" sorrise riprendendo fiato prima di rialzarsi in piedi
Cominciò una leggera corsa sul posto tenendo le morbide braccia lungo il corpo per evitare qualsiasi tipo di rigidità "Mmh va bene, magari potremo anche provare a fare qualche esercizio di salto sai per allenare i muscoli delle gambe e saper regolare la forza dello slancio neccessario per staccarci da terra quando siamo sulla scopa" si fermò osservando qualche istante la russa.
La cacciatrice tornò nuovamente a contrarre i muscoli addominali, correndo nuovamente sul posto questa volta si portò le ginocchia -prima una e poi l'altra- al petto ogni qualvolta le ginocchia superavano l'altezza del suo ombelico lei espirava cercando così di alleviare la sua fatica
Fuori dentro, fuori dentro, op op op
Cercava di dare all'esercizio un ritmo medio-veloce mentre mentalmente contava fino a trenta.
Una volta finito l'esercizio divaricò le gambe e piegò il busto di modo che il braccio destro potesse toccare il piede sintro
Uno due tre quattro cinque
Si rialzò per riprendere fiato per poi rifare la stessa cosa con l'arto sinistro e il piede sinistro la corretta tecnica di respiro la aiutava a non sentire troppo la fatica muscolare
uno due tre quattro cinque
La cacciatrice ritornò in posizione eretta appoggiando le mani sui fianchi per recuperare un po' di fianco "Facciamo un giro lente uno moderato e uno veloce?" il sorriso sul volto, ormai ci stava prendendo gusto.
"Pronta?" si assicurò che anche la sua compagna di allenamento avesse finito il suo riscaldamento prima di iniziare il primo giro di corsa, le braccia si sarebbero mosse in maniera alternata alle gambe in avanti e in dietro la velocità lenta ma costante l'avrebbe preparata per il giro successivo

Edited by Jessica Levante - 3/12/2020, 20:46
 
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La rossa propose di allenarsi anche nei salti, in effetti rafforzare i muscoli delle gambe non era una affatto cattiva ide, in questo modo sarebbe state in sella alle scope più saldamente, perciò annuì alla proposta. Continuò ancora un po’ saltellando sul posto portando le ginocchia all’altezza del busto.

Inspira, espira.


Si fermò dopo una serie di trenta per riprendere fiato, per fortuna grazie al freddo non avrebbero sudato troppo. Stiracchiò ancora un po’ il resto del corpo, in particolare le gambe, e si tenne pronta a partire per il primo giro di corsa, avrebbero cominciato con uno più lento per poi dare il massimo nel secondo – Spero non mi esplodano i polmoni al secondo giro. – ammise lasciandosi andare a una piccola risata. “Pronta?” le chiese la compagna quando Nives ebbe terminato di riscaldarsi per bene – Pronta! – rispose andandosi a mettere di fianco a lei.

Iniziarono a correre a velocità moderata, prima una gamba e poi l’altra Nives manteneva un andamento costante e leggero. Si dava la spinta necessaria affondando i piedi nel terreno e con le braccia alternava il movimento della falcata. Ci avrebbero messo qualche minuto prima di completare il giro, il campo era davvero più grande di quando sembrasse. Continuava ad inspirare ed espirare regolarmente ma ad un ritmo più sostenuto nonostante non stesse correndo troppo veloce.

Senz’altro quell’esercizio le avrebbe aiutate a migliorare la loro resistenza in generale, cosa che sarebbe tornata molto utile in partita, quindi era meglio sfruttare al meglio quell’allenamento. Aveva percorso ormai la prima metà del campo e cominciava a respirare con più affanno rispetto all’inizio, cercò comunque di non rallentare doveva spingersi oltre i suoi limiti e non abbandonare ai primi segni di stanchezza. Avevano quasi terminato il primo giro quando tirò su una mano per far segno che si sarebbe fermata un attimo prima dello sprint del secondo giro – Riprendiamo un attimo fiato? – chiese rallentando la corsa in vista del traguardo immaginario che segnava da dove erano partire con il primo giro. Si piegò un attimo sulle ginocchia e si asciugò le goccioline che aveva sulla fronte, respirava forte e pochi secondi dopo si tirò su pronta a ripartire carica per il secondo giro.
– Ok, ci sono. – fece segno di ok con la mano alla compagna e si tenne pronta.
 
