Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Corso Riabilitativo - II

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view post Posted on 18/9/2020, 22:19
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//Continua da qui
Aveva raggiunto il suo Responsabile e aveva ascoltato ogni sua parola con la dovuta attenzione. Tuttavia, arrivato il momento di seguire le sue istruzioni, non poté far a meno di pensare che c'era più di un motivo se non aveva fatto tanto affidamento sulla propria bacchetta. Il primo consisteva nel fatto di avere la mano portante perennemente occupata dal bastone, che veniva spostato nell'altra gemella solo in rare occasioni - come quella appena verificatasi in Sala d'Ingresso -, la seconda risiedeva nel fatto che la platinata aveva potuto constatare l'incertezza della resa degli incantesimi lanciati nel periodo successivo al proprio risveglio dal coma; la terza motivazione che continuava a farla desistere era costituita dal mal di testa che l'aveva accompagnata per tutta l'estate - impedendole spesso di trovare la giusta concentrazione -, la quarta coincideva con l'assurdo bisogno di lanciare incantesimi senza un reale motivo, ma anche nel fatto che per ogni magia espressa il suo corpo sembrava rispondere con estrema fantasia - dall'eccittazione provata al battito accelerato dell'organo cardiaco. Per quest'ultima ragione, nei primi periodi susseguiti al risveglio, arrivata a metà giornata si era sentita già stremata decidendo poi di resistere a quel bisogno - almeno finché non arrivava al limite della sopportazione. Fu quello stesso desiderio di dar sfogo al suo potenziale magico che l'aveva spinta a sfoderare la bacchetta per sfruttare la posizione di vantaggio in cui l'avrebbe messa il Sortilegio Quattro Punti. In fin dei conti quella mattina aveva adoperato la bacchetta soltanto per rifarsi il letto, i movimenti previsti dall'incantesimo non richiedevano poi questa grande coordinazione e i mal di testa erano divenuti meno frequenti negli ultimi giorni. Estratto il catalizzatore aveva cercato quindi di estraniarsi dal contesto che la circondava. Piano piano aveva lasciato che le voci si spegnessero, isolando i soggetti da cui provenivano in tanti piccoli cubicoli che avrebbe poi reso insonorizzati. Aveva cercato di regolarizzare i battiti del cuore e i respiri, divenuti profondi e costanti, pieni dello stesso ossigeno che avrebbe poi sentito entrare in contatto con la propria energia magica. L'avrebbe lasciata montare, mentre i suoni circostanti sarebbero stati percepiti sempre più distanti, più ovattati. Aveva lasciato che il potere innato percorresse il suo intero corpo, finché non si sarebbe convogliato nella sua prorompenza verso il catalizzatore, verso la mancina. A quel punto avrebbe proferito la formula del Sortilegio Quattro Punti, immobile nell'infinito buio in cui si sentiva costantemente avvolta. Le gambe, inizialmente divaricate in coincidenza con l'apertura delle spalle, non erano più allineate alle stesse e il busto assumeva ora una posizione più naturale, volta ad assecondare i movimenti delle gambe - i cui muscoli erano tornati a irrigidirsi. La bacchetta aveva quindi potuto tendersi verso il nord e lei aveva iniziato a incedere verso est, che avrebbe facilmente trovato rivolgendosi per un attimo verso quella stessa direzione cardinale per compiere i primi passi verso destra rispetto a dove tendeva a puntare il catalizzatore. La mano portante continuava a stringere il bastone. Privata di una voce da seguire non aveva avuto altro se non le indicazioni fornite dal Guaritore e quella cardinale data dal catalizzatore; un pezzo di legno con cui poter individuare eventuali ostacoli situati lungo la strada percorsa, su cui avrebbe dovuto far affidamento per aggirare la Grande Scalinata e la mappa piuttosto grezza che la memoria le permetteva di consultare nella propria mente. Dietro di sé aveva inizialmente la parete su cui era situato il portone d'ingresso e alla sua destra il muro su cui era appeso il quadro davanti al quale aveva potuto trovare Pike con la sua inconfondibile voce arrochita. Alla sua sinistra, dall'altra parte della Sala d'Ingresso, rimaneva la saletta riservata agli spillati - la stessa in cui le matricole venivano fatte attendere in caso di ritardi nei preparativi della Cerimonia dello smistamento. Invero, il Sortilegio Quattro Punti non avrebbe dovuto rivelarsi necessario per permettere alla ragazza di raggiungere la Sala Grande, ma posta d'innanzi a quella possibilità non era certo riuscita a trattenersi dal fare ricorso alla magia. Le era bastato seguire il muro al fianco del quale si trovava in sala d'ingresso per dirigersi verso la grande sala posta nell'ala orientale del pianterreno del Castello, le sarebbe bastato cercare la grande scalinata con il bastone ed attendere che le voci degli eventuali passanti si allontanassero, tastando la strada innanzi a sé con maggior attenzione, per aggirarla come aveva fatto qualche metro prima con un gruppetto di studenti, che si sarebbero salvati dal venir colpiti dal suo bastone e che per qualche motivo si erano assiepati a discutere della congiunzione tra la Luna e Venere davanti a uno dei tanti quadri affissi in Sala d'Ingresso. A quel punto, aveva riposto la bacchetta nella tasca sinistra per riportare i polpastrelli della mancina a sfiorare la fredda pietra del muro rotondo oltre il quale erano celate le scale semoventi. Aveva potuto così scoprire un anello di ferro sporgere dal muro in prossimità di quello che credeva essere l'ingresso dell'anticamera della Sala Grande, l'unico dettaglio degno di nota incontrato fino a quel momento. Il solo di cui non avesse memoria quantomeno. Seguendo ancora quello stesso muro aveva continuato ad avanzare sondando i radi metri che avrebbero dovuto separarla dalla Sala Grande con il bastone, finché non ebbe finalmente il sentore di trovarsi in uno spazio molto più grande del primo. -Ci... Ci sono vero? chiese, sicura di essere riuscita a raggiungere la propria meta.

