Hogwarts: Harry Potter Gioco di Ruolo

Posts written by Lò McBlond

view post Posted: 6/9/2020, 11:58 Processo - Lò McBlond - Secondo Livello
L’inversione probatorio del processo era una cosa che aveva fatto storcere il naso a McBlond. A livello di principio era molto aleatorio che la Felini avesse iniziato e poi fosse stata messa in seconda posizione alle domande poste, ciò era proprio qualcosa che non andava. Lestrange era stato adocchiato per diversi secondi ma ecco dunque che le domande piovero anche da parte dell’accusa. La strega venne ascoltata, ascoltata in maniera indifferente, terza, quasi super partes come potrebbe essere appunto la figura di un giudice. Era fondamentale vedersi tranquillo, rilassato, il Corvonero appunto decise anche di sorridere, una mezza smorfia di compiacimento. -Ogni negozio di Londra e non solo espone un Listino Prezzi, il prezzo è dunque conosciuto o conoscibile. Ogni listino non credo abbia esposto il costo delle buste, borse, involucri dove contenere la merce comprata. Esse fanno parte dell’accessorietà con cui si vendono i beni. Se si parlasse di sottrazione, avrei arrecato un danno di natura economico-patrimoniale, ciò che non credo sia avvenuto in questo frangente. Mi sta accusando di aver rubato una busta? Perché non mi è chiaro.- Chiese con il tono tranquillo. -Trattandosi di un’offerta al pubblico non soggetta a discriminazioni, nel momento in cui al bancone dichiaro di pagare dando l’indicazione con cui portare l’addebito alla mia camera blindata, la vendita è conclusa anche perché dall’altra parte non si necessita di accettazione. Per rispondere alle Sue domande, per me la vendita era conclusa e sì, l’ho già fatto. Ad entrambe le domande venne data conclusione, concentrandosi poi sulla terza e sull’intramezzo giudiziale di Eleonor, una sorta di obiezione che però non vide soddisfazione nel mangiamorte. Le intimidazioni a Price, un sorriso. -Non ho assunto atteggiamenti intimidatori contro alcuno dei miei compagni di scuola, anzi, tutto il contrario. Faccio parte di gruppi scolastici nella mia Casa e metto le mie forze al servizio dei più giovani affinché si inseriscano al meglio a scuola e nella società magica londinese.- Avrebbe terminato.
view post Posted: 31/8/2020, 23:33 Processo - Lò McBlond - Secondo Livello
Alberto Lestrange era il tipico legale che chiunque avrebbe voluto avere come rappresentante della difesa a giudizio, era preciso, conciso, riusciva a soppesare le parole ed utilizzare le giuste pause per inculcare un concetto. La sua linea di difesa era condivisa, semplicemente calzante e formale – non serviva niente di diverso contro un’accusa tanto fantasiosa quanto ridicola. Insomma, fino ad ora si era guadagnato la pagnotta. Le sue raccomandazioni, ciò che si erano detti nel suo studio, era ora di mettere in pratica quanto fintamente provato davanti allo specchio a casa. L’imputato era vestito in modo elegante, scarpe nere, pantaloni scuri come il carbone di velluto, maglioncino con una runa all’indirizzo del pettorale sinistro e una camicia bruna, tutto molto oscuro, così come gli occhi persi e puntati su Laurie Felini, speranzoso di vederla colpita dalla peggiore delle maledizioni senza perdono. Era fondamentale mantenere la calma, mantenere il contegno e quindi dimostrare di essere tranquilli e sicuri; in fin dei conti il mangiamorte doveva risultare innocente per la giuria. Viceversa era colpevole, colpevole sopra ogni ragionevole dubbio se non del furto, sicuramente di un disegno criminoso più ampio e grande verso Philip Price, sporco nato babbano, persona indegna di utilizzare la magia e soprattutto di possedere regolarmente una bacchetta che, viceversa, al diciassettenne era vietata. Alle domande di Lestrange, la postura venne regolata, la schiena raddrizzata e le mani sistemate con portamento. Alla prima domanda relativa al pagamento la risposta fu: -Sì, Signor Lestrange, glielo confermo.- Non serviva dire null’altro, era una deposizione atta a dimostrare che le volontà di pagare ed adempiere alle obbligazione di carattere debitorio fossero palesi.
