Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Perfect - BH, Privata.

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Antony Smith
view post Posted on 3/11/2020, 17:49




Non aveva fatto in tempo ad ascoltare la prime note di una celebre canzone lenta delle Sorelle Stravagarie che una figura a lui ben nota mosse i primi passi per avvicinarsi al suo corpo; non impiegò più di qualche secondo per capire di chi si trattasse; il passo, le forme, le curve, il colore della pelle e persino l’odore non potevano che portare ad una ed una sola, unica, persona: Alexandra Mendes.
Di fatti, dopo un bacio posato delicatamente sulla guancia del battitore – il quale già non lasciava passare alcun dubbio su chi fosse l’elegante dama, a breve distanza dalla geniale intuizione del giovane tassorosso, la figura rimasta ignota agli occhi dei più, sollevò la maschera che copriva la parte superiore del volto come se volesse farsi riconoscere da Smith il quale, con un tocco estremamente leggero, prese le dita della mano destra della ragazza e le avvicinò verso di sé e, con un piccolissimo – quasi impercettibile – inchino e un sussurrato:

“Madame, nient’affatto”

Avvicinò le labbra al dorso della mano e, pur non toccandola con le stesse, ma mantenendosi, dunque, ad una distanza di circa due centimetri si esibì in un elegante baciamano, a parer suo degno di un Signore rispettoso della cavalleria ormai non sempre seguita a dovere come, invece, si era soliti fare qualche tempo addietro.
Lasciò poi che la leggera mano della tassorosso tornasse al proprio posto e sorrise concentrando i suoi occhi alla direzione del suo sguardo, guardandola intensamente.

“Sei… Stai be-… Sei stupenda, Alex.”

Nonostante anche quella volta egli avesse avuto delle notevoli difficoltà a proferir parola causa nodi alla gola improvvisi e troppa emozione, era comunque riuscito nel suo intento con molta più scioltezza e semplicità rispetto l’ultima volta che aveva avuto modo di parlarle.
Antony sentiva il cuore alla gola palpitare ad elevata velocità, il cervello e lo stomaco in subbuglio e le guance prendere fuoco ma decise di non curarsene più di tanto, d’altronde anche quel mercoledì provava le medesime sensazioni, non doveva poi essere qualcosa di tanto strano, quello era l’effetto che la tassorosso aveva sul giallo-nero. Egli aveva persino pensato che adesso gli occhi gli si erano – in un qualche strano e insolito modo – trasformati in due grossi cuori pulsanti, tanto era l’amore che provava per la ragazza.

Ciò che qualche secondo prima aveva affermato, seppur potesse sembrare banale e troppo semplice alle orecchie dei più, non esprimeva che la verità, lei era veramente magnifica, mozzafiato, in una piccolissima parte anche grazie al suo meraviglioso abito da sera – il quale presentava un’unica tinta (tra il bordeaux e il rosso): esso era lungo e si reggeva al suo corpo tramite due bretelle non troppo sottili le quali prendevano due punti di svolta differenti: infatti anteriormente andavano pian piano allargandosi fino a trasformarsi in due bande di tessuto le quali avevano il compito di coprire il suo seno mentre posteriormente restavano due semplici bretelle le quali andavano ad intrecciarsi fra loro lasciando la schiena scoperta e concludendo il loro tragitto appena sopra il sedere, in cui il tessuto della lunga gonna di seta – altrimenti intero – presentava un lungo spacco che si protendeva fino alla fine dell’abito, che subito dopo lasciava spazio a degli elegantissimi tacchi a spillo argentati.
Accorgendosi di aver involontariamente abbassato lo sguardo, probabilmente troppo impegnato a notare quanto elegantemente si fosse vestita la ragazza, rialzò il capo e si portò le mani appena davanti il collo afferrando con l’indice e il pollice gli estremi del papillon nero del padre i quali furono tirati ancor più verso l’esterno, mentre l’intero farfallino veniva smosso, come se il battitore volesse provare a raddrizzarlo dopo una breve scossa – che effettivamente era avvenuta ma gli aveva colpito solo i sentimenti e l’acume.

Con il largo e sincero sorriso ancora stampato in volto, Antony porse lentamente il braccio nella direzione di Alexandra e in un fil di voce disse:

“Che ne diresti se… ballassimo? Ti va?