Edited by Silver_Mouna - 19/9/2020, 02:31
 
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view post Posted on 27/9/2020, 18:56
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"Esatto, ci sei. Ottimo lavoro."

Aveva seguito il percorso di Mouna passo per passo, rimanendole vicino pur senza aiutarla: l'obiettivo del corso era proprio quello di darle più strumenti possibile per divenire autonoma, imparando a gestire la nuova condizione nella quale il suo corpo si era ritrovato. Facilitarle il percorso scansando gli studenti che passavano non sarebbe stato di reale aiuto, considerando che nel viavai di persone costantemente presente nei corridoi di Hogwarts era raro trovare una via completamente libera. Tuttavia, grazie all'esercizio costante e all'aiuto dei supporti che possedeva, la Caposcuola di Grifondoro avrebbe potuto abituarsi a quell'oscurità visiva che purtroppo era costretta a sopportare. Fino a quel momento, Silver si era districata piuttosto bene negli esercizi proposti, seppur con le difficoltà che una persona priva della vista portava con sé: utilizzò la bacchetta per trovare il nord, servendosi poi del bastone per saggiare il percorso ed individuare eventuali ostacoli; raggiunse l'anticamera della Sala Grande e poi fece ingresso in quest'ultima, proprio come il Guaritore aveva richiesto. Miles le concesse qualche istante di pausa, prima di passare alla successiva richiesta che aveva in mente.

"Come ti ho detto, è importante non improvvisare ma cercare di analizzare i dettagli e rinsaldare la mappa mentale di cui disponi. Conoscere bene i luoghi che frequenterai abitualmente nel corso dell'anno scolastico sarà di grande aiuto per muoverti, aspettarti gli ostacoli e spostarti. In qualche modo, aver frequentato Hogwarts per sei anni ti sarà d'aiuto e fornirà una base, che dovrai impegnarti a non lasciar sfumare, ma ad arricchire di particolari sui quali prima non ti saresti soffermata, ritenendo sufficiente la percezione visiva. Ho visto che hai sfruttato l'anello di ferro vicino al muro: è proprio ciò che intendo, anche se si può fare molto di più."

Edificare sulle immagini che Mouna Silver aveva acquisito negli anni trascorsi ad Hogwarts, frequentata per quasi tutti i mesi dell'anno: questo avrebbe costituito un vantaggio da sfruttare al massimo, che rendeva meno complessa la situazione della Grifondoro rispetto a chi, ad esempio, nasceva già privo della vista e doveva costruire da zero la rappresentazione mentale di luoghi, oggetti, persone. Seppur pesante e difficile, l'adattamento alla nuova vita avrebbe potuto minimizzare i disagi, con l'aiuto dei Guaritori e la determinazione della ragazza.