view post Posted: 20/8/2020, 20:33 Dirty criminal records - Wizengamot
Osservare le persone mangiare è un atto che da proprio soddisfazione, compiaciuto di ciò McBlond sorrise accomodandosi di più sulla sedia, in maniera composta, elegante, per certi versi in maniera proprio baronale e nobiliare. -Ti invierò la carta da formaggio con cui, credo, il Ministro in persona mi ha convocato al secondo livello.- Lieve pausa prima di continuare. -Ipotizzo sia stato Urquhart in carne ed ossa in realtà ma non ne sarei nemmeno poi così tanto convinto. Non c’era una firma, uno stralcio di carica né tantomeno l’indicazione dell’ufficio convocante. Bah. Normalmente il Professore si firma, figurarsi in un atto di convocazione come quello di un processo.- Sospirando ed agitando di poco la mano a mezz’aria scuotendo anche la testa. -Tant’è che comunque la convocazione ha avuto il suo effetto in-desiderato ed eccomi qui a perdere tempo e soprattutto denaro.- Sbuffando sonoramente di risposta concentrandosi per poi proseguire dritto. -Il tutto è successo da Madama McClan's. C’ero andato per comprare un abito per il Matrimonio degli Auror e rendermi più presentabile del solito.- Lievissima interruzione prima di riprendere a parlare. -L’incontro con Price è stato del tutto fortuito e casuale a dire il vero. Lui era già all’interno del negozio.- Piccola pausa di riflessione mentre la mano destra venne portata a grattare la guancia destra in un modo di fare meditabondo e riflessivo. -Cosa ho fatto per fare in modo che la Blake potesse insospettirsi? Onestamente non lo so, sarà il mio faccino da attaccabrighe credo. In buona sostanza, Lestrange, Price con me è in debito. Mi ha già colpito una volta, nel bel mezzo di Diagon Alley… volevo restituirgli il favore con gli interessi ma ha sempre qualche mammina che gli para il sedere; metaforicamente e non.- Un attimo di silenzio per guardare il Testimone della Difesa negli occhi, in maniera profonda e penetrante. -L’arrivo dell’ispettore Ministeriale? Onestamente non sapevo neanche ne fosse stato chiamato uno, motivo per cui non saprei chi l’abbia convocato né come.- Ancora una pausa. -Sì la Blake poteva tranquillamente rimanere dietro il bancone a far altro, io avrei potuto chiudere la bocca dello stomaco a Price, pagare ed andarmene. Molto semplice.- Sorrise infine a sentire la parola “ostile”, innalzando quasi in maniera istintiva entrambe le sopracciglia. -Credo che nessuno dei due testimoni abbia un che di favorevole nei miei confronti ma entrambi sono fondamentali per smontare questa pagliacciata.- Senza peli sulla lingua, continuando con il tono di voce del Nord della Scozia molto marcato. -Prima di uscire dal negozio ho lasciato un foglio di pergamena con i dati della mia camera blindata, motivo per cui la mia intenzione a pagare c’era ed era palese. Non possiamo parlare di furto se mi sono adoperato fin dall’inizio per pagare il vestito, che costasse dieci, venti, cinquanta galeoni, con tutto il rispetto per chi non si può permettere certe somme, beh non è un problema che mi riguarda.- McBlond si stava rivelando con colui che doveva assisterlo al processo arrogante, maleducato, strafottente, tutto il contrario di quanto probabilmente si sarebbe aspettato. -Nessuno può essere certo che io volessi colpirlo, per esempio avrei potuto volerlo baciare. Chi potrebbe obiettare il contrario. Siamo seri, Alberto, non può esistere una fattispecie di tentativo di aggressione, da che momento un’aggressione diventa tale? Magari volevo ucciderlo e a quel punto si parlerebbe di un tentato omicidio.- Scuotendo di poco il capo mettendosi in ordine gli abiti. -Per quanto riguarda il furto, come ho detto, il pagamento era palese, se non se lo sono curati, peggio per loro.- Lieve interruzione per poi continuare sospirando. -In aula indosserò una maschera che farà al caso del processo, non ti preoccupare, so come dire le bugie. Per quanto riguarda il pentimento, chiaramente sarà finto. Io no posso dimostrare di pentirmi per una cosa che non ho ancora compiuto.- Avrebbe terminato aspettando la replica.
view post Posted: 20/8/2020, 19:59 555 - Atrium
Il modo di fare della Potter era al solito fastidioso, motivo per cui ancora una volta a McBlond non scappò una smorfia di disappunto guardando verso l'alto, verso il soffitto del Ministero della Magia: stava perdendo tempo. -Ancora?- Chiese il diciassettenne alla sorvegliante dell'Atrium. -Devo andare dal mio avvocato ed il fatto che siate tenuti a conoscerlo è già di per sè un bel metodo per allestire difese giudiziali in segretezza. Non trova?- Chiese del tutto ironico buttandogli lì il nome solo alla fine. -Alberto Lestrange, Ufficio del Testimone della Difesa.- terminò buttando contro l'insegnante le iridi marroni cariche d'odio. -Ora posso andare?- Richiese terminando.
