Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Posts written by Sybil Vane

view post Posted: 12/2/2022, 00:35 Angus MacEwen - Infermeria
- Angus - lo salutò accennando un sorriso, sottintendendo che sarebbe stata lei, ancora una volta, a occuparsi di far scomparire i danni lasciati dal quidditch.
Subito ringraziò la Medimaga e le si affiancò per portare il battitore alla prima postazione libera.
- Tassorosso sta reggendo botta, eh? - la fronte della bionda per qualche secondo, mentre rimuoveva le medicature del pronto soccorso, si increspò in una punta di preoccupazione. L’ultima partita di Campionato, quella che non avrebbe potuto giocare, era contro di loro e forse li stavano sottovalutando. D’altra parte non poteva che essere felice per i pochi punti conquistati dai bronzo-blù, anche se davanti ad Angus - che in quelle situazioni le sembrava sempre a uno zellino dalla bestemmia - non l’avrebbe fatto intendere.
- Riesci a tenere sollevata la maglia? - chiese gentilmente pulendo la zona colpita e studiando l’ematoma sull’addome del ragazzo. Nel punto dell’impatto la pelle si presentava leggermente gonfia e livida, ma niente indicava alla stagista la presenza di qualcosa che andasse oltre il danno superficiale. Eppure quel colpo doveva esser stato più pesante di quelli subiti in passato dal ragazzo o curati in precedenza dalla stagista, che ritenne opportuno l’uso di una pozione antidolorifica.
- Niente Epismendo ‘sto giro, ma tieni… mmm… - si voltò cercando nell’armadietto alle sue spalle la fiala contenente il magico antidolorifico -... ecco, butta giù questa! Ti sentirai subito meglio, ma dovrai comunque passare qui almeno due ore a riposare - facendo scomparire in un secchio i resti delle fasciature fatte sul campo e controllando con la coda dell’occhio che il corvo bevesse la pozione, Sybil recuperò anche la Pasta per Ematomi che avrebbe applicato abbondantemente - ben due strati - sulla zona livida. Conclusa anche quell’operazione si apprestò a chiudere le tendine intorno alla sua postazione, lasciandogli il tempo di riprendersi.
- Va meglio, senti ancora dolore? - avrebbe chiesto approssimativamente due ore più tardi. Prima di entrare avrebbe controllato che Angus fosse sveglio e poi la sua attenzione sarebbe passata sull’addome ancora leggermente rosato, ma sicuramente in via di guarigione.
- Bene, se riesci a sollevarti senza difficoltà puoi già raggiungere i tuoi compagni - l’avrebbe invitato a sedersi e sollevarsi dal lettino, pronta in caso di successo a firmare le carte di dimissioni.

-Danni semi-permanenti riportati: si, dolore alla zona colpita da citare nel prossimo post prima della pozione antidolorifica.
-Danni permanenti: non se la paziente risponde entro 5 giorni
-Messaggi di risposta richiesti prima di poter essere dimessi: 1
-Priorità di risposta in Infermeria/San Mungo rispetto ad altre role: No.
view post Posted: 3/2/2022, 15:52 Trish Andersen - Infermeria
- Trish da quanto tempo - ironizzò la serpe che, finito l’allenamento, aveva avuto giusto il tempo di posare la Nimbus e lanciare nella borsa paragomiti e ginocchiere, per poi seguire medimaga e paziente fino all’infermeria - penso che dovrei farmi cambiare i turni, arrivo sempre qui distrutta da Morgana… più degli altri Capitani ha come motto sangue, lacrime e sudore, non trovi? - chiese e se dalle parole poteva sembrare una lamentela, il tono la faceva sembrare più un vanto.
- Beh, mettiti comoda mentre raccolgo il necessario, tra poco il braccio sarà come nuovo su quella nota la Vane chiuse le tendine intorno al lettino dove si era sistemata Trish, allontanandosi verso l’armadietto in fondo alla sala dove erano stipate le scorte di Pasta per Ematomi - a proposito, ma come ha fatto un Bolide a colpire due persone? - chiese tornando con un filo di dispiacere sia per non essersi goduta a pieno la scena, sia per non averla personalmente provocata.
Intanto le mani pallide e fredde della ragazza - aveva provato a scaldarle un po’ prima di mettersi all’opera, ma l’ora di allenamento nell’aria gelida di gennaio aveva avuto la meglio - si muovevano in una sorta di automatismo liberando la zona colpita dalle medicazioni fatte sul campo.
- Erick ha assestato colpi migliori, su di me per lo più… - commentò studiando le striature violastre che si stavano già formando sull’incarnato chiaro della ragazza - Epismendo, Pasta per Ematomi, un po’ di riposo e potrai tornare alle tesine, okay? - spiegò la procedura per poi estrarre la bacchetta, puntarla sull’ematoma e castare un Epismendo. Quindi, dopo aver verificato la riuscita dell’incantesimo, spalmò un generoso strato di Pasta per Ematomi sulla spalla della battitrice.
Cercò di essere rapida e delicata nei movimenti e nel giro di pochi minuti visita e medicazione erano terminate e Sybil riordinava la postazione.
- Programmi per quando avrai finito con i M.A.G.O.? - chiese sforzandosi a mantenere il tono disinvolto, mentre avvolgeva la garza e richiudeva i barattoli di crema.
In realtà i piani per il futuro di Trish la interessavano più di quanto fosse disposta ad ammettere. Sarebbe presto arrivato anche il suo momento di chiudere quel capitolo durato anni. Non aspettava altro che diventare indipendente, ma allo stesso tempo la vita fuori da Hogwarts le appariva come una grande spaventosa incognita. Non avrebbe saputo da dove iniziare ed era curiosa di sapere con quale spirito, paura o entusiasmo la Andersen stesse affrontando il cambiamento.


-Danni semi-permanenti riportati: si, lieve dolore alla spalla da citare prima dell'applicazione dell'Incantesimo
-Danni permanenti: non se la paziente risponde entro 5 giorni
-Messaggi di risposta richiesti prima di poter essere dimessi: 1
-Priorità di risposta in Infermeria/San Mungo rispetto ad altre role: NO.
view post Posted: 30/1/2022, 23:43 January on Hogwarts street - Campo di Quidditch
Al richiamo della capitana Sybil si era girata appena in tempo per assistere alla perfetta esemplificazione di cosa un Bolide impazzito fosse in grado di fare. Con ingiustificato furore, la bionda si allungò sul manico prendendo velocità e raggiungendo il battitore rosso. Solo a poco più di un metro da lui si sarebbe presa la briga di frenare bruscamente e, una volta affiancato, avrebbe sfruttato il residuo dello slancio per piazzargli un bel pugno sulla spalla. Nel farlo sarebbe stata però attenta a colpire la protezione della divisa, non essendo intenzionata a fargli male, ma solo ad attirare l’attenzione e far capire che un colpo c’era stato.
- Lo volevo io il battesimo del nuovo - strinse gli occhi in uno sguardo affilato - io boh, uno non può nemmeno prendersi una pausa come battitrice che vengono bolidate persone per la prima volta - lo sguardo scivolò poi verso la platinata e con un piccolo ghigno ricordò del suo battesimo di ferro: tutto merito di Sybil, che orgoglio.
Messi i piedi a terra fu proprio a lei che si avvicinò cercando di intuire, senza riuscirci, l’entità del danno. Sicuramente sotto il tessuto verde si stava formando un ematoma e, se Sybil ricordava bene i propri turni, sarebbe stata lei a curarlo.