"Rimanendo ferma, vorrei che adesso tu mi descrivessi dettagliatamente il percorso che compiresti per raggiungere il tavolo di Grifondoro e da lì per dirigerti verso il tavolo degli Insegnanti, sul palchetto rialzato. Menziona le direzioni esplicite da prendere, aiutandoti anche con la bacchetta e soprattutto con la tua memoria. Non trascurare i possibili ostacoli o dettagli della Sala che potresti incontrare lungo il tragitto. Una volta terminata la descrizione a voce, segui il percorso che ti sei tracciata mentalmente e raggiungi il palchetto."

Quel tipo di esercizio avrebbe costretto Mouna ad esercitare la memoria: se le fossero mancati dei dettagli li avrebbe aggiunti direttamente Pike prima di farla partire alla volta del tavolo degli Insegnanti, ma era piuttosto convinto e fiducioso che la Caposcuola ricordasse tutto ciò che le serviva.
 
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view post Posted on 3/10/2020, 17:58
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Il corso si stava rivelando meno negativo di quanto la platinata avesse immaginato. In fondo, pensò, doveva essere tutto merito del Responsabile Pike che non la stava trattando come una menomata, ma come una strega. Le stava lasciando spazio e in qualche modo le stava lasciando l'opportunità di esprimersi, di dimostrare che poteva ancora vivere all'interno di un contesto che l'aveva ospitata per sei interi anni. Mouna estrasse nuovamente la bacchetta dalla tasca del proprio mantello, ricercando una concentrazione che le sarebbe servita sia per richiamare il potenziale magico che avrebbe poi convogliato verso il catalizzatore, sia per ricostruire il percorso indicato dal Guaritore all'interno della propria mente. La Sala Grande è vasta: lo dice il nome stesso. Occupa quattro tavoli lunghi - uno riservato agli studenti di ciascuna casa - disposti in profondità rispetto all'ingresso. Davanti al muro opposto, invece, è situato il palchetto rialzato con l'unico tavolo posizionato nel verso della lunghezza della stanza: quello del personale di Hogwarts - oltre il quale, centralmente, era situato lo scranno dorato del Preside. All'incirca quattro metri più avanti allo stesso, invece, avrebbe dovuto trovarsi la parte terminale della piattaforma rialzata: la stessa dove, il primo di ogni settembre, le matricole venivano invitate a indossare il Cappello Parlante durante la Cerimonia dello Smistamento. Quelli erano i suoi principali ostacoli, se si escludeva l'eventuale presenza di seconde persone. C'erano poi i dettagli, quelli che poteva riportare alla mente grazie ai ricordi creati con gli anni all'interno di quelle quattro mura, ma non le interessavano tanto le candele sospese o il soffitto incantato in modonda riflettere il cielo secondo i dati metereologici di ciascuna giornata. Avrebbe quindi cercato di riportare alla mente unicamente ciò su cui poteva fare riferimento, come gli arazzi, i quadri, le nicchie, i tavoli, i metri delle lunghezze perimetrali e il numero dei passi annotato durante le sue visite alla Sala Grande in compagnia di Grace. Anche quella mattina vi si erano recate e non certo per fare colazione. Entrambe, d'altronde, soffrivano di Morbo Bianco. Espirò e inspirò profondamente, per non lasciare spazio ad altro se non alla mappa costruita mentalmente e alla sua volontà di far nuovamente ricorso alla magia, di lasciare che il proprio corpo fosse percorso da un altro fremito, nella speranza che il battito del suo cuore non accelerasse troppo. Quello sarebbe stato il terzo incantesimo della sua giornata, ma ringraziando Merlino il Responsabile le aveva concesso una pausa e forse il lasso di tempo intervallante il primo e il secondo colpo di bacchetta sarebbe bastato a limitare tutti i problemi annessi agli accessi causati dal misterioso Morbo Bianco. Portati i piedi su due binari coincidenti all'apertura delle scapole, la ragazza avrebbe sollevato il braccio sinistro per scandire la formula dell'Incantesimo Quattro Punti non apoena sarebbe riuscita a convogliare il potere innato precedentemente richiamato verso la bacchetta di pino e quella sarebbe tornata a puntare il nord. - Certo. Vediamo… la sala è lunga trentacinque metri, su per giù. Sono cento otto passi in tutto. Almeno dei miei. Ci troviamo però al centro della parete, per cui le distanze si dimezzano. Come la porta d'ingresso anche il tavolo dei Docenti dovrebbe trovarsi a est, mentre a nord dovrei trovare il tavolo dei Serpeverde. Io mi dirigerò quindi verso il punto cardinale opposto a quello puntato dalla bacchetta: il sud, dove si trova il tavolo dei Grifondoro. Percorrerò il perimetro della stanza iniziando dalla parete alla mia destra attuale e una volta compiuti cinquantaquattro passi dovrei trovare il muro successivo, che mi costringerà a proseguire verso sinistra. Quello è lungo quasi cinquanta metri (centottanta passi), ma non dovrò percorrerli tutti tornando a camminare verso est. Soprattutto per raggiungere il tavolo dei Grifondoro, l'ultimo in successione. Per farlo dovrei voltarmi in direzione nord, dopo aver percorso i primi cinque metri (diciassette passi). Una volta toccato il tavolo tornerei indietro, ripercorrendo gli ultimi tre metri (dieci passi) verso sud. Allora svolterò nuovamente a sinistra, per tornare a percorrere la parete sud, spostandomi però verso est. Anche il palco è profondo. Direi almeno otto metri (ventisei passi), per cui compiuti gli ultimi trentasette metri (centotrentanove passi) dovrei poter girare nuovamente a sinistra per compiere i cinque metri (diciassette passi) che dovrebbero portare ai due scalini della piattaforma. Risaliti gli stessi dovrei svoltare nuovamente a destra per percorrere quattro metri (tredici passi). A quel punto girererei ancora a sinistra, anche