view post Posted: 16/8/2020, 11:02 Dirty criminal records - Wizengamot
La risposta di Alberto fece istintivamente aprire la porta dell’ufficio, richiudendola poi dietro di sé. Il sacchettino con il dolce alle mele venne appoggiato in una parte della scrivania priva di scartoffie, incartamenti o fascicoli. -Ho pensato potesse essere un momento della colazione. Se ti va. Altrimenti puoi buttarlo tranquillamente, non mi offendo.- Lieve pausa per poi aggiungere. -Io non ho né fame né sete in questi periodi, sarà il caldo.- Rompendo il ghiaccio ed utilizzando la stessa forma di cortesia ricevuta, il “tu”. Sedendosi subito dopo sulla sedia incentivata dallo stesso Testimone per la Difesa per il processi al Wizengamot o al Secondo Livello. La postura venne accomodata in maniera elegante e formale, la gamba destra portata incrociata ed accavallata sopra il ginocchio sinistro ed entrambe le mani ad appoggiarsi sul quadricipite destro.-Furto e tentata aggressione, esattamente. Ad un lettore esterno potrebbe far pensare una rapina stile babbani del Far West. Non credi? Sbem Sbem!- Chiese il mangiamorte sorridendo gagliardo al resoconto avanzato a Lestrange stesso mimando l’utilizzo di pollice ed indice della mano destra a mo’ di pistolettate. Ricomponendosi dopo qualche secondo. -Partendo dalla fine. Le mie scadenze sono già state doppiate. Ho chiamato quali testimoni Philip Price e Caroline Blake. Il primo quale persona offesa dall’ipotesi di reato di “tentata aggressione”, la seconda come testimone per quanto riguarda il presupposto psicologico nei reati, entrambi e quale testimone diretto per il “furto”.- Lieve interruzione prima di farsi più serio, scuro in volto. Le iridi color marroni a stagliarsi ed infrangersi contro quelle del Guardiacaccia, le guance scavate, le vene del collo di poco più ingrossate per il fastidio di dover rendicontare di una questione di basso, bassissimo conto; perdendone galeoni. -Per quanto riguarda il mio essere obiettivo, Mister Lestrange non ho rubato. Ho lasciato le indicazioni con la mia camera blindata su cui porre gli addebiti per gli acquisti fatti. Se volessi rubare e sottrarmi a debiti di carattere obbligazionario sicuramente non lascerei nome, cognome, testimoni ed indicazioni per recuperare i Galeoni che spettano ad un negozio sul bancone del negozio stesso. Non ti pare? Per quanto riguarda Price, beh, la tentata aggressione non è esatta.- Un mezzo sorriso a stamparsi negli occhi. -Nessuno può sapere se le mie intenzioni fossero di colpirlo o peggio e sicuramente l’unica testimone, la Signorina Blake, non può aver visto tutto, l’inizio o comunque una parte della scena era celata dal camerino e dunque la sua visioni dei fatti è distorta, incompleta e frammentaria e non corrisponde al vero. A meno che non sia un strega che legge nella mente delle persone, la tentata aggressione non è nemmeno una questione che la riguarda ed in ogni caso sarebbe nel torto- Piccola interruzione. -In tal senso, Alberto, si dovrebbe richiedere un’archiviazione. La persona offesa dall’ipotesi di reato, Philip Price non ha esposto o almeno, io non ho ricevuto alcun gufo a riguardo, alcun tipo di denuncia, ragione per cui non posso essere perseguito per un reato di cui la Signorina Blake non ha subito violazione dei propri interessi legittimi. In definitiva, poteva farsi i cazzi suoi.- Senza peli sulla lingua, sorridendo immediatamente dopo. -Non riesco a capire come mai mi si avanzino queste ipotesi di reato quando davvero la somma di furto e violenza significherebbe una rapina. A quel punto mi aspetterei l’intervento degli Auror ed un processo innanzi al Wizengamot e non presso il Secondo Livello del Ministero della Magia.- Aveva finito per ora, pronto a rispondere ad altre domande qualora necessario. -Dovresti averla semplice a meno che tu non sia a conoscenza di questioni che a me sfuggono e di cui, chiaramente e se dal caso, ti chiederei di darmene debita conoscenza.- Respirando sul finale avrebbe atteso la sua replica.
view post Posted: 16/8/2020, 10:24 555 - Atrium
Le domande della Potter fecero ruotare istintivamente gli occhi del ragazzo verso l'alto, in questa maniera i bulbi oculari sarebbero stati per qualche secondo interamente bianchi alla sua vista. Lo stesso volto avrebbe mal celato il fatto di essere indispettito a quelle rituali domande senza capo nè coda. Al buongiorno non arrivò alcun tipo di risposta, effettivamente non era un buon-giorno, anzi. -Gliel'ho già detto. Devo andare al Wizengamot per un colloquio.- Lieve interruzione mentre le gambe venivano divaricate di poco, quasi all'altezza delle spalle, le braccia a stella marina sospirando seccato ed infastidito. -Non ho la bacchetta. Se non ci crede, prego.- Non avrebbe aggiunto altro, ovviamente era già troppo.