Non fece in tempo ad analizzare meglio il colpo che cominciò il nuovo esercizio. Il commento di John, così inaspettato, la spiazzò per un secondo, quello impiegato a processare tono e parole, comprendendo solo poi lo scopo della provocazione. - Sbagli, è Ec che ha il pallino per i purosangue. Sussurra ‘prima la razza pura’ mentre dorme, imbarazzante - rispose seguendo con lo sguardo gli spostamenti della Pluffa e subito si rese conto che non sarebbe riuscita a recuperarla nella mischia. Troppe persone troppo agguerrite, due delle quali avrebbero potuto regalarle l’Infermeria con un solo placcaggio. No, piuttosto le flessioni.
Allora, lasciandoli litigare per la prima Pluffa, la serpe si sarebbe cercata una posizione di tutto rispetto per la seconda. Era tentata di arrampicarsi sul macchinario, avvicinarsi alla bocca e afferrare la palla appena lanciata, dall’alto. Quello però sembrava barare perfino in un gioco senza regole, ma soprattutto a preoccuparla c’era la pressione applicata dal macchinario alla palla e la possibilità di farsi ancora più male che in mischia. Mentre gli altri erano occupati non sarebbe stato in ogni caso troppo difficile accaparrarsi il posto migliore per la ricezione, se non fosse stato per Trish che prima di lei aveva avuto la medesima idea.
In quel momento giungeva il dilemma morale: era forse sbagliato placcare una persona reduce da un bolide?
Risolvendosi che no, non lo era a patto di colpire la spalla ancora buona, Sybil si sarebbe posizionata di conseguenza.
- Mi raccomando stai attenta con quella spalla, che sono scarsa come infermiera -
Il piano sarebbe stato quello di aspettare il suo salto in avanti e saltare di conseguenza cercando di squilibrarla con una spallata e rubarle la Pluffa. Se ci fosse riuscita avrebbe cominciato a correre nella direzione più libera, cercando di allontanarsi sempre di più rispetto ai compagni. Non si sarebbe messa a zig-zagare e a muoversi in modo particolare o quel carro armato-corazzato-militare di Xavier l’avrebbe recuperata e placcata in un attimo. Se fosse riuscita a conquistare la Pluffa avrebbe puntato tutto sulla sua agilità e sulla falcata lunga, tentando semplicemente di distanziare gli altri per i secondi necessari e nel farlo sarebbe corsa verso l’estremità opposta del campo.
Se tutto fosse andato bene il ritorno verso il manichino, suo malgrado, avrebbe dovuto affrontarlo improvvisandosi rugbista. Testa bassa, Pluffa al petto e ginocchia piegate per non crollare alla prima spallata. Sarebbe corsa verso il macchinario, cercando questa volta di rendersi sfuggente, optare per le vie più libere e schivare dove possibile il corpo a corpo, ma se una spallata si fosse resa necessaria la Vane non si sarebbe certo fatta pregare.
view post Posted: 30/1/2022, 12:53 BOLLETTINO - Gennaio 2022 - Bollettini
Buongiorno, comunico di aver agito qui in merito all'AR:

CITAZIONE
7-VOCI DI CORRIDOIO
Si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui le autorità scolastiche di Serpeverde promuovano la propaganda Purosangue che per anni ha caratterizzato la Casata. Sarebbe stata una passione radicale per il sangue puro ad avere facilitato alla studentessa Trish Andersen il suo glorioso percorso scolastico.
[F: Diceria]
[AR]
view post Posted: 27/1/2022, 14:39 You Me Her - Cortile Interno
Aveva sempre trovato molto divertenti le voci che giravano tra le mura del Castello. Forse, inizialmente, l’aveva infastidita trovarsi a esserne protagonista, ma poi ci aveva fatto l’abitudine e sapeva che ogni diceria veniva rapidamente dimenticata e sostituita da una nuova, in un crescendo di fantasia e calunnia. Semplicemente veniva detto troppo per risultare credibile e, se la intratteneva pensare tradimenti nel corpo docente o figurarsi MacEwen, Bertrand e Hamilton liberare nella notte gnomi di San Valentino, sapeva che le voci erano affidabili quanto le ampolle di liquido tinto di giallo spacciate nei bagni con il nome di Felix Felicis. Le dicerie più ingiuriose poi risultavano essere sempre le più fantasiose. Per questo non l’aveva presa particolarmente sul personale quando per due anni di seguito le avevano imputato accuse più che gravi, ma doveva ammettere che quella particolare accusa un po’ la scuoteva.
Toccava un tasto che non si poteva dire propriamente dolente, ma che la Vane preferiva non venisse toccato. Esistevano ancora maghi e streghe che condividevano certe idee e la serpe non avrebbe né voluto trovarseli davanti, né essere associata ad essi.
Era mangiamorte, mica stronza.
Da quando non le era permesso uscire dalle mura l’unico posto dove potesse sostituire la luce delle lanterne con quella del sole era rimasto il cortile interno ed era lì che si stava avviando con passo incerto, rallentando e voltandosi alle volte per scoprire sguardi indiscreti, dubbiosi o ostili. Insieme a un raggio di sole sul suo volto, la raggiunse anche la voce della Caposcuola, che per la bionda era rimasta tale anche dopo il passaggio della nomina. Soprattutto negli ultimi tempi le era capitato più volte di immaginare di svegliarsi una mattina ed essere tornata all’anno prima, quando Trish riusciva a sostenere il peso della casata e il clima nei sotterranei non era saturo di punizioni e insulti.
Le sarebbe piaciuto sganciare la spilla dal maglione, lasciarla tra le sue mani e dirle che poteva scordarsi di andar via e crescere, mentre lei restava indietro. Il whisky incendiario e la villetta a due piani con giardino potevano aspettare finché Sybil non se ne fosse fatta una ragione di dover perdere un altro punto di riferimento, finendo per sentirsi ancora più sola.
Quel pensiero però era infantile, egoistico e non sarebbe mai stato espresso. Avrebbe dovuto essere felice per lei, per il whisky e per la casetta a due piani con giardino. Si sarebbe assicurata che non mettesse la moquette in bagno, gli inglesi ne facevano di aberrazioni simili. Lei però era norvegese e aveva più classe, forse non c’era bisogno di vegliare sulla ristrutturazione, non ne avrebbe fatte di pacchianate.
In ogni caso quel pomeriggio non si trovava in cortile né per comportarsi da bambina, né per proporsi come interior designer. La voce alta e il tono sarcastico di Trish - così tipico - erano il punto.
- E io che dovrei dire con un padre babbano nemmeno troppo sveglio, Trish? Tu almeno bilanci in qualche modo questa sconveniente anemia magica - si avvicinò alle due parlando, anche se non avendo sentito dall’inizio il loro discorso non ne conosceva il senso - ma io non so proprio come fare, perché se l’inno è ’prima i purosangue’ perché superiori - concordi Ec? - ma io sono mezzosangue e nel profondo del mio ego mi sento superiore a tutti… beh il dramma interiore è grande - sbuffò appena - conoscete bravi magipsichiatri al San Mungo? potrei averne bisogno… - incrociò le braccia dietro la schiena, lanciando rapide occhiate verso il porticato per scoprire se qualcuno le stesse ascoltando.
A quel punto, se lei aveva una crisi di identità e Trish un ego che non poteva essere contenuto entro i confini nazionali, restava da scoprire cosa affliggesse la Prefetta.