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La rossa cercava di mantenere il ritmo, le gocce di sudore riempivano la sua fronte.
Cercava di mantenere il ritmo fondandosi sul tumore delle scarpe che tenevano il terreno Tic tic tic di tanto in tanto rallentava cercando di riprendere il fiato restando indietro di pochi passi rispetto la compagna, appena sentiva le sue gambe riacquistare la forza necessaria con uno scatto accelerava raggiungendo Nives, anche quest'ultima affatticata come lei.
Forse partire con la corsa non era stata una buonissima idea ma ormai il primo giro era quasi stato completato.
Forza Jess forza Jess
La bocca era quasi asciutta ma non si sarebbe arresa, piegò in avanti il bacino per darsi velocità esattamente come se in quel momento fosse stata sopra la sua Comet, si concentrò cercando di incanalare la forza residua nelle gambe in modo da finire il primo giro di campo "Sapevo...che..il campo.." affannata si fermò poco dopo la linea immaginaria che nella sua mente aveva tracciato per indicare la fine del primo giro, assicurandosi che l'angolazione fosse identica a pochi istanti prima della loro partenza "Fosse grande... Ma non pensavo così tanto" osservò la russa riprendere fiato prima di raggiungerla.
La cacciatrice piegò le gambe e appoggiò le mani sulle ginocchia "Riprendere fiato è una buona idea" avrebbe voluto sorridere ma non ne aveva le forze.
Su Jess.. fuori l'aria dentro l'aria
"Sono pronta anche io" disse appena sentì i suoi polmoni nuovamente pronti per il secondo giro, questa volta la corsa avrebbe tenuto un ritmo più veloce "Pausa a metà campo di due minuti va bene?" la impostò come una domanda, ma in realtà era un'affermazione.
I suoi piedi si staccavano veloci dal terreno mentre le braccia muovendosi l'aiutavano a mantenere l'equilibrio e facilitare i movimenti, le gambe prima molli stavano acquistando forza e ormai il freddo pungente non lo sentiva più.
Arrivata a metà campo Jessica si mise qualche secondo seduta con le gambe dritte davanti a sé, iniziò a farle ondeggiare facendole sbattere tra di loro, in modo da sciogliere un po' i muscoli "Quando sei pronta ripartiamo" disse a Niv scattando in piedi
 
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Entrambe le ragazze stavano prendendo delle boccate d’aria e ansimavano per l’affanno. – In volo sembra molto più piccolo. – asserì la ragazza, se avesse avuto più ossigeno in corpo probabilmente si sarebbe messa ridere. Rimasero ancora un paio di minuti a riprendere fiato prima di lanciarsi nel secondo giro di corsa. Nives tornò in posizione eretta e si stiracchiò ancora un po’ le gambe quando la rossa affermò che era pronta a ripartire – Perfetto -.

Preso posto al suo fianco e prima di partire Jess suggerì di fermarsi per una breve pausa alla prima metà del campo – è un’ottima idea! – rispose velocemente la Corva, difficilmente sarebbero state in grado di mantenere una velocità sostenuta per l’intero giro, perciò fu grata del suggerimento della ragazza.
– Andiamo. – Nives partì a tuta velocità, tra una falcata e l’altra c’era un momento in cui nemmeno toccava terra, il suo respiro era corto e veloce. Piantava bene a terra i piedi per darsi la spinta necessaria per schizzare in avanti e le braccia vicino al busto facevano avanti e indietro seguendo il movimento veloce delle gambe. Le labbra si seccarono un po’ per il freddo e un po’ per lo sforzo. Poteva sentire i muscoli dei polpacci bruciare e il cuore martellarle in petto cercando di pompare sangue più velocemente possibile per farlo defluire in tutto il corpo.

Forza Nives, più veloce!

