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| F A T O Niente, a Hogwarts, era lasciato al caso. Che i due studenti alle prese con il ritratto magico in Sala d'Ingresso lo sapessero o meno, nel loro cervello – più precisamente in quello della Grifondoro – sembrava essersi accesa una flebile fiaccola capace di spingerli un po' più a fondo nella questione che s'erano ritrovati tra le mani. Sembravano aver finalmente abbandonato l'idea che sarebbe bastato un mazzo di fiori qualunque a risollevare l'umore della signorina Osborne, o meglio, che la giovane necessitasse semplicemente di serenità, e avevano cominciato a domandarsi cosa, di tanto profondo, potesse legarla in maniera così drammatica a quanto aveva perduto; fu chiaro a entrambi, con un briciolo di ragionamento in più, che Caylin doveva aver smarrito se stessa. Allora la coppia aveva riflettuto sulle informazioni che erano riusciti a ricavare prima che la ragazza si perdesse nella tragedia della sua mente e Amelia aveva tentato di estrapolarne di aggiuntive dall'unica cosa che sapeva della fanciulla: il suo nome. Convinta che uno dei nove nomi, cognome compreso, con cui s'era presentata fosse un indizio estremamente chiaro del suo legame con la natura, la studentessa aveva condotto di nuovo il duo al Lago Nero con l'intenzione di raccogliere delle clementine, ovvero una particolarissima varietà di rosa in miniatura. Troppo particolare a dire la verità, persino per il castello, perché i fiori in questione erano degli ibridi babbani e quindi impossibili da trovare in natura. Eppure li raccolsero, degli sgargianti boccioli arancioni, e con essi tornarono in Sala d'Ingresso per mostrarli a Caylin, speranzosi d'aver fatto bene. «Un mazzetto bianco, uno rosa, uno rosso e uno viola.» I due trovarono la ragazza di spalle, di nuovo impegnata a raccogliere fiori immaginari, il contatto con la realtà ormai completamente perso. Non li vide arrivare con il mazzo che si erano impegnati a comporre quindi, e forse fu un bene dal momento che, a giudicare da quanto stava ripetendo a mo' di filastrocca, il colore dei petali tra le mani di Amelia non corrispondevano affatto a quello che per secoli aveva impreziosito la sua cornice. Che fosse una buona idea fare dietrofront prima che la loro voce la raggiungesse al di là della tela e del velo di follia che si era insinuato nella sua mente per la sofferenza? Forse avrebbe risparmiato un'altra crisi di pianto a tutto il castello. Con quei nuovi e provvidenziali indizi avrebbero potuto ragionare alla luce di un colore preciso e di una modalità di crescita; informazioni che si aggiungevano al già appreso nome della giovane. E se niente, a Hogwarts, era lasciato al caso, forse nemmeno le lettere che componevano un nome – o più nomi – lo erano.
//Sarà necessario postare in questa discussione almeno una volta per tentare di capire il fiore corretto, se e quando penserete di averlo fatto potrete spostarvi liberamente al Lago Nero per raccoglierlo e poi tornare in Sala d'Ingresso. Scadenza: giovedì 28/03/24.
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