Edited by Sybil Vane - 28/1/2022, 01:06
view post Posted: 24/1/2022, 22:22 January on Hogwarts street - Campo di Quidditch
MacEwen, cosa?
Alle parole di Sugar, non dirette a lei sentite a stento, Sybil avrebbe trattenuto a stento una risata prima di concentrarsi sulla contesa.
Gli occhi sulla Pluffa, i muscoli già in tensione e il respiro regolare, la ragazza sarebbe scattata verso l'alto appena avesse visto la Pluffa sollevarsi. Posizionandosi per la presa, avrebbe cercato di ostacolare Xavier durante lo scatto. Il braccio destro ben teso in avanti sarebbe culminato nel palmo aperto, con le dita larghe e pronte a chiudersi a contatto con il cuoio della Pluffa. Se lei per prima avesse raggiunto la Pluffa, avrebbe subito stretto le dita nei rialzi tra le concavità della palla e subito l’avrebbe portata contro il petto per scongiurare un primo tentativo di furto. Conoscendo l’amore della serpe per le spallate da disarcionamento e non volendo subirne, si sarebbe stretta al manico il più possibile nel tentativo di stabilizzarsi prima di subire il colpo. Se fosse riuscita nel suo intento sarebbe volata senza esitazione verso gli anelli, cercando con lo sguardo Sugar per un primo, rapido, passaggio laterale. Avrebbe rapidamente caricato la Pluffa dietro la nuca e lanciato in una traiettoria obliqua sfruttando il momento in cui la marcatura non sarebbe stata ancora pressante per tentare il tiro. Con la Pluffa caricata dietro la nuca, la Vane avrebbe mantenuto le gambe con i muscoli contratti per garantirsi equilibrio e bilanciando il torso che sarebbe stato inclinato all’indietro così da avere maggiore slancio durante il tiro. Con la schiena incurvata all’indietro e l’addome contratto, Sybil sarebbe scattata in avanti a mo di molla dando inizio al lancio. Se tutto fosse andato per il verso giusto, sarebbe stato il turno di Sugar di guidare il gioco e la Vane ne avrebbe seguito i movimenti, pronta a porsi dietro di lei se avesse deciso di proseguire i passaggi con un Reverse. Si sarebbe quindi lanciata in avanti per afferrare la scarlatta e se ci fosse riuscita, sarebbe scattata verso gli anelli prendendo quota in una traiettoria obliqua. Visto l’esercizio appena terminato, la serpe si sarebbe aspettata che la giocatrice più grande avrebbe intuito le sue intenzioni, seppure la loro esperienza insieme era poca. L’avrebbe osservata controllando che si posizionasse sotto di lei e, se l’avesse fatto, la Vane avrebbe lanciato la Pluffa verso il basso, altrimenti avrebbe eseguito un nuovo passaggio laterle.
Nel caso sfortunato, ma comunque assai probabile, in cui Xavier fosse uscito vincitore dalla contesa, la serpe non avrebbe perso tempo cominciando insieme a Sugar la marcatura dei due avversari. Procedendo con una serie di spallate, avrebbe tentato di seguire i movimenti del cacciatore, rimanendo sempre al suo fianco per complicare la sua avanzata. Al momento del passaggio si sarebbe subito frapposta tra lei e il nuovo giocatore, allungandosi verso la Pluffa per tentare di intercettare il tiro. Se a lei o alla sua compagna fosse riuscito di prendere il possesso della scarlatta, sarebbe seguita una brusca virata verso gli anelli avversari, l’avanzata e i passaggi.
view post Posted: 19/1/2022, 01:23 January on Hogwarts street - Campo di Quidditch
Sybil annuì alle indicazioni di Morgana per poi concentrarsi su John, mentre al limite del suo campo visivo gli altri due cacciatori cominciavano l’esercizio. La strega scozzese era stata chiara nel dare le indicazioni e Sybil sapeva che non si sarebbe potuta limitare ad eseguire la manovra, ma avrebbe dovuto anche accostarvi qualche spiegazione. Con il senno di poi le sarebbe piaciuto avere qualche spiegazione in più le prime volte che aveva ricoperto quel ruolo - lei i nomi delle tattiche all’inizio non li sapeva - eppure in quel momento non le sembrava ci fosse qualcosa da aggiungere alle parole di Morgana.
Tempismo e precisione son cose importanti.
- Non c’è molto da dire sulla Porkoff, in realtà… - pronunciò l’incipit della sua débâcle pedagogica, ma in fondo se il concasato già conosceva la teoria, restava solo che provare finché la pratica non gli avesse insegnato a padroneggiare i tempi.
- Arrivati al centrocampo faremo in modo di farti avere il possesso della Pluffa, così potrai provare per primo. Dovrai prendere quota e sfrecciare verso gli anelli in una traiettoria obliqua, io ti seguirò dal basso - cominciò spiegando cose che era sicura il ragazzo avesse già studiato a lezione di volo e intanto il momento di partire si faceva più vicino - dovrai tenere d’occhio i miei movimenti e, quando saremo vicino agli anelli, trovare il momento giusto per lanciare. La manovra serve a cogliere sprovvisti gli avversari quindi, almeno idealmente, dovrai passare la Pluffa dando al compagno la possibilità di tirare agli anelli subito dopo la cattura - la prima coppia terminò l’esercizio e Sybil di conseguenza accelerò il fluire delle parole, posizionandosi intanto vicina alla sparapluffe - quando lanci devi anche ricordare che ci staremo entrambi muovendo a grandi velocità e il tempo che la palla impiega a cadere dovrà pareggiare quello necessario per raggiungerla. Per questo consiglio, quando si sta alla ricezione, di rimanere sempre leggermente indietro rispetto al compagno - è più semplice velocizzare che frenare in queste situazioni e così si ha il tempo di aggiustare il tiro - e di lanciare la Pluffa in modo deciso e con potenza quando si è nell’altro ruolo - continuò sperando di risultare comprensibile. Poi il suono della sparapluffe l’avrebbe fatta scattare in avanti con il braccio teso, pronta a fronteggiare John nella sua prima contesa. La distrazione per la spiegazione le avrebbe fatto da alibi nel caso il novellino l’avesse battuta due minuti dopo aver messo piede in campo per la prima volta.
- Insomma, la palla deve essere lanciata, direzionata, non semplicemente lasciata in balia della gravità e… umh… attento ai Bolidi! - avrebbe concluso il proprio discorso, usando la mano destra per pilotare la Nimbus e la mancina per ricevere e tirare la scarlatta nella serie di passaggi.
La mano non dominante era stata allenata già diverse volte, ma Sybil non si poteva ancora dire perfettamente ambidestra nel quidditch. Continuava ad avere una presa leggermente più debole sul cuoio, una potenza e una precisione minori. Un esterno probabilmente non l’avrebbe notato, ma lei che conosceva le potenzialità dell’altro braccio si rendeva conto del possibile miglioramento e durante quegli scambi si sarebbe concentrata in particolar modo nel saldare la presa e caricare il braccio sempre più velocemente tramite movimenti fluidi.
Arrivata a centrocampo avrebbe effettuato il passaggio decisivo verso John.
- Pronto? - l’interrogativo sarebbe stato retorico e il tono incoraggiante. Poi Sybil l’avrebbe seguito dal basso e come un ombra. Anche lei, come il suo compagno, avrebbe preso quota, ma rimanendo qualche metro più in basso e indietro rispetto a lui. Una volta raggiunta l’area di punteggio si sarebbe preparata a ricevere, pronta a individuare la traiettoria della Pluffa, accelerare e direzionare la Nimbus di conseguenza.
