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| Anche se Evey era molto gelosa, non le piaceva mostrarlo. Si era spesso infuriata vedendo qualcuno avvicinarsi troppo a Jelonek (inutile dire che il troppo fosse relativo: l'aveva spinta a lanciargli occhiate di fuoco anche solo quando una collega gli aveva allungato il piatto di zucca arrostita). Questo però avveniva quando vedeva con i propri occhi a questa o quella scena. Il pettegolezzo che stava girando per il castello sulla presunta relazione di Jelonek con Ashleigh Meister (e, apparentemente, numerose altre donne da cui avrebbe avuto altrettanti figli) risultava però assurdo anche a lei. Sapeva di non avere motivo di dubitare di Jelonek, sapeva che il marito le era fedele. Sapeva che Jelonek voleva avere undici figli con lei e non con amanti sparse per Hogsmeade. Qualcuno stava andando a caccia di gossip e scenate, ma non ne avrebbe trovate con Evey. L'intento della Custode delle Chiavi e dei Luoghi era di dimostrare la piena fiducia nel marito; lo individuò nella Sala Grande, intento a spolverare uno dei camini durante un quieto pomeriggio. I tavoli delle Case erano moderatamente popolati: alcuni studenti si godevano il té, altri studiavano, altri ancora chiacchieravano. Evey marciò dritta in direzione di Jelonek, non troppo lontano a dove lui si era inginocchiato e le aveva chiesto di sposarla.
Gli si presentò accanto, una margherita tra i polpastrelli. Gli sorrise e gliela spinse tra i capelli bruni prima di eliminare del tutto le distanze tra di loro e baciarlo in piena vista. Sarebbe stata quella l'unica risposta che avrebbe dato ai pettegolezzi. Evey strinse Jelonek con delicatezza, le sue labbra su quelle di lui, le dita che gli sfioravano con tenerezza la barba sulla guancia. Gli sfiorò la schiena con l'altra mano e la punta del naso con il proprio; sorrise, lievemente rossa sugli zigomi.
- Ho pensato di venire a salutarti. - disse.
Lo baciò ancora sulle labbra.
- E... uhm... dirti che non mi importa dei pettegolezzi. -
Si era immaginata molto più sicura mentre pianificava la cosa. Non avrebbero dovuto esservi rossori sulle guance o sorrisi delicati, e invece erano lì, inevitabili. Evey abbracciò Jelonek e chiuse gli occhi in un momento che sarebbe stato solo per loro.
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