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Il Natale. Amavo quella festività più di qualsiasi altra cosa. Mi piaceva rispettare le tradizioni di famiglia, ma da quando ero arrivata a Hogwarts le cose erano un po’ cambiate. Dovevo ammettere, però, che passando i diversi Natali qui, mi ero sempre più innamorata. Hogwarts addobbata natalizia era spettacolare e sempre più meravigliosa ogni anno.
Il preside Dolus aveva organizzato un pranzo, anche se nessuno studente - praticamente - poteva azzardarsi a toccare cibo. Eh, già. Il Morbo Bianco. La maledizione di Hogwarts. Quest’anno era di sicuro uno dei più tetri per colpa di questo maledetto morbo. Essendone affetta, sapevo che non potevo toccare cibo, ma non volevo privarmi di una festa del genere. Sapevo che ci sarebbero stati tutti quanti, o almeno la maggior parte. Chissà, avrei potuto rivedere Louis dopo tanto tempo oppure Kristen, o Matt o mia sorella Skyle. Avevo proprio voglia di rivederli. Avevo anche fatto un regalo per Skyle, ma lo zio Peter doveva ancora mandarmelo. Era una piccola tradizione di famiglia, dalla parte di mamma, naturalmente. La moglie di mio zio Peter era una babbana e si occupava di costruire gioielli. Sono bellissimi. Grazie a lei, era stata portata avanti alla tradizione che c’era da secoli. Si incideva su una collana di metallo le iniziali di due persone, di solito sposate, ma nel corso del tempo era stato fatto anche con i fratelli, o i cugini, o un amico o qualsiasi persona cara. Io avevo deciso di farlo con Skyle, ma avevo avvisato troppo tardi lo zio Peter, perciò il regalo non era ancora arrivato. Ero pronta per il pranzo, con un semplice maglione rosso molto caldo, un paio di jeans scuri e degli anfibi ai piedi. I capelli li avevo lasciati sciolti, non avevo motivo di legarli. Raggiunsi la Sala Grande e vidi che già molti studenti erano accorsi lì. Adocchiai per fortuna Skyle e la vidi accanto a un ragazzo. Un ragazzo? Il suo ragazzo? Oh-oh, la signorina doveva raccontarmi tante cose, se proprio di quello si trattava. Però, chissà, poteva anche essere un semplice amico. Dopo aver salutato diverse persone qua e là, mi avvicinai a Skyle e notai che la sua mano era stretta a quella del ragazzo. “Ok, penso di aver capito”, dedussi nella mia testa, sorridendo per la felicità di mia sorella. Mi avvicinai silenziosamente, dato che c’era molto rumore nella stanza probabilmente non mi aveva notata. Non appena la raggiunsi, le appoggiai le mani sulle spalle e esclamai: “Skyle!”, risi, “Buon Natale!”, mi rivolsi anche ai ragazzi lì affianco. “È occupato? Disturbo?”, chiesi indicando un posto accanto a Skyle. |