Se fosse riuscita a stringere la Pluffa tra le mani, avrebbe cercato di non sprecare il dinamismo dell’azione, portando subito la scarlatta dietro la nuca e scagliandola subito dopo nell’anello di destra, coperto da Morgana.
Una seconda serie di passaggi li avrebbe portati a risistemare la Pluffa al proprio posto e ripetere l’esercizio con la possibilità di invertire i ruoli.
Durante i passaggi la Vane non si sarebbe poi dimenticata del consiglio dato al compagno, tenendosi sempre pronta a schivare eventuali Bolidi.
view post Posted: 15/1/2022, 17:45 Welcome to the Playground - Lago Nero
- Ma no… - sorpresa, lei? Ma no, mai, non aveva dubitato un secondo e il libro che si era portata in caso la tassa l’avesse abbandonata lì era solo un’illusione ottica - è dell’affidabilità del servizio postale che dubitavo - sorrise con i pattini ancora a mezz’aria.
Il mantello verde smeraldo che le copriva le spalle era disteso sulla corteccia del salice del delitto. La luce che s’infrangeva sulle pieghe del velluto creava un chiaroscuro di verdi, dove le tonalità più cupe somigliavano al vetro delle lanterne una volta spente e solo nelle zone più chiare si poteva intravedere una trama secondaria, argentata.
Un mantello di prim’ordine che non sarebbe dovuto essere posato su un albero innevato, ma la filosofia della serpe voleva che nessun problema fosse tanto grave da non poter essere risolto da un Gratta e Netta ben eseguito e allora, incurante, si stendeva a terra, appoggiata al salice. I pattini erano già stretti ai suoi piedi e lo sguardo vagava entusiasta lungo la superficie ghiacciata.
Un po’ di quell’entusiasmo venne meno alle parole dell’altra e, senza celare il disappunto in una smorfia, Sybil abbassò il secondo paio di pattini. Subito dopo però, a sentire le scuse accampate dalla Caposcuola, un sorrisetto non poté che increspare nuovamente le labbra sottili della ragazza.
- Una fortuna che tu sia venuta a pattinare con il braccio destro dell’infermiera - rispose con una punta di sarcasmo, sollevandosi da terra e usando l’albero come appoggio per non perdere l’equilibrio reso precario dalle due lame - non ti farai nulla che non possa essere risolto con un pò di pasta per ematomi sulle natiche… niente paura! - sorrise con infinita innocenza (finta), ricordando però con molto poco piacere la volta che era toccato al suo fondoschiena il viaggio in infermeria. Poi strinse i denti e scosse il capo - ma che dico, una battitrice esperta come te non può avere certo paura di qualche botta e sì, le opere d’arte sul salice vanno ammirate - l’occhio cadde su una coppia di troll in pose succinte - ci sarà tempo anche per quello - scrollò le spalle e fece un passo indietro, verso il limite del lago, per niente intenzionata a cedere. Ormai la serpe aveva deciso che quel pomeriggio sarebbe stato all’insegna del ghiaccio e delle cadute rovinose e lei, caratterialmente, non si distingueva per lo spirito flessibile.
Prese per un secondo in considerazione l’ipotesi di caricarsi sulle spalle la spillata che, se si preoccupava della sua dignità durante il pattinaggio, così l’avrebbe persa definitivamente. Sollevata e scaricata direttamente nel lago. Curiosamente, Sybil si sentiva abbastanza in confidenza e a proprio agio da non dar peso a concetti a lei tanto cari come il rispetto dello spazio personale. Eppure, tristemente, scartò l’idea per motivi di ordine puramente pratico.
- Dai su, che devo fare per convincerti? - chiese dando al tono anche una nota supplichevole, ma solo un accenno. Il labbro inferiore scivolò in avanti, nella convinzione della bionda di poter essere anche lei in grado di metter su un’espressione tenera, nonostante di solito ne preferisse di serie se non addirittura severe.
Gli studenti non avevano mai avuto la possibilità di avvicinarsi tanto alle sponde di quel lago tanto pericoloso da meritare l’epiteto di nero e l’occasione di farlo agli occhi della serpe non andava sprecata. Le possibili cadute della tassorosso rappresentavano in quel momento solo una piacevole aggiunta.
In più, a rendere l’opera di convincimento tanto più necessaria c’era il bisogno di tenersi occupata. Sybil, come aveva già avuto modo di sperimentare, si sentiva tranquilla in compagnia dell’altra Caposcuola e questo aveva dell’inspiegabile. Si conoscevano da poco, così poco che si poteva a stento dire che si conoscessero. Alla Vane mancavano tutta una serie di informazioni fondamentali per poter dire di conoscerla - tipo, chessò, come si chiamasse il suo criceto - e invece di usare quel tempo per parlare, conoscerla meglio e rischiare di scoprire di più su di lei, preferiva tenersi occupata e avere della compagna un’immagine fabbricata ad hoc. Un approccio sano insomma.
Per parlare di informazioni mancanti Alex in quel momento nemmeno sapeva che una fatina era nascosta nella tasca del suo mantello. Quello in realtà centrava ben poco con il discorso generale e in quel momento rappresentava un dato totalmente trascurabile, almeno finché la creatura demoniaca se ne fosse rimasta al suo posto.
- La prossima volta decidi tu, mi presterò a qualunque cosa la tua mente diabolica ideerà… senza storie - avanzò la sua offerta in quella difficile contrattazione, senza nemmeno rendersi conto di star presupponendo che ci sarebbe stata una prossima volta. Intanto lo sguardo si spostava dalla tassorosso ai pattini, aspettando di scoprire se ne avrebbe preso un paio o no.
- Anzi, voglio alzare la posta in gioco - gli angoli della bocca si sollevarono in un piccolo sorriso mentre la destra frugava nella tracolla con una certa insicurezza. Le era tornato in mente il loro ultimo incontro alla Stamberga insieme all'inaspettata sensazione di dover condividere con lei il frutto di quella giornata. Era strano, perché niente la obbligava a farlo e Sybil non era esattamente un ritratto di generosità e spirito di condivisione. Eppure non aveva fatto passi avanti da allora nella scoperta del passaggio e forse quello era il tipo di segreto che acquisisce valore se condiviso.
- In cambio questo - un pezzo di pergamena strappato e mal ridotto fu sventolato sotto gli occhi della tassa e sotto quelli di Sybil, sopresi dalle sue stesse azioni.
- Prendilo e più tardi vedi se ci capisci qualcosa, il tuo aiuto mi sarebbe davvero utile - avrebbe aggiunto non appena la ragazza avesse messo le mani sul foglio e la riluttanza nella voce sarebbe stata così sottile che si sarebbe sorpresa se Alex l'avesse colta.

Edited by Sybil Vane - 14/4/2022, 12:31
view post Posted: 13/1/2022, 19:52 January on Hogwarts street - Campo di Quidditch
Sybil raggiunse il campo trafelata, con i capelli ancora sciolti e i parabracci ancora da stringere. Un po’ in disparte rispetto al resto del gruppo, ascoltò Morgana e osservò con la coda dell’occhio il nuovo acquisto e i suoi compagni, mentre - Nimbus stretta tra le cosce - arrangiava la migliore imitazione di uno chignon, aggiustava il mantello, stringeva i lacci alle protezioni. Intanto la voce di Erick era abbastanza alta da raggiungere il suo udito, mentre il battitore esperto assegnava al ragazzo il genere sbagliato e cominciava l’esercizio senza nemmeno rendersene conto. Un sorrisetto si aprì sulle sue labbra alla spontaneità del norvegese che forse, senza volerlo, aveva messo a disagio la nuova serpe. Conoscendo Erick non c’era nulla che John avrebbe dovuto prendere sul personale, ma la verde-argento era convinta l’avrebbe fatto se l’allenamento si fosse concluso in Infermeria e con un ematoma. Sybil un po’ lo sperava, l’azione dei Bolidi scarseggiava ultimamente e nonostante il cambio di ruolo lividi e contusioni non avevano mai perso di fascino ai suoi occhi.