se devo ammettere di non sapere esattamente quanti metri mi separerebbero dal tavolo del personale scolastico: tre? chiese sperando che la sua descrizione risultasse sufficientemente dettagliata. Avrebbe quindi atteso eventuali correzioni prima di riprendere a saggiare il pavimento di pietra con il bastone, al fine ultimo di raggiungere il palchetto indicato dal Guaritore. Si sarebbe quindi girata verso destra, muovendo il bastone in modo che potesse battere contro la parete che avrebbe affiancato, continuando a spostare la punta del legno per accertarsi dell'eventuale presenza di ostacoli lungo il proprio cammino. Al sesto passo uno sdon metallico avrebbe dovuto permetterle di aggiungere alla mappatura la presenza di un'armatura, al ventesimo una voce nasale avrebbe poi consentito alla ragazza di memorizzare la presenza di un ritratto. Salve Caposcuola! Lei è una di quelle che mangia? Non si vedono molti studenti quest'anno. Non in quest'ala del castello almeno attaccò bottone quello che le sembrò essere un uomo. Che si trattasse di Paracelso? - Salve a lei. Le dispiacerebbe presentarsi? Purtroppo non posso vederla e no, non sono qui per mangiare: sono una di quelli col Morbo Bianco. Voleva qualcosa? chiese Mh. Capisco: sono Cliodna. Volevo chiederle: non è che ha vis...sentito la signora Violet lì nell'anticamera? È da lì che viene giusto? Sbirciavo dall'altra parete le spiegò -Spiacente, non ho sentito alcuna voce provenire dai quadri dell'anticamera. Per quanto ne so potrebbe essere lì come altrove. Arrivederci tagliò corto, chiedendosi perché non si fosse spostata direttamente nell'anticamera. Che si fosse impigrita? D'altronde la sua vernice reggeva dal Medioevo:chissà. Comunque le aveva fatto perdere il conto dei passi. A quanto era arrivata? Venti? Non era certa, ma dovette compierne altri venticinque prima di raggiungere il primo l'angolo a sud-ovest della stanza. Girò verso sinistra, continuando a tendere le orecchie e a sondare l'area innanzi a sé, tornando a ogni passo a toccare la parete con la pinga del proprio bastone. Dal decimo al diciottesimo passo il suono attutito la portò a supporre che vi si trovasse l'arazzo raffigurante una delle ultime battaglie della seconda guerra magica. Non era molto lungo, ma acquisiva una certa importanza in altezza e - da quanto ricordasse - credeva fosse l'unico che arrivasse a toccare terra. Mosso il ventesimo passo sarebbe stata in grado di notare un dislivello tra le pietre del pavimento. Trovato un punto di riferimento decente si decise finalmente a svoltare in direzione del tavolo dei Grifondoro. Girò quindi sui tacchi per compiere i cinque metri che a suo dire avrebbero dovuto condurla innanzi alla lunga panca riservata ai grifondoro. Lo fece, continuando a sondare l'area in cui si sarebbe trovata a muovere con la punta del proprio bastone. Era perfettamente conscia che avrebbe potuto svoltare verso la sua prima meta anche dalla prima parete e che non stava rispettando alla lettera le indicazioni proferite verbalmente al Guaritore, ma aveva preferito spostarsi da lì, immaginando che durante l'ora dei pasti quella zona si sarebbe dovuta rivelare meno affollata. Inoltre il fatto di aver trovato quel dislivello nel pavimento avrebbe potuto risparmiare di contare i passi ogni santa volta. Certo, dubitava che sarebbe tornata a partecipare attivamente a qualsiasi pasto della giornata tanto presto, ma avrebbe comunque continuato a recarsi frequentemente in Sala Grande per non perdere la sua familiarità con il luogo. Trovato il legno della seduta con l'ausilio del bastone, avrebbe ripercorso a ritroso i diciassette passi appena compiuti. Si sarebbe quindi ritrovata al fianco della parete appena abbandonata per tornare a incedere verso est. Restando dietro al proprio bastone, avrebbe compiuto centotrentaquattro passi in avanti. A quel punto avrebbe cercato un ultimo punto di riferimento prima di svoltare in direzione del palco. Avendo entrambe le mani occupate, poggiò il bastone lungo il muro, prima di iniziare a tastare lo stesso alla ricerca di un qualcosa che potesse rivelarsi utile. Avrebbe prestato la massima cautela, per evitare di scottarsi o di tagliarsi con chissà cosa: torce? Punte di lance sbeccate di una qualche armatura? Ovviamente anche i sensi del tatto, dell'olfatto e dell'udito avrebbero potuto rivelarsi utili a imoedirle un viaggio in Infermeria. Non avvertendo alcuna sensazione di calore immaginò di potersi almeno risparmiare un'ustione, ma nulla toglieva a qualche oggetto affilato di ferirla. Cercò quindi di non esercitare una pressione elevata e alla fine, compiuto un altro mezzo passo in avanti trovò un elemento di suo interesse: un intarsio runico scolpito sulla roccia ad altezza spalla. Perfetto si disse, tornando mezzo passo indietro per recuperare il proprio bastone prima di muovere verso nord: la direzione verso la quale avrebbe dovuto continuare a puntare la sua bacchetta. Diciassette passi più tardi, individuando con il bastone i due scalini della piattaforma, si apprestò a risalirli per compiere un paio di passi in avanti prima di svoltare a dedtra. Avrebbe quindi continuato a cercare con il bastone il limitare della passerella e - come sempre - qualsiasi altro possibile ostacolo lungo la propria strada. Tenendosi a distanza dal limitare del rialzo, compiuti tredici passi, girò verso sinistra. A quel punto avrebbe ricominciato il conteggio da zero e non sapendo esattamente quanto il tavolo risultasse distante dal punto in cui si trovava avrebbe continuato ad affidarsi al proprio bastone, seguendo una linea retta verso la direzione puntata dal catalizzatore in pino. Oh Merlino pensò, non sapendo se il Professore di Antiche Rune avesse qualche altro esercizio da farle svolgere.
 
