Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Seven Seas of Rhye, Privata - JC - Spalti

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view post Posted on 14/3/2024, 16:10
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I swear that you'll be mine
At the seven seas of Rhye



Il tempo passava velocemente. La Wilson non era in grado di determinare con chiarezza quanto tempo fosse passato dal momento in cui era rientrata dalle vacanze natalizie, tantomeno quanto dalla sfuriata che aveva riservato a Jared per essersi allontanato da lei in quella maniera così brusca. Il clima piano piano stava iniziando a dar loro tregua, seppur gli allenamenti fossero ultimamente bersaglio di una pioggia continua, che rendeva quasi inutile la rituale doccia post attività fisica: quella si rendeva invece necessaria per riscaldare le ossa dal freddo dell'acquazzone che penetrava nel corpo con facilità disumana. Quel pomeriggio, l'allenamento era stato stremante come sempre, ma non tanto quanto stare ancora lontana dal Serpeverde che ultimamente occupava la sua mente: aveva accettato le sue condizioni, la sua voglia di non intraprendere una relazione per il momento, ma in qualche modo fino a quell'istante si era sentita quasi in difetto ad avvicinarsi di nuovo a lui. La questione principale era che non voleva rischiare di perderlo, ma non aveva mai avuto un legame del genere con nessuno, perciò non capiva bene come dovesse comportarsi. Quel pomeriggio, però, se ne era completamente fregata. Aveva seguito la pancia, che l'aveva indirizzata al suo fianco mentre attraversavano il campo per raggiungere gli spogliatoi e le aveva fatto raggiungere il suo orecchio, al quale aveva sussurrato di dovergli ancora fare le congratulazioni per la sua nuova carica. Perchè era successo anche quello, in quel periodo in cui i loro corpi e le loro anime erano stati così lontani. Non aveva atteso una sua risposta, ma aveva lasciato il suo fianco con un ghigno sulle labbra. Per quel motivo Lara si trovava seduta sugli spalti, nella curva dedicata a Serpeverde -d'altronde, non poteva tradire la sua casata nemmeno in quell'occasione- perfettamente vestita con la divisa scolastica dopo aver asciugato con un incantesimo la seduta, che risultava essere l'unica completamente asciutta, mentre le altre gocciolavano ancora per la pioggia che era da poco cessata. Il borsone e la sua scopa erano abbandonate ai suoi piedi, mentre la gamba picchiettava nervosamente, curiosa di sapere se Jared avrebbe colto quell'invito o se l'avrebbe lasciata sola lassù.
 
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view post Posted on 16/3/2024, 20:57
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La conclusione di un altro stancante e bagnato allenamento di Quidditch era stata sancita dall'intera squadra impegnata a rientrare negli spogliatoi. Se la neve aveva occupato gran parte delle condizioni meteorologiche in inverno, la pioggia pareva non voler essere da meno in quell'inizio di primavera. Il risultato per i giocatori di Serpeverde non pareva essere cambiato più di tanto, comunque: prima o dopo che avvenisse, si ritrovavano ad indossare divise zuppe d'acqua e terribilmente fastidiose.
Con l'unico pensiero volto a vestire indumenti asciutti, Jared Chèvert aveva attraversato l'ovale di gioco con il viso corrucciato e numerose ciocche di capelli che si riversavano sulla fronte rigata dalla pioggia. Solo a quel punto, totalmente impreparato, era stato raggiunto da passi leggeri e da alcune parole che di certo risollevarono il suo umore grigio quanto il cielo di marzo. Non aveva avuto il tempo di rispondere, ma per qualche istante il suo sguardo aveva seguito colei ch'era riuscita a strappargli un sorriso, osservandola oltrepassarlo e rientrare negli spogliatoi prima di lui. Aveva ripensato spesso all'ultima volta che si erano incontrati, quasi casualmente, e a ciò che lui era stato in grado di confessarle. Da quel punto in poi, però, il loro rapporto aveva preso una piega molto incerta e confusa. Entrambi sembravano trattare quella relazione come un oggetto di cristallo, temendo di romperlo al minimo tocco, quando in realtà sarebbe stato molto più semplice comportarsi esattamente come avevano sempre fatto prima che il fatidico "ma, quindi, cosa siamo?" incombesse su di loro.
Una volta riemerso dai vapori della doccia e dopo aver indossato a grandi linee la divisa di Serpeverde aveva abbandonato gli spogliatoi, finendo per occhieggiare la porzione di spalti libera e poco lontano dal punto in cui aveva abbandonato la Nimbus. Non ci impiegò molto tempo per individuare la chioma bionda stagliata contro il legno scuro dei gradoni così, recuperato il manico di scopa, aveva riassestato l'equilibrio del borsone sulla spalla e si era costretto a salire la gradinata sino al punto in cui Lara lo stava aspettando. Percepì con chiarezza i muscoli irrigidirsi di disappunto nel compiere quello sforzo alla fine di un allenamento, ma Jared li ignorò, pensando che ne sarebbe valsa la pena.