When I saw you in that dress,
looking so beautiful
I don't deserve this, darling,
you look perfect tonight



Edited by Antony Smith - 11/11/2020, 15:48
 
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view post Posted on 7/11/2020, 20:34
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Non aveva avuto la possibilità di conoscere tanti ragazzi nella sua breve vita, ma ciò di cui era certa è che, probabilmente, in quel momento, non avrebbe potuto desiderare di meglio.
Il suo splendido battitore, dopo un baciamano degno di uno di quei maghi di vecchissima data, rimase a bocca aperta nell'osservare con attenzione colei che si era appena presentata al suo cospetto. Un complimento sincero uscì poi a fatica dalle sue labbra, un complimento che fece avampare le gote della Tassorosso, facendo sì che diventassero in un battibaleno dello stesso colore del vestito che indossava.

"S..sei...beh, anche tu lo sei stasera."

Inizialmente non aveva intenzione di procedere con il complimento da ricambiare, per non far sembrare che fosse stato detto tanto per. Ma non poté trattenersi dall'esprimere brevemente ciò che i suoi occhi stavano scrutando. In quello smoking nero, elegantissimo e che calzava a pennello sul corpo del giovane, egli era più che perfetto, incantevole tanto che se Alex non fosse stata una brava fanciulla, gli sarebbe saltata addosso all'istante.

"Dico davvero. Non solo stasera, certo. Ma ora sei...sei veramente perfetto."

Abbassò lo sguardo dritto sui tacchi argentati che iniziavano già a procurarle un leggero fastidio sulla pianta dei piedi. Fortunatamente a rompere il momentaneo imbarazzo fu nuovamente il ragazzo, il quale, con la solita delicatezza e il solito sorriso che solo con lei mostrava, porgendole il braccio la invitò gentilmente a ballare con lui.
Mai avrebbe immaginato che tutto ciò potesse mai avverarsi. Da sempre aveva immaginato una storia d'amore come quelle delle fiabe che la mamma le leggeva da bambina, trovate tra i libri babbani che il padre collezionava ferocemente. Per richiamare una citazione tipica di quelle storie, Antony era l'incarnazione perfetta di ciò che veniva definito "Il Principe Azzurro".

La giovane donna non se lo fece ripetere due volte, infilò il suo braccio sinistro sotto quello dell'accompagnatore e insieme raggiunsero la pista per ballare uno dei lenti che le Sorelle Stravagarie stavano eseguendo.
Giunti lì, Alexandra, che nulla conosceva in materia di danza, avrebbe poggiato entrambe le sue braccia attorno al collo di Antony, tenendole stese e facendo in modo che le sue mani si intrecciassero dietro la nuca del battitore. Avrebbe poi atteso che le mani del suo partner i posassero, nal caso, sui suoi fianchi, e da lì avrebbero iniziato a muoversi all'unisono. O questo era ciò che sperava Alex. Avrebbe mosso lentamente i suoi piedi, spostandosi un po' verso destra e un po' verso sinistra, ondeggiando con delicatezza a ritmo della musica. Questa volta la sua testa sarebbe stata bella dritta, per permetterle da posate il suo sguardo in quello profondo del battitore. Avrebbe continuato a muoversi assieme a lui senza far cadere lo sguardo dolce e sognante con cui osservava il viso del suo compagno di ballo. Se la situazione l'avesse permesso, senza smettere di ballare, la mano destra avrebbe mollato la presa della sinistra e il medesimo braccio si sarebbe piegato ad angolo retto, sempre poggiando sulla spalla di Antony, fino a che la sua mancina avesse raggiunto il suo viso. A quel punto le sue dita avrebbero preso ad accarezzare i ciuffi di capelli castani che ricadevano sulla fronte del ragazzo, iniziando a giocare con essi senza esagerare. Quel gesto non sarebbe stato compiuto con l'intento di infastidirlo. Voleva essere un qualcosa di dolce, spontaneo, affettuoso.


Darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes, you're holding mine
Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms



Edited by Alexandra Mendes - 15/11/2020, 23:18
 
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Antony Smith
view post Posted on 11/11/2020, 00:07




“Dici davvero?”

Disse quasi retoricamente quando la ragazza si complimentò con lui in risposta di quello che le aveva detto poco prima il battitore; non passò che qualche secondo che la replica non tardò ad arrivare, con una sovrabbondanza che indicava che il suo essere…uhm, perfetto, non fosse relazionato solo a quella serata; se lo diceva sempre guardandosi allo specchio quando dopo aver preso un brutto voto voleva, a modo suo, rincuorarsi; sentirselo dire però da una fonte esterna (e che fonte esterna!) fece sì che il suo cuore facesse una capriola, poi un’altra e, dato che “Non c’è due senza tre” (come ripeteva costantemente sua nonna quando voleva dargli delle merendine ed egli decideva di prenderne solo due), ne eseguì una terza per poi riposizionarsi finalmente al suo posto.