Si spronava mentalmente per tenersi concentrata. Inspirava dal naso ed espirava dalla bocca buttando fuori l’aria, dopo un po’ il suo corpo aveva talmente preso l’andatura che quasi non sentiva più i piedi affondare nel terreno, semplicemente correva veloce come non aveva mai corso in vita sua. Un solo pensiero in testa “Più forte, più resistente” avrebbe fatto tutti gli allenamenti necessari per incrementare la sua forza, con gli allenamenti e le partite sempre più vicine non avrebbe potuto concedersi nessuna pigrizia.

Concentrata.

Doveva rimanere concentrata, l’obiettivo non era lontano. Avevano quasi raggiunto la prima metà del campo e ogni parte del suo corpo la implorava di fermarsi, di prendere fiato e lasciare che il cuore rallentasse per qualche instante.

Ci siamo quasi.

Si disse, mancavano pochi metri al primo traguardo, non doveva assolutamente mollare proprio adesso. Allungò le ultime due falcate finalmente raggiungendo la metà del campo e si fermò pochi metri più avanti. Avrebbe voluto sdraiarsi sull’erba e riposare ma sarebbe stato controproducente, doveva rimanere fisicamente attiva perciò decise di camminare avanti e indietro.
– Non è… - parlava con voce spezzata dall’affanno – andata male… - si piegò un istante sulle ginocchia abbassando la testa e portandosi una mano al petto – non credi? -.
Avevano solo due minuti prima di riprendere, Nives cercò di farseli bastare anche se erano pochi, riprese ad inspirare ed espirare profondamente cercando di accumulare più ossigeno possibile o sarebbe andata in debito correndo.
 
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Forse sedersi a terra non era stata una grande idea
cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove, sessasanta
La rossa con uno sforzo incredibile si alzò, mancava ancora un minuto alla fine del recupero e decise di passarlo stiracchiando le braccia "No non sta andando male, pensavo di stramazzare al suolo dopo due secondo di corsa" ammise portandosi il braccio sinistro davanti al collo tenendolo in tensione mentre la mano destra spingeva sul gomito, contò mentalmente fino a dieci e poi cambiò braccio
cinquantasette, cinquantotto, cinquantanove sessanta
Batté i palmi delle mani per darsi carica "Niv sei pronta?" i piedi si staccavano veloci dal terreno, da quel punto l'arrivo non sembrava così lontano.
La rossa aumentò di poco la velocità nonostante i lievi dolori alle gambe che a causa della fatica iniziavano a farsi sentire, si girò verso la compagna e rallentò il ritmo per poco affinché ella potesse raggiungerla "Scatto finale?" suggerì con un sorriso sadico sul volto.
Si, si voleva male, davvero molto ma infondo se non si mettevano alla prova in quel momento quando avrebbero potuto farlo?
I piedi si alzavano dal terreno creando una leggera polverina di sabbia, ormai le gambe e le braccia si muovevano in automatico come se quelle corse fossero una sorta di abitudine.
La rossa ritornò a piegare leggermente in avanti il busto facendo attenzione che le spalle non superassero i piedi ultimo sforzo si fece coraggio e senza sapere da dove tirare fuori l'energia fece l'ultimo scatto, per qualche secondo le sembrò di volare senza scopa, i piedi e le gambe leggeri ma forti allo stesso tempo.
Stop. Fine. Aveva finito.
Jessica si distese a terra, le braccia e le gambe larghe, il respiro affannoso, per un attimo si immedesimò nelle persone che annegavano ogni anno: era questo quello che provavano?
Il torace si alzava e abbassava velocemente la rossa alzò lievemente il tronco appoggiandosi sui gomiti ben piantati nel terreno "Non vedo l'ora di poter fare una doccia" il Morbo Bianco le impediva di puzzare ma ad una doccia bollente non ci avrebbe mai rinunciato per nulla al mondo.
Con uno scatto di reni l'italiana cambiò posizione, la pancia contro il terreno gelido le fece venire i brividi, puntò le mani a terra, le gambe dietro erano rigide le punte dei piedi ben salde nel suolo, strinse i muscoli addominali e lombari e facendo forza si tirò su cercando di mantenere una linea dritta, il sedere non doveva superare l'altezza delle spalle
Su, giù, su, giù, fuori l'aria dentro l'aria
"Quante vuoi... Farne?"
 