view post Posted: 12/8/2020, 09:37 Dirty criminal records - Wizengamot
In abito nero, dopo essere passato dall'Atrium, McBlond si era diretto agli uffici per i Testimoni della Difesa. Tra tutti, lo Scozzese aveva scritto al guardiacaccia e alla Dirigente di Hogwarts, Auburn. Questa però, probabilmente era risultata troppo impegnata. Il Vice-Preside, invece, era stato letteralmente balzato per motivazioni di carattere personale: l'ultimo licenziamento e le ultime richieste al settimo avevano giocato sicuramente come ago della bilancia per una, nemmeno labile o sfiorata, presa in considerazione del Professore di Volo. In definitiva, Lestrange era il suo testimone per la difesa obbligato. La mano destra venne chiusa a pugno prima di essere portata a battere per tre volte in rapida successione alla pota. Il tutto prima della presentazione formale: -McBlond.- Il cognome sarebbe stato più che sufficiente per far capire a Lestrange su cosa sarebbe dovuto vertere la sua prossima mezz'ora.
view post Posted: 12/8/2020, 09:26 555 - Atrium
Da quando era incorso il licenziamento al settimo livello, il passaggio per l'Atrium era un'altra cosa molto fastidiosa da buttar giù. Il diciassettenne arrivò presso l'Atrium avvolto in un abito nero, scarpe lucidate e i capelli ordinati in una maniera elegante. All'altezza del collo una runa, la raffigurazione di Algiz. Disarmato e sprovvisto di bacchetta McBlond non aveva nulla con sè, al di fuori di un dolce alla mela che ancora odorava di pasticceria. All'addetto della sorveglianza il mangiamorte avrebbe dichiarato semplicemente -Wizengamot-. Un'unica parola che voleva significare tutto e niente, eppure Lestrange lo aspettava. Non sarebbe servito a nulla alcun tipo di saluto o una qualche forma di gentilezza e formalismo.
view post Posted: 10/8/2020, 12:33 No Words - Lago Nero

No words
Silence
I just let the music speak
Frozen
Quiet
Broken by the big machine



Da quando McBlond non poteva più volare, gli spalti del campo da Quidditch erano stati del tutto eliminati dalle sue “ronde” all’esterno della Sala Comune a favore appunto delle sponde del Lago Nero. Era un luogo sempre abbastanza affollato e pieno zeppo di studenti ma questi venivano evitati con il silenzio e l’indifferenza, non aveva voglia apparentemente di conoscere nuove persone né tantomeno di ricercare nuovi potenziali amici o alleati o ancora peggio, fare proselitismo per recuperare persone dedite alla Causa. I fatti parlavano chiaro, queste sparivano sempre, gli Alleati erano sempre di meno e ogni volta che veniva compiuto un passo in avanti ce n’erano da fare tre all’indietro; era frustrante. Come volevasi di mostrare, le dimissioni di Mison, preannunciate in maniera segreta, erano la goccia che faceva traboccare il vaso – non c’era più la copertura docente tra i Mangiamorte e peggio ancora, non c’era più una sorte di base all’interno della scuola stessa, sotto il naso degli Auror, sotto il naso dei loro stessi componenti. Tom, come ormai era stato in grado di chiamarlo lui era preoccupato, impaurito e se l’era data a gambe: traditore. Quel pomeriggio in particolar modo il diciassettenne di Corvonero si era convinto di portare con sé un libro, chiaramente uno di quelli di sua proprietà e non della scuola o della biblioteca, per trovare un po’ di pace, svago e liberare la mente dai pensieri fissi e continui. Unire l’utile al dilettevole era fondamentale, ragione per cui, stava ancora cercando di trarre qualche spunto per gli esami M.A.G.O., ancora però molto molto lontani. Vicino ad un albero, ben distante delle placide e calme acque del lago, il Corvonero era seduto per terra nel pieno rispetto dei regolamenti della scuola in tema di abbigliamento. Tuttavia, per via del caldo percepito, la parte superiore della divisa era stata utilizzata per appoggiarvi il sedere e sedersi comodamente nello spazio di terreno conteso tra la terra, l’erba e le radici affioranti degli alberi. Le gambe erano incrociate e la schiena appoggiata su un tronco, uno dei tanti. Tra tutti ne era stato scelto uno abbastanza dritto e liscio così da non dar fastidio alla colonna vertebrale e ai potenziali acciacchi fisici che alcune posizioni e posture potessero procurare. La camicia bianca era sbottonata ai polsi, la cravatta con i colori blu-argento allentata per far respirare ed evitare una sauna finlandese a cielo aperto. Il palmo della mano sinistra soppesava il libro di antiche rune, mentre la destra strappava un filo d’erba. Il tutto mentre dal cono visivo veniva scorta, non tanto distante, Nora Foster. Il libro venne allora appoggiato per terra, sulla terra e il filo d’erba venne posizionato in modo da produrre suoni. La bocca venne avvicinata alle mani e soffiandoci contro, il filo d’erba iniziò a tremare producendo un fischio distinto, diverso da quello tipico fatto dall’uomo. Un fischio più tenue e debole ma comunque capace di richiamare l’attenzione se udito. Le labbra e la bocca vennero inumidite di saliva per ricominciare a fischiare per richiamare la ragazza dai lineamenti asiatici. Il tutto prima che, stufo di quel modo di fare, le corde vocali iniziarono a produrre il suono dell’accento settentrionale del Nord della Scozia. -Ehi Nora! Che ci fai qui?-
