Gawith non era mai stato il classico tipo da festa. Amava banchetti e cerimonie, e cercava di non mancare mai a qualsiasi occasione speciale, indipendentemente da chi fossero gli invitati e cosa si festeggiasse. Il problema del ragazzo, però, era la timidezza che si trascinava dietro da quando era ancora uno studente di Hogwarts. A nulla erano serviti gli anni di studio e il ruolo di Responsabile di Casa che ricopriva: se non c'era qualche faccia conosciuta con cui aveva un po' di confidenza era difficile per lui intavolare una conversazione. Non gli veniva spontaneo, tutto qua. Anche se il cuore gli diceva che non c'era nulla di cui aver paura, la mente gli sussurrava che non era poi così interessante da andare a disturbare un mago o una strega con cui non aveva alcun tipo di rapporto. In effetti la sua vita non era poi così interessante, a essere sinceri. Non era vuota, ma senza particolari avvenimenti da raccontare per ricavarci un discorso o per avere qualcosa di divertente da riderci su. Era la classica vita di un ragazzo che voleva essere uomo ma che ancora non sapeva cosa fare del tempo che aveva. Questa ansia però, in qualche modo, non lo aveva mai frenato dall'essere sempre presente. Era un dipendente di Hogwarts, una carica scolastica a cui gli studenti facevano riferimento tutti i giorni - per quanto molti di loro si considerassero indipendenti e senza alcun bisogno di aiuto. Anche se il banchetto di Halloween era un'occasione speciale e felice, Gawith si sentiva moralmente obbligato a fare in modo che tutti si divertissero e non ci fosse nessuna mancanza. Per quanto riguardava l'abbigliamento, il diciannovenne aveva deciso di andare sul classico. Una vecchia camicia di flanella a quadri verdi, bianchi e rossi, dei pantaloni strappati e il suo consumatissimo cappello a punta da studente lo rendevano idoneo per assomigliare a una sorta di spaventapasseri animato. Le uniche aggiunte per rendere il suo costume più "credibile" erano della paglia infilata un po' dappertutto tra i suoi abiti e in testa, un manico di scopa legato alla schiena con un po' di spago e un po' di fuliggine sul volto, presa direttamente dal caminetto della sala comune di Tassorosso. Voleva essere riconosciuto a vista d'occhio; era per questo che aveva evitato di agghindarsi in maniera troppo elaborata - non che, purtroppo, avesse la fantasia necessaria per farcela. Se c'era anche la minima possibilità che qualcuno volesse parlagli, perché rendere l'evento difficile per un sciocco desiderio di vanità? La Sala Grande era brulicante di vita. Il Preside e le iniziative che si sarebbero susseguite nel corso della serata erano riusciti ad attrarre parecchie persone. Non solo studenti, quindi, ma anche professori, dipendenti del castello e membri della comunità magica esterni alla scuola. Forse sarebbe stata davvero l'occasione del Mandylion di uscire dal guscio e trascorrere una piacevole serata senza limitarsi a girovagare e a sorridere ai passanti. Dopo il discorso di Dolus, Gawith applaudì con gioia e si mise un attimo in disparte per ascoltare il gruppo di quella serata. Da un lato apprezzava l'idea che fossero stati ingaggiati gli Spellbound: erano giovani e avevano bisogno di iniziare a farsi conoscere. Come potevano emergere se si limitavano a suonare alle fermate del Nottetempo? Era come impedire a uno studente dotato di fare pratica e lasciargli solo il compito di studiare sui libri e appunti. Dopo che la melodia ebbe preso piede, il Responsabile decise di fare un saluto agli altri adulti che, bene o male, incontrava almeno una volta a settimana tra i corridoi del castello. Con lo sguardo rivolto un po' verso il basso il ragazzo si avvicinò a Irvaine e disse: "Buonasera, Preside Dolus. Sono sicuro che ci divertiremo e torneremo tutti a casa soddisfatti. La ringrazio, a nome dei Tassorosso, per la serata." Affianco al mago erano presenti coloro che si sarebbero esibiti con lui. Gawith allungò un ampio sorriso, salutandoli tutti. "Buonasera, Dirigente Campbell. La volevo ringraziare ancora per l'aiuto che mi ha fornito per ridare l'autorizzazione alla studentessa Cadarn di frequentare Hogsmeade. Le