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Il tempo per riprendere fiato era già terminato e quando Jess batté le mani Nives schizzò in avanti riprendendo la sua corsa.
Dopo pochi metri aveva ripreso l’andamento veloce precedente, i muscoli di tutto il corpo erano già pronti e allenati anche se accusavano un po’ di fatica. Falcata dopo falcata il respiro di Nives si accorciò velocemente, avrebbe decisamente preferito essere in sella alla sua Nimbus. Doveva solo resistere a quella velocità fino alla fine dell’ultimo mezzo giro.

Avanti!

Il fango sotto di lei rendeva abbastanza difficoltoso affondare bene i piedi per spingersi in avanti, ma per fortuna non era ancora svicolata a terra. Jess correva praticamente alla sua stessa velocità e entrambe continuava a buttare fuori l’aria furiosamente durante la corsa. I muscoli delle gambe cominciarono a bruciarle sempre di più ad ogni appoggio, ormai avevano percorso il primo pezzo. Curvarono seguendo la linea ovale del campo da Quidditch cercando di non rallentare troppo. La russa aveva il busto sporto in avanti per accompagnare il movimento del resto del corpo. Sentì Jess suggerire di fare uno sprint finale nell’ultimo tratto, lei si girò a guardarla confusa come a dire “Accidenti, così non è già abbastanza?” trattene una risata e quando vide accelerare la rossa la seguì aumentando anche la sua velocità.

Il cuore pompava più che mai e l’aria fredda l sferzava il viso quasi con violenza, dopo quasi un minuto oltrepassarono la linea immaginaria del traguardo. La strega proeguì rallentando la sua corsa poco più avanti cercando di fermarsi per poi buttarsi terra con gambe e braccia a mo’ di stella. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, tossì forte per l’ultimo sforzo della corsa e poi si mise a sedere.

– Credevo di morire. – un ghigno si aprì sul suo viso e tossì nuovamente a causa dell’affanno. – Direi basta con la corsa per oggi. – suggerì poco dopo tornando a sdraiarsi sull’erbetta inumidita del campo.
Si avvicinò alla concasta che stava cominciando a fare una serie di addominali, le prese i piedi con le mani per tenerla salda al terreno – Tre serie tra trenta credo possano bastare. – disse, contava mentalmente i piegamenti di Jessica e attese che lei le desse il cambio per poter fare la sua prima serie.
 
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In quel momento avrebbe voluto fulminarla con lo sguardo ma decise di continuare ad allenarsi infondo ad entrambe avrebbe fatto solo bene, aspetto che la russa si posizionasse dietro da lei e quando sentì le sue mani come morse sui piedi fece forza con le braccia in modo da tirarsi su.
I muscoli addominali e lombari strette, la cacciatrice cercò di concentrarsi sul suo respiro e sul suo obbiettivo.
Il corpo della rossa si sollevò da terra, le braccia tremolanti la tenevano su a malapena, poteva sentire la sua faccia andare a fuoco, respirò per qualche istante per procedere mentre nella sua mente cercava di darsi coraggio e farsi forza.
Riappoggiò le mani a terra tenendo i gomiti leggermente puntati verso l'esterno, un nuovo respiro e di nuovo il suo corpo si sarebbe sollevato questa volta con meno fatica.
Per un attimo le sembrò di essere un animale di uno sciocco gioco babbano dove una talpa si nascondeva dentro ad una buca ed un bambino doveva cercare di colpirla con il martello
Su giù, su giù
Aveva aumentato la sua velocità a metà piegamenti, sentiva che le sue braccia stavano prendendo forza come era successo nelle gambe durante la corsa "Se sbaglio dimmi e fammelo rifare" pronunciò alzando per l'ultima volta il suo corpo concentrandosi a mantenere una linea dritta, come se le sue vertebre fossero inchiodate una all'altra, quando il suo naso per la decima volta toccò il suolo con un lieve colpo di gambe si liberò dalla presa di Nives portando le ginocchia alla pancia allungando le mani davanti a lei per rilassare i muscoli dorsali.
"Non è stata poi così dura" si alzò posizionandosi dietro la compagna afferrandole i piedi
Avrebbe osservato il corpo della compagna alzarsi ed abbassarsi come aveva fatto lei, aspettando pazientemente i suoi tempi, solo quando le braccia della russa si sarebbero alzate l'ultima volta per la rossa sarebbe toccata la seconda sessione
"Forza, non manca molto" una incoraggiamento che sicuramente sarebbe servito più a lei che alla bronzo-blu, nuovamente il suo naso avrebbe sfiorato il suolo, le braccia che ormai si erano ripresero la forza necessaria ad alzare il suo peso

