Posts written by Ellie Press

Benvenuta! Mi accolse una voce femminile, che dopo i saluti iniziali mi chiese con quale mano impugnassi la bacchetta.
Con la destra. Le risposi, un po' preoccupata al pensieri di un acquisto così importante.

Vidi la bacchetta della negoziante muoversi a vuoto e il suo sguardo cadere su un bambino che era completamente avvolto da un metro. Appena riuscì a spostare l'oggetto nella mia direzione questo iniziò a prendere tutte le misure necessarie.
Non si preoccupi. Dissi alla donna di fronte a me. Deve essere difficile lavorare con un bambino in negozio.

La prima bacchetta che mi fece provare non fu quella giusta. Legno di acero e nucleo in corda di cuore di drago. Appena la presi in mano, provai una sensazione che non mi aspettavo. Al posto che sentirmi rafforzata e in sintonia con l'oggetto magico sentii gran parte delle mie forze abbandonarmi.
La sensazione che provai con la seconda bacchetta fu totalmente diversa. Legno di ciliegio, nucleo in crine di unicorno, ottima per la Trasfigurazione. Con quell'oggetto in mano sentivo di poter conquistare il mondo intero. Appena la mossi dalla sua punta uscì una cascata di scintille blu.

Congratulazioni, è stata scelta. Mi disse la negoziante togliendomi delicatamente la bacchetta dalle mani. Ero stata davvero scelta. Finalmente avrei avuto una bacchetta tutta mia. Diedi un'occhiata veloce al listino con tutte le offerte disponibili e dissi: Questa bacchetta va benissimo, basta così grazie. E frugando nella tasca, tirai fuori sette galeoni da porgere alla donna di fronte a me.

La donna mi rassicurò. Sicuramente sarei uscita dal negozio soddisfatta dei miei acquisti. Delicatamente, srotolò la sua fettuccia incantata che iniziò a volteggiarmi intorno, prendendo tutte le misure necessarie. Presa alla sprovvista dall'oggetto magico indietreggiai un attimo, ma poco dopo alzai le braccia in maniera che fossero parallele al terreno per facilitargli il lavoro.

Appena la fettuccia concluse tornò dalla proprietaria che analizzando tutti i numeri mi lasciò un depliant da poter sfogliare mentre lei cercava l'uniforme adatta. Diedi un'occhiata veloce agli articoli elencati nella brochure alzando di tanto in tanto lo sguardo, solo per vedere la negoziante parlare con quello che sembrava uno strano assistente in legno.

Dopo una manciata di minuti Luna tornò al bancone e mi porse una borsa con all'interno tutti i vestiti necessari, più un buono per una consumazione al pub di Hogsmeade. Le porsi 13 galeoni, sufficienti per pagare il tutto. Nient'altro grazie, ho tutto quello che mi serve.
Sollevai la borsa dal bancone e feci un passo indietro, senza voltarmi.

Le auguro una buona giornata. Grazie mille, è stata gentilissima. Le dissi grata, con un grande sorriso stampato in volto. Attesi una sua risposta e mi diressi verso la porta, per sbucare nuovamente nelle strade di Diagon Alley.

Syria mi disse che in quel periodo era molto impegnata con lo studio e i compiti. Quanto ti capisco. Le risposi accennando una risata. Notai l'occhiataccia che mi lanciò la bibliotecaria e tornai subito seria. Iniziai a fare scorrere la piuma sulla pergamena che avevo sistemato di fronte a me. Avevo da riempire due pergamene con tutti gli effetti e le peculiarità dell'incantesimo Rictusempra e di certo non avevo tempo da perdere.
Di che anno sei? Mi chiese sottovoce la mia compagna di studio, dopo una ventina di minuti.
Sono del terzo anno. Tu invece? Le risposi, pronta ad apprendere nuove nozioni sulla giovane.
Senza perderci troppo in chiacchiere ricominciammo a studiare, lasciando il rumore delle piume che scorrevano sulla carta accompagnare i nostri pensieri.
Quando rialzai gli occhi dalla pergamena il sole stava ormai tramontando. Controllai l'orologio da polso che mi aveva regalato mio padre, uno dei pochi oggetti che mi ero portata da casa, e scoprii che erano già le sei e un quarto di sera.
Certo che il tempo passa quando ci si diverte. Dissi scherzando alla mia vicina.