view post Posted: 10/8/2020, 11:14 People Are Strange - I Tre Manici di Scopa
Quel sabato pomeriggio era uguale a tanti, tantissimi altri, monotono proprio e ripetitivo in maniera imbarazzante. McBlond era completamente svuotato, di voglia, di sicurezza di sé stesso e della possibilità di discutere in maniera animata con qualsiasi altro studente della propria casata e non. Aveva progressivamente perso la voglia di fare il bullo e di fare lo spocchioso altezzoso, probabilmente sapeva di essere stato costretto a terra, come un uccello al quale si tarpano le ali. Era inutile. Era proprio quello il pensiero al quale si riconduceva, l’inutilità. Il diciassettenne stava vivendo con una sorta di angoscia interiore le giornate, alle volte con una sorta di stato d’ansia o proprio piccoli attacchi di panico ben nascosti agli altri occupanti della torre al terzo piano. Non era da lui ma non aveva alcun tipo di necessità se non quella di utilizzare la magia, riflesso della sua natura ormai troppo distante ed incredibilmente lontana. Solo che non poteva, non gli era permesso. In definitiva era a terra, come una ruota forata che però, gira e rigira, continua a selciare i sentieri e le strade rallentando il moto e rendendolo insicuro, meno stabile ovvero pericoloso. L’incontro con Angus non lo entusiasmava più di tanto, anzi, probabilmente non voleva incontrare proprio nessuno, figurarsi il bravo portiere di Corvonero che stava crescendo ed eccellendo dove lui aveva, nel corso degli anni scolastici, fatto un tremendo “flop” – ma la colpa non era tutta del mangiamorte e di questo ormai si era convinto sopra ogni ragionevole dubbio. Forse invidia, forse semplicemente uno spirito sempre più arrendevole di un ragazzo che aveva sempre combattuto, a testa bassa, incassando dritti, rovesci e montanti da ogni direzione facendosi dei calli ossei in praticamente tutto il corpo, testa ma soprattutto il cuore incluso. Ma guardandosi allo specchio del bagno di Corvonero, quella sicurezza, quello spirito del maghetto Alpha ormai non c’era più, era stato sorpassato da una Beta; l’Omega addirittura. -Gli ultimi saranno i primi.- Si decise a sussurrare prima di bagnarsi il viso, le mani posizionate a coppa sotto il getto dell’acqua del rubinetto recuperarono una buona parte del liquido trasparente e gelato, prima che questo potesse essere portato direttamente a contatto con la pelle. Il contatto con il freddo lo fece gemere silenziosamente, si trattava infatti di una sensazione positiva, alle volte quasi fondamentale e necessaria per svoltare una giornata che si stava incanalando sui soliti binari paralleli di raccordo della stazione. Infine, tornato nel dormitorio, indossò degli abiti semplici, nessun colore di Corvonero, nessuno stemma araldico o raffigurante Hogwarts, un semplice paio di scarpe nere, pantaloni dello stesso colore e – in maniera del tutto insolita – una maglia bianca neanche troppo perfetta per i suoi soliti canoni, sgualcita pure. La mano destra andò a prendere due monete, che molto rapidamente, vennero portate alla tasca dei pantaloni, al sicuro. Aveva tutto. Camminando lungo i territori della scuola aveva evitato lo sguardo di chiunque, tirando dritto e sempre dritto, fregandosene in maniera totale di tutti i maghi e streghe ivi presenti, dei loro discorsi, dei loro chiacchiericci e soprattutto delle loro risate, le mani dietro la schiena, la destra a cingere il polso della sinistra per i pochi secondi che il suo fisico riusciva a compiere quell’atto; ripetendolo poi ogni volta. Un diciassettenne in un corpo di un ultracentenario. La camminata durò ben più del previsto, stando attento a dove mettere i piedi, per non inciampare, cadere o rovinare in maniera del tutto più dolorosa per terra. Su High Street gli occhi guardarono il via vai di persone fino ad arrivare all’esterno del Tre Manici di Scopa. Sbuffando e sospirando il mago oscuro vi entrò aprendo la porta utilizzando principalmente la spalla destra del corpo. La testa venne ruotata prima dal lato in cui Angus non era seduto, quindi dall’altro lato trovandolo. Deciso ad avvicinarsi, il Corvonero pose l’intero palmo sullo schienale della sedia, un piede invece sulla vicina gamba di legno, ciò per usare sia mani che piedi per spostare quell’oggetto necessario a farlo rimanere seduto e comodamente con le natiche appoggiate. -Mac.- Quel pezzo di cognome estrapolato era allo stesso tempo un “Buon pomeriggio Angus, ciao, ben rivisto.” - di cui però il ragazzo dai capelli lunghi non avrebbe potuto cogliere la men che minima accezione, forse. -Scusami per il ritardo.- La frase detta anch’essa a voce udibile, il tipico accento del Nord della Scozia, immancabile e sempre presente. -Spero tu non sia qui da troppo tempo e se così fosse, chiedo nuovamente perdono.- sedendosi.