Edited by Jessica Levante - 5/12/2020, 16:19
 
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La rossa continuava la sua serie sotto la presa ferrea della Corva, un allenamento del genere alla lunga avrebbe certamente dato i suoi frutti. Jessica si tirò su a sedere e dopo una breve pausa si sistemò al posto della russa afferrandole i piedi e tenendoli ben piantati nel terreno.
Nives si sistemò con la schiena sul freddo terreno del campo, teneva le ginocchia flesse assumendo la posizione per poter fare i suoi addominali. Incrociò le braccia sul petto e cominciò la prima serie. Si portava su col busto tenendo gli addominali in tensione e quando tornava giù stava attenta a non toccare con la schiena il terreno evitando di rilassarli appoggiandosi.

Inspira, espira. Inspira, espira.


Era a metà della prima serie e il suo respiro si era già fatto più corto e la fronte si era riempita di goccioline di sudore. Venti, ventuno, ventidue, ventitré… Trenta. Lasciò che i muscoli del suo corpo si rilassassero per una trentina di secondi e respirava sonoramente con il petto che faceva su e giù velocemente.

Inspira…espira…

Tornò in posizione, con le braccia di nuovo al petto, e partì con la seconda serie. Uno, due, tre, quattro, cinque…contava mentalmente tutti i piegamenti e ogni volta che arrivava all’altezza delle ginocchia buttata furiosamente fuori l’aria carica di anidride carbonica per poi in inspirare quanto più ossigeno possibile. Quindici, sedici, diciassette… gli addominali si scaldavano e il viso di lei era sempre più paonazzo a causa dello sforzo fisico. Ventisei, ventisette, ventotto, ventinove, trenta… lasciava che il suo corpo cadesse dopo l’ultimo addominale e distendeva le braccia sul terreno ansimando forte. Con il lembo della manica si asciugò la faccia madida di sudore.

Ancora una…

- Manca l’ultima – disse esalando un respiro. Non mancava ancora molto alla fine dell’allenamento, ormai era già passata più di un’ora, ancora pochi esercizi avrebbero potuto infilarsi sotto le docce calde per ritemprarsi. Ancora una volta portò le braccia al petto e con le mani si strinse le spalle, l’ultima serie sarebbe stata ancora più tosta delle altre.
Decise di allenare gli obliqui questa volta, così invece di portare il busto dritto fino alle ginocchia quando si staccò da terra si protese verso il lato sinistro, poi quello destro e così via alternò il suo allenamento. Diciotto, diciannove, venti, ventuno… ancora pochi piegamenti e finalmente avrebbe potuto concedersi una pausa più lunga di trenta secondi. Cercò di mantenere uno sforzo costante, velocizzare l’esercizio sarebbe stato controproducente, ventotto, ventinove, trenta.
– Sono sfinita. – ammise straniandosi a terra e allargando le braccia – Facciamo cinque minuti di pausa? Poi facciamo un po’ di salti. – propose alla rossa.
 