Appena entrai nel negozio venni accolta da una voce cordiale. Buongiorno, cara. Di fronte a me si trovava una donna di bell'aspetto, con dei lunghi capelli rossi. Mi sistemai gli occhiali sul naso, in modo da focalizzare al meglio tutti gli articoli che mi circondavano. In questo negozio c'è davvero di tutto. Pensai.
La mia attenzione fu catturata dal lieve miagolio di un gatto, che si doveva trovare ai piedi della padrona della cartoleria, dietro al bancone, dato che non lo vedevo da nessuna parte.
Buongiorno! Dissi con un sorriso, avvicinandomi alla mia interlocutrice. Senza bisogno che le dicessi il motivo della mia visita, iniziò a mostrarmi sul catalogo i vari prodotti che erano disponibili.
Mentre mi parlava infilai una mano nelle mie tasche, per controllare quante monete mi fossero rimaste dopo quella giornata di compere. Avevo in tutto otto galeoni. Set Base sia. Dissi tra me e me.
Il Set Base andrà benissimo. Le risposi appena ebbe finito di elencarmi tutte le opzioni disponibili. Mi serve solo lo stretto necessario, grazie.
Tirai fuori dalla tasca sei monete e le porsi alla negoziante.

Bonjour et bienvenue! Sono Madame Luna. Alzai lo sguardo verso la direzione da cui avevo sentito arrivare la voce. Dietro al bancone del negozio si trovava una donna che mi stava guardando con un sorriso, in attesa di una mia risposta. Wow, c'è qualcuno che se la sta passando peggio di me, poverina. Pensai, notando il suo colore pallido e i suoi occhi lucidi e un po' arrossati. Doveva essersi presa uno di quei malanni difficili da evitare in questa stagione. Non ebbi nemmeno il tempo di aprir bocca che la negoziante continuò, iniziando a espormi tutti i pacchetti e le offerte disponibili per comprare la divisa.
Ehm... Sì, buongiorno. Le risposi schiarendomi la voce. Guardi, non voglio occupare troppo del suo tempo, avrà sicuramente molto da fare. Iniziai, sperando che mi sbagliassi e che la donna potesse andare a riposarsi appena fossi uscita dal negozio. Il Pacchetto Hogwarts mi andrebbe benissimo. Sono Corvonero e le mie iniziali sono E. P.

Certamente. Rispose cordialmente la ragazza. Prima di sedermi la scrutai con gli occhi, comprendendo dai colori dell'uniforme che mi trovavo di fronte a una Tassorosso. Mi misi la borsa sulle gambe e la aprii, scegliendo la materia da cui partire. Difesa contro le Arti scure dovrebbe andare. Pensai, tirando fuori un enorme libro dalla borsa.
Stavo per iniziare a studiare quando sentii la voce accanto a me sussurrare. Mi chiamo Syria. Alzai lentamente lo sguardo verso la studentessa. Onestamente pensavo che le uniche parole che ci saremmo scambiate sarebbero solo quelle per capire se il posto accanto a lei fosse libero, ma non mi dispiaceva fare un attimo discussione.
Piacere! Le risposi porgendole la mano in segno di amicizia. Io sono Ellie. Anche tu qui a studiare al posto che goderti la giornata di sole, eh?

Il cielo era limpido e nemmeno una nuvola era in vista. Forse per tante persone questo sarebbe stato il momento migliore per uscire in cortile o magari allenarsi nel campo di Quidditch. Per me invece questa era l'occasione perfetta per fare un salto in biblioteca e mettermi a studiare. Il bel tempo mi ha sempre messa di buon umore, e quando sono di buon umore studio più volentieri.
Mi riempii la borsa di libri e uscii dal dormitorio, dirigendomi verso la biblioteca. Come immaginavo gli studenti ne avevano approfittato per fare due passi all'aperto e dalle finestre vedevo gruppi di ragazzi chiacchierare e divertirsi nei pressi del Lago Nero. La biblioteca sarà sicuramente vuota. Pensai. E infatti era così.
Entrata in biblioteca mi guardai intorno e notai che praticamente tutti i tavoli erano deserti. Voltai la testa verso sinistra. Lì si trovava il tavolo dove studiavo sempre. La sua posizione vicina alla finestra mi permetteva di guardare fuori dal castello di tanto in tanto e mi dava ispirazione quando dovevo scrivere pergamene di compiti. Non potei non notare una ragazza seduta lì. Il posto accanto a lei era vuoto. Con l'indice mi tirai su gli occhiali che mi stavano scivolando sulla punta del naso e mi diressi verso la studentessa. Quando fui abbastanza vicina per farmi sentire mi schiarii la voce per attirare la sua attenzione. Scusa, Sussurrai accennando un sorriso. É libero questo posto? Posso sedermi?