assicuro che la mia giovane studentessa, seppur ancora un po' esuberante, è maturata e non avrà più colpi di testa del genere. "Assistente Corbirock, buona sera anche a lei. Spero che i miei Tassorosso non le stiano dando troppi grattacapi durante le lezioni di Astronomia. Uno di loro è convinto che la luna sia fatta di formaggio, e forse è per questo che lo vedo sempre con il naso per aria quando inizia a calare la sera. "Professoressa Melankholiya, è un piacere vederla qui. Sono davvero soddisfatto delle votazioni dei Tassorosso nell'ultima esposizione. Penso che rendere semplici le nozioni anche più complicate sia un dono di tutto il nostro corpo docenti, e lei ci è riuscita in maniera magistrale." Salutati i quattro individui, Gawith riconobbe a pochi passi da lui Morgana. Cercò di incrociare il suo sguardo, dopodiché disse: "Buonasera, professoressa Celebrian. Le chiedo un favore da Responsabile di Casa molto agitato: ci vada piano con i miei ragazzi nella prossima partita. Sono giovani e si riprendono da qualsiasi danno, ma certe volte ho il sospetto che si considerino fatti di gelatina." Emise una piccola risata, per poi lasciare la strega alle sue necessità. Mentre gironzolava per la stanza, Gawith passò di fianco a Tom. Con un cenno della testa il gemello di Sugar lo salutò: "Salve, Custode Hamilton. Sono sicuro che gli scherzetti che ci saranno stasera saranno del tutto innocui e senza cattive intenzioni." Il girovagare aveva portato Gawith ad avvicinarsi ai secchielli a forma di zucca dove venivano raccolte le donazioni per la Pumpkin R Us. Con uno sguardo il ragazzo riconobbe subito dei volti che conosceva più o meno bene. "Buonasera, professoressa Fedoryen. Nell'ultima lezione deve essere riuscita davvero a catturare l'attenzione dei miei Tassorosso, perché sono rimasto davvero soddisfatto dei loro voti. E la ringrazio ancora di più per tutto il lavoro che fa in Infermeria per rimettere in sesto i nostri giocatori della squadra di Quidditch. Ho sempre avuto paura dei danni che può causare quello sport, ma per fortuna c'è una strega qualificata come lei a prendersi cura di loro. "Gregory, che piacere vederti qui! Mi dispiace non vedere più così spesso te e Sugar a casa di mamma, ma capisco che le vostre carriere vi portino via una buona fetta delle vostre giornate. Non che nemmeno io mi giri i pollici: non voglio di certo far fare brutta figura a tutti voi! Testa bassa e dare sempre il meglio, come ci ha insegnato nostra madre. "Professoressa Silva, buonasera anche a lei. Come sono andati i miei Tassorosso negli ultimi compiti? Sono molto soddisfatto di come hanno iniziato l'anno e spero che continueranno ad avere le stesse motivazioni da qui fino all'estate. C'era uno studente che era particolarmente dotato per la sua materia, ma purtroppo ultimamente ha deciso di non impegnarsi come prima. Un vero peccato." Sperava di non star parlando troppo, così decise di lasciare streghe e maghi ben più altolocati di lui ai propri affari. E, a proposito di figure altolocate, dinnanzi a lui si parò Lucius in persona. "Ministro Urquhart, che onore poterla salutare. Le auguro una piacevole serata." Con la fronte tutta sudata per l'incontro imprevisto, Gawith si allontanò a passo spedito. Aveva avuto Lucius come professore di Pozioni per sette anni, ma da quando era diventato adulto gli faceva uno strano effetto rivolgersi a lui senza pensare che era una delle figure più importanti del mondo magico. Crescere faceva succedere cose strane. La fortuna gli fece incontrare uno dei suoi studenti, quello che a ogni esposizione dei voti si meritava tutte le adulazioni e le lodi del Responsabile di Casa. "Caposcuola Mashal, sono felice di averti incontrato! Hai uno strano rossore in volto, per caso non ti senti bene? Allenarsi a Quidditch con questo freddo, l'ho sempre pensato, è una cattiva idea. Non ti sarai per caso preso un bel raffreddore, vero? Vuoi che chiami l'Infermiera Fedoryen per farti dare una controllata? Magari può prescriverti un bell'infuso per farti guarire. Non sei costretto a stare qui stasare se ti senti influenzato."
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