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La Levante era nuovamente distesa a terra, la pausa di poco prima aveva fatto sì che il corpo recuperasse le forze era pronta per le ultime due sessioni di piegamenti.
Su giù
La sua mente le scandiva il tempo come se fosse un'orologio "Ventisette.. ventotto.. ventinove.. trenta" recuperò un po' di fiato lasciando il suo corpo inerme e voltò la testa di lato "Ho.. quasi.. finito" sussurrò facendo capire alla corvina che non avrebbe stretto ancora per molto le sue caviglie.
Tornò nuovamente in posizione: corpo teso e gomiti in fuori, questa volta le braccia si sollevarono senza troppa fatica permettendo all'addome di sollevarsi qualche centimetro in più.
Forza forza Jess sei quasi arrivata alla fine
La rossa convogliò tutta l'aria contenibile nel suo piccolo corpo buttò fuori l'aria e le sue braccia si estesero sotto il peso del corpo.
Si rigirò sulla schiena Credo che una pausa sarebbe fantastica" sorrise verso l'amica sedendosi, le ginocchia richiamate al petto le braccia che le avvolgevano.
Sentiva i muscoli lievemente indolenziti "Domani assomiglieremo a dei robot" scrutò il cielo per qualche istante e l'aria fredda le investì il viso, inspirò profondamente immaginando di essere a casa, seduta su di uno scoglio con l'acqua gelida fino alle caviglie.
"Sei pronta?" chiese infine alzandosi aiutando i movimenti con le braccia "Pensavo a fare prima dei salti sul posto e poi dei salti in lungo con rincorsa.. ci stai?" sapeva che probabilmente la mora l'avrebbe uccisa prima o poi "È tutto per noi, ci aiuterà" continuò quasi giustificandosi sostenendo gli occhi marroni della russa.
La cacciatrice divaricò le gambe piegò le ginocchia, abbassò il sedere fino a che esso sfiorasse i talloni, si sollevò sulle punte le braccia piegate all'altezza del torace con un piccolo movimento verso l'alto le avrebbero dato lo slancio, le punte dei piedi spinsero verso l'alto le gambe di estesero le mani si toccarono sopra la sua testa con un lieve clap, atterrò al suolo piegando le gambe nuovamente di modo che attuttisero la discesa.
"Facciamo dieci o quindici?" inclinò la testa verso destra prima di prepararsi per un nuovo salto verso il cielo
 
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Le due Corve si presero una pausa (meritata) visto l’allenamento intensivo che stavano sostenendo. Entrambe erano a terra, come se stessero cercando di trarne la forza. Il tempo a loro disposizione era sempre meno, almeno non mancava troppo tempo ad una agognata doccia calda. – Direi che i salti vanno benissimo. – fece all’amica spossata almeno quanto lei. Rimase a riprendere fiato ancora qualche minutò, poi si issò sulle ginocchia tornò in piedi un po’ traballante. Si avvicinò alla compagna e le porse le mani per aiutarla ad alzarsi.
– Dai, non manca ancora molto. – era più un’affermazione per sé stessa quasi. Si sposto leggermente dal bordo campo, stiracchiò un po’ i muscoli delle gambe e delle braccia preparandosi al prossimo esercizio. – Dieci saranno sufficienti. – ammise lasciando trasparire un po’ di stanchezza dalla sua voce.

Con la schiena dritta e il volto rivolto davanti a sé cominciò la serie di saltelli. Spingeva le ginocchia più in alto possibile e teneva i palmi delle mani poco sopra l’altezza del bacino. Colpiva piano con le ginocchia le mani per essere sicura di saltare abbastanza in alto. Dopo pochi salti il suo fiato si era fatto nuovamente corto, inspirava ed espirava velocemente dalla bocca per prendere e buttare fuori più aria possibile. Grazie al movimento Nives ormai quasi non sentiva più il freddo nonostante fosse inizio dicembre, l’unica cosa fastidiosa erano le goccioline di sudore che le tempestavano la fronte così si passò un lembo della manica per asciugarsi il volto.
Finita la sua serie di salti allungò le gambe in degli affondi, teneva le mani sui fianchi e i gomiti in fuori scendendo col bacino verso il terreno.
– Facciamo un po’ di salti con rincorsa? – chiese infine alla compagna. Avrebbe atteso che anche lei finisse la sua serie di esercizi prima di fare l’ultima parte del loro allenamento.
 