Il freddo di quella giornata uggiosa mi penetrava nelle ossa. Non potevo scegliere giornata migliore per fare compere. Pensai, infastidita dalle mie stesse scelte. Tirai fuori dalla tasca la lettera con la lista del materiale che mi sarebbe servito durante l'anno scolastico. Analizzando le mie opzioni decisi che la cosa migliore da fare era recarsi dalla cancelleria per comprare tutto quello che mi sarebbe servito per prendere appunti e scrivere i miei compiti. "Scribbulus" lessi sull'insegna del negozio che si trovava di fronte a me. Mi diressi velocemente verso l'ingresso, immaginandomi già il lieve tepore del negozio che mi avrebbe finalmente scaldato il corpo e permesso nuovamente di sentire le dita.
Attenta a dove metti i piedi! Mi urlò un signore tagliandomi la strada. Sul mio volto si formò una smorfia di disappunto. Vedo che oggi siamo tutti di fretta.
Cercando di mantenere la calma, posai la mano sulla maniglia della porta e la aprii, facendomi accompagnare dal suono del campanellino che vi era attaccato.

Emma si sistemò i capelli dietro all'orecchio. Non potei fare a meno di notare che era una ragazza molto graziosa e il fatto che fosse così disponibile nei miei confronti mi aiutava a fidarmi di lei e a pensare che sarebbe potuta facilmente diventare una mia amica. Mi chiese se avessi già inviato i compiti a qualche professore e se il prefetto della mia casa mi avesse contattata.
Assolutamente! Le risposi. Il mio prefetto mi ha fatto sapere tutto ciò che c'era da fare e io ho cercato subito di portarmi avanti. Non vorrei fare brutta figura coi professori già dai primi giorni. Continuai, pensando al pomeriggio sui libri che avevo passato il giorno prima.
Tu invece? Hai avuto qualche problema?

Il pensiero che la madre della giovane condividesse qualcosa con mio fratello mi fece sorridere. Lei aveva un negozio di profumi ad Oxford. Mi chiese se fossi inglese.
"Sì, vengo da Liverpool. Mia madre ha sempre vissuto lì, mentre mio padre ha passato gran parte della sua vita in Canada. Pensai a mio padre e a tutte le volte in cui mi raccontò la storia di come lui e mamma si fossero incontrati. La mia famiglia non è perfetta ma almeno l'amore tra i miei genitori è rimasto intatto. Tu invece? Da dove vieni? Le chiesi incuriosita.

Mi iniziai a tranquillizzare, sentendo il calore della mano di Isabelle sulla mia spalla. "Oh allora puoi raccontarmi un sacco di cose meravigliose sul mondo babbano! Sono davvero curiosa!" Feci una faccia sbalordita. Era davvero possibile che qualcuno nato in un mondo fantastico come quello magico fosse così interessato al mio mondo? "Sarò felice di raccontarti tutto quello che vuoi, anche se non vorrei deluderti. Sicuramente sono più interessanti le creazioni dei maghi rispetto a quelle delle persone normali." Avevo notato com'era cambiata la sua espressione dopo essersi resa conto del mio disagio alla domanda, ma guardandola mi sembrava davvero curiosa di conoscere più cose a mio riguardo. In fondo stava solo cercando di fare amicizia, e anche a me faceva piacere parlare con qualcuno durante quella giornata uggiosa.
Le rivolsi un sorriso, cercando di farle capire che non stavo trovando invadenti le sue domande.
"Sai, mio fratello lavora in un negozio che vende oggetti per la casa. Magari un giorno potrei portartene qualcuno, se ti facesse piacere vederne."
La giovane studentessa si era mostrata molto gentile nei miei confronti, non trovavo motivo per comportarmi diversamente.