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view post Posted on 11/10/2020, 12:19
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L'approccio che Pike stava cercando di seguire consisteva nel fornire a Mouna una serie di elementari strumenti per muoversi in autonomia, senza condiscendenza ma con il massimo rispetto per la sua nuova condizione. Il Preside Dolus era stato chiaro nel porre gli obiettivi di quel piccolo Corso: la Caposcuola di Grifondoro doveva imparare ad orientarsi nello spazio, memorizzando il percorso per raggiungere i luoghi più significativi che avrebbe dovuto frequentare durante l'anno. Al contempo, doveva essere capace di individuare eventuali ostacoli, tanto con l'ausilio del bastone quanto con la magia; infine, doveva sapere a chi affidarsi e come cercare aiuto in caso di necessità. Per fortuna, Silver sembrava sulla buona strada e nel primo periodo di cecità doveva aver già fatto un po' di pratica, sperimentando l'uso del bastone come strumento fondamentale per muoversi; la sua memoria pareva inoltre piuttosto solida, il che costituiva un indubbio vantaggio: il Runologo ne ebbe conferma mentre ascoltava la dettagliata descrizione della Sala Grande che la ragazza gli stava fornendo. In condizioni normali nessuno avrebbe prestato attenzione alla lunghezza in passi della stanza, né alle esatte distanze che separavano un tavolo dall'altro: questi dettagli invece erano improvvisamente divenuti i più importanti per Mouna Silver, obbligata dagli eventi ad immergersi in una condizione che nessuna giovane ragazza avrebbe mai dovuto sperimentare. Non doveva però perdersi d'animo e Miles era lì proprio per quel motivo: farla sentire sostenuta e darle un minimo di indicazione su come affrontare la vita ad Hogwarts, luogo nel quale la Caposcuola doveva trascorrere almeno un altro anno.

