| O la spilla avrebbe sottolineato fra sé e sé mentre ascoltava le parole della verde-argento. Avanzando lentamente verso la sua tavolata si dedicò a perdere tempo riflettendo sulle altre parole della ragazza, quella rigidezza tanto nominata pochi minuti prima, per esempio. Risultava rigido e severo ogni qualvolta si dava la quotidiana occhiata allo specchio? Non gli sembrava, in realtà, ma avrebbe deciso di prendere per buone quelle avvisaglie, segno che forse evidentemente qualcos’altro in lui stesse cambiando, promettendosi di osservarsi meglio la volta successiva. Tom non sapeva come comportarsi in quel frangente. Non era la prima volta che gli capitava di parlare con una Serpeverde – del resto Lia era una di loro – ma gli faceva comunque strano aprire bocca con degli sconosciuti, specie perché il Grifone era talmente abitudinario da circondarsi quasi sempre delle solite persone. Sedendosi sulla panca, di fronte alla ragazza, Tom decise di prendersi qualche altro secondo per osservala fugace, prima di interrompere la scia di pensieri che andava creandosi proprio per via delle sue parole. "I miei unici nemici al momento sono i Tassorosso. Si sono svegliati troppo ultimamente e non mi piace: dopo potrò tornare a schedare anche voi però, tranquillo."
“Pfff” sbuffò divertito. “Da quant’è che non vincono? Un secolo? E’ quasi commovente vederli ancora esultare dopo due settimane dalla partita. Magari sono pure convinti di vincere il prossimo anno” finì di aggiungere. Secondo i suoi calcoli, se anche la Richardson si fosse unita per la causa, la squadra di Grifondoro avrebbe potuto schierare Auburn, Nora, Isabelle e Tom contro i Tassorosso, quattro posti su cinque occupati. Un lieve sorriso si formò sul suo volto, sperando fosse di buon auspicio.
“L’importante è che voi vinciate contro Corvonero alla prossima, non sopporterei di vederli esultare con un mese di anticipo” avrebbe asserito duramente prima di rilassare il corpo e ammettere che “No, è che sono solo un po’ troppo…pensieroso, ultimamente” Si sarebbe voltato verso l’entrata un po’ per curiosità, un po’ per osservare i volti di chi continuava ad entrare: nonostante tutto doveva tenere la concentrazione alta, per non farsi scappare qualcuno da riportare in riga: alcuni Corvonero, molti Tassorosso che facevano più baccano del solito, poche serpi tutte rintanate nei pressi della tavolata d’appartenenza…ma qualcosa, rigirandosi verso la sua interlocutrice, attirò la sua mente, a poca distanza da lui: qualcuno con la divisa di Corvonero – il colore interno del cappuccio era inconfondibile – che gli porgeva le spalle, la corporatura già vista da qualche parte…i capelli lunghi…il cervello andò subito ad elaborare quelle informazioni andando a ricercare quei dettagli come in un database, tornando col risultato che quello studente poteva essere solo Angus McEwen. Accigliato lo osservò per qualche secondo, prima chiedendosi cosa stesse facendo, dopo tentato dal richiamare la sua attenzione con qualche battutina sarcastica. Non fece nulla di tutto ciò, ma quasi se ne dispiacque. Che lo avesse visto parlando con la Wilson e si fosse già costruito mille castelli in aria su come stesse cercando di appiopparle le sue convinzioni – peraltro in parte vagamente confermate dalla Teoria esplicata dalla Felini – sul Morbo? Non si sarebbe sorpreso, in effetti, visti i precedenti. Così come non sarebbe rimasto sorpreso se sapesse più di quanto effettivamente mostrasse: non aveva mai avuto problemi col collega bronzo-blu, sebbene fosse palese che avessero due caratteri opposti, ma era altrettanto palese che selezionasse con arguzia le persone che potevano stare al suo fianco. Tom non aveva intenzione di essergli amico, arrivederci e grazie. Non aveva nulla contro di lui ma gli sarebbe dovuto stare alla larga e viceversa…o più semplicemente usarsi indifferenza reciproca. Non gli piaceva per niente la sua presenza nella sua tavolata, qualunque cosa stesse combinando. Il Morbo Bianco aveva in parte trasformato persino le quattro casate: tutte pensavano egoisticamente a sé stesse, arrogandosi il diritto di sbeffeggiare gli insuccessi o le annate storte degli altri, non cooperando e quasi sfidando le altre per vedere fino a che punto potessero arrivare. Capiva la rivalità tra Serpeverde e Grifondoro, perché era storica, ma con le seconde linee no. Sarebbe stato anche per questo motivo che Tom non avrebbe mai divulgato notizie sensibili ad una persona esterna alla sua cerchia né in quel periodo, né in futuro: McEwen o chi altri, non avrebbero mai fatto lo stesso.
Si sarebbe rivolto finalmente verso la Wilson con un sorrisino malefico sollevando appena l’indice per aria, come ad interromperla, prima di avvicinarsi a pochi centimetri da lei e sussurrarle un “ci stai a far innervosire McEwen parlando di frivolezze?”
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