Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Athlete’s body,

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view post Posted on 1/12/2023, 14:27
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ঌ She the Fire


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A chi non si fosse mai cimentato in quel tipo di esercizio poteva sembrare qualcosa di “facile,” vedendo altri eseguirlo con fluidità. La realtà era invece quella di uno sforzo fisico esoso, non meno di quello mentale e di coordinazione: soprattutto in quota, bastava una folata di vento improvvisa per disarcionare una presa debole; qualunque virata ad alta velocità si doveva avere la muscolatura e il tempismo di assecondarla con un bel colpo di reni, perché l’incantesimo della scopa si occupava solo della stessa; ci volevano braccia e ci volevano gambe per restare aggrappati quando si era a testa in giù o si dava la schiena al suolo… nell’aria, come in mare, si era briciole in balia di forze immense. Forse proprio a questa sensazione, quella di sfidare la natura a una scommessa che poteva rivelarsi molto pericolosa, andava il merito di eccitare gli amanti degli sport estremi. Neanche per un istante Auburn perdeva di vista il rischio di morire o infortunarsi terribilmente, non quando volava per viaggio, non quando si inebriava dell’adrenalina di una picchiata. Ma la vita era fatta per essere vissuta, o almeno la sua. Volteggiando come una trottola, alta nel cielo, aveva completato la sua solita routine di esercizi e figure acrobtiche e sentiva bruciare ogni muscolo del suo corpo, ansimando copiosamente. Scese quindi di quota per riprendere fiato e smettere di sudare per un po’, tornando a dedicarsi alle sue ricerche. Si trovava adesso nei pressi dei Tre Manici di Scopa, che iniziava ad accogliere i suoi primi clienti per le colazioni. Le nuvole si erano dissipate e fortunatamente non sembrava dovesse piovere: approfittando di quell’ora dal clima ideale Auburn riprese a setacciare le strade, facendosi guidare dagli sprazzi arancioni delle zucche spappolate. Volava piano e basso, con gli occhi bene aperti impegnati nella ricerca di un bagliore, di una catenella, un ciondolo o qualsiasi cosa potesse tradire la presenza del cimelio della famiglia Breckenridge. Talvolta si avvicinava abbastanza da capovolgere un pezzo di zucca con la mano, quando ne trovava uno che poteva magari nascondere il gioiello, oppure chiedeva a un passante se avesse visto qualcosa di simile nei paraggi. La ricerca non era semplice ma lei era abituata ai lavori certosini e di pazienza, perciò continuò a perlustrare i paraggi cercando di prestare la massima attenzione e di controllare con cura ogni angolo dove sarebbe potuto finire il cimelio. Quando le sembrò di aver scandagliato ogni parte di quell’area che fosse stata segnata dalle tracce di zucca, riprese quota per spostarsi in un’altra zona. L’atmosfera si era fatta brillante di raggi solari e Auburn fu contenta di avere messo lenti particolarmente scure: apprezzò il paesaggio mentre guadagnava altezza e avvistò in lontananza uno stormo che si avvicinava. Le ci volle un po’ per riconoscerli come puffins, dicendosi che non ne aveva mai visto un gruppo così numeroso: erano uccelli simpatici, che però volavano molto veloce e in momenti come quello era difficile distinguere, a meno che non si fosse abbastanza vicini. La curiosità, si sa, era una tentazione pericolosa per le gatte, e infatti Auburn si trovò dopo poco in una situazione che forse avrebbe dovuto evitare: decine, forse centinaia di pulcinelle di mare che un attimo prima aveva osservato ammirata arrivarono a circondarla, rendendole difficile orientare la guida nel tentativo di non scontrarsi con alcuna di esse. Cercò di perdere quota per uscire dallo sciame il prima possibile, ma il sole la accecava e tutti quei pennuti in volo intorno a lei la confondevano, inoltre una tetra realizzazione scatenò il panico nella sua mente: il motivo per cui più temeva gli uccelli che volavano sopra di lei e li teneva sempre d’occhio, spostandosi il prima possibile dalla loro traiettoria. La loro, e quella dei loro alacri intestini.


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