"Ottima descrizione, procedi pure."

Dopo aver espresso il proprio rinforzo all'accurato disegno verbale della Sala Grande che lui stesso aveva richiesto, il Guaritore cominciò a seguire la ragazza nel suo percorso, inevitabilmente lento e forse anche più lungo del necessario. Tuttavia, le sue condizioni non le permettevano di fare di meglio, anzi: Mouna sembrava aver capito i messaggi che Pike le aveva voluto trasmettere. Si affidava al bastone e alla bacchetta come guide fondamentali, che facevano da supporto alla sua mappa mentale, e interagiva con i dettagli dell'ambiente, capaci di fornirle costanti indicazioni utili a livello di orientamento. In silenzio, il Responsabile di Grifondoro si mantenne a pochi passi di distanza, senza intralciare la zona intorno a Silver. Quando raggiunsero il palchetto rialzato, Pike la fermò, ritenendosi soddisfatto.

"Bene, siamo arrivati: puoi fermarti" - le disse, lasciandole qualche secondo per riposare. "Sei andata molto bene e hai seguito le mie indicazioni. Con il tempo e con l'esercizio imparerai sempre meglio a gestire l'ambiente che ti circonda, sfruttandolo per orientarti. Anche la tua percezione spaziale è piuttosto buona."

Cercò di incoraggiarla il più possibile, ritenendolo fondamentale in quelle prime fasi, finché Mouna non avesse imparato a convivere con l'assenza della vista.

"Adesso cercheremo di raggiungere qualche luogo di interesse all'interno del Castello, così che tu possa inserirlo nella tua mappa ed imparare ad orientarti per raggiungerlo. Non li visiteremo tutti, motivo per cui sarà importantissimo che tu continui ad esercitarti assieme a Grace nelle prossime settimane: recatevi assieme nei posti che oggi non visiteremo insieme, più e più volte, anche adottando punti di partenza diversi. Per il momento, vorrei che - sempre usando ciò che abbiamo visto fin qui - tu provassi a raggiungere in autonomia la Sala Comune di Grifondoro, partendo da dove ti trovi adesso. Da lì poi cercherai di raggiungere l'Aula di Antiche Rune, al sesto piano. Se hai bisogno, io sarò sempre nei paraggi, così come Grace: usa tutto ciò che sai e presta attenzione agli ostacoli, perché potresti incontrarne lungo il tragitto."

// Si scrivano due post senza attendere il mio intervento tra uno e l'altro, il primo aprendo una role denominata "Corso Riabilitativo - III" nella Sala Comune di Grifondoro, il secondo aprendo un'altra role dal titolo "Corso Riabilitativo - IV" in Aula di Antiche Rune. Si dovranno menzionare come minimo i seguenti ostacoli: flusso di studenti in direzione opposta lungo la scalinata; movimento inatteso di una rampa di scale; presenza di un'armatura gettata a terra da Pix nel corridoio del sesto piano, accanto all'Aula di Antiche Rune. Eventuali altri ostacoli potranno essere autodeterminati.
 
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