Rammendare il poncho? Rammendare il...?
Jelonek aveva un'idea molto chiara dell'aspetto che aveva la sua fedina penale. In realtà, soltanto i rapporti delle Espulsioni e i necrologi potevano essere letture più divertenti di una fedina penale. O le biografie. Ridurre un'esistenza in righe o lapidarie espressioni addirittura prive di soggetto o altri imprescindibili elementi di analisi logica - o comunque andassero chiamati.
Capi d'accusa. Grandi gesta. Il "fin dei conti", il "tirare le somme", qualsiasi cosa significasse. In fin dei conti, insomma, alla fine, in conclusione, secondo l'opinione di Evey Atkinson la cosa più discutibile che le avesse fatto era l'averle dato il suo poncho affinché lo riparasse. Il poncho apparteneva alla sua tremolante quotidianità. Chi non ci aveva messo le mani sopra, dopotutto?
No, nel suo Necrologio Penale Ricattabile c'erano molte altre voci prima, per esempio:
-Contatto Anomalo in: Foresta Proibita, Lago Nero, Bagno del Pub "I Tre Manici di Scopa", Sala Trofei;
-Volo di Prodotto di Pasticceria con Impatto su Faccia;
-Regalo Scandaloso acquistato in Diagon Alley e consegnato in detta Sala Trofei;
-Rimozione Schegge;
-Falsificazione di Pettegolezzi;
-Corruzione di Aitante Prefetto;
-Giro di Scommesse Illegali per fine secondario;
-Malelingue sulla più Alta Carica di sempre.Come aveva immaginato, non era ricattabile, dopotutto. Tuttavia, il suo candido desiderio sulle uova di drago di Mielandia gli toccò il cuore. Ovunque si trovasse.
Era sempre stato il compagno a cui tutti chiedevano i soldi per lo shopping a Hogsmeade; all'epoca, purtroppo, non li aveva. Ma non si era mai opposto al resto impartitogli in scazzottate. Era importante essere picchiati quando si andava a scuola. Forgiava il... boh, probabilmente forgiava qualcosa. Bastava guardare lui, no? Era o non era incredibilmente
forgiato?
Sorrise vagamente al pensiero, mentre lanciava un'occhiata furtiva al proprio Trofeo, troneggiante al di sopra di tutte le loro teste, al di sopra di tutti gli altri. Un monumento agli ultimi che diventavano primi - in un qualche senso che non a tutti era facile cogliere.
(Nemmeno a lui.)
-Resterai a bocca aperta quando vedrai quanto velocemente riesco a scrivere alla lavagna.
Con entrambe le mani-
Il suo ambidestrismo su superficie verticale gli aveva salvato la vita in più occasioni. Era uno di quei rari talenti che fanno la differenza. Non aveva granché da annotare sulla lavagna, in realtà, ma avrebbe comunque scritto qualcosa come "LEZIONE DI OCCLUMANZIA" tanto per mostrare il suo potere e impressionare i primi banchi. Gli studenti seduti ai primi banchi, ovviamente, non le tavole di legno.
Quell'idea era così eccitante che gli fece lamentare lo stomaco. In Polonia non si saltava mai l'ora del té. Non che ci fosse mai stato abbastanza tempo da saperlo.
-Resta qui- le impose coraggiosamente, alzandosi in piedi e stiracchiandosi le braccia -Se non vuoi usare quel tuo
Accidentaccio per fare arrivare qui il cibo, dovrò andarci io-
Era naturalmente portato al sacrificio. E alla galanteria, come a Evey doveva ormai essere ben noto.
Il suo pastrano attirava troppa attenzione, non come la sua discreta e inseparabile sciarpa di Grifondoro. Si tolse il cappotto, rimanendo con un maglione di lana in stile tartan, come non li facevano più (
davvero non li facevano più: aveva ripescato quell'ultimo esemplare da un cassonetto dietro la fabbrica, disgraziatamente fallita). La lasciò ammirare per qualche secondo l'abbinamento delle righe della sciarpa mandyesca con il natalizio motivo scozzese, senza dare troppo nell'occhio, quindi si avviò scalzo all'ingresso della Sala Trofei, tenendo il petto in fuori e ravviandosi la sciarpona più e più volte.
I'm going on an Adventure!
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Fu di ritorno molto prima del previsto. Le Cucine erano il suo punto di riferimento in quel castello, la sua Rosa dei Venti. Non poteva fallire. La sua principale difficoltà era stata la realizzazione agghiacciante di avere lasciato i suoi calzini "BUON LUNEDI'!" in mano a Evey. Non che vagare a piedi nudi fosse un problema; la sua apprensione derivava invece dall'averli lasciati in ostaggio alla pericolosa Mangiamorte, che non li apprezzava come avrebbe dovuto fare qualsiasi persona con un briciolo di gusto.
Jelonek fece il suo ingresso con una teiera fumante in una mano e un piatto di biscotti nell'altra. Gli elfi si erano rifiutati di dagli qualcosa di più eccitante dei classici pasticcini da tè con allegri cuoricini di glassa; sostenevano che il cioccolato fosse finito, in tutte le sue forme. Una sporca bugia, ma aveva troppa fame per procedere con un interrogatorio formale. Per strada, J. F. aveva offerto un biscotto a una bambina del primo anno che piangeva per una caduta dalla scopa, ma lei era scappata appena lo aveva visto. Troppo Natale in un colpo solo, forse.
Senza altri ostacoli, dopo avere chiesto qualche indicazione sulla strada e avere realizzato che stava raggiungendo l'Aula di Incantesimi, era finalmente riuscito a trovare la Sala Trofei.
Si avvicinò all'Amantello con gran sussiego e appoggiò prima i biscotti, poi la teiera (d'accordo, qualche goccia bollente si riversò fuori, ma ehi...). L'incredulità di Evey sulla riuscita della sua quest era palpabile.
Fu solo quando stava per tornare seduto che si accorse di quello che si era dimenticato. Del motivo per cui gli elfi ridacchiavano alle sue spalle.
Le tazzine!Non si lasciò prendere dal panico nemmeno per un secondo. Quello non sarebbe stato un altro Tè Incompleto, come quello nella Foresta Proibita. Non quella volta, quando erano circondati da potenziali tazzine.
-Non temere-
Sorrise con grande fiducia di sé. Quindi si diresse alla teca più vicina e girò la piccola chiave. Le sue mani si strinsero subito sulla Coppa del Quidditch vinta da Tassorosso nel lontano 1897 (grande annata) e sul Premio per Qualcosa di un certo Patus Kakus, di un paio di anni prima.
Sedette con soddisfazione e le porse la seconda coppa, prima di iniziare a versarsi il tè nella propria.
Nessuna serie di trionfi poteva definirsi tale senza una morale degna. Jelonek si schiarì la voce mentre alzava la Coppa del Quidditch, come proponendo un brindisi.
-Se la montagna non va da... Thorin, Thorin va dalla montagna-
Le allusioni a grandi successi letterari babbani degli anni Cinquanta non potevano mai andare sprecate.
Si chiuda il sipario. Applausi.
J. F.