Nathan si abbassa al livello della ragazza seduta per terra, sembra preoccupato e Isabelle si morde il labbro, farlo preoccupare per l’ennesima volta non era affatto quello che avrebbe voluto. Isabelle guarda il grifondoro negli occhi e inizia a respirare con il diaframma per calmarsi. Non... no, non mi ha fatto male Il tono di voce della ragazza è tanto basso quanto lo è il suo morale in questo momento. Isabelle sente la mano di Nathan posarsi sulla sua spalla e la nebbia che ha in testa piano piano inizia a diradarsi. Prende altri due bei respiri e inizia a ricacciare i pensieri nel vaso di Pandora. Quando però sente rimontare le lacrime decide che non è una buona idea e lascia tutto lì, cercando soltanto di mettere ordine. Non mi ha fatto male Ripete, stavolta a voce più alta e con più sicurezza, vuole essere sicura che Nathan capisca che in Tom non ci sia niente che non vada, tranne il fatto che è troppo irruente. È soltanto che quando pensavo di aver perso quello spartito sono andata nel panico e da quel momento non ho capito più nulla. Credo che lui abbia soltanto cercato di farmi sentire meglio ma nel peggior modo in cui potesse farlo. Non ho mai voluto baciarlo ma... Isabelle non ha idea di come esprimere quello che ha dentro Ma quando mi sono sfuggiti tutti gli spartiti io non ho pensato ad altro se non a recuperarli e lui ha creduto che fosse ok quando in realtà volevo soltanto recuperare la mia vita Detta così è veramente terribile, anche se la metafora non è per niente iperbolica. J’ai perdu le contrôle. Non sapevo cosa dire, cosa fare. Stavo soltanto cercando di riordinare la mia testa. Cosa che tra l’altro non aveva granché funzionato. Come spiegare a Nathan quello che le girava per la testa e per il cuore? Forse non era possibile e avrebbe soltanto dovuto andarsene, magari rivedere Tom e chiarire con lui che forse soltanto non era il momento giusto. Ma non era quello il problema. Il problema era che forse Isabelle provava da tempo qualcosa per Nathan ma non aveva mai voluto ammetterlo per paura di rovinare quella bellissima amicizia che li legava, una delle poche vere amicizie esistenti per la ragazza. Proprio in quel momento Isabelle sente distintamente un ramo spezzarsi e quando alza lo sguardo vede arrivare Tom, che apparentemente deve soltanto recuperare un’antico diario che è lì per terra e che la ragazza non aveva notato fino a quando lui non l’avevo raccolto da terra. Prima di andarsene Tom dice di aver sbagliato ma che anche la serpeverde lo aveva baciato. Ed ecco dove stava il problema. In quel momento quasi di trance, lei non se ne era nemmeno accorta e sicuramente non l’aveva voluto, tutto quello di cui le importava era liberarsi dalla situazione per recuperare gli spartiti che, in musica, riportavano la sua vita. Mentre Tom se ne va dal diario sfugge una foto. Ti è caduto qualcosa. La voce che le esce dalle labbra è flebile, se avesse potuto evitare di rivolgersi a lui l’avrebbe fatto. Vergogna mischiata a rabbia, rabbia verso se stessa e non verso quel povero ragazzo, stavano salendo dentro di lei. La serpeverde ha notato che prima di andarsene il ragazzo le ha rivolto un’occhiata ma non ha saputo decifrarla. Probabilmente nella sua testa Isabelle aveva fatto tutto da sola e l’aveva già classificata come instabile o pazza. O qualcosa del genere. Tanto tutti lo facevano. Non le importava più molto di quello che gli altri pensavano di lei. E invece non era vero. Se soltanto non fosse nata iperacusica e suo padre non le avesse trapassato una mano per capriccio, magari sarebbe potuta essere una ragazza normale, invece si ritrovava a non avere più il controllo in una situazione che avrebbe soltanto richiesto un no detto prima. Nathan l’aveva già aiutata tanto in passato e probabilmente era stufo di lei, e invece era riuscita ancora a disturbarlo. Isabelle si alza facendo leva con la mano destra sul ginocchio destro, di usare la sinistra non se ne parla nemmeno, ancora la sente dolorante.
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