Dopo questa breve esibizione degna di un circo babbano dell’organo centrale del suo apparato cardiocircolatorio, Antony allargò il braccio destro verso l’esterno permettendo così al sinistro di Alex di scivolarci dentro senza particolari problemi e cominciò a camminare a ritmo di musica (piccola controindicazione non prevista delle Scarpe Dancin’) portando la sua splendida dama in pista da ballo. Percorsi i pochi metri che li portarono fin allo spazio preciso adibito in precedenza da qualcuno affinché potesse essere utilizzato per ballare, Antony sentì le tenere mani della Mendes appoggiarsi delicatamente dietro il suo collo e con una scossa – che sembrò essere percepita anche dalla scatolina nella sua tasca destra la quale vibrò debolmente per qualche secondo – mosse le braccia affinché entrambe le mani si posassero attorno la cinta della cacciatrice e ve le poggiò con delicatezza, avvicinando lentamente il corpo della ragazza al suo portandolo dunque ad una distanza di circa quindici centimetri.

La totale ignoranza in materia di ballo da parte del tassorosso fu ricompensata dalle suole mobili delle sue scarpe le quali fecero sì che egli si muovesse a ritmo di musica quasi come fosse un professionista del campo (sia lodata Lily Luna Pike!); effettivamente, se non fosse stato per l’aiuto dell’astronoma, Smith avrebbe fatto la figura del tronco – quale era, e sarebbe finito per muoversi a destra e a manca privando la sua danza di un senso logico-musicale.

La Sala Grande era stracolma di gente: a partire dai più piccoli, i giovanissimi maghi e streghe undicenni alle prese con i loro primi mesi ad Hogwarts, fino ad arrivare ai neo-diplomati G.U.F.O. – tra i quali vi era la caposcuola di tassorosso, Libella; c’erano anche molti adulti – alcuni dei quali ricoprivano cariche di una certa importanza all’interno del Mondo Magico; delle Celebrità – le Sorelle Stravagarie e le Spellbound, per esempio. C’era molta gente: fra tirocinanti, volontari, professori, studenti, prefetti e caposcuola si raggiungevano – a detta di Smith – una settantina di partecipanti, forse accorsi lì perché attratti dai celebri nomi delle due band o forse venuti perché credevano che la serata fosse un piccolo spiraglio di luce in quel periodo così tenebroso, una boccata d’aria pura in quei tempi che sembravano essere fin troppo rarefatti.

Tuttavia, tutto e tutti sembravano essere inesistenti, invisibili, celati agli occhi di Antony che, in quella stupenda serata, sembravano dedicare tutta la loro attenzione ai castani della sua compagna; alla fine, in mezzo a tutto quel marasma di persone, c’erano soltanto loro due, avvolti in una leggera bolla di amore adolescenziale la quale galleggiava per aria, sorretta dalle note di una delle ultime canzoni eseguite dalle Sorelle Stravagarie. E dentro quella bolla – dalla quale Smith non voleva quasi più uscire – tutto era così meraviglioso, così… gioioso; difficilmente il battitore regalava sorrisi a chiunque, tutto il contrario: aveva quasi perennemente uno sguardo austero, serio e, di tanto in tanto, innervosito – più di quanto egli non ne fosse consapevole, in realtà, dato che non sempre l’espressione del suo volto era una diretta conseguenza del suo stato d’animo; eppure quando era con lei, Smith, nonostante non ci avesse mai provato, era sicuro di non riuscire ad annullare il sorriso dal suo volto e a sostituirlo con la solita faccia da schiaffi che aveva di solito.

