| La pioggia autunnale aveva spazzato via il caldo torrido di Settembre e nella scuola il fango si accumulava ad ogni passaggio dal fuori al dentro, specie per colpa di quegli studenti che tornavano dagli allenamenti di Quidditch durante le ore dei pasti o per colpa di chi seguiva le lezioni fuori dal castello e doveva forzatamente rientrare. E per quanto ci fossero Elfi Domestici sempre all'opera all'interno di Hogwarts, tra i compiti di Nephele c'era anche quello di coadiuvarli nei lavori di pulizia. Nephele, benché fosse una strega purosangue che cercava di distinguersi per i suoi modi composti, era anche una donna molto pratica, che non aveva paura di alzare le maniche della sua giacca e agitare la bacchetta contro delle macchie di sporco. Perciò attese un momento del pomeriggio in cui la Sala Grande risultava pressoché sgombera dagli studenti, ora a lezione, e si posizionò all'ingresso prima per individuare tutta l'area da ripulire per visualizzarla durante il lancio dell'incantesimo. Passeggiò molto cautamente tra il fango per evitare di pestarlo e portarlo ancora più in giro, poi si posizionò proprio sulla porta, attenta che non ci fosse nessuno nei paraggi e messa a cavallo tra il corridoio esterno e la Sala Grande, prese la propria bacchetta dalla tasca della giacca e mosse appena il polso per sgranchirlo.
«Vi prego di fare attenzione, devo ripulire quest'area».
La frase era rivolta ad un gruppo di studentesse cariche di libri di Divinazione aperti su delle specie di tarocchi, forse argomento attuale della professoressa Melankholiya, la strega che l'aveva accolta per il suo colloquio introduttivo. Nephele le osservò recepire il messaggio, poi i suoi occhi chiari tornarono sulla zona fangosa. L'ingresso risultava più sporco di tutto il resto, ma aveva notato che anche sotto ai tavoli c'era da dare una passata di Gratta e Netta, incantesimo utile a disincrostare ogni genere di sporcizia. Sbattè per un attimo le palpebre e sospirò, cacciando dalla mente il pensiero che tutto quel lavoro avrebbe potuto risolversi se gli studenti fossero stati più accorti e se avessero potuto eseguire incantesimi di pulizia. Che dire, forse la scuola non poteva permettersi litri di solvente magico per bagnare degli stracci da fare usare agli studenti all'ingresso del castello, ma - chissà? - forse la mansione di Nephele sarebbe cambiata nel pulire tutti quei cenci sporchi. Decise di tenere i suoi pensieri per sé. Una volta finito di prendere le misure con gli occhi, la bacchetta della strega venne agitata alla classica maniera. Il polso, partendo dal basso, compì una rotazione totale e, una volta completata, diede una stoccata verso la parte destra rispetto alla quale si trovava. Puntando verso il basso e, quindi, alle macchie di fango, la voce di Nephele divenne più solenne, la tipica voce di chi sta attento a cosa deve pronunciare senza fare errori di alcun tipo per evitare il crearsi di danni per una cosa tanto banale.
«Gratta e Netta».
Riavvicinò la bacchetta una volta eseguito l'incantesimo e potè anche sbattere le palpebre per lubrificare gli occhi. Doveano essere passati diversi secondi per averli lasciati seccare, quindi li aveva tenuti spalancati non solo per produrre l'incanto, ma anche nel frangente utile a farle trovare la concntrazione. Si voltò verso la Sala Grande per capire se, per caso, avesse dato fastidio a qualcuno dedito ad uno studio intensivo, forse per evitare l'Arena, forse per raggiungere l'eccellenza e far guadagnare punti alla propria Casa. La sua espressione di scuse, in quel caso, sarebbe stata molto neutra e severa. In fin dei conti, non aveva urlato, ma benché avesse dovuto alzare il tono per eseguire l'incantesimo in maniera corretta, aveva tentato di pronunciare la formula in maniera molto pacata.
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