- Sono venuto a ritirare il premio per i miei successi accademici. - Mormorò, una volta giunto ad un passo dalla Wilson.

A volte dimenticava quanto le stessero bene i capelli raccolti dietro l'orecchio, o come riuscisse ad apparire l'immagine della perfezione anche dopo un'estenuante allenamento. Decise di non avvicinarsi, giusto per darle lo spazio necessario se lei avesse ritenuto opportuno mantenere le distanze, ma non riuscì ad evitare di pensare a quanto fosse assurdo quel desiderio di non intraprendere una vera e propria relazione, quando chiunque avrebbe fatto carte false per poter rimanere al fianco di una come lei.
Lì, in piedi come un perfetto imbecille, si pentì di essere quel genere di persona incapace di instaurare un normale rapporto fin da subito.

- Mi sei mancata. -

Le parole gli scivolarono fuori così, senza preavviso. Una volta pronunciate, però, comprese subito che si trattasse della verità.
 
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view post Posted on 17/3/2024, 19:01
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Lara Jean Wilson aveva poco a che fare con le relazioni umane: sebbene i tempi in cui era una persona chiusa, schiva e riservata fossero ormai stati superati, sostituiti dalla solarità che aveva imparato a mettere sempre al primo posto, trovava ancora difficile instaurare delle relazioni durature. Terrorizzata di invadere gli spazi altrui si ritrovava ad essere probabilmente etichettata come una persona fredda, quando in realtà le emozioni invadevano completamente il suo corpo, non lasciandole nemmeno un minuti di pausa da tutte quelle sensazioni che scaldavano il suo corpo. Forse, era stato un bene trovare una persona come Jared: lei per un motivo lui per un altro, le relazioni sembravano non fare per loro; quella situazione di stallo, però, non le piaceva per nulla. Aveva capito che la loro non relazione non prevedeva le classiche cose da coppia, come ad esempio un appuntamento al Madama Piediburro per San Valentino, ma non poteva contemplare l'idea di passare così tanto tempo distanti, senza nemmeno sfiorarsi. Non riusciva più a stare senza di lui. Il ticchettio nervoso della sua gamba destra venne interrotto bruscamente mentre la melodiosa voce di Jared le invase le orecchie, curvandole le labbra verso l'alto e facendo scattare la sua testa di lato. Le sue pupille andarono a scontrarsi con la parte più bassa del suo ventre: non si soffermò più del dovuto, sentendosi già arrossire contro la sua volontà, ma spinse la testa verso l'alto, cercando il suo sguardo mentre le palpebre si socchiudevano a causa della troppa luce proveniente dal cielo chiaro. "Ho solo parlato di congratulazioni, cosa ti fa pensare che ti spetti anche un premio?" Sorrise, piegando la testa di lato e percependo chiaramente la coda bionda spostarsi insieme a lei. Si alzò in piedi, permettendo al suo collo di tornare ad avere una posizione più comoda mentre osservava al meglio il ragazzo di fronte a lei. A un passo da lui, poté osservare chiaramente i segni della stanchezza lasciata dall'ultimo allenamento, che sapeva per certo fossero presenti anche sul suo volto, come anche che a lui stessero sicuramente meglio. Il suo volto era sempre lo stesso, con la sua mandibola spigolosa accompagnata dalla morbidezza del suo sorriso: aveva notato come avesse deciso di far crescere i capelli, non ne conosceva bene il motivo, ma era certa di doverlo ringraziare. Non si sforzò per nascondere le emozioni che era certa potessero leggersi sul viso di lei: le era