view post Posted: 14/6/2020, 11:57 Hit & sunk he's going down - Sala Grande
Il modo di fare introspettivo di Nora aveva dato di che pensare al Corvonero. Era diversa, parecchio diverse di tante altre volte. Le lezioni facevano sempre eccezione, Lei era una ambiziosa, brava e diligente ma fuori le persone cambiavano. Alcuni, probabilmente anche lei, avevano una seconda faccia, un modo di fare diverso che probabilmente McBlond aveva sempre catalogato con un warning. Si era sbagliato? Per una questione personale forse si era privato di una conoscenza, di un’amicizia utile e segretamente promettente? Erano domande, quelle, che giravano per la testa del mangiamorte, le risposte sarebbero forse arrivate con il tempo, piano piano e senza alcun fretta di forzarla a parlare, aprirsi o confidarsi. Era una Grifondoro nonostante tutto e con essa bisognava comunque rapportarsi con maniacale attenzione, stando sempre in un silenzioso stato di allerta. Quell’essere diversa, forse cambiata, forse migliorata dal punto di vista del mago, lo indusse ad alzare nuovamente il sopracciglio sinistro. Venne scrutata. Il suo linguaggio del corpo non la posizionava in una posizione difensiva rispetto al suo dilemma, tutt’altro. Lo sporgersi sul tavolo, i movimenti delle mani e delle braccia, tutto aveva un carattere completamente votato ad offendere, affrontare la situazione di petto, pronta allo scontro e per questo erano simili. Dieci punti a Grifondoro - pensò il diciassettenne senza però replicare niente, per ora. Venne ascoltata la sua frase, pronto a scoprire chi fosse l’autore, il soggetto principale dei problemi della Caposcuola di Grifondoro ma la terza presenza, quella di Angus, mutò quel flusso di coscienza in un silenzio tattico, di attesa. Nora per quel comportamento, per il suo stile, guadagnò altri preziosi punti agli occhi dell’ex cacciatore di Corvonero. Poteva significare che l’autorità giallo-rossa fosse politicamente audace, meditabonda, cogitabonda e riflessiva al punto giusto da poter essere approfondita nel nocciolo più interno. Proprio su questa lunghezza d’onda il mangiamorte si lasciò scappare un sorriso furbo, complice forse, involontariamente compiaciuto, quasi da persona che si stava trovando ad ammirare un’alleata in fieri. -Io non parlavo di dimenticare ma di mutare il senso di schifo che probabilmente stai sentendo in qualcosa di migliore e costruttivo, insomma qualcosa capace di ribaltare la situazione a tuo favore.- La voce non era per nulla alta, anzi, composta, educata, risoluta ma decisa; incapace di ammettere repliche o pensieri opposti. Quello era il pensiero di Lò McBlond che per definizione voleva significare essere anche sempre giusto e corretto. -Se esiste un qualcuno che mina la tua fiducia, quel briciolo di fiducia che tu ha riposto in lui: eliminalo. Se mi dici di chi si tratta, ti insegno come fare.- Ed era dannatamente serio il Corvonero, apatico, contratto nel volto e la guance scavate di uno che brama di essere tutt’uno con la rabbia che cova da molto tempo. Venne il tempo dunque di tornare sull’argomento pulsante e il collo, gli occhi e i cristallini virarono verso Angus. -Non ti preoccupare, Mac, accetto le tue scuse. In parte.- Disse il ragazzo proprio mentre Nora appellava con successo il pezzo della scacchiera caduto, riportandolo al suo posto. Passarono diversi secondi di silenzio, dove l’aria veniva portata all’interno della cassa toracica, respirata e poi espulsa. -Solo il fatto che tu mi abbia pensato arrendevole, mutevolmente predisposto a starmene con una pezza nel culo e poltrire in Sala Comune. Bhe, ti sbagli.- Le mani, la destra sopra la sinistra la quale era posizionata sopra il libro, permasero ferme. -Piantarvi in asso? Oh no. No, no no.- Disse più volte scuotendo anche la testa, il tono della voce leggermente più provocatorio. -Perché mi sarei dovuto privare di una valvola di sfogo come il Quidditch?- Lo sguardo si posò infine sulla mano destra, alzandola di poco rispetto la precedente posizione, rigirandola così da guardarne il palmo. Chiuderla, riaprirla e richiuderla tenendo il pugno chiuso quanto più potesse. -Non so nulla ma mio Padre ne è stato informato. Credo si arrabbierà con la scuola. Conoscendolo abbastanza monterà su un casino fino a dover coinvolgere il Ministero della Magia in persona. Pare assurdo, no, che un bolide possa fare tutto questo?- Il tutto accompagnato da un movimento delle spalle impercettibilmente in alto come a voler dire “C’est la vie”. -Può essere che il San Mungo possa fare qualcosa. Può anche essere di no. Non te lo so dire, non ti so dire niente. Ma so solo dirti che fa male. Fa male qui- Dichiarò indicandosi con l’indice della mano destra la rispettiva tempia. -E qui.- Portando poi l’intero palmo in mezzo al petto, di poco a sinistra, nella zona ove approssimativamente ci sarebbe stato il cuore.