Mi tirai su la sciarpa, cercando di coprire la bocca che mi si stava ghiacciando a contatto con il vento freddo che attraversava Diagon Alley. O mi sbrigo a comprare tutte le cose che mi servono o muoio congelata. Pensai tra me e me. Tirai fuori dalla tasca la lettera che mi era stata inviata da Hogwarts. Dannazione! Imprecai, cercando di aprirla con pochi risultati a causa delle dita indolenzite dal freddo. Appena ci riuscii analizzai tutti gli oggetti che mi mancavano e decisi che era giunta l'ora di andare a comprare la bacchetta. Ero elettrizzata al pensiero di una bacchetta tutta mia. I miei genitori erano babbani quindi fino ad ora avevo solo letto sui numerosi libri che avevo comprato tutto quello che c'era da sapere a riguardo. Le strade di Diagon Alley erano praticamente deserte. Probabilmente erano tutti al chiuso a gustarsi qualcosa di caldo. Quanto vorrei una Burrobirra in questo momento.
Percorsi la strada principale per qualche minuto fino a trovarmi di fronte all'imponente negozio. Ollivander lessi sull'insegna.
Emozionata, aprii la porta e il suono del campanello accompagnò quello dei miei passi, mentre entrai nel negozio.

La nuova arrivata mi raccontò delle aspettative di sua madre che pesavano sulle sue spalle. Doveva essere davvero una situazione difficile, non la potevo comprendere pienamente. Dopo mi chiese se avessi effettivamente sperato di finire in Corvonero o se la mia famiglia si aspettasse altro da me. Sfregai leggermente le mani sui pantaloni. Avevo i palmi sudati. Mi succedeva sempre quando ero nervosa. Non mi piace parlare della mia famiglia, ma non potevo pretendere niente, lei mi aveva mostrato alcuni suoi timori, mi sembrava giusto ricambiare. Tirai su con l'indice gli occhiali che mi stavano scivolando sulla punta del naso e iniziai: "Sì, io speravo di finire nei Corvonero, i miei invece non ne avevano idea. Devi sapere che sono nata da una famiglia di babbani, sono stata la prima nella mia famiglia ad avere dei poteri magici." Sapevo che Isabelle stava notando com'ero tesa. Evitavo il suo sguardo e la mia postura era molto rigida. Non sempre le persone figlie di babbani sono ben viste a Hogwarts, avevo rischiato aprendomi così. Ripensai al giorno in cui mia madre scoprì che non ero una ragazza come le altre. Ero in camera mia, sdraiata sul letto, e stavo facendo volare dei peluches sopra la mia testa. L'urlò che emise dopo avermi vista non lo dimenticherò mai. Volevo dirglielo, ma non avevo mai trovato l'occasione giusta.
Scossi la testa, scacciando via quei pensieri. ""Comunque tranquilla," Le dissi, "Sono sicura che il Cappello Parlante non sbaglierà. Ricorda che la cosa importante è che tu sia contenta del risultato."
Finito di parlare, chiusi per qualche secondo gli occhi, sentendo la brezza che mi sfiorava la pelle e cercando di scacciare ogni preoccupazione inutile.

La ragazza si scusò con me per l’intromissione. Sicuramente stava alludendo al taccuino che tenevo chiuso tra le mani. Mi disse di chiamarsi Isabelle e mi tese la mano in segno di amicizia. Staccai una mano dal taccuino per ricambiare il gesto. Scoprii che effettivamente era in attesa dello smistamento.
“Non preoccuparti.” Le dissi, cercando di tranquillizzarla. “All’inizio può sembrare impossibile ambientarsi in un posto come questo, ma vedrai che gli anni passeranno senza che nemmeno te ne renda conto. Alla fine tutti noi siamo stati i nuovi arrivati. Cercai di darle sostegno con lo sguardo. Sapevo quanto era difficile essere la nuova arrivata. Ripensai al mio primo anno e a tutte le ansie che avevo prima di essere smistata e di conoscere qualcuno. Provai molta solidarietà per Isabelle.
Io sono Corvonero e sono sicura che la nostra casa sarebbe più che felice di accoglierti. Hai qualche idea di dove potresti finire?

Mi disse che era interessata a Difesa contro le Arti Oscure e Storia della Magia, poi ricambiò la domanda.
Anch'io non vedo l'ora di partecipare a Difesa contro le Arti Oscure e Cura delle Creature Magiche e Incantesimi e... Mi fermai a metà frase imbarazzata. Beh diciamo che non vedo l'ora di studiare in generale. Mi interessano tutte le materie. Dissi ridendo. Da quando avevo scoperto dell'esistenza di Hogwarts avevo divorato decine e decine di libri sulla magia, non ne avevo mai abbastanza. Quel mondo così diverso da quello in cui ero nata mi affascinava infinitamente. Vidi Emma sorridere. Fortunatamente, non mi ha presa per una semplice secchiona. Pensai.