| Le sue dita di rimando si intrecciarono tra le mie, in una stretta che mi scaldò il cuore e che riaccese per la prima volta dopo un considerevole lasso di tempo la voglia di provare finalmente delle belle emozioni, di stare bene e di dimenticare almeno per un momento tutto ciò che evidentemente il fato mi aveva lanciato contro in modo da temprarmi e da permettermi di affrontare la vita lontano, almeno per la maggior parte degli anni, dalla casa che mi aveva visto crescere tra le praterie della periferia di Northampton. La mia vita non era di certo un dramma, l'infanzia trascorsa tra splendide creature e merende preparate meravigliosamente da mia madre con i prodotti che lei stessa si premurava di raccogliere e le giornate trascorse con i miei amici babbani che, nonostante non avessero alcun potere magico, perlomeno apparente, erano grado con la loro semplice compagnia di rendere magica qualsiasi atmosfera, la lettera per Hogwarts e l'inizio della mia nuova avventura che mi avrebbe visto entrare in quella scuola come un giovane bambino e mi avrebbero visto uscirne, se tutto fosse proceduto secondo previsione, sempre da giovane...ma giovane uomo. L'unica vera disgrazia fino a quel momento era stata la dipartita di mio padre, che con la sua scomparsa aveva lasciato un vuoto solo parzialmente risanabile dalle gioe che gli anni seguenti mi avrebbero potuto offrire; il dolore era ancora presente, seppur esponenzialmente più flebile con il passare delle settimane, ma nonostante ciò le prime soddisfazioni non tardarono ad arrivare per farmi capire una volta per tutte che la ruota della fortuna gira per tutti, occorre solamente aspettare il proprio momento: la fretta non ha fretta, eppure tutto si realizza.
Con quel semplice gesto Libella mi aveva permesso di compiere i primi passi all'interno del suo mondo, aveva iniziato ad aprire la porta che dava accesso alla sua sfera emotiva, fu per quello che sentire la sua mano stretta nella mia mi rievocò una moltitudine di sensazioni contrastanti, per la maggior parte astratte e realmente poco tangibili: ero spaventato perchè avevo paura di cosa avrei dovuto fare in seguito, ma soprattutto di commettere errori; ero confuso, perchè non avevo idea di cosa dovessi aspettarmi; ero curioso, perchè da quel momento sarebbe iniziata una nuova esperienza, nella quale non ero da solo e la compagnia era la più gradita; ero felice, perchè Libella era fatta così, fin dal nostro primo incontro era sta sempre in grado di mettermi di buon umore e di capirmi come nessun altro era mai riuscito semplicemente incrociando il mio sguardo;
ma soprattutto ero orgoglioso, perchè al mio fianco avevo una ragazza, una ragazza timida ma allo stesso tempo forte, una ragazza intelligente ma allo stesso tempo di gradevole compagnia, una ragazza solare ma allo stesso tempo in grado di sapersi adattare ad ogni situazione, ero orgoglioso perchè al mio fianco avevo una ragazza...e non avrei potuto chiedere di meglio.
Ad interrompere però quel momento di perdizione introspettiva furono le parole della stessa spillata, che mi fecero tornare alla realtà di quel sabato pomeriggio, alla realtà che per una volta però sembrava quasi essa stessa un sogno; l'affermazione, o meglio la domanda, che Libella pronunciò per prima era rivolta al sottoscritto, chiedeva infatti se fossi sicuro della mia scelta di pagare per entrambi il conto, nulla di di più scontato alle mie orecchie: Certo, mai stato così sicuro! affermai regalandole un sorriso appena pronunciato tra le labbra che si erano distaccate appena, nel frattempo ondeggiai il pollice della mano che erano occupata nell'intreccio con la sua per accarezzarle l'indice, senza però dare nell'occhio, attribuendo al gesto una sensazione di naturalità.
A quel punto notai che a prendere in carico le nostre ordinazioni era stata la professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure, donna con la quale non avevo avuto il privilegio di scambiare qualche parole al di fuori delle lezioni alle quali avevo presenziato; quando anche Libella ebbe deciso cosa ordinare, distolsi lo sguardo dai lineamenti incantevoli della Florel per rivolgere le ossidiane verso la Riddle: Buongiorno Professoressa, non l'avevo riconosciuta! Sa com'è, l'aula della sua materia e questo negozio hanno ben poco in comune....però devo ammettere che in mezzo a tutte queste leccornie la vedo proprio a suo agio! dissi scherzosamente, prestando attenzione a non prendermi più confidenze del dovuto, mantenendo un atteggiamento disteso e divertito. A quel punto immersi la mano rimasta libera nella tasca dei pantaloni di cotone, in modo da raccogliere i galeoni necessari per completare l'acquisto, una volta raggiunta la cifra esatta li porsi alla donna: Ecco a lei, la ringrazio! Ottima idea la casa di marzapane, dopotutto è ancora presto, abbiamo ancora un bel po' di tempo prima di dover fare ritorno al Castello! dissi entusiasta della proposta appena accettata, a quel punto riposi nuovamente lo sguardo su Libella: Aspettami di sopra, ti raggiungo subito....devo prima risolvere una questione con la Professoressa, intanto mettiti comoda, non ci vorrà molto. le dissi dandole un'affettuoso bacio sulla guancia in modo che le risultasse più semplice fidarsi delle mie parole, in seguito aspettai che mollasse la presa che dolcemente la legava a me per dirigersi verso la casetta con gli acquisti appena effettuati.
Una volta aspettato che Libella si fosse allontanata abbastanza da non poter sentire le parole che avrei rivolto alla Riddle, mi avvicinai al bancone e appoggiando un gomito su di esso, con un tono più basso di prima rivolsi una seconda richiesta alla professoressa, la spillata non mi avrebbe dovuto sentire, però in ogni caso era meglio non correre rischi per non rovinare la sorpresa: Salve di nuovo professoressa, spero di non rubarle troppo tempo, ma avrei una favore da chiederle... dissi inizialmente per attirare nuovamente la sua attenzione: ...vorrei acquistare per la signorina Florel anche una confezione di Quadretti rosa lucenti coperti di glassa al cocco, però l'ideale, se potesse farmi questa cortesia, sarebbe di pagarla subito, ma di ritirarla una volta pronti ad abbandonare il negozio...vorrei farle una sorpresa e fargliele trovare nella Sala comune e diciamo che arrivare al tavolo con un sacchetto pieno la insospettirebbe un bel po'!! conclusi ridendo, sperando che la mia richiesta venisse accolta favorevolmente, in ogni caso mi adoperai per raccogliere per la seconda volta i soldi necessari per completare l'acquisto, indipendentemente da quando lo avrei ritirato.
A quel punto non restava che tornare dalla ragazza che ormai mi stava aspettando da qualche minuto a quel tavolino, di certo non avrei voluto rovinare subito l'atmosfera venutasi a creare dalla nostra prima semplice intimità, perciò ricolmo di buone speranze e di gioia mi incamminai verso la casetta di marzapane, dove il nostro appuntamento sarebbe entrato nel vivo.
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