mancato, e di certo lui non poteva che esserne fiero. Arricciò il naso, sentendo chiaramente il suo cuore perdere un battito mentre lui pronunciava le parole che lei si era permessa soltanto di pensare, mentre con un passo annullava quasi completamente la distanza che li separava. Poteva percepire chiaramente il calore del suo corpo attraversare l'aria e raggiungere il suo; mentre si allungava sulle punte per poggiargli un leggero bacio a fior di labbra, respirando per la prima volta dopo mesi il suo odore, sentendo quel vuoto all'altezza del petto che era certa soltanto lui sarebbe stato in grado di colmare in quel momento. Si ritrasse, abbassando lo sguardo sulla sua cravatta lenta, sorridendo appena mentre le sue mani andavano spontaneamente a stringere il nodo sul suo collo. "Anche tu. -rispose sussurrando, prima di sistemare al meglio anche il colletto della camicia della divisa- Dovresti stare più attento alla tua divisa, però. Sono certa che un altro Caposcuola avrebbe potuto toglierti dei punti per questa disattenzione." Ridacchiò appena, lasciando che le mani scivolassero leggere sul suo petto, fermandosi su di esso. Le era mancato toccarlo, sentire la sua carne ed essenza sotto le dita, nonostante gli strati di vestiti. A quel problema, però, era certa avrebbero potuto trovare una soluzione al più presto. Finse una faccia stupita, spalancando gli occhi e lasciando che le sue labbra si aprissero, facendo uscire un oh, come se fosse appena successo qualcosa di imprevedibile; alzò gli occhi al cielo solo per un istante. ”Era una goccia, quella? -chiese, fingendo che una goccia di pioggia fosse appena finita sul suo capo, quando in realtà il cielo si stava rasserenando ormai da qualche minuto. Continuò ugualmente la sua farsa, allontanandosi appena e raccogliendo da terra il borsone e la scopa, in fretta e furia, come se una bufera si stesse per scatenare su di loro. Dobbiamo proprio metterci al riparo… Un’altra goccia! Presto, presto!” Lo superò, iniziando a correre appena verso il termine delle sedute, trovandosi a qualche passo dal luogo dove le strutture dei gradoni lasciavano abbastanza spazio per potercisi infilare all’interno, garantendo un luogo chiuso e coperto, lontano da occhi indiscreti grazie ai teli decorativi degli spalti. Lanciò uno sguardo veloce al ragazzo, insieme a un sorriso furbo, con il labbro inferiore stretto tra i denti: si infilò agilmente in quegli spazi, come scappando sia dal finto temporale, sia dal suo finto -sperava- inseguitore.

Edited by Lara Jean Wilson - 17/3/2024, 19:18
 
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view post Posted on 1/4/2024, 00:37
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Già di per sé il fatto che Lara avesse deciso di continuare a rivolgergli la parola, era stato un successo più che sufficiente per Jared. Era quasi certo che chiunque altro, al posto della Serpeverde, avrebbe girato i tacchi, dimenticandosi della breve parentesi vissuta tra le mura dei Tre Manici di Scopa e del ragazzo problematico con il quale probabilmente non avrebbe mai più voluto avere a che fare. E invece lei si era comportata esattamente all'opposto di come il francese aveva previsto, lasciandolo completamente senza parole. Ciò, anche senza volerlo, dimostrava molto più di quanto lei potesse immaginare. Come, per esempio, il fatto che l'interesse da parte sua fosse sincero e decisamente poco ordinario, cosa alla quale Jared non era minimamente abituato, considerando com'erano terminate le sue relazioni passate.