Subito dopo fu Xavier ad accogliere il ragazzo e Sybil, cercando di rimanere discreta, osservò con curiosità e un pizzico di invidia quello scambio. Il cercatore sembrava così a proprio agio con i compagni, disinibito e naturale, sempre amichevole, tutte qualità che Sybil pensava di non possedere.
- Cacciatore, eh? - si avvicinò finalmente al gruppo, preparandosi anche lei a cominciare il riscaldamento. Una piccola, amichevole pacca venne assestata sulla spalla di John, ma un ghigno non del tutto soffocato non nascondeva una punta di sfida. Con sguardo vispo studiò per un secondo la figura di Morgana. La Capitana era solita affidare i nuovi giocatori a un compagno più anziano e John era lì proprio per entrare nel trio dei cacciatori. L'allenamento si prospettava interessante...
Così, dopo aver salutato anche il nuovo giocatore, la cacciatrice si sarebbe inserita nella fila, cominciando a muoversi con una corsetta lenta, per lasciare che si stabilissero le distanze tra lei, chi la precedeva e chi la seguiva. Allo stesso modo si sarebbe presa qualche attimo per regolare il proprio passo con quello degli altri componenti della squadra, imitandone il ritmo per evitare di accalcarsi durante le fasi successive del riscaldamento. Allora la corsa calciata sarebbe diventata più marcata e la Vane si sarebbe impegnata sia a velocizzare il passo che a marcare i movimenti delle gambe perché i talloni si alternassero nel raggiungere ogni passo l’altezza dei glutei. Il movimento delle gambe sarebbe stato accompagnato da quello delle braccia, altrettanto marcato. Raggiunti gli Anelli nord, la corsa calciata sarebbe mutata in una normale, anche se rapida - sostenuta seppur non scattante. Con gli arti accostati al torso e i gomiti leggermente sporgenti, a passi lunghi avrebbe affrontato lo slalom partendo alla sinistra del primo palo e modificando la sua traiettoria ogni volta che si sarebbe trovata a metà tragitto tra un palo e il suo successivo. Superato il terzo palo la sua corsa si sarebbe tristemente e drammaticamente interrotta e la Caposcuola avrebbe nuovamente scoperto la magia del contatto con Madre Natura, con la terra, la bellezza delle macchie verde-erba sui guanti. Insomma, si sarebbe distesa al suolo, premendo i palmi sull’erba, distanziandoli prendendo a riferimento la distanza tra le spalle e cominciando la serie di piegamenti. Avrebbe steso le gambe, facendo perno sul terreno con le punte di piedi e tenendo le cosce e i polpacci ben tesi e la schiena rigida, avrebbe fatto leva sugli avambracci e cercato di regolare il respiro nel tentativo di non finire in debito d’ossigeno.
Contato fino a venti, la serpe si sarebbe sollevata da terra per ricominciare la corsa, questa volta mutata in uno skip. Un po’ come alle scale, a Morgana piaceva cambiare. Sybil non poteva che esserne felice, se non fosse stato per le pause dettate dal cambio di esercizi, le differenti difficoltà e il diverso sforzo muscolare, probabilmente non sarebbe arrivata a fine allenamento. Avrebbe cercato di mantenere un ritmo sempre costante e di portare le ginocchia quanto più in alto e così si sarebbe andata a posizionare davanti alla sparapluffe.
Allo sparo avrebbe osservato per un secondo la traiettoria impressa dal macchinario, così si sarebbe assicurata di essersi posizionata bene e in caso contrario si sarebbe spostata per facilitare la ricezione della scarlatta. Lo slalom del secondo gruppo di anelli sarebbe stato simile al primo, con la sola aggiunta dei palleggi. Sybil avrebbe portato le braccia al di sopra della testa, con i gomiti piegati e i muscoli in tensione. Quindi le avrebbe fatte scattare verso l’alto, tirando la pluffa sopra la sua testa senza andare a creare parabole troppo alte che avrebbero rallentato eccessivamente l’esercizio. Superati anche quegli anelli sarebbe corsa a rimettere la Pluffa al suo posto.
view post Posted: 5/1/2022, 11:49 Interludio - Lago Nero
Se le fosse stato chiesto, difficilmente l’irlandese sarebbe stata in grado di definirsi introversa o estroversa, l’una o l’altra. Questo forse deriva dal fatto che le personalità posseggono un grado di sfumatura che non può essere esaurito in una parola che, difatti, possiede un’ampiezza di definizione impossibile da contenere in tre righe di vocabolario. Introverso lo si può essere per il piacere che si prova nel passare del tempo soli con sé stessi, per la difficoltà ad aprirsi o la carenza di abilità sociali. Quelle la bionda aveva sempre ritenuto di averle in abbondanza, scordando per comodità che per superare i discorsi di circostanza con lei il percorso era lungo e travagliato. Fortunatamente, la bontà di Salazar voleva che con la corvonero non ci fosse nessun bisogno di uscire della circostanza e in quell’occasione la serpe poteva sopravvivere perfino al disagio interiore che solo i discorsi sul tempo possono risvegliare nell’animo di un essere sociale.
L’angolo destro delle sue labbra si sollevò ironico nel rendersi conto che era stata proprio lei a intavolare quel discorso in quella maniera, anche se a sua discolpa l’intenzione non era affatto quella di far conoscenza. Contro di lei andava però detto che il pericolo di una prematura morte causa assideramento non si poteva dire fondato e allora - forse, ma solo forse - si era fermata perché incuriosita dalla quella ragazza persa nei propri pensieri.
Secondo quel punto di vista, la serpe era davvero rea di aver cominciato una conversazione parlando del tempo. Che colpo basso.
- Questo posto è l’enigma meteorologico della modernità suppongo, è un bene… sembra un campo così noioso altrimenti - le iridi chiare, quasi grigie in quella luce, si sollevarono verso il cielo e lo sguardo scivolò sui contorni di alcune nuvole, scure come lo erano ormai da mesi. Doveva ammettere che quella condizione di costante maltempo unita al freddo pungente l’aveva avvilita agli inizi, ma con il passare dei giorni aveva smesso di notare le avvisaglie del temporale. Più difficile era stato sopire l’angoscia che il cielo plumbeo portava con sé, dal momento che Sybil come altri aveva voluto vedere in quel fenomeno una correlazione con gli ultimi attacchi al Castello.
- I Negromanti devono aver un gran senso della teatralità - aggiunse a mezza voce, quasi come se quella osservazione fosse rivolta a sé stessa, mentre gli occhi erano ancora fissi sul cielo. Una scelta scenografica apprezzabile che anche la bionda, se mai fosse diventata la strega cattiva di un racconto, avrebbe adottato con piacere e dovunque fosse andata una serie di temporali l’avrebbero seguita, terrorizzando le sue vittime. Mica gobbiglie.