E fu proprio dentro quella bolla di pensieri e di sentimenti – cui esterno sembrava tutto essere offuscato e superfluo – che sentì la mano della ragazza sfiorargli prima la spalla e dopo il volto per poi salire fino ai ciuffetti castani – più ordinati del solito – che cominciarono ad essere smossi delicatamente dalle dita che decisero di giocare con essi, quasi come quel viziato di Alaunus faceva costantemente con la grande moltitudine di giocattoli acquistatigli dal battitore. Trovava quella scena estremamente dolce e rilassante tanto che Antony, quasi senza accorgersene, aveva quasi del tutto annullato la distanza che separava i due corpi – che adesso si trovavano in una specie di tenero abbraccio – e, soprattutto, i due capi, i quali adesso erano schierati l’uno contro l’altro e si congiungevano tramite un ponte formato dalle rispettive fronti. Le punte dei due nasi riuscivano a sfiorarsi leggermente fra loro e il battitore, trovando che questo gesto avesse potuto creare ulteriore intimità ed esclusione dal mondo esterno, lasciò che la testa ondeggiasse assieme al corpo facendo sì che i due nasi potessero sfregarsi fra loro generando così una piccola scintilla di natura sentimentale che avrebbe fatto appiccare il fuoco nel petto del tassorosso, proprio come due sassolini avrebbero fatto con della paglia.

We are still kids, but we're so in love
Fightin' against all odds
I know we'll be alright this time
Darling, just hold my hand
Be my girl, I'll be your man
I see my future in your eyes

 
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view post Posted on 15/11/2020, 23:14
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Due metà che formavano un solo intero. Ecco cos'erano in quel momento. La distanza tra i due sembrava starsi annullando seguendo il ritmo di un orologio. La lancetta segnava il passaggio di un minuto all'altro e in contemporanea un centimetro veniva meno in quella retta immaginaria che li separava. Presto di sarebbero ritrovati avvolti in una sorta di abbraccio che sicuramente entrambi avrebbero trovato estremamente piacevole. Le dita della mano destra della Mendes continuavano a giocare con i ciuffi castani del battitore e il proprio sguardo era ormai perso in quello del suo accompagnatore. Le mani di Smith erano posate delicatamente sui fianchi della ragazza ed essa poteva percepire il calore che proveniva da esse attraverso il tessuto del vestito bordeaux.
Lì, ondeggiando tra le braccia del giallo nero, Alex sarebbe rimasta per sempre. Tutto sembrava finalmente andare bene, aveva qualcuno che l'accettava con i suoi difetti e che la ammirava per i suoi prego, qualcuno a cui si illuminavano gli occhi solo al pronunciare il suo nome. E così accadeva a lei. Prima dell'allenamento col concasato, mai aveva immaginato che tra tutti, proprio lui avrebbe conquistato una parte importante del suo cuore. Non bisognava farsi troppe domande su come ciò fosse accaduto, però. Era successo, stava bene e quella era l'unica cosa che contava. Ora era lì, tra le braccia di colui che non era più un semplice amico o compagno di casa, colui con cui si sentiva speciale e protetta.
La distanza si annullò mano a mano anche per i due volti, le cui fronti e i cui nasi iniziarono a sfiorarsi in un tocco leggero e dolce. Era un contatto semplice, abbastanza banale, ma che in realtà, per quei due, significava molto di più.
Fermi lì, in quella posizione, sarebbe potuto succedere di tutto. I loro volti erano talmente vicini che sarebbe bastato un movimento impercettibile che le loro labbra si sarebbero sfiorate, quel tanto che bastava per far sì che dopo quel primo contatto non si staccassero più. Sicuramente nei più oscuri desideri della giovane, quello di limonare baciare con delicatezza Antony, era al primo posto, ma anche lei aveva dei limiti. Soprattutto il suo carattere non molto espansivo che scompariva solo in presenza del ragazzo. Peccato che in quell'immensa Sala, non ci fosse solo lui. Per fare ciò che aveva il desiderio di fare, serviva un posto appartato, tranquillo, lontano da occhi indiscreti. Voleva privacy, ecco.
Così, da quella posizione, con uno scatto del tutto intruso all'atmosfera che si era creata tra i due, Alexandra scostò il suo viso da quello del suo cavaliere e si allontanò di qualche centimetro per recuperare lo spazio vitale che era andato scemando qualche secondo prima. Le mani che fino a quel momento (dopo aver concluso l'accarezzamento del cuoio capelluto dello Smith) erano state dietro al collo del ragazzo ad accarezzare la ruvida pelle, scesero fin sopra i bicipiti dello stesso.

"Andiamo via da qui...non so...Sala dei Trofei?"