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view post Posted on 8/12/2020, 09:09
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Cogito ergo sum.

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Le gambe continuavano a spingerla verso l'altro e le mani battevano sopra la sua testa per scandire il tempo, le ginocchia amortizzavano la difesa e allo stesso tempo l'aiutavano a trovare lo slancio necessario per spingere il corpo sempre più in alto, quando l'ultimo atterraggio fu compiuto la rossa rimase con le ginocchia piegate e appoggiò le mani su di esse, sporse lievemente il busto in avanti e tentò di recuperare le energie "Per... Fortuna... Manca... Poco" sentiva che di lì a poco non sarebbe più riuscita a fare niente i muscoli le urlavano di smetterla, avrebbe solamente voluto girarsi e tornare nel dormitorio, stendersi suo letto e dormire.
Scuotè la testa, non avrebbe mollato proprio adesso, non ad un passo dalla fine, si accucciò per terra, la gamba sinistra leggermente più in avanti rispetto alla destra, le mani appoggiate a terra, tirò su il sedere distendendo il più possibile le gambe "Niv sei pronta?" avrebbe aspettato una sua risposta "Tre due uno.. via" le mani con una piccola spinta avrebbero aiutato a farle raddrizzare il busto, come prima i piedi si staccavano dal terreno in maniera ritmica, dopo un paio di passi di corsa la rossa senza fermarsi tentò il primo salto, le gambe fungevano da molla e nel momento in cui si staccò da terra tentò di raccoglierle al petto senza però troppo successo, riuscì ad atterrare ma il suo equilibrio la tradí all'ultimo secondo e il suo sedere si ritrovò per terra "Mmh, dovrei migliorare l'atterraggio" non riusciva a mettere di ridere
 
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view post Posted on 8/12/2020, 12:54
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«Ice Queen»

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– Già, per fortuna – fece eco all’amica, avevano a disposizione si e no gli ultimi venti minuti del Campo. Nives si mise in posizione di fianco a Jessica, la gamba destra indietro rispetto a quella sinistra, il busto leggermente in avanti e le braccia alterne per prepararsi allo scatto.

Inspira, espira.

Buttò fuori l’aria e cominciò a correre, sempre più veloce. Spingeva con le gambe contro il terreno e dopo pochi metri provò il primo salto. Spinse il alto il suo corpo cercando di portare gli arti inferiori più avanti possibile. L’atterraggio fu pesante e la Corva saltellò più volte sul terreno per evitare di scivolare a terra. Bene il primo era andato.
Si girò a controllare l’amica e la ritrovò col sedere a terra – Oi stai bene? – domandò avvicinandosi velocemente, ma quando sentì l’amica scoppiare a ridere scoppiò anche lei. – Sì forse dovresti. – ammise continuando a ridere, poi porse le mani alla compagna per tirarsi su dal terreno umido.

- Riproviamo? – suggerì alla rossa. Tornò presto in posizione e si preparò per correre per poi saltare nuovamente. Il suo respiro via via che continuava l’esercizio era sempre più affannoso, e dopo averci provato diverse volte il tempo a loro disposizione era terminato.

- Beh dai, come primo allenamento non è andato male. – affermò la ragazza, senza dubbio avrebbero dovuto allenarsi più di una volta e con costanza se volevano davvero diventare più forti. – Ora ho davvero bisogno di una doccia calda. – affermò tastandosi gli indumenti sudati e sporchi. Aspettò Jess per poi dirigersi verso le docce negli spogliatoi.

L’acqua calda era un balsamo sulla pelle di Nives, nel giro di pochi minuti era tornata pulita e asciutta finalmente. – Torniamo in sala comune? – domando alla Corva non appena ebbe finito di rivsestirsi. Avevano entrambe bisogno di sprofondare in una delle poltroncine della casa bronzo-blu, magari davanti al caldo caminetto scoppiettante.
 
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15 replies since 3/12/2020, 16:24   237 views
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