Alla seconda osservazione della ragazza, la Vane scosse il capo con una punta di divertimento.
- Dolus ha tentato, ha castato l’incantesimo modificato su alla gufaia - parlò con serietà, pensando che quella storiella era sicuramente più innocua rispetto alle altre che già si raccontavano sul Preside - un grifondoro intento a mangiare una mela, cosa gravissima, è stato respinto, ha perso l’equilibrio e… - inspirò -Merlino, non ho mai visto tante ossa rotte… quell’insensibile di MacEwen sogghignava pure - la scelta del caposcuola era ovviamente dipesa dai colori della divisa che aveva davanti, ma anche senza quelli a voler essere verosimili avrebbe optato per Angus.
- E per quanto riguarda le diottrie, hai mai visto uno spillato con gli occhiali tu? - chiese guardandola con un sopracciglio sollevato e solo in quel momento si rese conto di non ricordarne il nome. Si parlava di ricordare, perché almeno a lezione doveva averlo sentito, ma i nomi che conosceva pur non conoscendo i loro portatori si limitavano alla cerchia verde-argento. Le avrebbe fatto comodo in quel momento poter dare una sbirciata all’agenda nera di Angus, dove sicuramente avrebbe trovato qualche parola sulla corva.
A interrompere il corso dei suoi pensieri fu un verso stridulo. Sybil si guardò intorno cercandone l’origine e impiegò diversi secondi per rendersi conto che questa fosse tasca del suo mantello. La lana scura del soprabito, probabilmente a seguito di un suo movimento, si era ripiegata su se stessa, chiudendo la tasca. Sybil sgranò per un attimo gli occhi al pensiero delle conseguenze di quella piccola distrazione. Le avrebbe tirato i capelli di notte? Si sarebbe alleata con le puffole per versare a terra tutte le sue boccette d’inchiostro?
- Scusa Pixie - disse liberando l’accesso alla tasca e vedendone subito uscire una fatina dai capelli ramati. Pixie, braccia incrociate al petto e sguardo truce, volò fino all’altezza del suo viso e Sybil avrebbe giurato che il ronzio emesso dalle sue corde vocali fosse rabbioso.
La bionda senza dar troppo spago alla fatina si batté un colpo sulla spalla, invitandola a usare l’arto come suo personale piedistallo, sapeva quanto le piacesse farlo.
La creatura però era troppo orgogliosa per dargliela vinta così facilmente e a quel gesto si voltò dandole le spalle. A quel punto la Vane si aspettava strilli acuti e scenate, ma contro le sue previsioni Pixie si incantò osservando la corvonero e scordandosi - almeno temporaneamente - del duro affronto della tasca di lana. L’attimo dopo la fatina stava volteggiando intorno alla studentessa più giovane, studiandone la figura in modo particolarmente discreto.
- E’ innocua se non la ignori - avvertì pensando a come sarebbe stata pericolosa quella creatura se solo non fosse stata alta dodici centimetri e con un potenziale magico da non far sentire in difetto un magonò - altrimenti ha un caratteraccio - constatò e l’avrebbe richiamata volentieri alla sua tasca, ma convivevano da poco e al momento Pixie rifiutava sotto ogni aspetto la catena gerarchica che Sybil stava tentando di fissare. A richiamarla ci avrebbe solo guadagnato una linguaccia e lo sapeva.
view post Posted: 29/12/2021, 10:17 Fight Back - Campo di Quidditch
Sul ruolo della nuova-vecchia giocatrice non c’era più alcun dubbio e forte della certezza di doverla sfidare – e battere perché lo spirito di squadra la bionda l’avrebbe raggiunto in un’altra vita – Sybil sarebbe volata al centro campo, posizionandosi di fronte a Sugar per la contesa. Attenta perché la sua espressione non lasciasse trapelare nessuna emozione, la serpe trattenne un ghigno di sfida, concentrandosi invece sulla sparapluffe. Il solito, familiare suono sordo del macchinario avrebbe sancito l’inizio della sua corsa in avanti. Avrebbe costretto la Nimbus ad avanzare e prendere velocità mentre con lo sguardo individuava la scarlatta e ne calcolava la traiettoria. Non si trattava di un vero e proprio calcolo nel senso riflessivo del termine, ma di una sorta di memoria dovuta all’esperienza che le dava alcune informazione utili che conosceva intuitivamente come il tempo che avrebbe impiegato per raggiungere la palla e il punto, il momento nel quale si sarebbe scontrata con l’avversaria.
Tre… due… uno.
La mancina sarebbe stata protesa in avanti con il palmo ben aperto e le dita allungate. Le cosce e la mano destra ben strette alla Nimbus ne avrebbero dovuto mantenere il controllo, sopperendo alla destabilizzazione dello scontro.
Alla contesa, chiunque l’avesse vinta, sarebbero seguiti alcuni passaggi da eseguire rigorosamente a testa in giù. A voler essere obiettiva, la Vane non avrebbe mai usato una tecnica del genere in partita. Avrebbe potuto destabilizzare l’avversario, questo sì, ma la difficoltà di mantenere una mira e una potenza ottimali l’avrebbe dissuasa dal tentarlo. Con il mix di tensione e adrenalina che lo stadio pieno mette in corpo, si tende a puntare tutto su ciò che è semplice quanto efficace, ma se in quello sport fosse diventata una professionista probabilmente l’avrebbe pensata diversamente. Durante i passaggi di Sugar si sarebbe spostata sulla Nimbus per incrociare la scarlatta e afferrarla. Poi, dopo averla stretta al petto, sarebbe stato il suo turno di lasciarsi cadere al disotto della scopa. I muscoli delle cosce e quelli dell’addome, contratti, le avrebbero permesso di non lasciarsi semplicemente cadere in balia della gravità, rimanendo invece ancorata al manico e continuando a comandarlo. Poi avrebbe portato la Pluffa dietro la nuca e preso la mira combattendo quella particolare sensazione che solo lo stare a testa in giù a svariati metri d’altezza può darti. Quindi, secando di metterci tutta la forza e lo slancio possibili, avrebbe scagliato la Pluffa verso la compagna.
Passaggio dopo passaggio si sarebbero avvicinate agli anelli e l’esercizio sarebbe mutato in un tiro combinato. Avrebbe lanciato a Sugar uno sguardo, d’intesa per la prima volta e si sarebbe coordinata con lei. Se la direttrice fosse stata in possesso della palla, la cacciatrice vede-argento si sarebbe appiattita sul manico, dirigendo con uno strattone la Nimbus sulla traiettoria della Pluffa. Per colpirla avrebbe aspettando che questa giungesse all'apice della parabola e che Sugar fosse pronta a fare altrettanto. Quindi, una volta giunto il momento, avrebbe staccato la destra dal manico, assestando insieme a Sugar un pugno sul lato della Pluffa. Insieme avrebbero mandato la scarlatta verso gli anelli. Non molto sarebbe cambiato se avesse avuto lei il possesso della palla in prossimità dell’area di punteggio. Una volta scagliata la Pluffa in una parabola sviluppata più che altro in altezza, la Vane si sarebbe mossa per raggiungere seguendo con la coda dell’occhio anche gli spostamenti di Sugar. - Anello di destra… ora! - avrebbe guidato la manovra quando entrambe fossero state pronte a eseguirla.