Sperò che Antony non rimanesse eccessivamente sorpreso da quello sbalzo momentaneo e dal fatto che quella appena posta, fosse con molta evidenza una domanda retorica che non si aspettava alcuna risposta dato che il battitore non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che si ritrovò strattonato (sempre con gentilezza) per un braccio dalla cacciatrice che si destreggiò tra la folla per raggiungere l'uscita che li avrebbe poi condotti verso la nuova destinazione.
Lì, lontani da tutto e da tutti, avrebbero potuto lasciarsi andare e levare il freno rappresentato da quella Sala gremita di gente.
Sempre lì, al momento più opportuno, avrebbe donato al Tassorosso quel piccolo sassolino a forma di cuore che aveva raccolto giorni prima pensando a lui, dinanzi il Capanno degli attrezzi del Guardiacaccia Lestrange.

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Antony Smith
view post Posted on 24/11/2020, 23:18




L’improvviso distacco creato da Alex causò al tassorosso un repentino cambio d’umore; rimase più di qualche secondo con uno sguardo perplesso a fissare la sua dama, chiedendosi perché avesse interrotto il contatto tra i due così bruscamente; che non fosse soddisfatta del metodo di approccio di Antony? O che si fosse stufata di stare attaccata allo stesso? O che altro?
Le domande di Smith, oltre che essere rimaste senza alcuna risposta, subirono un’ulteriore interruzione quando il braccio destro del tassorosso fu strattonato dalla corrispondente mano della ragazza che voleva trascinarlo chissà dove; in realtà Alexandra aveva annunciato la destinazione qualche secondo prima ma egli, preso com’era dal porsi tutta quella valanga di quesiti, non si era preso la briga di darle ascolto e adesso, dunque, viaggiava verso l’ignoto con un’insicurezza mai avuta prima.

“D-dove stiamo andando, esattamente?”

Balbettò bloccando fermamente il braccio della mora, non aveva alcuna intenzione di lasciare la Sala Grande, non per il momento, almeno; la combinazione della lenta musica che accompagnava le danze, delle altre coppie che ballavano insieme, della numerosa presenza di gente di grosso calibro, delle decorazioni del soffitto, degli abiti di ognuno dei presenti e di tutto il resto riuscivano a creare un’atmosfera tanto intima (sebbene di intimo ci fosse ben poco) quanto accogliente da tenergli piantati i piedi per terra in Sala Grande per ancora qualche minuto o, forse, qualche ora.

Adesso doveva compensare, doveva porre rimedio all’errore compiuto, non poteva di certo restare lì impalato a fissare Alex come un Troll aspettando che il Frate Grasso lo raggiungesse a dargli un paio di consigli. No, decisamente. Doveva fare qualcosa di geniale – e forse un po’ istintivo, date le circostanze d'emergenza – restò ancora qualche attimo a fissarla in tutta la sua bellezza per poi strattonarla non troppo delicatamente verso di sé, percepì il suo corpo cozzare contro quello della ragazza e, dopo aver inumidito con la lingua le sue labbra carnose, con impeto, lasciò che i loro visi si toccassero nuovamente: questa volta però inclinò di poco il suo e fece sì che anche la sua bocca riuscisse a toccare in qualche modo il viso della ragazza e la indirizzò proprio alle labbra della ragazza – dove sarebbe riuscito a rubarle un bacio veloce. Sentì le gote avvampare e, in preda all’imbarazzo, si allontanò di pochi centimetri, abbassando lo sguardo e lasciando che esso si concentrasse in toto sulle sue magnifiche ed eleganti Scarpe Dancin’ nere.

Tutto quello situato intorno a sé ora sembrava essere qualcosa di estremamente importante, non era più superfluo e superficiale, adesso il pensiero delle tantissime persone presenti – le quali probabilmente non si erano nemmeno accorte della presenza dei due tassorosso – sembrava essere di fondamentale importanza, molto più di quanto non lo fosse prima.
Nonostante ciò, il danno era stato già stato commesso ed era ormai irrimediabile; non che ce ne fosse bisogno, ovviamente, l’unica cosa da poter fare era, infatti, combinarla ancora più grossa.

