| Un momento frizzantino quello che l'aveva sputata fuori dal numero venti per farle raggiungere la redazione del Settimanale delle Streghe. Morgana temeva ognuno di quegli episodi assolutamente fuori contesto durante i quali la propria mente sembrava decidere all'improvviso di averne abbastanza di ogni preoccupazione e di essere capace di metterle da parte o di far semplicemente finta che non esistessero; li temeva perché sapeva benissimo quanto potessero costarle a posteriori, quando lo sbalzo d'umore toccava di nuovo terra e finiva per scavarci una fossa talmente profonda da inghiottire la luce, eppure non era riuscita a fare a meno di raggiungere il Giornale in tutta tranquillità, quasi impaziente di essere intervistata, e dopo aver rivolto un paio di saluti ai colleghi incrociati tra i corridoi aveva bussato alla porta del proprio Pupillo liberandosi del lungo cappotto antracite ancor prima d'essere invitata a entrare; quando lo fece se lo piegò sul braccio destro e mise piede nell'ufficio del Corvonero in uno svolazzo di chiffon malva. «Buongiorno Desmond. - Prese posto davanti a lui, l'espressione rilassata. - Mmh no, grazie, ma le rubo volentieri una di queste». Il braccio destro, fasciato nel tessuto leggero di un'ampia manica a campana, si allungò verso il piattino di ciambelle affinché la strega potesse afferrarne una e portarsela alla bocca con un ghigno; un gesto di preoccupante e anomala spensieratezza. Tra un morso e l'altro ascoltò le premesse dello studente e, annuendo, gli fece intendere di essere pronta a cominciare. «Le sfumature che lo compongono non sono tra le mie preferite, devo essere sincera. Il colore dei miei capelli non va molto d'accordo con pantoni tenui come il rosa, l'arancione o il giallo, quindi non lo indosserei, ma valorizzerà sicuramente carnagioni più olivastre della mia. - Si era dovuta informare, dovendo scrivere di moda per il Settimanale. - Tra l'altro anche il colore dell'anno scelto dai babbani racchiude note di arancione chiaro e rosa corallo, sa? Dovrebbe chiamarsi Peach Fuzz». Un aneddoto che non fu totalmente certa potesse essergli utile per l'articolo ma che si sentì di condividere prima dell'ultimo boccone di dolce. «Potrebbe essere sicuramente interessante utilizzarlo per le pareti di casa, le renderebbe luminose come un comunissimo bianco o grigio chiaro ma dando sicuramente più vitalità all'ambiente. - Non al numero venti però, i propri mobili le si sarebbero rivoltati contro. - Mmh... immagino un abito per un pranzo primaverile o una camicia che spezzi la monotonia di un completo formale, magari anche un foulard o una cravatta, qualche gioiello con cui inaugurare la stagione più calda in arrivo... - Non a giudicare dalla neve ancora in caduta libera, certo, ma prima o poi la primavera sarebbe giunta, no? - ...oppure un set da tè o una custodia per macchina fotografica». Un elenco che sciorinò con una certa concentrazione visibile sul volto, indice di quanto avesse effettivamente riflettuto sulla domanda e sui possibili accessori capaci di reggere una tonalità simile senza renderla ridicola. «Non credo che i regali debbano essere adatti alla festività ma semplicemente alla persona alla quale sono destinati. - Cominciò dopo che lo ebbe visto terminare di trascrivere la propria precedente risposta. - Ci sono ricorrenze che sono famose per doni particolari, come ad esempio San Valentino e i classici fiori con cioccolatini, ma nessuno vieta di regalarli anche a Natale se il destinatario ne è un amante. - Un discorso che ovviamente valeva anche al contrario, immaginando di regalare a San Valentino qualcosa di diverso da rose e dolciumi. - Quindi l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di pensare semplicemente al destinatario del regalo e scegliere qualcosa che sia studiato per lui, o per lei, sulla base di un suo hobby, di una sua passione o di qualsiasi dettaglio anche minimo di cui si è a conoscenza. Lo renderà un gesto sicuramente più sentito». Anche quelli che lei aveva acquistato come semplici barattoli di tè erano stati scelti di quel particolare aroma, o nome, per una ragione. Appreso come avesse appena risposto all'ultima domanda ringraziò il giornalista per aver chiesto il proprio parere e lo lasciò al suo lavoro spostandosi nel proprio ufficio.
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