Se nel mentre qualche bolide bastardo avesse provato a minacciare la sua integrità, la Vane sarebbe scivolata sotta il manico nel tentativo di schivarlo.
view post Posted: 18/12/2021, 19:23 Little Cute Devil - Serraglio Stregato
Prima di entrare nel negozio la bionda era decisamente più ferma nelle sue volontà che subito poi, al momento dell’acquisto, avevano cominciato a vacillare. Si chiedeva se non fosse eccessivo un ulteriore abitante, il quarto, per sua camera di dormitorio.
Che stesse adottando una Fata dispettosa nel tentativo di sostituire una Audrey dispettosa?
Ma no! E smettila con questa psicanalisi spicciola autodiagnosticata, un po’ di serietà, suvvia…
Le parole di Morgana erano state in qualche modo rassicuranti e, una volta arrivata davanti alle piccole casette, la Vane si era subito intenerita. Da come le loro cugine selvatiche avevano preso di mira i suoi capelli nella Foresta, la serpe sapeva che c’era ben poco da intenerirsi, ma le Creature avevano messo sù una scena davvero divertente e a suo modo tenera tra vezzeggiamenti e tentativi di attirare l’attenzione.
Le osservò per qualche secondo con in viso un sorriso dolce, quando l’occhio cadde su una fata un po’ più alta delle altre e che portava sulla schiena delle “grandi” ali iridescenti. Era svolazzata verso il tetto del Fateau e -braccia conserte, gambe accavallate - la osservava con uno sguardo che Sybil avrebbe detto di superiorità, ma forse quella era semplice suggestione. Trovava sottile, quanto comico, quel voler mettersi in mostra comportandosi come se non ci si volesse mettere in mostra. La fata in ogni caso aveva ottenuto l’effetto - probabilmente - sperato e ottenuto l’attenzione di Sybil che aveva subito comunicato la sua scelta alla proprietaria del negozio.
- Emm sì, ecco… - balbettò in un primo momento, sfogliando il catalogo e cercando di far mente locale sulle offerte che le stavano proponendo - l’offerta Genitore Responsabile sembra utile, allora… - lo sguardo corse sugli scaffali dove venivano tenuti gli habitat e Sybil improvvisamente si ricordò di quanto quelle scaffalature alte le sembrassero soffocanti. Era una reazione strana quella, specifica del Serraglio e che non si presentava in altri negozi dove sarebbe stata più comprensibile, come in quello della professoressa di incantesimi.
- Quel Fate… - au ecco un dittongo che non era in grado di pronunciare - la casetta e un Bewitching Pet Base, grazie! Mentre come gioco in omaggio prenderei un draghetto - sorrise pensando a ciò che poteva risultarne, ma anche alla possibilità che quel gioco piacesse più a lei che ai suoi destinatari.
Allora, dando a Morgana il tempo di preparare tutto, la serpe si sarebbe avvicinata al calendario dell’Avvento per aprire la terza casella e sorridere del risultato.
view post Posted: 16/12/2021, 17:05 Fight Back - Campo di Quidditch
Dopo lo slalom combinato ai tiri in porta, la ragazza avrebbe affrontato quello agli anelli nord con la tranquillità di superarlo senza problemi, recuperando anche il tempo perso durante i tiri. Il cronometro, figurativamente parlando, continuava a ticchettare e siccome la Vane non aveva alcuna intenzione di smontare dalla Nimbus per mettersi a correre, serviva accelerare i tempi anche a rischio di prendersi un palo in faccia. Stringendo la Pluffa tra fianco e gomito, lì dove non le avrebbe ostacolato il movimento, la bionda si sarebbe allungata sul manico, contraendo i muscoli per averne il pieno controllo della scopa. Prendendo il primo palo da destra, l’avrebbe superato per poi dare alla Nimbus uno strattone nella direzione opposta, percorrendo in una traiettoria obliqua la distanza tra i due pali. In questo modo sarebbe sbucata alla sinistra del secondo e avrebbe subito replicato, a direzioni invertite, con il terzo. Uscita dall'area di punteggio avrebbe indirizzato la Nimbus verso il cerchio più largo e, allungandosi ulteriormente sul manico, vi sarebbe passata attraverso in uno scatto. La cacciatrice bionda si sarebbe appiattita al manico fino a sentire il legno contro il petto, avvicinandosi in questo modo all’estremità sud del campo. Arrivata ad alcuni metri dagli anelli, avrebbe rallentato la corsa e passato la Pluffa nella mano destra. Caricata sulla nuca l’avrebbe lanciata in avanti, facendo in modo che si sollevasse di molti metri e allontanarsi di pochi. Quindi con uno strattone avrebbe diretto la Nimbus sulla traiettoria della Pluffa, aspettando prima di colpirla che questa giungesse all'apice della parabola. Quindi, una volta giunto il momento, con entrambe le mani e l’addome contratto avrebbe obbligato la scopa a ruotare di centottanta gradi, perché colpisse la scarlatta con la saggina. Per concludere sarebbe volata dietro all’anello al quale aveva mirato, recuperando la Pluffa e riportandola nel macchinario.
view post Posted: 16/12/2021, 12:03 Fight Back - Campo di Quidditch
Giunta al campo, le iridi chiare della ragazza non poterono che soffermarsi, senza troppa discrezione, sulla donna dai capelli scuri, gli occhi chiari e l’incarnato pallido.
La sua figura da sola avrebbe potuto affascinare la Vane, se solo questa non fosse stata troppo impegnata a vedere il proprio territorio come violato da un’estranea.
Pensandoci bene la strega, il cui nome in quel momento non le sovveniva, proprio estranea non era. Infatti, se il nome le sfuggiva non era difficile ricordarne il cognome e così, dopo averne osservato il volto per qualche secondo, l’aveva prima rivista sugli spalti a tifare per la squadra e poi, in abiti più idonei alla carica, l’aveva ricordata mentre controllava lo stato della sua Nimbus. La Direttrice Mandylion, ecco chi aveva davanti, ma anche con un'immagine abbastanza nitida della firma sulla sua licenza, del nome restava solo una esse puntata. E per questo, dal momento che né lei né Morgana si erano dilungate in presentazioni, le avrebbe dato il nome temporaneo di Susan. Susan Mandylion, sì.
Razionalmente, come il suo rapporto con Erick le aveva insegnato, avrebbe dovuto smettere di vedere come presenze ostili i ritorni in squadra, ma era mai possibile che dovevano sempre avere il suo stesso ruolo? Un bel portier prodigo, mai?
Il saluto di Erick arrivò caloroso come sempre e regalò a Sybil l’informazione che le mancava.
Addio Susan, benvenutatornata Sugar.
- Ciao a tutti! - salutò con un’enfasi che quasi sembrava naturale e le labbra si incurvarono addirittura in un sorriso verso la nuova arrivata.
Se fosse stata più brava di lei? Se le avesse soffiato il posto da titolare proprio quando cominciava a prenderci la mano?
Certo non giovava che il suo ritorno fosse stato subito successivo all’aver sentito Hamilton sottolineare la sua inutilità in campo, ma intanto le indicazioni per il riscaldamento erano state date e la Vane, più che lieta di dirottare altrove la propria concentrazione, sarebbe andata a recuperare la Nimbus.