Una manciata di secondi dopo, Antony rialzò lo sguardo (quasi ripresosi dal momento di confusione che stava vivendo) lo fissò sugli occhi della gustosa preda e, dopo essersi morsicato delicatamente e lentamente il labbro inferiore con i denti dell’arcata superiore, si fiondò contro Alex e, chiusi gli occhi castani, fece altrettanto con il suo di labbro, utilizzando però entrambe le arcate a sua disposizione. Sapeva, o almeno sperava, che la ragazza non avesse trovato fastidioso quell’atteggiamento e, per questo motivo, non esitò a ribaciarla per una seconda volta sulla bocca con dolcezza; mantenne quel contatto per un po’ di secondi, poi lasciò che le sue labbra si separassero fra loro di appena qualche millimetro e ne fece scivolare la lingua attraverso, essa cominciò a picchiettare delicatamente e ripetutamente sulla docile superficie della bocca della cacciatrice, come a richiedere un tacito permesso ad introdursi dentro casa evitando però di essere troppo intrusivi.

I found a love for me
Oh darling, just dive right in and follow my lead
Well, I found a girl, beautiful and sweet
Oh, I never knew you were the someone waiting for me

 
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view post Posted on 27/11/2020, 20:52
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E bene sì, l'idea della Mendes era quella di fuggire lontana dagli sguardi indiscreti che popolavano l'affollata Sala e di rifugiarsi in un luogo più tranquillo per godersi appeno la presenza del suo accompagnatore.
A quanto parve, però, il ragazzo ,il quale compì un gesto che di sicuro Alex non si sarebbe aspettata in quel momento e in quel modo, non aveva le stesse idee della giovane.
Il gesto del Tassorosso sconvolse (in positivo) la cacciatrice. Un attimo prima era lì che lo tirava destreggiandosi tra la folla per fuggire dalla massa, un attimo dopo era lì, ferma, immobile, al centro della Sala Grande, con le labbra di Smith posate contro le sue. In quel preciso istante le sue gote divennero del medesimo colore del vestito che indossava e nulla avrebbe potuto nascondere quel colore rossastro che era comparso come per magia. Era già successo, al Lago, ed era stato bellissimo. Quella volta, però, sembrava fosse tutto diverso. Innanzitutto non era stata lei ad aver fatto il primo passo, in secondo luogo si trovavano circondati da maghi e streghe di tutte le età e, infine, niente, non era pronta a ciò, semplice!
E ora? Cosa avrebbe dovuto fare? Ricambiare probabilmente. Ma non sarebbe sembrata un'avventata? E come doveva comportarsi? Doveva ringraziarlo? Doveva comportarsi normalmente? Doveva tornare a strattonarlo per fuggire in Sala Trofei?
Rimase abbastanza confusa da quel semplice gesto che nulla di confusionario possedeva. Fortunatamente, alle mille domande che affollarono in un momento la sua mente, rispose Antony, non a parole, no, ma con un nuovo bacio, questa volta più intenso, più profondo, passionale, più dolce. Il labbro inferiore fu morso con delicatezza da al battitore e la giovane apprezzò tanto da sentire la necessità di ricambiare. Nei secondi in cui le labbra dei rispettivi rimasero congiunte, le labbra della Mendes si mossero quasi istintivamente andando a cercare il labbro superiore del ragazzo per succhiarlo leggermente e con delicatezza. In seguito, nel momento in cui la lingua del partner sembrò voler introdursi nella sua bocca, la ragazza schiuse di poco le labbra per permettere che i due organi del gusto si sfiorassero andando poi, sempre mantenendo la dolcezza che stava caratterizzando quel bacio, con entrambe le labbra a inglobare labbro inferiore e lingua del suo amato, senza sembrare una sangusuga naturalmente. Tutto stava avvenendo con la più totale naturalezza e passionalità, dolcezza e delicatezza.
Era il suo primo bacio, il primo bacio più bello della storia della comunità magica a suo dire. E stava condividendo quel momento per lei così magico con il ragazzo di cui sembrava essersi perdutamente invaghita.
Quella serata non poteva procedere in modo migliore.
Dopo ancora qualche secondo Alexandra si staccò delicatamente dal volto del Tassorosso, afferrando il suo viso con entrambe le mani e portando la propria fronte a contatto con quella del battitore, riducendo nuovamente al minimo la distanza tra i due e osservandolo fisso negli occhi, nonostante la forte vicinanza che impediva una visione d'insieme dello splendido volto del ragazzo.

"È stato...è stato perfetto..."