view post Posted: 10/6/2020, 16:38 mi sento solo - Lago Nero
In un giorno del fine settimana, in orario scolastico per stare all’esterno delle mura, McBlond camminava con le mani dietro la schiena. Il sentiero era seguito pedissequamente così da non uscire dai tracciati. Lo sguardo ad intravedere un ragazzo, ai piedi di un albero e con un oggetto tondo tra le mani, molto simile ad uno di quelli studiato in Babbanologia. -Tutto ok?- Seguì la domanda cercando di guardarlo per bene in viso, non riconoscendolo tra le persone di nota. -Una brutta giornata?- Ripetè ancora il diciassettenne tentando, molto lentamente, di farsi di poco più vicino. La testa ad indicare le cose del Tassorosso. -Sai che non so se siam permessi determinati giochi, è un pallone per il basket, giusto?- Domandò il purosangue cercando di ricordare la parola giusta.
view post Posted: 9/6/2020, 11:51 Hit & sunk he's going down - Sala Grande
Il diciassettenne stava tenendo fissato al tavolo il libro con il dorso di entrambe le mani e ogni volta che si trovava costretto a cambiare la pagina, utilizzava la stretta della mano destra per poi tornare alla posizione originaria di partenza bloccando i fogli. Come fosse una macchina, automatico e simile ad un automa. Intento nella sua lettura il Corvonero non notò inizialmente nemmeno l’arrivo di Nora Foster, la quale fatto un primo passaggio di ronda al proprio tavolo di casa si posizionò alla fine sostanzialmente di fronte a lui. Alla domanda posta, ascoltato il nome (o meglio il cognome), il mago alzò semplicemente la testa troncando un periodo di lettura abbastanza statico ed in fase di stallo. In un punto diverso della pagina o del capitolo, forse, le avrebbe anche risposto male ignorandola fino a poter arrivare al punto o alla prima pausa ritenuta idonea. Ciò non accadde. Inoltre non essendo mai riuscito a fare due cose insieme e contemporaneamente, l’indice ed il pollice della mano destra andarono a creare una piccola linguetta o piega che si voglia sull’angolo alto della pagina, richiudendo di conseguenza il manoscritto. Sospirò rilassando i muscoli costantemente contratti per mantenere la fermezza e la compostezza nel bloccare il libro ed impedire alle pagine di tornare allo stato di quiete, le une verso le altre a ventaglio. I palmi di entrambi gli arti andarono ad accarezzare quasi la copertina del libro prima di spostarlo, defilato di poco, sulla destra, dalla parte opposta alla scacchiera. Ad un’attenta analisi da parte della Caposcuola, si sarebbe potuto leggere, seppur al contrario – chiaramente – rispetto alla sua posizione il nome dell’autore ed il titolo: “Andy J.J. Shay / Settembre di sangue.” Immediatamente sotto, un commento di uno dei giornalisti dei quotidiani più influenti del Canada che definivano il libro quale “Meraviglioso e mozzafiato per i contenuti storici”. Che fosse vero, per ora non lo si poteva confermare. L’intrigo politico, la storia di spionaggio tra stati confinanti del Nord-America, magia nera e nuclei di maghi in lotta gli uni contro gli altri in un periodo di storia del passato, stava però emergendo lentamente. -Ciao, Nora- Disse il mangiamorte tenendo un tono di voce basso ma udibile, la distanza tra i due infatti non era tale e giustificata né per essere scorbutico né per essere dal tono di voce imperiale e scontroso. -No, non aspetto nessuno. Non di questi tempi.- Rispose lasciando anche un commento che poteva voler dire tutto e niente. Tutto ciò mentre il volto, la faccia, i tratti e i lineamenti del viso erano volutamente quanto più neutri possibili, una sorta di quiete ricercate e voluta a distanza di giorni. Respirò più profondamente sentendola avanzare la seconda domanda, seguita dalla sua frase di spiegazione; come se fosse necessaria. Il mangiamorte di tutta risposta inarcò il sopracciglio sinistro, più che evidentemente stupito per quella confessione. -Come mi comporto quando ci sono delle persone la cui presenza non riesco a mandar giù? Tzè.- Ripetè la frase praticamente tornando a ghignare alla fine, la bocca a formare un sorriso di sfida. -Il rancore è il miglior motore del mondo. Magari certi comportamenti si possono pur perdonare ma come gli elefanti, non si deve mai e dico mai dimenticare.- Piccola pausa di riflessione per poi continuare. -Ad ogni modo, io non faccio altro che eliminarle.