Sybil si sarebbe posizionata in coda alla fila, preparandosi ad eseguire l’esercizio subito dopo i suoi compagni di squadra. Arrivato il suo turno, la ragazza sarebbe montata in sella, sollevandosi di qualche metro dal terreno e allungandosi sul manico in attesa che la sparapluffe entrasse in azione. Sentendo il rumore sordo dello sparo, la serpe avrebbe cominciato la sua corsa in avanti, interponendosi alla traiettoria della Pluffa che aveva potuto osservare durante i precedenti tiri. Quando i polpastrelli fossero entrati in contatto con il cuoio, le dita della bionda avrebbero cercato un appiglio tra le concavità della scarlatta. Intanto con un movimento rapido dell’avambraccio avrebbe accompagnato la palla verso l’addome, così da guadagnare tempo e stabilità mentre cercava di agganciare la pluffa a dovere. Un’operazione tutto sommato semplice che veniva però complicata dalla velocità che intanto la Vane stava tenendo. Proseguendo lungo il perimetro dell’ovale la ragazza sarebbe dunque riuscita a trovare una presa salda sul cuoio, ma non si sarebbe data la briga di agganciare la pluffa tra gomito e fianco, sapendo di doverla presto lanciare. Senza brusche frenate, la strega avrebbe rallentato la propria corsa qualche metro prima del primo cerchio. La schiena si sarebbe raddrizzata, mentre la palla veniva spinta dalla destra alla mancina. Afferrata saldamente, Sybil avrebbe portato la mano non dominante fin dietro la nuca, inarcando ora la schiena all’indietro per guadagnare slancio e stringendo le cosce al manico per mantenere equilibrio e stabilità, nonostante la posizione precaria temporaneamente assunta. Scanttando in avanti in un unico movimento orchestrato, a mò di molla tesa tra due dita e poi lasciata andare in un solo capo, la bionda avrebbe lanciato la palla cercando di centrare il cerchio. Quindi, senza lasciar passare un attimo, sarebbe corsa a riprenderla dall’altra parte prima che cadesse.
Sarebbe servito qualche secondo a raggiungere gli anelli e con uno sbuffo pesante la Vane si sarebbe preparata a quella che era molto più di una Woollongong Shimmy tra i pali - non che in tal caso sarebbe stata una passeggiata, eh. La coordinazione che quell’esercizio richiedeva era tanta e se non fosse stato per i due anni di allenamento alle spalle, la Vane avrebbe dubitato fortemente di possederla. Cercando di rendere massima la propria concentrazione, la serpeverde sarebbe passata dalla destra alla sinistra dei pali , coordinandosi con il lancio della Pluffa. Sarebbe rimasta vicino alle strutture metalliche, avanzando tra lanci corti e virate strette e rapide.
Quindi avrebbe proseguito verso il secondo cerchio e, voltandogli le spalle e sbirciando dietro unicamente per prendere la mira, avrebbe scagliato la pluffa in reverse, tornando subito dopo a recuperarla.
view post Posted: 15/12/2021, 23:52 Interludio - Lago Nero
Il mantello verde smeraldo recentemente ritrovato sul fondo del baule si avvolgeva intorno alla divisa scolastica della Caposcuola, mentre giunta all’ingresso infilava un paio di guanti ai quali le nocche arrossate dal freddo invernale la imploravano all’uso. Sperando di ritornarvi il prima possibile, lasciò alle spalle le imponenti mura e con un sospiro, che tanto somigliava a uno sbuffo, si apprestò a svolgere il ruolo al quale la spilla la designava.
Non le piaceva farlo, anche se molti in quella scuola avrebbero puntato i propri galeoni sul contrario. Per ben due anni era stata accusata, con particolari dal gusto complottista, di usare violenza contro chi infrangeva il regolamento. Si era parlato di punizioni corporali, schiantesimi addirittura e la bionda a sentire quelle accuse, doveva ammetterlo, aveva effettivamente provato una gran voglia di mettere mano alla bacchetta, perché la fonte di quelle dicerie almeno un Tarantallegra sulla pubblica piazza, a par suo, lo meritava.
A infastidirla però non era tanto lo studente misterioso che per qualche galeone - ne era certa - aveva riempito la testata del peggior giornale sul mercato, quanto più chi gli aveva creduto.
Niente, ovviamente, poteva essere più lontano dal vero. Il sadismo della serpeverde nasceva e moriva nell’ovale del quidditch, l’adesione al regolamento si esauriva nel quieto vivere e il dover inseguire studenti con la camicia fuori dai pantaloni rappresentava nella sua quotidianità la peggiore delle seccature.
Era per quello che cercava sempre di scambiare le ronde al lago con i suoi colleghi spillati. Lì gli studenti sembravano sempre voler dare il peggio di sé, rendendolo il terreno di caccia perfetto per Prefetti desiderosi di alleggerire qualche clessidra. Purtroppo, se solitamente lo scambio le riusciva con relativa facilità, quel pomeriggio non avevano giocato a suo favore le fredde giornate di dicembre unite ai minacciosi nuvoloni neri.
Sollevando al cielo le iridi chiare, la ragazza si era accorta di un gruppo di studenti che non condivideva con lei il rispetto per la divisa scolastica. A ripensarci quando aveva undici anni - perché quella a occhio e croce doveva essere la loro età - nemmeno a lei importava troppo delle pieghe della gonna o del nodo alla cravatta. Era stata la spilla a donarle quella simpatica, maniacale ossessione.
Due lunghe falcate e la Vane era riuscita a mettere meglio a fuoco il gruppo stravaccato seduto intorno al salice. Lo sguardo li aveva analizzati in cerca di infrazioni e, come con uno spioscopio, da una zona recondita del suo cervello - quella con su incise le parole guardia infame - si era propagato un fischio acuto e qualcosa aveva iniziato a vorticare. Una cravatta annodata intorno alla fronte, ahilei, dai colori verde e argento. Una camicia sbottonata fin quasi a metà. Un paio di mocassini abbandonati sul terreno e non ai piedi, dove si sarebbero dovuti trovare.
Arricciò il naso in una smorfia mentre una piccola folata di vento ne raffreddava la punta e costringeva Pixie a rintanarsi nella tasca del mantello. Le venne allora naturale chiedersi come quel gruppetto stesse facendo a non morire di freddo e si risolse ad avvicinarsi solo per un’ammonizione, il raffreddore del giorno dopo sarebbe stata di per sé una punizione sufficiente.
Chiusa quella parentesi, sapendo bene che una serie di sbuffi avrebbero accompagnato il suo allontanamento, la Vane si guardò intorno incontrando dopo qualche secondo due occhi quasi nascosti da folte sopracciglia. Senza poterne essere sicura si sentì osservata. La ragazza doveva aver assistito alla strigliata dei compagni e Sybil, che quando ne aveva la possibilità trovava sempre il modo di impicciarsi, non poteva certo biasimarne la curiosità.
Le si avvicinò con passo risoluto, fallendo nel cercare anche in lei qualche dettaglio da correggere, imbattendosi però in un viso imbronciato e pensoso.
- Freddo? - chiese vedendo le guance arrossate, anche se a uno sguardo più attento lo erano solo in un punto come se ad arrossarle non fosse stata l’aria invernale.
Lo sguardo percorse la figura della corvonero nella sua interezza e Sybil trattenne un sorriso per il modo in cui l’espressione e la postura severe cozzavano con una parvenza di grazia che la serpe percepiva, ma non riusciva a ricollegare a nessun tratto nello specifico.
- Va tutto bene? - chiese sentendone il dovere, ma senza aspettarsi una vera risposta. Non era il tipo di persona da poter intraprendere discorsi a cuore aperto con una sconosciuta o con chiunque altro, a onor del vero. Perfettamente in grado di dare aiuti pratici e di curare malesseri fisici - soprattutto se tra le mura dell’Infermeria - si vedeva incompetente in campo emotivo.
530 replies since 31/3/2020