Un filo di voce riuscì ad uscire dalle labbra ancora umide della giallo-nera, tre semplici parole che però descrivevano senz'altro ciò che era appena accaduto tra i due.
Senza muoversi da quella posizione, Alex spostò il braccio destro in direzione della sua borsetta. La stessa fu aperta con agilità dalla cacciatrice che in men che non si dica sfilò dal suo interno qualcosa di piccolo, di bianco, ma con un valore immenso. Stringendo in mano il piccolo sassolino a forma di cuore, richiuse la borsetta. Mantenendo sempre la stessa posizione assunta precedentemente, afferrò la mano destra di Smith e, afferrando con entrambe le mani, posò all'interno del palmo del ragazzo, il pensiero, accompagnando poi la mano di Antony a chiudersi a pugno per stringere il sassolino.

"L'ho raccolto mentre sistemavo gli attrezzi di Lestrange...ho pensato a te e volevo dartelo."

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view post Posted on 30/11/2020, 12:43
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Dopo aver oltrepassato il tavolo delle bevande senza soffermarvisi, d'altronde ne lei ne Skyle potevano bere essendo affette dal Bianco Morbo, Cenwyn aveva trascinato Skyle in un angolo della sala un po' più libero. D'altronde la mole della sua maschera e l'ingombrante clava avevano bisogno di mantenere un certo distanziamento dal resto degli studenti. "Balliamo?" aveva quindi proposto all'amica inclinando la testa di troll da un lato mentre la mano destra, afferrata la parte posteriore del costume, aveva cominciato a strattonare la pesante finta pelle verso l'esterno, cercando di sistemarla meglio. "Mmm gnnn ghhhh" mugugnò trovando l'impresa piuttosto difficile in quella situazione. "Oooh" sospirò dopo una manciata di minuti riuscendo finalmente a dislocare l'intimo dalla scomoda sede in cui si era infilato.
Chiunque l'avesse notata oltre a non poterla riconoscere per via della maschera o forse riconoscendola proprio per l'insolita maschera, avrebbe potuto pensare che Cenwyn si fosse perfettamente calata nella parte e che stesse solo recitando. Oh come si sarebbero sbagliati.
Sorridendo soddisfatta al di sotto della pellaccia bitorzoluta del Troll di Campagna da lei impersonato Cenwyn riportò l'attenzione su Skyle "Daaaaai!" e per invogliarla, dato che le sorelle Stravagarie ci stavano dando dentro con un pezzo piuttosto romantico improvvisò un duetto con la sua clava. "Un.. due...tre e quattro...il troll è soddisfatto... " improvvisò ridacchiando mentre, cercando di seguire il tempo della canzone, ondeggiava goffamente il sederone a destra, poi a sinistra, piroette sul posto e infine inchino alla clava. Non aveva fatto fuori nessun primino sprovveduto vero?
"Ehhh?" domandò porgendo la bitorzoluta ed enorme mano guantata a Skyle il dolce Pixie al suo fianco. "Mi concede questo ballo? Che eh? Noooo.. è finita!" l'entusiasmo di Cenwyn il troll scemò improvvisamente quando la musica tacque. Qualcuno applaudì, qualcuno aveva approfittato per recarsi al tavolo delle bevande snobbato dalle due tassorosso ed altri sembravano invece intenti a parlare tra loro. "Ehi Skyle! Ma quelli laggiù non sono forse Antony e Alex?" Bisbigliò sospettosa abbassando il capo troll verso l'amica. I due ragazzi, indicati dall'estremità della clava di Cenwyn, avevano delle maschere si, ma non erano totalmente coprenti come quella di Cenwyn e dal loro portamento sembravano essere esattamente i due compagni di squadra. Se la rossa aveva visto giusto allora cosa stava combinando Alex? Che c'entrasse l'anonimo? In qualche modo lo avrebbe scoperto. "Che dici li andiamo a spaventare? " aggiunse quindi sempre a bassa voce riabbassando la clava prima che uno dei due girandosi nella loro direzione cogliesse la sua presenza in compagnia del dolce Pixie rovinando l'effetto sorpresa. Con la mano destra il Troll prese sotto braccio il Pixie e cercando di camuffarsi tra la folla iniziò ad attraversare la sala prima che la musica ricominciasse e cercando di non perdere di vista i due compagni. Permesso, fate largo al Troll, Grazie!
 
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Antony Smith
view post Posted on 2/12/2020, 01:17




Alex aveva proprio ragione: era stato perfetto, il bacio. Un bellissimo bacio vero. Come Merlino comanda!