- Colpa del mio inguaribile ottimismo. - Sorrise, mentre le solite fossette facevano capolino sul suo volto.

Osservò i capelli stretti nella coda oscillare mentre si alzava per avvicinarsi. Fu un sollievo constatare che nulla fosse mutato dall'ultima volta e che lei fosse ancora lei.
Erano cambiate talmente tante cose in così poco tempo che Jared non riusciva a capacitarsi d'essere riuscito a raggiungere un così gran quantitativo di obbiettivi tutti assieme. L'essere diventato Caposcuola era stata solo l'ultima voce di quella lista, ma decisamente la più inaspettata. Stringeva ancora la spilla tra le dita, da quanto frettolosamente si era vestito per scoprire cosa la Wilson avesse in serbo per lui: se la rigirò nel pugno, mentre la mente vagava altrove.
Come aveva potuto rinunciare al modo in cui lei si era appena avvicinata per stampargli un bacio leggero, a fior di labbra? O a quel tripudio di emozioni che poteva leggerle con una facilità disarmante nel profondo di quei grandi occhi verdi? L'aveva sognata, e molte volte. E il vederla tutti i giorni non aveva fatto altro che amplificare quella sensazione di smarrimento che si provava inevitabilmente nei confronti della privazione di ciò di cui si necessitava davvero. La osservò mentre armeggiava dalle parti del colletto della camicia, domandandosi quanto davvero meritasse quella nomina. Aveva buoni voti, era vero, ma era anche incapace di manifestare la benché minima autorità sugli altri o rimanere serio per più di dieci minuti d'orologio. Evidentemente, però, qualcuno - non sapeva con precisione chi -, era riuscito a vedere in Jared Chèvert più di quanto lui stesso non riuscisse a cogliere. Esattamente come era in grado di fare Lara Jean Wilson.

- Sono fuori servizio al momento. - Le mostrò la spilla, con un'alzata di spalle.

Perse il filo logico del discorso quando Lara assunse un'espressione stupita, che inevitabilmente lo portò ad osservare la spilla da Caposcuola come fosse una giraffa, invece che un comunissimo oggetto. Un attimo dopo, comunque, comprese che l'attenzione della Serpeverde non fosse più rivolta a ciò che le aveva mostrato, bensì alle fantomatiche gocce di pioggia che sembravano minacciare la loro incolumità. Considerando che avevano trascorso gli ultimi tre mesi a sottostare alle intemperie durante ogni singolo allenamento, non gli sembrò di correre un grave pericolo, eppure volse lo sguardo al cielo, infilando la spilla nella tasca dei pantaloni della divisa ed esponendo i palmi delle mani verso l'alto. Non percepì un bel niente, ma seguì obbediente le indicazioni della Wilson, raccogliendo in fretta e furia borsone e manico di scopa, per poi inseguirla fino al termine delle sedute degli spalti. Solo a quel punto - sufficientemente in ritardo da potersi considerare un idiota - comprese che quella fosse tutta una scusa per infilarsi nel punto in cui iniziava l'intercapedine tra la struttura portante in legno e il retro della gradinata. Scongiurata la possibilità che potesse piovere davvero, posò all'ingresso il borsone, poggiando la Nimbus poco distante. Si abbassò di quel tanto che potesse bastare a non far cozzare la fronte nell'infilarsi in quello spazio ristretto, dopodiché la raggiunse, afferrandola per un polso e costringendola ad interrompere quella finta fuga dal pericolo. O, forse, non era poi tanto finta?

- Dove pensi di scappare? -

Si rese conto di aver pronunciato quell'ultima frase in un soffio, mentre la mancina saliva oltre il collo di lei, superandolo solamente per afferrare l'elastico e liberare i capelli di un biondo cenere. Li seguì con lo sguardo, mentre si adagiavano morbidi sulle sue spalle e, quasi contemporaneamente, l'odore che da sempre associava alla persona che aveva di fronte invadeva con gentilezza l'aria attorno a loro. Quello era un altro di quei dettagli di cui si era stupidamente privato per molto tempo e che, in quel momento, gli aveva fatto aumentare i battiti cardiaci di almeno il doppio rispetto al consueto. Si legò i capelli con quello stesso elastico che le aveva appena sottratto, rinchiudendoli in uno chignon scomposto dietro la nuca.