- Il verbo giusto per quell’occasione era proprio eliminare, che fosse dalla testa, dalle interazioni o dal quotidiano non aveva tanta importanza. Sarebbe, prima o dopol arrivato anche il momento dell’eliminazione fisica; era quello a cui il mago aspirava e il rancore era, insieme al covare vendetta, la miglior miscela per immaginarli con gli occhi sbarrati, privi di essenza, movimento polmonare o battito cardiaco. Con magia o senza magia. Sorrise, malvagio ed oscuro. -Di chi si tratta, Nora?- Domandò mantenendo un certo contegno, le dita della mano destra ad accavallarsi sopra la sinistra. Ma il dialogo tra i due venne spezzato dall’arrivo in cavalleria di Angus MacEwan ed il sorriso precedentemente pesato, sparì. Svanì proprio di colpo mentre il collo girava verso il connazionale, compagno di camerata ed ex-compagno di squadra di quidditch. -Il fatto che tu non capisca è un paradosso, Mac.- La voce risultò ancora più bassa di quella destinata poco prima a Nora Foster. La postura non venne modificata né mutata di un solo millimetro. -Che fine ho fatto? In che senso che fine ho fatto?- Replicò mentre la vena che scorreva a destra lungo il collo si stava ingrossando. -Ho proprio fatto la mia fine, rotto. Punto e fine.- Vomitò fuori quella parole in un flusso di coscienza, guardandolo diretto negli occhi. Istintivamente la mano destra cercò di prendere la prima pedina della scacchiera, una torre bianca. Venne portata verso il centro del corridoio che divideva un tavolo dall’altro e mantenne la presa portando il braccio parallelo fino a che, fisicamente, non ne potè più. Un arco riflesso, un istintivo gemito di dolore accompagnato dalla caduta del pezzo che rotolò grazie alla rotazione e all’angolazione ricevuta sotto la panca dell’altro tavolo. -Ebbene?- Chiese alzando questa volta di poco la voce rispetto a prima, guardandolo negli occhi senza paura o alcun cenno di timore. -Non voglio mai più sentire la parola Quidditch giocato per il resto della mia vita ed essere sincero, fa male, fa molto male. Fa male perché era l’unico barlume di libertà che mi era rimasto. Dal coma, l’assenza della bacchetta e tutto il resto, tutto il resto che non ti riguarda.- Avrebbe tanto voluto scoppiare a piangere, alzarsi e prendere a pugni il nato babbano ed insultarlo perché lui, lui poteva fare quello che normalmente sarebbe dovuto essere un diritto di nascita di uno nato, cresciuto ed istruito in una famiglia di maghi da generazioni. Fargli veramente male, tanto male. Ma finì tutto in una tirata di naso e gli occhi lucidi ed un sorriso sforzato, di facciata pura questa volta. -Ma va bene così, darò i M.A.G.O. e troverete altre persone dopo di me capaci di volare, impugnare una mazza e respingere uno stracazzo di bolide.- Il tutto prima che la mano destra cercò, ancora, di prendere il libro su cui prima stava dando le dovute attenzioni, riaprendolo al punto dove era stato segnato.
view post Posted: 7/6/2020, 18:28 Spalti tifosi di Grifondoro - Campo di Quidditch
Con un ghigno McBlond si mosse da dov’era, senza guardare nessuno, disinteressato al fischio finale di Hawkins che sanciva la vittoria della squadra blu-bronzo. Sistematosi meglio il berretto in testa, discese attentamente i gradini degli spalti per incamminarsi quanto più protetto possibile dal vento e dalla pioggia verso il sentiero che portava di ritorno al castello. Tra tutti i possibili modi di essere, delle sensazioni capaci di essere provate, quello rimaneva senza ombra di dubbio un pomeriggio buio di pioggia torrenziale, molto triste. La mano destra a chiudersi a stringere il nulla quei pochi secondi che la sua anatomia gli permetteva, incattivito, arrabbiato ed ancora una volta deluso.
view post Posted: 7/6/2020, 14:18 Spalti tifosi di Grifondoro - Campo di Quidditch
Era esattamente quello il posto dove doveva trovarsi il Corvonero, dopo quello che era successo, dopo tutto quello che era accaduto. Dall’altra parte. Era vestito in maniera borghese e neutrale senza colori addosso. Gli occhi andarono sul Professore Hawkins, sulla sua scopa e sulla cassa con le palle. Il tempo era inclemente, motivo per cui in testa c’era un cappellino di lana, nero. La Pluffa volò in alto e il possesso fu subito dei Grifondoro, inespressivo il diciassettenne avrebbe guardato il primo scambio tra i giocatori in volo.
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