Antony non si allontanò quando le labbra dei due si separarono e, facendo comparire un sorriso, accolse nella sua ruvida mano il dono che la cacciatrice stava dolcemente ponendo nel suo palmo; decise tuttavia di non guardarlo e, per rovinarsi del tutto la sorpresa, cominciò a tastarne la forma: si avvertivano due semicerchi messi l’uno di fianco all’altro, ad unire i due estremi vi erano due segmenti che andavano a congiungersi alla fine in un vertice un po’ smussato e non perfettamente delineato; da una prima revisione, Smith, avrebbe detto che si trattasse di un qualche oggetto strano dai lineamenti altrettanto insoliti tuttavia, quando udì le parole della Tassorosso che annunciavano di aver trovato il coso nel capannone del guardiacaccia, egli trasalì dentro, cercando di non farlo notare troppo all’intima interlocutrice: che gli stesse facendo tastare una qualche minuscola creatura magica di improbabili forme e dimensioni? No. Non era da Alex e comunque, se così fosse stato, di certo non avrebbe messo una piccola creaturina indifesa dentro una borsetta. Solo un’incosciente l’avrebbe fatto e no, quello non era il caso dell’agile cacciatrice di tassorosso.
Alla fine non resistette più all’impulso di separare lo sguardo dai magnifici occhi di Alex per osservare ciò che era posizionato sopra la sua mano. Proprio sul palmo della mano di Smith giaceva un bellissimo e semplicissimo sassolino color bianco puro e a forma di cuore; avvertì le guanciotte diventare nuovamente di un rosso fuoco cocente per il gesto tanto carino e dolce fatto dalla ragazza.

“Grazie, Alex. E’… E’ bellissimo! Cioè, veramente, lo adoro. Penso che ora starà per sempre sul mio comodino, assieme la mia Scopalinda 5 da collezione! Dovresti vederla prima o poi, è bellissima.”

Effettivamente, se Antony fosse stato in Alexandra, si sarebbe sentito molto contento all’apprendere di inserire un suo oggetto vicino a qualcosa che riguardasse il Quidditch, tuttavia, in quel contesto, forse non sarebbe stato l’ideale parlarne, cosa che fu realizzata troppo tardi dalla mente del Giallo-Nero.
“Deficiente” si era rimproverato “Perché devi tirare in ballo sempre il Quidditch?!”. Aaah, grosso errore. Ma a chi non capitava di commetterne? Forse solo a Merlino e a Silente, ed egli non ne era neanche troppo sicuro, dato quanto riferito tempo addietro da Rita Skeeter in un suo famoso trattato incentrato sul secondo.
Posò la piccola pietra in tasca per poi riprendere parola.

“Ehm, scusa… quindi, è tempo di regali?! Bene!”

Affermò con un largo sorriso stampato in volto. Portò la mano destra nella corrispondente tasca degli eleganti pantaloni e, suo malgrado, non vi trovò nulla; poi avvicinò la sinistra alla relativa saccoccia e anche qui si accorse che non ci fosse nulla. “Dannazione!” iniziò ad imprecare nella sua mente “Che tu sia maledetto, Kennilworthy Whisp, tu e quel balordo di Lud… oh, eccola”. Finalmente, nel taschino di destra era ricomparsa la scatolina – che avesse tutto d’un tratto imparato a smaterializzarsi e materializzarsi a suo piacimento o, molto più semplicemente, lui doveva stare più calmo e ragionare di più? – senza perdere ulteriore tempo, la afferrò e la lasciò scorrere da una mano all’altra rapidamente, poi la aprì lentamente accompagnando al momento dell’apertura un sussurrato “ooooh” per contornare il tutto con un po’ di suspense, che non faceva mai male.
Appena la aprì si notò uno scintillio appena accennato che lasciò spazio subito dopo ad una coppia di Ciondoli AnimaGemella i quali, per il momento, non sembravano volersi scollare fra loro. Ne tolse a forza uno dei due e, messe entrambe le mani dietro il collo di Alex, cinse la cordicella del ciondolo A e lo vide calare per il collo della tassorosso per fermarsi al centro del petto; poi fece lo stesso con un secondo ciondolo (B) e, questa volta, lo attorcigliò attorno al suo di collo. Sperava vivamente che Alexandra avesse apprezzato il regalo e la guardò intensamente all’altezza delle ciglia, notando con la coda dell’occhio che i due ciondoli si stessero pian pianino avvicinando fra loro in una tenerissima scena che rievocava nella mente di Antony la scena vissuta poc’anzi.

“Bene, adesso possiamo andare al… dov’è che dovevamo andare?”

Continua qui.



Edited by Antony Smith - 10/12/2020, 21:45
 
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