- Allora vedi che avevo ragione? Un premio c'è. -

E senza più ragionare, le morse il labbro inferiore, giusto per vendicarsi di come lei fosse riuscita a portarlo in quel luogo con l'inganno.
Quando in realtà avrebbe potuto guidarlo sin lì anche solo incrociando il suo sguardo.
 
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view post Posted on 4/4/2024, 09:42
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Aveva iniziato subito a correre, a scappare dai passi sempre più vicini di Jared e dalla bugia che aveva appena pronunciato: il ragazzo non sembrava essersi accorto subito che quelle gocce erano solo un pretesto per stare sola con lui in un luogo meno esposto, e questo aveva fatto aumentare la sua risata, che non accennava a placarsi. Nonostante ciò che era successo tra loro l'ultima volta che si erano parlati - avevano litigato, e Lara da quel momento aveva ben chiaro cosa loro due non fossero - percepiva chiaramente la leggerezza che soltanto lui in quel periodo della sua vita era in grado di farle provare, il cuore palpitante mentre sperava che riuscisse a raggiungerla. Si lasciò prendere il polso soltanto una volta arrivati alle strutture più interne degli spalti; dovevano essere poco lontani dal luogo in cui lo aveva aspettato qualche istante prima, solo qualche metro più in basso, in mezzo a vari legni incastrati tra loro per sorreggere tutta la struttura che in quel momento si trovava sopra le loro teste. Piegò la testa indietro per le risate, ma si lasciò girare verso di lui senza il minimo indugio, i piedi che si muovevano da soli per avvicinarsi sempre di più al suo inseguitore. "Forse è un bene che tu sia fuori servizio. Non so se potremmo realmente stare qui, sai?" Strinse le labbra mentre un sospiro più pesante lasciava il suo corpo nel percepire la mano di lui sui capelli: durò un solo istante, percepì chiaramente i suoi capelli venire liberati dall'elastico, la presa ferrea della coda di cavallo lasciare la sua testa finalmente libera. Scrutò nei suoi occhi, chiedendosi a cosa stesse pensando in quel momento, percependo per un solo istante la paura di un suo giudizio negativo per non sapeva bene cosa; ma tutti i suoi pensieri scomparvero mentre le mani scostavano i capelli dal volto del Serpeverde, lasciandolo ancora più libero di essere osservato. Non staccò gli occhi da lui quando andò a legarsi i capelli in uno chignon disordinato: si pentì in quel momento di aver preso un semplice elastico color salvia quel giorno, perché era certa che l'immagine sarebbe stata molto più esilarante se lui avesse avuto tra i capelli l'accessorio giallo coperto da limoni, invece di quello decisamente più sobrio che le aveva rubato. L'immagine che si ritrovava davanti, invece, era tutt'altro che esilarante: ebbe la capacità di scavarle nelle viscere tanto profondamente che quasi si spaventò delle emozioni che una semplicissima azione era in grado di scatenarle, facendola deglutire mentre la sua bocca era più secca di un deserto. "Mi piacciono i capelli così." Si permise di dire, prima che lui si avvicinasse ancora di più al suo volto. Sorrise sulle sue labbra, mentre il proprio inferiore veniva stretto tra i suoi denti e le mani andavano a trovare un appoggio dietro il suo collo: non si sottrasse, ma anzi assecondò quei movimenti finché il suo corpo entrò in contatto con quello del Serpeverde, in quella specie di abbraccio che la infiammò completamente. Percepì distintamente l'aria farsi più tesa, il proprio respiro più corto e meno controllato, mentre quella vicinanza iniziava a farle lo stesso effetto di sempre. Jared aveva la capacità di annebbiarle completamente la mente e indirizzare ogni suo pensiero a loro due, di farla bruciare e allo stesso tempo darle quella boccata d'ossigeno necessario a farla rimanere in vita.

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